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A GITAZIONE NEI FERMENTATORI
Per evitare la sedimentazione delle cellule, la formazione di gradienti di
concentrazione e favorire il trasporto di ossigeno nei processi aerobici, è
necessario agitare la miscela.
Nelle beute, questo viene fatto attraverso l’uso di appositi agitatori (rotativi o
lineari alternativi).
Nel fermentatore, l’apparato di agitazione è costituito dal motore, dall’albero
e dal girante.
Il range di agitazione oscilla tra 100 e 1000 rotazioni al minuto, in base al
diametro della girante.
In alcuni casi può non esserci il sistema di agitazione meccanico, poiché
l’agitazione viene prodotta dall’aereazione stessa (come nella produzione di
lievito per pane).
S ISTEMI DI CONTROLLO
Ci sono parametri che vanno controllati e regolati e si utilizzano sonde e
apparati elettronici specifici per farlo. solubilità
Nel caso della temperatura, dalla quale dipendono (di ossigeno e
diffusione dei soluti viscosità
nutriliti), , e caratteristiche chimico fisiche
della brodocultura, essa tende naturalmente a salire a causa delle reazioni
esotermiche del metabolismo microbico e la trasformazione dell’energia
meccanica dell’agitatore. La temperatura può essere influenzata tramite
camice esterne, serpentine interne scambiatori esterni.
o
S TERILIZZAZIONE
Il fermentatore e il terreno colturale vengono sterilizzati in tempi diversi, poiché
riduce i tempi morti; il fermentatore è sterilizzato con vapore, il terreno tramite
tecnica discontinua in recipiente separato o in continuo.
Batteri e lieviti crescono in coltura liquida intorbidendola; gli ifomiceti posso
avere ife disperse, aggregati e morfologia a pellet.
Trattamento delle acque reflue
L’inquinamento dell’acqua è l’effetto dello scarico nell’ambiente di sostanze
potenzialmente pericolose per l’ambiente e la salute.
Gli scarichi si possono dividere in:
Acque reflue domestiche (derivanti perlopiù dal metabolismo umano)
Acque reflue industriali (derivanti da aziende e industrie che operano
processi, possono essere tossiche o no)
Acque reflue urbane (miscuglio di acque reflue domestiche, industriale e di
ruscellamento, che si raccolgono tutte insieme nelle reti fognarie)
richiesta
I parametri utilizzati per caratterizzare le acque reflue sono BOD (
biochimica di ossigeno richiesta chimica di ossigeno
) e COD ( ), che identificano
la quantità di ossigeno presente e l’attività dei microrganismi su di esse.
S MALTIMENTO
L’efficienza di un sistema di depurazione dipende dalla velocità delle reazioni
metaboliche, dal tempo di contatto tra le acque e il sistema biologico e la tipologia e
concentrazione dei microrganismi.
Trattamenti primari
Grigliatura (filtra solidi di grosse dimensioni)
Dissabbiatura (filtra particelle silicee)
Disoeleatura (filtra sostanze oleose)
Si fa sedimentare e se ne ricavano i fanghi primari.
Trattamenti secondari
Ossidazione biologica
Si fa sedimentare di nuovo e si ricavano i fanghi attivi
Trattamenti terziari
Defosfatazione
Denitrificazione
Filtrazione
Clorazione
Alla fine del trattamento, l’acqua è depurata.
I fanghi (primari e secondari) vengono concentrati e sottoposti a digestione
fanghi digeriti biogas
anaerobica da parte di microrganismi, ottenendo e .
Biomasse microbiche
Trovano applicazione:
per il loro contenuto (come fonte proteica non tradizionale
nell’alimentazione)
per l’estrazione di metaboliti particolari (lipidi, enzimi, vitamine
etc.)
per la loro attività: su substrati complessi (lievito per pane, inoculanti
del suolo etc.) e su molecole particolari (biotrasformazioni, insulina).
Le biomasse microbiche devono avere costi contenuti (soprattutto del
substrato) e per questo si basano sull’uso di prodotti di scarto o surplus.
L’utilizzo presenta però dei limiti:
acidi nucleici
il contenuto di , che possono dare problemi metabolici
la presenza di sostanze tossiche o cancerogene residue del substrato
la possibile digeribilità limitata
la possibilità di reazioni allergiche
P :
RODUZIONE DI UNA BIOMASSA MICROBICA
Si parte dall’approvvigionamento dei singoli ingredienti che costituiscono il
terreno colturale e si trattano eventualmente le materie grezze, preparando il
terreno colturale tenendo conto delle fonti di C, N, sali minerali, fattori di
crescita etc.
Successivamente si sterilizzano il terreno e l’impianto, e si comincia la
fermentazione. microrganismi
Al termine del processo, si separa la biomassa dal filtrato (i
unicellulari miceliari
per centrifugazione e quelli per filtrazione).
Infine, si tratta la biomassa e si inizia lo stoccaggio.
B IOMASSE DA BATTERI
Si ottengono ad un range tra 5 e 7 di pH, che le rende sensibili a
contaminazioni.
Hanno un alto contenuto proteico, un buon contenuto amminoacidico (anche se
mancano di aminoacidi solforati), ma anche un alto contenuto di acidi nucleici
(RNA).
Poiché i batteri sono di piccole dimensioni, le biomasse possono presentare
problemi durante la filtrazione.
B IOMASSE DA LIEVITI
Sono molto usate, poiché le biomasse ottenute hanno un buon apporto
proteico, un contenuto medio di acidi nucleici e un buon contenuto di vitamine
del gruppo B.
I lieviti hanno una buona velocità di crescita (inferiore a quella batterica però),
e si sviluppano in un range tra 3,5 e 5 di pH, che riduce i rischi di
contaminazione.
Essendo i lieviti di dimensioni maggiori, le biomasse non presentano grossi
problemi di filtrazione.
B IOMASSE DA MUFFE
Le muffe si sviluppano più lentamente di batteri e lieviti, in un range tra 3,5 e 8
di pH.
Le biomasse ottenute hanno un buon contenuto proteico, un alto contenuto di
acidi nucleici e contengono chitina, poco digeribile.
micotossine
Alcune muffe producono , quindi bisogna fare attenzione alla
scelta del ceppo da usare.
Funghi
La prima struttura specificatamente dedicata alla produzione dei funghi, è stata
fatta in Pennsylvania nel 1894 (anche se il suo consumo e parziale coltivazione
sono molto antiche).
I funghi non hanno clorofilla, e utilizzano prodotti della degradazione vegetale
per nutrirsi.
Sono direttamente edibili (a differenza delle masse microbiche), hanno un
contenuto di acqua del 90% ma contengono tutti gli aminoacidi essenziali e
vitamine del gruppo B.
Il carpoforo è l’insieme di gambo, cappello, tubuli o lamelle e costituiscono il
corpo fruttifero fungino. l’Agaricus bisporus,
La Cina è il più grande produttore (64%); i più coltivati sono
Lentinula edodes, Pleurotus ostreatus Flammulina velutipes.
e Delle 250 000
specie fungine, 200 sono edibili e solo 20 sono prodotte su larga scala.
Lentinula edodes (shiitake, fungo cinese)
La Cina ne è il maggior produttore; sono coltivati con metodo tradizionale su
tronchi (quercia) bagnati e inoculati in fori poi sigillati con cera, oppure con
metodo moderno su tocchi pressati di segatura e paglia di riso.
Pleurotus ostreatus
Sviluppo su paglia di grano, segatura e residui in sacchi tagliati.
Flammulina velutipes
Sviluppano su segatura e paglia di riso in giare con un buco superiore e un
collare. L’inoculo viene messo solo sopra, raggiunti i 14 cm di altezza si
rimuove il collare e si raccolgono.
Agaricus Bisporus (Champignon)
Agaricus
La produzione di funghi è tra le più lunghe, dai 75 ai 90 giorni. Il
processo è diviso in:
Prima fase: fermentazione e pastorizzazione del substrato
Seconda fase: inoculo, incubazione e preparazione alla raccolta
Terza fase: raccolta e svuotamento delle stanze
P RIMA FASE
Il substrato è fatto da stallatico di cavallo, paglia di lettiera, deiezioni di galline
ovaiole, farina di soia o cotone e ammonio solfato.
Viene posto all’aperto, bagnato e rivoltato, poi posto in stive, mescolate e
ricomposte ogni due giorni (per consentire ossigenazione).
fermentazione
Si instaura la per autoriscaldamento a circa 80 °C (nella parte
più interna) che inattiva le larve di insetti e parte dei contaminanti.
Il substrato matura ad opera della flora mesofila e termofila, e alla fine risulta
bruno e filaccioso. pastorizzazione
Il compost è poi trasferito in celle dove avviene la a 60 ° C
insuflaggio di aria;
per viene poi mantenuto a 50 °C per 10 giorni e alla fine di
questa fase l’ammoniaca è stata completamente consumata (perché essa non
favorisce la crescita dell’Agaricus) e si ottiene un pH tra 6,5 e 7.
S ECONDA FASE
Il compost viene trasferito con un nastro trasportatore in un’altra cella, e nel
spore pre-germinate
mentre avviene l’inoculo di su semi precotti di
frumento, miglio o segale.
Viene incubato a 25 °C per 12-15 giorni; inizialmente il micelio (apparato
vegetativo del fungo, le “radici”) si sviluppa nutrendosi del seme, e via via
espandendosi sul compost.
Esso viene poi pressato e trasferito in celle predisposte in strutture a castello
(prima in legno, ora in ferro zincato) e ricoperto di terriccio e torba (che
trattiene l’umidità).
Lo sviluppo del fungo avviene sul terriccio, poiché le ife emergono in cerca di
nutriliti
ossigeno, utilizzando il compost come fonte di ; quando il 60/70% delle
ife sono in superficie, si effettua uno shock termico (da 25 a 16 °C), l’umidità
relativa viene abbassata all’80% e viene aumentato l’ossigeno. Le ife si
raggrumano a formare un pallino, primordio del carpoforo, che raggiungerà la
piena maturità dopo 10 giorni.
T ERZA FASE
A sviluppo ultimato, i funghi sono raccolti per torsione; bisogna integrare nel
terreno la quantità di acqua persa con i funghi raccolti, 2 L di acqua per ogni kg
di funghi raccolti.
La seconda e la terza raccolta seguono la prima a distanza di una settimana
dall’altra.
Il ciclo riproduttivo si protrae per 75/90 giorni, con una resa di 20-25 kg di
funghi per 100 kg di compost.
Quando la cella non è in grado di garantire un’adeguata produzione, viene
scaricata, lavata, sterilizzata e preparata per il successivo riempimento.
Lievito per panificazione
Le prime tracce dell’esistenza risalgono ai Babilonesi e agli Egizi (2600-3000
a.C.).
In tempi più recenti si è utilizzato il lievito che residua dal processo della birra;
questo dava però un sapore amaro, e per questo è stato usato il lievito che
residua dalla produzione di etanolo, fino ad arrivare alla specifica produzione di
lievito per panificazione (Olanda, 1