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LE INTOSSICAZIONI VOLUTTUARIE

loro influenza sull'imputabilità

Il codice originariamente faceva cenno anche all'alcool etilico, ora è stato tolto.

Sostanze in grado di agire sulle funzioni mentali, le quali possono anche avere

uso terapeutico ma che noi in questo contesto identifichiamo come sostanze in

determinati elenchi previsti dalla legge, la quale prevede che ci sono solo

situazioni specifiche in cui queste sostanze possono essere utilizzate a scopo

medico e possono agire sulle funzioni superiori.

Art. 91 c.p.: “Ubriachezza derivata da caso fortuito o da forza

maggiore”

“Non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva la

capacità d'intendere o di volere, a cagione di piena ubriachezza derivata da

caso fortuito o da forza maggiore. Se l'ubriachezza non era piena, ma era

tuttavia tale da scemare grandemente, senza escluderla, la capacità

d'intendere o di volere, la pena è diminuita”.

A cagione di piena ubriachezza o (aggiungiamo noi) di intossicazione da

sostanze stupefacenti. Questo fa riferimento alle modalità di assunzione,

essa rientra nella voluttà, se è stata voluta dal soggetto.

2^ circostanza: art. 92 c.p.: “Intossicazione volontaria o colposa”

“L'ubriachezza non derivata da caso fortuito o da forza maggiore non esclude

né diminuisce la imputabilità. 54

Appunti a cura di Emma Casarini

Se l'ubriachezza era preordinata al fine di commettere il reato, o di prepararsi

una scusa, la pena è aumentata”

Circostanze prive di inquadramento clinico generalizzato sul concetto clinico di

abuso. Fato illecito in una condizione di alterazione delle funzioni, alterazione

determinata in stato di conservazione della volontà o determinata da un fatto

colposo.

Art. 92: il problema attuale invece è quello nel quale l'effetto stesso della

sostanza serve ad incrementare le facoltà di interazione con l'elemento

alterato.

Art. 94 c.p.: “Ubriachezza abituale” distinzione netta tra occasionalità ed

abitualità di ubriachezza (vale anche per le sostanze stupefacenti): la pena è

aumentata. >> dedizione ad un determinato comportamento, che è presente

in modo costante e ripetuto nell'attualità con estrinsecazione dei suoi effetti.

Art. 95 c.p.: “Cronica intossicazione”

“Per i fatti commessi in stato di cronica intossicazione prodotta da alcool

ovvero da sostanze stupefacenti, si applicano le disposizioni contenute negli

articoli 88 e 89“.

L'utilizzo in modo protratto e cronico di sostanze le quali hanno un'azione

diretta sulle funzioni psichiche è in grado di modificare organicamente il nostro

organismo. Si realizza la forma patologica cronica relativa a quel tipo di

intossicazione >> è un'infermità.

È si una condizione voluttuaria ma quello su cui ci fa riflettere il codice è:

questa lesione, che esiste anche non in presenza dell'assunzione, la possiamo

considerare infermità come tutte le altre patologie sapendo che essa però è

determinata dalla volontà del soggetto? Si. Si differenzia dall'abitualità perchè

quest'ultima non ha conseguenze organiche, mentre ce le ha la cronica

intossicazione. 55

Appunti a cura di Emma Casarini

mar 17 nov 15

Il criterio evidenzialistico per comprendere la consequenzialità della

biologia umana (al di fuori della fisiologia) ed i limiti dell'osservazione;

concause

Criterio aneddottico >> fallace, non può essere sostenuto da alcun tipo di

presupposto valido ed applicabile.

Considerando l'osservazione del caso e le sue conseguenze abbiamo preso in

considerazione di questo indirizzo di giudizio medico, rendendoci però conto

presto che l'osservazione dettagliata dei fenomeni di quello che è successo in

merito al rapporto reazioni- azioni è certamente come unico aspetto

proponibile, l'aspetto di una variabilità, che proprio in quanto tale non consente

applicazione in ambito giuridico.

Non validità del sistema osservazionale, del sistema che è legato alla

descrizione più approfondita dei fenomeni osservati, perchè in primo luogo la

tecnica di azione ha visto sempre venire meno un principio fondamentale, ossia

quello dell'irripetibilità. In assenza di una ripetibilità dei fenomeni che possa

essere considerata un elemento di osservazione prevalente sul fenomeno,

viene meno anche l'indirizzo dell'azione che è richiesta ambito medico, per

poter fronteggiare in maniera adeguata i problemi che si chiede siano risolti.

Questo principio centrale e come elemento sostanziale di dibattito sul metodo,

è un principio che è stato ben colto soprattutto nel momento dello sviluppo

della ricerca scientifica applicata, nel momento in cui il confronto tra le

osservazioni e soprattutto la verifica non solo retrospettiva dei fatti, sono

diventati degli elementi inequivocabilmente essenziali.

In modo acuto e definitivo ci si è resi conto che solo il ragionamento controllato

in termini prospettici ha la prospettiva di fornire degli elementi di giudizio

interpretativo sulla biologica umana che sono fondati su una possibile

ripetibilità. Ma nello stesso memento nel quale questo tipo di affermazione è

diventato palesemente un'affermazione non contestabile ci si è resi conto dei

limiti nell'osservazione , che molto spesso in medicina richiederebbe delle

procedure non ammissibili per i fini stessi della medicina >> per es: lasciare 56

Appunti a cura di Emma Casarini

che una patologia si evolva senza contrastarla, come unico strumento di

verifica della realtà biologica della persona umana. L'unico vero strumento di

verifica per capire le interpretazioni corrette del fenomeno e soprattutto

l'efficacia di questi.

Necessità di un raffronto tra le variabili poste all'interno di un processo

naturale ed un processo senza variabili >> cosa concretamente possibile, ma è

evidente che parlando della relazione di causalità nell'ambito biologico umano,

dobbiamo prendere atto del fatto che tutto ciò che è verificabile non può

discostarsi da criteri ineliminabili per dirigersi verso un processo di acquisizione

del dato. Tutto questo incrementa la sua rilevantissima difficoltà di essere

risolto se introduciamo l'altra variabile >> non ripetibilità assoluta

dell'individualità umana. La realtà psico fisica dell'uomo non può essere

considerata in termini di normalità se non analizzata secondo criteri di

prevalenza statistica.

Questo è un aspetto cruciale in merito al tema della consequenzialità dei fatti

rispetto agli effetti sulla persona umana. L'indirizzo più importante in tutte le

scienze mediche nel contesto della nostra percezione di ogni forma di analisi

attinente la realtà biologica dell'umo, ha assunto il prevalente indirizzo di

espressione nei termini della evidence: di quella forma di espressione di un

principio basata esclusivamente sul criterio della ripetibilità maggiormente

accreditata fondata sulla verifica e sul controllo di ciò che si manifesta come

maggiore probabilità di espressione di fenomeni applicati alla biologia

dell'uomo. Questo fatto e espressione biologica esiste una relazione se noi

abbiamo questo tipo di applicazione. Ma questo si può fare soltanto verificando

che quell'elemento è un elemento che si ripete con maggior probabilità a parità

di condizione e tutte le volte che tali condizioni sono esaminate in maniera

prospettica (da un certo momento in avanti) e rapportandovi un controllo in

mancanza dei fatti variabili inseriti. Fuori da questo elemento non esiste

procedimento di conoscenza. Il risultato non è mai certezza consequenziale,

ma se ma i è un risultato di massima, miete, minima prevalenza

consequenziale. Ed in questi termini anche il concetto di consequenzialità 57

Appunti a cura di Emma Casarini

diviene un termine dubbio, e certamente mai in termini di assolutezza.

Conseguenza di un azione od omissione applicati alla biologia dell'uomo

assumono valori molto diversi.

Bisogna giungere a formulazioni che aderiscano il più possibile alle esigenze

che si instauro in merito ai problemi sulla biologia umana. Problematicità che ci

impone di riflettere sui migliori criteri di armonizzazione su due assetti culturali

che in realtà non hanno una prospettiva concreta di armonizzazione, questo

perchè si trovano su livelli diversi di complessità.

Sullo studio dei fenomeni biologici dell'uomo si può tranquillamente ritenere

che i criteri che sono sostenuti e proposti in una maniera non confutabile

dall'evidence based medicine siano l'unico e migliore presupposto per

comprendere i fatti attinenti la biologia umana, ma altrettanto consapevoli

dobbiamo essere che questo concetto di evidence è un concetto che si fonda in

modo esclusivo su una ripetibilità controllata dei fenomeni che non è quasi mai

una ripetibilità assoluta. A fronte di una determinata azione noi sappiamo che

quella determinata derivazione è presente in una quota controllata di

circostante, quota che ci rende solo nota la prevalenza,non l'assolutezza del

fenomeno. Da ciò deriva inevitabilmente anche il giudizio sul grado di

evidenza : cioè sul livello di probabilità che esiste una relazione tra fatti, alla

luce di dati inconfutabilmente controllati e ripetibili in maniera costante, ma

che quasi mai ci dà un parametro di certezza che è un parametro al qual

dovrebbe necessariamente associarsi il concetto di consequenzialità.

L'evidenza deriva dalla sommatoria di questi dati e dall'analisi di questi fatti

>> conseguenza della sua omissione ed azione.

– È ovvio che stiamo parlando non di di condizioni fisiologiche ma

patologiche.

– Questo fatto interagente corrispondente alla biologia non-fisiologica

dell'umo, sappiamo essere antecedente al fenomeno che noi stiamo

studiando, proprio per vedere se esso ha una relazione con il fatto che

studiamo.

Siamo lontani dal concetto di post hoc, ergo propter hoc (dopo questo, 58

Appunti a cura di Emma Casarini

quindi a causa di questo): concetto buio, semplicistico e non pertinente,

non c'è nulla che consente mai di considerare l'antecedenza come fatto

esclusivo di una consequenzialità del fenomeno sotto esame.

Quale altra caratteristica abbiamo?

– Concetto di necessità, non considerando il fatto che studiamo come

possibile elemen

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A.A. 2015-2016
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SSD Scienze mediche MED/43 Medicina legale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emma.casarini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina legale e delle assicurazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Zoja Riccardo.