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MACCHINE E MECCANISMI
MACCHINA
Una macchina è un sistema di organi capace di compiere lavori di interesse industriale, ossia di trasformare energia.
MECCANISMO
Un meccanismo è una macchina o parte di essa, considerata dal punto di vista cinematico.
COPPIE CINEMATICHE
- I componenti di un meccanismo sono detti membri, ciascun membro viene a contatto con altri membri del meccanismo in una porzione di superficie detta elemento cinematico. Due elementi cinematici a contatto costituiscono una coppia cinematica.
- Ogni coppia cinematica deve possedere almeno 1 GDL rispetto ai membri adiacenti.
COPPIE ELEMENTARI
Si definiscono coppie elementari le coppie cinematiche costituite da elementi cinematici rigidi e combacianti. Le uniche a legale a questo tipo sono:
- Coppia prismatica: permette una traslazione di un membro rispetto all'altro, detta anche "pattino".
- Coppia rotoidale: permette la sola rotazione di un membro attorno a un asse, detta anche "cerniera".
- Coppia elicoidale: permette il solo movimento elicoidale (la vite).
COPPIE SUPERIORI
Si definiscono coppie superiori le coppie costituite da elementi cinematici rigidi non combacianti o elementi cinematici combacianti ma non rigidi.
- Un esempio di coppia superiore rigida non combaciante è la coppia camma-punteria in cui gli elementi cinematici vengono a contatto in un punto (o una linea).
- Un esempio di coppia superiore combaciante ma non rigida è la frugola.
COPPIE PIANE - SFERICHE - GENERALI
- Lo spazio possono anche essere assieme con piane, sferiche o generali a seconda del moto relativo dei membri.
COPPIE PIANE
Sono le più importanti. Fissato uno dei due elementi cinematici, l’altro può muoversi lungo una superficie cilindrica o piana o sferica.
- Negli elementi rotanti, il piano è definito dalla loro proiezione su un piano per mezzo dei membri in movimento. Una coppia piana può contenere al suo interno più di una coppia.
- La superficie di contatto è il cilindro che nella proiezione è la circonferenza del centro della rotazione.
- Queste macchine sono delle linee tangenti.
Catena cinematica
Nei meccanismi si suppone fisso uno dei membri detto telaio. Se il meccanismo è considerato senza un membro fisso a priori, si dice catena cinematica, cioè diventa un meccanismo quando si fissa uno dei membri.
Gradi di libertà di un meccanismo piano
Se i membri di un meccanismo sono vincolati in modo che ciascuno possa descrivere solo traiettorie parallele a un piano, allora il meccanismo è detto meccanismo piano.
Se un meccanismo piano è composto da m membri, allora i suoi gradi di libertà sono:
l = 3(m-1) – 2c2 – c1
Essendo c il numero delle coppie che tolgono i GDL, questa relazione vale ovviamente solo quando non ci sono vincoli inefficaci.
Gradi di libertà di un meccanismo nello spazio
Un meccanismo a m membri che può muoversi nello spazio ha i seguenti gradi di libertà:
l = 6(m-1) – 5c5 – 4c4 – 3c3 – 2c2 – c1
Essendo ovviamente c il numero delle coppie che legano o tolgono i GDL, è valida solo in assenza di vincoli inefficaci.
Movente e cedente
Nei meccanismi si dicono moventi i membri su cui viene esercitata una forza motrice dall'esterno (entranti) e cedenti i membri che trasmettono una forza motrice (uscenti) dall'interno del meccanismo all'esterno.
Nei meccanismi a 1 GDL c'è un solo movente e un solo cedente; nei meccanismi a più GDL vi sono più moventi e cedenti.
Teoria dell'attrito di strisciamento
- Le superfici dei corpi solidi non sono perfettamente lisce, ma presentano una certa rugosità.
- Nello stesso tempo, avendo un contatto (di solito piccolo) tra due corpi nascono pressioni elevate che plastificano il materiale, quindi tra i corpi si trasmette una forza normale.
N = PsAs = PcAc essendo S.A. la somma delle aree di contatto effettive e Ps la resistenza di snervamento del materiale.
In questo zona di contatto quindi, a causa di elevata pressione e temperatura, si formano delle micro giunzioni che bisogna rompere per produrre il moto relativo. Tale rottura si può effettuare con una forza F tangenziale di valore:
F = R Ac essendo R la tensione di rottura a taglio del materiale.
Quindi in definitiva: f = F/N = Rt/Ps indipendente dall'area di contatto e dal carico normale applicato.
Strati superficiali
Il coefficiente di attrito varia sui corpi: sono nel vuoto e in ambiente normale, esso risulta maggiore nel primo caso. Questo si può spiegare con il fatto che le superfici dei corpi sono ricoperte da pellicole di varia natura.
- Per esempio, nei metalli si ha questa struttura tipica:
- Strato di ossido
- Strato superficiale con inclusioni
- Materiale base
Quando due corpi vengono a contatto, la presenza dei vari strati non influisce sull'area di contatto, influisce invece sulla rottura delle giunzioni, che è facilitata dalla presenza degli ossidi, che quindi comporta un minor coefficiente di attrito.
COPPIA ELICOIDALE
SI CONSIDERI UNA COPPIA VITE-MADREVITE CARICATA CON UNA FORZA RESISTENTE ASSIALE NOTA Q.
SIA Nm IL PASSO M0 DEL FILETTO, IL RAGGIO MEDIO rm, L'ANGOLO Θ CHE LE GENERATRICI DEGLI ELICOIDI FORMANO CON UN PIANO NORMALE ALL'ASSE (L'ELICOIDE SI IMMAGINI COME UNA LINEA CHE RUOTA) ATTORNO A UN CILINDRO, MANTENENDO LA STESSA INCLINAZIONE RISPETTO ALLE GENERATRICI DEL CILINDRO.
SIA Φ L'ANGOLO DI ATTRITO FRA VITE E MADREVITE,
SIA Mm IL MOMENTO MOTORE NECESSARIO A MANTENERE LA VITE IN MOTO UNIFORME.
SUPPONIAMO CHE LE AZIONI DI CONTATTO TRA VITE E MADREVITE SIANO LOCALIZZATE LUNGO L'ELICA MEDIA, SIA α L'INCLINAZIONE DELL'ELICA MEDIA,
IN UN CERTO PUNTO DELL'ELICA MEDIA AGIRÀ UNA FORZA NORMALE P E UNA TANGENZIALE fp. SIA γ L'ANGOLO CHE P FORMA CON L'ASSE DELLA VITE Θ SIA Ψ L'ANGOLO DI ATTRITO, COME IN FIGURA.
BILANCIO DEI LAVORI:
SI CONSIDERI UNA ROTAZIONE DI 2 THE DELLA VITE, ESSA AVANZA DI h e QUINDI:
Mm 2π = Qh + Lp
OVE Lp È IL LAVORO PERSO PER ATTRITO AGITO da fp,
SVILUPPANDO L'ELICA MEDIA SU UN PIANO SI OTTIENE:
QUINDI CONSIDERATO IL TRATTO DI ELICA MEDIA INTERO A CONTATTO VITE MADREVITE, SI HA:
Lp = ∫D fp M ds = ∫D h sinα Q M ds / sinα
IL TERMINE ∫D P ds SI PUÒ TROVARE DALL'EQUILIBRIO ALLA TRASLAZIONE VERTICALE:
Q + f sinΦ ∫D p ds = cosΦ ∫D p ds
CIRCONFERENZA DI ROMITI
Le forze di attrito tangenziali avranno risultante
T = fF
diretto opposto al diretto, appellata a distanza d dal centro della pulizia tale che
d = Rd | sin(φ)
÷d + ÷
cos.
d
La risultante Ft + Ft
passa sempre per punto Po
La precedenta equazione è una circonferenza al variare di φ detta circonferenza di Romiti.
TIPICHE DIREZIONI DI ACCOSTAMENTO:
- Corpo con corpi montati
- Corpo con comodina
Biposto di accostamento A