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CAUSE DI DOLORE TORACICO
lschemia e lesione miocardica: L'ischemia miocardica si verifica quando il rifornimento di ossigeno
al cuore non è sufficiente a soddisfare le esigenze metaboliche. Questa discrepanza può derivare da
una diminuzione dell'apporto di ossigeno, da un aumento delle richieste di ossigeno o da entrambi
i fattori. La più comune causa di ischemia miocardica è l'ostruzione delle arterie coronarie dovuta
ad aterosclerosi; quando vi è ostruzione, episodi ischemici transitori sono usualmente precipitati da
un incremento delle richieste di ossigeno a causa di uno sforzo fisico. Comunque, l'ischemia può
derivare anche da stress psicologico, febbre o pasti abbondanti, oppure dalla compromissione della
distribuzione di ossigeno a causa di anemia, ipossia o ipotensione. (Una cosa molto importante da
ricordare è che quando si parla di ischemia miocardica e infarto riguarda il ventricolo sinistro. Può
capitare anche che riguardi gli atri ma sarà specificato. Stessa cosa se riguarda l’infarto del ventricolo
destro.) Il ventricolo sinistro è quello che lavora di più, e quindi ha bisogno di un tasso ematico molto
più elevato.
Per la comprensione della fìsiopatologia dell'ischemia miocardica ha un'importanza determinante il
concetto di richiesta e apporto di sangue e ossigeno al miocardio. In condizioni normali, a ogni
determinata richiesta di 02, il miocardio viene rifornito con sangue ricco di ossigeno per prevenire
l'ipoperfusione di miociti e il successivo sviluppo di ischemia e infarto. l principali fattori che
determinano la richiesta di ossigeno da parte del miocardio sono la frequenza cardiaca, la
contrazione miocardica e la tensione parietale del miocardio (stress). Un adeguato apporto di
ossigeno al miocardio richiede una soddisfacente capacità di trasporto di ossigeno da parte del
sangue (determinato dai livelli di ossigeno inspirati, dalla funzione polmonare, e dalla
concentrazione e funzione dell'emoglobina) e un adegualo livello di circolazione coronarica. Il
sangue scorre attraverso le arterie coronarie secondo un flusso fasico, in particolare durante la fase
di diastole.
La normale circolazione coronarica è influenzata e controllata dalle richieste di ossigeno da parte
del cuore. Normalmente i vasi di resistenza intramiocardica presentano un'enorme capacità di
dilatazione. Per esempio, il diverso fabbisogno di ossigeno da parte del cuore, nel corso dell'esercizio
fisico o in caso di stress emotivo, in fluisce sulla resistenza vascolare coronarica e in questa maniera
regola l'apporto di ossigeno e substrato al miocardio (regolazione metabolica). l vasi di resistenza
coronarici si adattano anche alle alterazioni fisiologiche della pressione sanguigna al fine di
mantenere la circolazione coronarica a livelli appropriati secondo i bisogni del miocardio
(autoregolazione).
Restringendo il lume delle arterie coronarie, l'aterosclerosi limita gli appropriati aumenti della
perfusione quando la richiesta di flusso è maggiore, come avviene durante l'attività fisica. Quando
la riduzione luminale è signiticativa, la perfusione miocardica, in condizioni basali, si riduce. Il flusso
coronarico può anche essere ridotto da spasmo, trombi arteriosi e, raramente, da emboli coronarici.
Anomalie congenite possono causare ischemia miocardica e infarto in età infantile, ma sono
estremamente rare in età adulta.
L'ischemia miocardica può anche verifìcarsi se le richieste di ossigeno da parte del miocardio sono
estremamente aumentate e quando il flusso coronarico può essere limitato, come accade nel caso
di una stenosi aortica. Una riduzione della capacità di trasporto di ossigeno da parte del sangue,
come si osserva nell'anemia grave o in presenza di carbossiemoglobina, raramente può determinare
ischemia miocardica di per sé.
Differenze tra precarico e post carico:
- Il precarico è la forza richiesta per produrre l'allungamento delle fibre miocardiche: in pratica
indica il carico imposto al miocita prima della sua contrazione. Quindi più sangue c’è nel
ventricolo, più aumenta il precarico. E più determina il consumo di ossigeno.
- Il postcarico è la tensione ventricolare durante la sistole, cioè la somma di tutte le resistenze
che si oppongono allo svuotamento del cuore. Aumenta in caso di riduzione del calibro dei
vasi a valle (con aumento delle resistenze periferiche) o in caso di aumento del volume
ematico a valle. Maggiore il postcarico, maggiore diviene il lavoro cardiaco. Le resistenze che
si incontrano sono dovute alla quantità di sangue che si trova nel sistema vascolare e la
diminuzione del raggio delle pareti dei vasi sanguigni arteriosi.
ANGINA PECTORIS
Il dolore toracico dell'ischemia miocardica è un dolore viscerale che è solitamente descritto come
un senso di pesantezza, oppressione o costrizione. Altri comuni aggettivi usati per il dolore toracico
sono: urente, bruciante e lancinante. Alcuni pazienti negano di sentire "dolore", ma possono
presentare dispnea o un vago senso di ansia. Il termine "acuto" viene talora usato da i pazienti per
descrivere l' intensità, più che la qualità del dolore. La sede del dolore nell'angina pectoris è
usualmente retrosternale; la maggior parte dei pazienti non localizza il dolore in una piccola area. Il
dolore può irradiarsi al collo, alla mandibola, ai denti, alle braccia o alle spalle, rispecchiando la
comune origine, nelle corna posteriori del midollo spinale, dei neuroni sensitivi che innervano il
cuore e queste altre aree del corpo. Alcuni pazienti si presentano con indolenzimento nelle sedi di
irradiazione del dolore come unico sintomo di ischemia. Meno comune è l'irradiazione sotto
l'ombelico o al dorso. L'angina pectoris stabile si instaura gradualmente in seguito a sforzo fisico,
stress emotivo o pasti pesanti. Il riposo o il trattamento con nitroglicerina sublinguale porta
tipicamente alla risoluzione dei sintomi entro qualche minuto. Episodi anginosi possono essere
scatenati da qualunque stress fisiologico o psicologico che induca tachicardica. La maggior parte
della perfusione miocardica si realizza durante la diastole, cioè quando vi è la minima pressione che
si oppone al flusso coronarico nel ventricolo sinistro. Dal momento che la tachicardia diminuisce la
percentuale di tempo nel quale il cuore è in diastole, essa riduce la perfusione miocardica.
ANAMNESI
Il tipico paziente affetto da angina lamenta disturbi al torace, di solito descritti come senso di
pesantezza, pressione, oppressione, soffocamento. Quando al paziente si chiede di localizzare il
punto in cui avverte tale sensazione, pone abitualmente la mano sullo sterno, a volte con il pugno
chiuso, per indicare un disturbo sottosternale schiacciante. L'angina ha di solito un andamento
crescente e decrescente, dura di solito dai 2 ai 5 minuti e si può irradiare sia alla spalla che a
entrambe le braccia. Può anche diffondersi o irradiarsi fino al dorso, alla regione interscapolare, alla
base del collo, alla mascella, ai denti. L'angina è raramente localizzata sotto l'ombelico e sopra la
mandibola. Sebbene gli episodi di angina siano tipicamente causati dallo sforzo (per es., esercizio
fisico, fretta o attività sessuale) o da emozioni (per es., stress, rabbia, spavento o frustrazione) e
cessano con il riposo, possono anche verificarsi in questa fasee, in modo particolare, mentre si è in
posizione supina.
Molti soggetti presentano una soglia fissa per l'angina, che insorge in maniera prevedibile a un certo
livello di attività, come per esempio quando si salgono due rampe di scale a passo normale. In questi
pazienti, la stenosi coronarica e l'apporto di ossigeno al miocardio sono fissi, e l'ischemia viene
scatenata da un aumento della richiesta di ossigeno da parte del miocardio; in questo caso si parla
di angina da sforzo stabile. In altri pazienti, la soglia per l'angina può variare considerevolmente
nell'ambito della stessa giornata e da un giorno all'altro. Un paziente può riferire sintomi dopo sforzi
di modesta entità al mattino (come una breve passeggiata o il radersi), e a mezzogiorno può essere
capace di compiere sforzi maggiori senza sintomi. L'angina da sforto migliora diminuendo o
interrompendo le attività in 1-5 minuti, e anche più rapidamente a riposo e dopo assunzione di
nitroglicerina sublinguale.
Un dolore al torace tagliente e repentino o un dolore prolungato e lieve, localizzato nella regione
sottomammaria sinistra sono raramente dovuti a ischemia miocardica. Comunque, specialmente
nelle donne e nei diabetici, l'angina pectoris può essere localizzata in aree atipiche e non risultare
strettamente correlata ai fattori scatenanti. Inoltre, il sintomo può peggiorare e diminuire nel corso
di giorni, settimane o mesi.
Mentre l'angina stabile è caratterizzata da un senso di peso al torace o al braccio che raramente è
descritto come dolore, l’angina instabile viene definita come un'angina pectoris o un disturbo
ischemico equivalente con almeno una delle seguenti caratteristiche: compare a riposo (o con un
minimo sforzo) e di solito dura oltre 10 minuti; è intensa e di recente insorgenza (cioè entro le 4-6
settimane precedenti). Possono manifestarsi in un paziente a riposo o al risveglio e la nitroglicerina
sublinguale può non avere effetto o condurre solo a un transitorio miglioramento. Sintomi
d'accompagnamento comprendono sudorazione, dispnea, nausea e cefalea con sensazione di "testa
leggera". L'esame obiettivo può essere completamente normale nei pazienti con dolore toracico
dovuto a cardiopatia ischemica.
Pericardite
Nella pericardite il dolore è ritenuto secondario all'infiammazione dell'adiacente pleura parietale,
poiché la maggior parte del pericardio è probabilmente insensibile al dolore. Perciò la pericardite
infettiva, che usualmente coinvolge le superfici della pleura adiacente, tende a essere associata a
dolore, mentre le condizioni che causano solo in fiammazione locale (per es., infarto del miocardio
e/o uremia) e il tamponamento miocardico tendono a produrre un dolore lieve o a essere indolori.
L'adiacente pleura parietale riceve la sua innervazione sensitiva da diverse sorgenti, cosicché il
dolore della pericardite può essere avvertito in aree che vanno dalla spalla al collo, all'addome e al
dorso. Tipicamente, il dolore è retrosternale ed è aggravato dalla tosse, dal respiro profondo e dai
cambiamenti di posizione, tutti fattori che provocano movimenti delle superfici pleuriche. Il dolore
è spesso aggravato dalla posizione supina e alleviato dalla posizione seduta o pieg