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M
condizionabile. Se avete la muscarina che inibisce la corrente K , l’oscillatore si
M
ferma. Come funziona questo oscillatore? Funziona in maniera capovolta a quello di
prima. La corrente di sodio persistente ne riduce il potenziale che stava sopra a -50
mV. I canali di sodio persistente tendono ad aprirsi, man mano che si aprono il
potenziale cresce. Man mano che il potenziale sale si attiva una corrente di potassio
di tipo M. Anche la corrente M si attiva nella zona sotto soglia e si attiva lentamente.
La membrana si depolarizza, la corrente M si attiva e attivandosi determina la fine
della depolarizzazione e l’inizio della fase di ripolarizzazione del ciclo oscillatorio.
Questa oscillazione tende a smorzarsi e si riporta al valore minimo del ciclo
oscillatorio.
La corrente M si deattiva e comincia progressivamente a spingere la corrente di
sodio persistente. La caratteristica di questa oscillazione da 5-10mV. Queste piccole
oscillazioni sono in grado di accoppiarsi col PdA. In alcuni casi si accoppiano al
PdA, in altri casi non ce la fanno. Possono rimanere sotto soglia ma se aumentano
possono scatenare un PdA.
Queste oscillazioni facilitano l’insorgenza di PdA in fase con l’oscillazione
stessa.
In certe strutture cellulari questo fenomeno ha intensità variabile. Un esempio sono le
cellule granulari del cervelletto. Lì l’oscillazione tende a rimanere sotto soglia.
Questo vuol dire che la cellula potrà essere sincronizzata con queste
oscillazioni quando riceverà una qualche forma di input.
Ci saranno alcune fasi del ciclo in cui è più facile eccitare la cellula.
Aumenta la probabilità che la cellula venga eccitata in fase
positiva col ciclo.
Prendete per esempio le cellule del Golgi, qui l’oscillazione è accoppiata alla soglia.
Le oscillazioni ci sono ma si fondono con la scarica della cellula. In un altro sistema
le oscillazioni possono arrivare fino a 15mV di ampiezza e quando sono così grosse
si trascinano dietro lo spike.
L’oscillazione sintonizza il sistema verso una determinata fase di attivazione.
Quando il sistema è in fase col picco dell’oscillazione è per eccitarsi maggiormente.
L’oscillazione di prima del nucleo talamico parte da -70mV e arriva alla soglia degli
spike, non è paragonabile come dimensioni a quella sodio/potassio. Ci sono cellule
pacemaker che trascinano il ritmo, sono talmente enormi nelle oscillazioni che
trascinano il ritmo (talamo). Ci sono invece cellule fatte per venir trascinate dal ritmo,
non per imporlo (sodio/potassio). Questa proprietà può essere utilizzata all’interno di
circuiti neurali che le sfruttano per generare cicli di attività. Si ha la convinzione che
queste oscillazioni sono fondamentali per collegare tra loro l’attività di popolazioni di
neuroni.
Possiamo iniziare a guardare cosa succede quando le cellule comunicano tra loro,
cominciamo l’analisi delle reti neurali. Iniziamo a studiare come i neuroni
comunicano tra di loro. Devo fare una premessa. Avete sentito parlare di reti neurali
artificiali. Avrete sentito parlare di vari sistemi di modellizzazione. Ci sono tanti tipi
di modelli e tanti tipi di reti neurali. A seconda di quello che volete studiare può
convenire l’utilizzo di un approccio piuttosto che un altro. Se volete studiare i
principi che emergono dalla connettività, conviene usare reti neurali semplici dal
punto di vista della struttura e dei proteomi. Più è semplice più è comprensibile.
Quando volete studiare un fenomeno dinamico che somiglia ai fenomeni biologici, le
reti semplici sono inutilizzabili e conviene usare reti più simili a quelle biologiche
dette anche biologicamente realistiche . Ricoprono una quantità di dettagli biologici
elevata. Facciamo un esempio. Consideriamo una rete costituita da tanti tipi di
neuroni diversi, ognuna con modalità di scarica specifiche. Se ho cellule così
specifiche devo usare una modellazione realistica, altrimenti non capisco niente con
quella semplificata. Se volete però capire il principio fondamentale di connettività
delle cellule, questi dettagli ci danno fastidio, confondono le idee. Devo individuare il
succo della faccenda. In questo tipo di ragionamenti ha dato adito a diatribe
scientifiche. Chi fa modelli semplici sottovaluta quelle complesse e chi fa quelli
complessi sottovaluta quelli semplici. Non è vero che un modello è giusto e l’altro
sbagliato, bisogna solo sapere cosa si cerca.
Costruzione di una rete neurale. Caratteristiche:
Innanzitutto deve sapere codificare l’informazione.
1) Deve essere in grado di modificare la sua struttura interna, deve saper
2) apprendere e memorizzare l’informazione.
Il terzo elemento chiave è organizzazione e struttura della rete, come la rete è
3) organizzata anatomicamente.
Sono i 3 elementi che governano la costruzione del SN. Ovviamente questo ha grossi
riscontri a tutti i livelli. I geni non specificano il cervello ma specificano come
costruire un cervello. Gli date le regole per codificare l’informazione e le regole per
memorizzare le informazioni, dopo di ché il sistema evolve da solo tramite
l’interazione con l’esterno e l’interno. Le informazioni genetiche sono dotate di
regole per definire come i neuroni codificheranno, apprenderanno, memorizzeranno e
si organizzeranno. Questo diventa economico dal punto di vista genetico. In secondo
luogo come questa macchina biologica dovrà funzionare alla fine delle sue operazioni
di interazione col mondo esterno. Questo non è altro che il gioco generale
dell’evoluzione biologica. Se il mondo esterno non cambia, la macchina biologica sta
adattata al mondo che non cambia ma se il mondo cambia il sistema deve adattarsi e
usa l’adattamento immediato oppure per selezione naturale gli organismi esistenti
vengono messi di fronte a grossi cambiamenti del mondo esterno. Il cervello prende
parte allo schema evolutivo. Si può dire che la rete neurale nasce con regole di base
che ne specificano l’organizzazione e la struttura. Poi danno ai neuroni delle
specifiche, qualcuno sarà eccitatorio e qualcuno inibitorio. Specifica anche chi deve
influenzare chi. Viene specificato come ognuno dei neuroni codifica il segnale.
Apprendimento e memoria riescono a portar via la codificazione della trasmissione
degli impulsi. È la biologia che si trasforma in un’operazione computazionale. Hanno
regole ma non hanno memoria a priori. Creano regole di condizionamento
estraendole dalla realtà. Mentre una rete neurale non istruita non ha regole interne di
funzionamento, nel momento in cui inizia ad imparare a interagire con l’ambiente,
trova le regole di funzionamento. Non abbiamo regole precisa ma meccanismi per
mettere in relazione la luce con alto e basso. Immaginate di camminare sulla terra e di
cadere. Altro esempio è quello dell’uomo sulla luna. La massa rimane 70 kg ma la
forza di Archimede aumenta tantissimo sulla luna. Si può imparare a interagire con
ambienti diversi velocemente, riconfigurando le connessioni neurali. Immaginate di
creare la categoria degli uomini, sono tutti con gambe, braccia, stazione eretta. Se voi
prendere esempi di esseri umani cresciuti con animali invece che con uomini, la loro
categoria di riferimento sarà l’animale. Il cane è abituato a crescere con l’uomo e lui
cane si sente parte di un corpo di uomo, per lui fa parte della stessa categoria. Il
cervello usa le strutture intorno per generare schemi cognitivi che poi utilizza per
gestire la sua esistenza.
Quali sono le relazioni fondamentali dei circuiti neurali? Riescono a fare 4 operazioni
di base:
apprendimento (immagazzinano informazioni in modo ordinato e utilizzabile)
1) riconoscimento (sanno usare le informazioni acquisite per riconoscere dei
2) pattern)
categorizzazione (cose che si assomigliano vengono messe insieme e
3) raggruppate in categorie, dice molto sul modo in cui viene organizzata la
memoria, sono un tentativo di mettere insieme cose che si somigliano e che
hanno aspetti comuni, sono oggetti dinamici che possono essere modificati)
astrazione-generalizzazione (se tutti gli oggetti con 4 ruote e una carrozzeria
4) sono macchine, arriva un altro oggetto con forma diversa ma con 4 ruote e
carrozzeria è sempre una macchina). L’astrazione deriva da tutto questo, è la
capacità di creare concetti che non sussistono come realtà materiale. Un
concetto astratto è quello di rotondità, altezza, lunghezza, profondità. Queste
astrazioni sono possibili sfruttando le caratteristiche dei neuroni.
Stiamo andando a dire che nella rete neurale sta il segreto per capire come funziona il
cervello. Combinando in vario modo queste proprietà è possibile creare le funzioni
nervose. Questi sono elementi di funzioni nervose. Usando questi mattoni si
costruiscono le funzioni nervose.
Perché queste cose le fanno le reti e non i neuroni da soli? Perché non hanno uno
spazio computazionale sufficientemente grande. Queste proprietà emergono dalla
dimensione dello spazio computazionale del sistema. Lo spazio è il numero di
possibili interazioni del sistema. Se separate gli elementi, non emerge un bel niente.
Tanti elementi fanno una funzione complessa se interagiscono tra di loro. Gli effetti
complessi sconfinano nella sfera cognitiva, anzi sono della sfera cognitiva. Visto che
le proprietà di cui parliamo sono comuni a tutti i SN conosciuti fino ad ora,
soprattutto quelli dei Vertebrati, tutti gli animali sono dotati di capacità cognitive.
Quello che differenzia in modo cognitivo gli animali diversi dipende da come il SN
di questi animali sviluppa certi dettagli e certe caratteristiche specifiche ma non nella
natura di base dei circuiti. Quello che cambia è come i circuiti vengono associati tra
di loro, come si collegano tra di loro a formare complessi.
Andiamo a vedere caratteristiche importanti del processo di modellizzazione dei
circuiti. Per capire come funziona una rete neurale bisogna usare il modello, senza
modello non ci riuscite perché misurare l’attività di tutti i neuroni che ci interessano è
impossibile. Anche se foste capaci di misurare l’attività di questi neuroni non sapreste
in che modo studiarla. L’unica cosa che potete fare è ricostituire il sistema
artificialmente e poi semplificarlo al massimo per poter estrarre dei risultati
comprensibili. Se volete è una procedura logica che serve a capire come i neuroni che
interagiscono generano qualcosa che va al di là delle semplici interazioni. Ogni
neurone può essere concepito come una funzione probabilistica che genera PdA.
Invece di rappresentare tutti i meccanismi