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La classificazione morfologica delle lingue umane
Non è detto nemmeno che una lingua sia solo ed esclusivamente flessiva o agglutinante oppure isolante. Ad esempio, la lingua inglese è flessiva, ma i verbi li modifichiamo molto poco. È povera di flessioni. "Bottle" è un sostantivo, mentre "To bottle" è un verbo. La parola "bottle" non varia.
La classificazione morfologica delle lingue umane riguarda come e quanto le parole vengono modificate. Il morfema è l'unità fondamentale delle parole. È un'unità di prima articolazione, cioè un'entità minima, distintiva e dotata di significato (diversamente dai fonemi).
Un morfema è minimo nel senso che non può essere ulteriormente ridotto (al suo interno non ci devono essere altri elementi o altri morfemi). Ad esempio, in "cantav-ate", "ate" non è un elemento minimo. "Te" non è sempre preceduto dalla "a", quindi può essere un morfema. Altri esempi di morfemi sono "teme-te" e "senti-te". La "a" che precede "te" è solo un elemento.
tag html per formattare il testo fornito:di appoggio. → A-te sono entrambi morfemi. Inoltre, “te” non può essere scomposto ulteriormente. Ordinare → Riordinare “ri” ha un significato preciso: fare nuovamente qualcosa. “Ord”: non esiste nella lingua italiana un prefisso “ord” senza essere legato a “in” con il significato di ordinare. Non è un morfema. • Distintiva: come i fonemi, i morfemi sono tali se sono distintivi in una lingua, cioè soddisfano le prove di commutazione (coppie minime) e di distribuzione. Devono essere riconoscibili sul piano astratto. “I” indica il plurale perché si oppone a “e”. Cant-o/ -i/ -a/ -te. Cant-a-te/ cant-a-va-te / cant-ere-te. Tavolo-o/ -i. Libr-o/ -i. “I” elemento che dà il plurale (almeno nei nomi). 4 Quindi per scomporre una parola in morfemi (segmentare) occorre individuare tutti e soli i suoi morfemi; tutti gli elementi individuati devono avere un
significato coerente con quella parola; gli elementi individuati devono reagire a prove di commutazione e distribuzione. È fondamentale in linguistica studiare il contesto. In fonologia si riduceva ad avere determinati suoni vicini, avere o meno l'accento. In morfologia ci sono molte più variabili. Il morfologo deve capire cosa porta una parola ad essere ben/mal formata. È necessario capire le unità di base e le regole che ne stanno alla base. I morfemi hanno un significato o, comunque, contribuiscono ad indicare in modo preciso qualcosa. "Ete" indica persona plurale e verbo. Morfemi e allomorfi. Confronto fonemi/allofoni: distinguere tra morfemi dove la relazione tra significante e significato è biunivoca e costante, e morfemi con situazioni più complesse; per esempio: il morfema di plurale inglese che è associato a tre realizzazioni: -s, -z, -ız ( ); allomorfi del morfema di plurale; il morfema di flessione dellaPrima persona plurale in italiano, -iamo al presente/congiuntivo, -mo altrove. Si trovano in contesti differenti. L'elemento morfologico ha due allomorfi. Quindi: la allomorfia è la situazione in cui, in un morfema, l'informazione di contenuto è costante ma si manifesta in modo diverso, cioè non c'è un unico significante, ma più di uno, in distribuzione complementare (allomorfi). Elemento con una precisa funzione: cambiare categoria, funzione semantica vera e propria. Prefisso "in" è un elemento morfologico perché ha un significato: contrario di ciò che viene dopo. Ma non è sempre pronunciato nello stesso modo. Se guardo alla sua funzione e al suo significato è uno solo, ma se guardo la pronuncia sono tre. Sono in distribuzione complementare. Gli allomorfi possono essere condizionati:
- Fonologicamente Alternanze radicali con Umlaut in tedesco: Fuß /fus/ (piede, sing.) ma
italiani sanno che ci sono degli schemi tra le persone e il verbo. Per competenza innata sanno anche che alcuni verbi hanno una forma speciale della radice alla prima singolare e alla terza plurale. Ciò non è gestito dalla fonologia, ma da come è organizzato il verbo. Vi sono degli schemi all'interno del paradigma.
Dato che gli elementi morfologici hanno la dimensione di significati e funzioni complesse, i fattori che gestiscono la comparsa di un allomorfo piuttosto che un altro sono vari. Ci sono allomorfie causate semplicemente da regole fonologiche, altre non sono spiegabili con regole fonologiche.
Un caso particolare di allomorfia è il suppletivismo: ad es. l'alternanza tra go e went, tra sono e fui, tra Padova e patavino. Si ha quando due allomorfi (per lo più lessicali), in distribuzione complementare, hanno la caratteristica di non essere spiegabili con processi fonologici produttivi. Sono irrelati tra loro con due tipi
principali:- Hanno la stessa origine, ma alternano senza che agisca una regola fonologica produttiva: suppletivismo debole. I due allomorfi derivano (in senso storico) dalla medesima parola. Esempio: bring – brought. 1300 anni fa, l'alternanza tra il corrispondente antico di bring e di brought era dovuta a regole fonologiche precise. Ora non esiste più una regola che trasformi bring in brought. Esempio: sied-o / sed-e-te. Non succede sempre che tutte le "e" medio-basse in sillaba aperta e accentata si dittongano.
- Hanno origine etimologica diversa: suppletivismo forte. Esempio: go/went. Nemmeno in passato vi era una regola fonologica che spiegasse il passaggio tra le due forme verbali. Non sono legati dall'etimologia. In passato vi era il verbo "to go" e un altro verbo di movimento. I due si sono fusi insieme. Stessa cosa avviene per il verbo sono/fui. In genere, tutti i suppletivismi sono spiegati paradigmaticamente.
Particolare di allomorfia: apofonia. È un caso particolare di suppletivismo debole. Presenza di due o più varianti del medesimo elemento morfologico (principalmente lessicale) che compare con vocali differenti nelle sue diverse varianti e non abbiamo una ragione fonologica certa per spiegare ciò. Chiamiamo apofonia un'alternanza nel timbro di una vocale che è associata ad allomorfia (cioè compare in allomorfi, quindi ha valore morfologico = oppone categorie) e può essere fonologicamente opaca (non ha una motivazione fonologica dimostrabile). Il termine proviene dalla linguistica indoeuropea, è usato specialmente per lo studio diacronico, in particolare di sanscrito, greco, latino, lingue germaniche. È una strategia morfologica fondativa.
Break – broke. Cambia l'elemento vocalico centrale, ma questo cambiamento è fondamentale per il passaggio dal tempo presente a quello passato. Per esempio: latino es-t (3s) /
- Indicano il contenuto semantico principale, invariabile della parola. Piangere, piango, pianga, piangete, piangerete: le desinenze cambiano, ma vi è sempre l'idea di base dell'emettere lacrime.
- Hanno contenuto referenziale (cioè designano un'entità, un processo, una proprietà...).
- Sono una classe aperta (cioè il loro numero può crescere) can-, amic-, ved(e)-,
lavor(a)-, liber-, dog, walk,free (…). Un esempio sono i prestiti linguistici: “computer” non esisteva in italiano, è stato preso in pre-stito dall’inglese e assimilato nel nostro dizionario, tanto che possiamo dire “computerizzare”.
Morfemi grammaticali• Indicano contenuti funzionali e non “inerenti”: ovvero, non designano un qualcosa che appartiene “sem-pre” a quella parola, ma proprietà che il parlante attribuisce a essa;• Oppure, segnalano l’appartenenza a una classe del lessico (indicano cioè la derivazione).
Per esempio posso far passare il morfema lessicale da una categoria all’altra.→Per esempio: “cadere”. Voglio indicare questa azione su una persona aggiungo “uta”.
Sono una classe chiusa, cioè difficilmente aumentano di numero (derivazione):-e, -i, -o, -i, -iamo, -te, -este, -ssi.-tore, -zione, -trice.-s/z/iz, -ed, -ship, -ness,
-ity. Gli elementi della grammatica sono conservativi ed è difficile che una lingua possa intervenire in modo forte sulle proprie regole sintattiche. Si possono perdere morfemi, ma comprarne nuovi da altre lingue non avviene.
I morfemi grammaticali possono essere derivazionali oppure flessivi.
Lavora-tor-i: "Tor": morfema grammaticale di tipo derivativo. Dal verbo creo il nome. A questo punto devo indicare il numero "i" che è un morfema grammaticale flessivo.
Sul manuale troviamo un'altra distinzione:
- Morfemi liberi: sono quelli che possono comparire da soli senza bisogno di attaccarsi ad altro. Sono parole costituite da un unico morfema.
- Morfemi legati: non possono comparire se non unendosi ad altri morfemi.
"Friend": è un morfema libero.
"Friend-s": è un morfema legato.
"Mai": morfema libero.
"Città": morfema libero.
"Blu": morfema libero.
"Tric