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Le soluzioni contemporanee a questo problema

si fondano sul invariabili:Parti del discorso avverbio, preposizioni, congiunzione,riconoscimento che non è possibile definire la nozione di parola una interiezione.volta per tutte. Parti del discorso universali: presenti in tutte le lingue.

Si possono distinguere varie accezioni di parola, a seconda del punto di vista, la nozione di parola fonologica non coincide con la nozione di un nome, o verbo, o aggettivo? I criteri tradizionali sono di tipo parola morfologica o sintattica; da un punto di vista fonologico, per semantico cioè basati sul significato.

telefonamiesempio è una parola sola, ma dal punto di vista sintattico è costituita da più unità la parola come è quale si possono elaborare (=telefona a me); capostazionecostituita da più unità la parola come è quale si possono elaborare

Criteri di classificazione diversi e più una parola sola dal punto di vista sintattico ma dal punto di vista attendibili. Si può supporre che le parole siano immagazzinate nella fonologico è costituita da due unità separate dato che ha due accenti. Memoria dei parlanti: tutti noi sappiamo produrre una lista di parole; è del tutto plausibile che le parole siano immagazzinate nella memoria. Un criterio operativo efficace è di considerare "parola" quelle unità che insieme alla loro categoria lessicale non possono essere "interrotte", o meglio, al cui interno non si può inserire dell'altro materiale linguistico. Il fatto che ad una parola sia associata una categoria lessicale limita in modo drastico le combinazioni di parole. Ciò dimostra che le parole sono classificate in categorie che limitano la. Esempio: nella parola "vanga", costituita dai morfemi vang + a, il loro distribuzione libera.

All'interno della frase, il morfema "a" indica che si tratta di un sostantivo femminile singolare. Sostituendo "a" con "are" si avrà "vangare", e in questo caso il morfema indica che si tratta di un verbo. Per formare il plurale invece si userà il morfema "-i".

Le categorie lessicali cui le parole appartengono hanno un effetto importante:

  • Morfema e allomorfo: Limitano la combinazione di parole. Il termine morfema designa propriamente una unità astratta che è rappresentata a livello concreto da un allomorfo. La distinzione è parallela a quella vista in fonologia tra fonema e allofono. Generalmente un morfema è rappresentato da un solo allomorfo.
  • Categorie e sottocategorie: tratti che suddividono la categoria, come nome, sono casi però in cui un morfema può essere rappresentato da più allomorfi in altre sottocategorie.

Notazione in tratti:

binari. allomorfi: formazione del plurale in inglese.

[+ umano] significa che il nome in questione è un nome di persona [s] (morfema del plurale) [-s]; [-z]; [-iz] (allomorfi)

[- umano] significa che non è un nome di persona (animale, cosa) i gli.

Per l’italiano abbiamo il caso dell’articolo maschile e[- comune] = proprio

Le parole semplici possono subire diversi tipi di modificazioni:

[- astratto] = concreto derivazione, composizione e flessione.

[+/- numerabile] divide i nomi che possono essere contati da quelli non derivazione

La raggruppa tre processi: prefissazione (l’affisso siEs ragazzo è un nome [+ comune, + numerabile, + animato, + umano] aggiunge a sinistra della parola), infissazione (l’affisso si aggiunge nel

Morfema: mezzo e sarà un infisso) e suffissazione (l’affisso si aggiunge a destra);la prefissazione di norma non cambia la categoria lessicale, al contrario= è la più piccola parte di una lingua

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dotata di significato. È un segno della suffissazione; quest'ultima inoltre può operare cambiamenti dilinguistico ed è quindi composto da un significante e da un significato. categoria:Es. boys possiamo identificare i morfemi [boy+s], per poter assegnare lostatus di morfema bisogna che tale unità abbia significato: boy = essere la suffissazione consiste nell'aggiunta di un morfema grammaticale allaumano, non adulto, di sesso maschile; s = plurale. Quindi boy è un destra della base:morfema lessicale (= non dipende dal contesto) e s è un morfema []x [[]x + suf]ygrammaticale (= riceve significato dal contesto). Es. [inverno]n [[inverno]n + ale]A"x" è la categoria lessicale della base, "suf" è il suffisso e "y" è laI morfemi possono essere anche combinati fra loro (combinazione) in categoria di uscita. Si tratta di aggiungere una forma legata a una formasequenze lineari per

dare origine a termini complessi: si pensi alla libera parola italiana "riscrivevamo", composta dai morfemi "ri" + "scriv" + "ev" + "amo". Liberi o legati: I morfemi possono essere oramorfemi liberi, come per esempio (avverbio), sono morfemi che non si legano ad altri morfemi, ma costituiscono parola a sé, possono ricorrere da soli in una frase; port- -a. Morfemi legati, come per esempio e sono morfemi che, per formare una parola, hanno bisogno di essere legati ad altri (port- -a porta). Morfemi liberi + = non possono ricorrere da soli in una frase. - per cambiare categoria; - per cambiare alcuni tratti formali; - per dare una sfumatura di significato (come nel caso dei valutativi). I suffissi dell'italiano possono essere raggruppati in grandi categorie, ad esempio la classe dei suffissi deverbali, che comprende suffissi che formano nomi da verbi. Tali suffissi formano nomi d'azione o deverbaliastratti che.in certi casi possono concretizzarsi e diventare nomi risultato cioè nomi concreti. es. nomi deverbali astratti nomi risultato-zione ammirazione costruzione Vi sono suffissi che formano nomi agentivi: agentivi strumentali-ino postino colino Poi la grande classe dei suffissi valutativi (diminutivi, accrescitivi, peggiorativi ecc) -ino; -one; -accio; -otto; -ucolo; -astro; ecc. I valutativi sono molto numerosi. La prefissazione consiste nell'aggiunta di un morfema grammaticale a sinistra della base: [x [pref + [x]x]x Es. [vedere]v [ri + [vedere]v]v La prefissazione è un processo che non cambia la categoria della base; il verbo resta verbo e ciò vale anche per le altre categorie lessicali. (es. marito ex-marito; utile inutile) composizione La forma parole nuove a partire nuove a partire da due parole esistenti: capo, stazione capostazione Composizione ≠ derivazione La prima combina due forme libere, la seconda combina una forma libera e una formalegata.flessioneLa aggiunge alla parola di base informazioni relative al genere, numero, caso, tempo, modo, persona ecc. È bello bellaLe forme flesse esprimono uno o più significati grammaticali. La flessione è realizzata tramite morfemi legati che si aggiungono a basiche necessitano marche grammaticali di qualche tipo. Le info grammaticali, dette morfosintattiche perché danno istruzioni rilevanti sia in morfologia che in sintassi, si distinguono tramite diverse categorie. I suffissi sono regole che si applicano con diverse funzioni grammaticali: queste assumono dei valori rappresentati da tratti. Le categorie morfosintattiche sono il numero, il genere, il caso, il modo, il tempo, l'aspetto ecc e i tratti morfosintattici sono i valori che ogni categoria può assumere: es. libr-o -o esprime la categoria morfosintattica "numero" del nome.Esprime il singolare i tratti che le varie categorie morfosintattiche possono assumere sono di La parola

quindi indubitabilmente è stata costruita attraverso una serie di tipi, inerenti cioè tratti che sono insiti nella parola, e contestuali cioè di processi, ognuno dei quali ha portato ad una nuova categoria: verbo, sono legati al contesto in cui la parola viene a trovarsi. aggettivo, avverbio.

È questo aspetto di formazione che si può chiamare dinamico. In italiano anche il verbo si può flettere, e le categorie sono il tempo, l'aspetto, il modo, la diatesi. Queste categorie, a loro volta, contengono tratti: ad esempio in italiano la categoria tempo contiene i tratti di presente, futuro ecc. La conversione consiste in un cambiamento di categoria senza che sia necessaria l'aggiunta di un morfema ad una base, tra questi: (opresente, futuro ecc. reduplicazione parasintesi. suffissazione zero), la e la.

Una categoria lessicale può nascere come tale oppure può

diventare stato aggiunto alla base un affisso manifesto, in inglese ad esempio dalattraverso vari processi: water (to) waternome (acqua) si è formato il verbo (innaffiare). Initaliano la conversione è molto comune nel passaggio da aggettivo a- V : rompere vecchio il vecchio; volere il volere. nome, da infinito a nome,- V V : giocare giocherellare  La reduplicazione consiste nel raddoppiamento di un segmento e può- N V : magnete magnetizzare  essere parziale:- A N : attivo attivare  ad esempio in tigak, la lingua parlata in Papua Nuova Guinea, giak- V N N : agire azione azionare (mandare) gi-giak (messaggero); oppure totale: come in indonesiano    - N N V : palla palleggio palleggiare kursi (sedia) kursi kursi (sedie).    - A N V : giusto giustizia giustiziare    Parasintesi, può essere sia verbale che aggettivale. Una forma è- N A V : centro centrale centralizzare   

parasintetica quando è formata da una base più un prefisso ed un suffisso, in cui però la sequenza prefisso + base non è una parola. Esistono dunque diverse modalità che possono portare alla categoria dell’italiano e neppure base + suffisso: ingiallire è formato dal prefisso verbo: questo è l’aspetto dinamico della morfologia. in-, dalla base aggettivale giallo e dal suffisso -ire; ma né ingiallo né giallire sono sequenze grammaticali dell’italiano.

Es. indubitabilmente: Esempi di parasintesi aggettivale sono parole come smemorato o indubitabile – aggettivo di base sfegatato.-mente indubitale + mente – aggiunta di e indubitabilmente – cancellazione di Processi di formazioni di parola più rari sono quelli che portano a ma l’aggettivo di partenza “indubitabile” è a sua volta scomponibile in retroformazioni che danno luogo a ideofoni.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fedezambon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di istituzioni di linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Bertocci Davide.