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ZONIZZAZIONE INFRASTRUTTURALE
È quella che rinvia alla suddivisione del territorio in zone omogenee secondo quanto fissato dal d.m 1444, una precisazione, le zone omogenee devono essere tenute distinte dalle c.d zone di rispetto che potremmo far rientrare alle localizzazioni, le zone di rispetto sono state inizialmente impiegate per definire le circostanti le aree cimiteriali, sono poi state utilizzate come strumento da altre leggi speciali, vengono così individuate le zone di rispetto stradale, ferroviario o aereoportuale, zone boschive distrutte o danneggiate da incendio, zone di particolare interesse militare. Tutte queste tipologie di zone hanno come finalità comune quella di limitare l'attività di costruzione a tutela di un superiore interesse pubblico.
ZONIZZAZIONE FUNZIONALE
Rinvia al concetto delle zone miste, cioè zone caratterizzate da un mix funzionale, cioè dalla contemporanea destinazione delle aree interessate a più destinazioni.
d'uso traloro compatibili. È questa una tecnica urbanistica che punta a garantire una certa qualità urbana evitando il rischio della creazione di quartieri monofunzionali.
ZONIZZAZIONE ARCHITETTONICA
Espressione che rinvia a quell'insieme di prescrizioni urbanistiche che riguardano le caratteristiche architettoniche degli edifici, incluse le prescrizioni relative alle altezze, alle distanze desumibili dal d.m 1444. Sempre nella zonizzazione architettonica sono compresi i c.d indici, oltre all'indice di densità edilizia possiamo ricordare l'indice fondiario o di fabbricazione (che esprime la quantità di volume realizzabile in ogni singolo lotto), l'indice di copertura (che è una specificazione dell'indice di fabbricazione e viene utilizzato per stabilire la porzione di lotto che può essere coperta da fabbricati.
Le localizzazioni invece sono quelle prescrizioni urbanistiche volte ad identificare le aree/superfici da
destinare alla città pubblica. Queste prescrizioni sono soggette a decadenza quinquennale e possono dar luogo ad indennizzo, se le zonizzazioni che le localizzazioni appongono un vincolo urbanistico, tuttavia solo nel caso delle localizzazioni si parla di vincolo urbanistico in senso stretto. Quindi la zonizzazione conforma la proprietà mentre le localizzazioni appongono un vincolo urbanistico in senso stretto che ha carattere espropriativo o di inedificabilità assoluta. Diversi dai vincoli urbanistici sono i c.d vincoli morfologici, cioè i vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesaggistico, in questo caso la funzione del vincolo è quella di preservare determinate conformazioni naturali o qualità di aree o immobili che presentano tratti peculiari di carattere ambientale/paesaggistico o storico-architettonico. Questo tipo di vincoli nei fatti comportano una precisa conseguenza limitativa delle capacità edificatorie.connesse al diritto di proprietà, più precisamente per questo tipo di vincoli la corte costituzionale nella sentenza 56/1968 ricorda che per questa tipologia di vincoli non è rinvenibile alcun contenuto sostanzialmente espropriativo. L'argomentazione della corte si basa sulle categorie omogenee di beni, la corte costituzionale in quel caso riferendosi alla categoria delle bellezze naturali ebbe a sostenere che poiché tutti i beni rientranti in quella determinata categoria omogenea soggiacciono al medesimo regime ciò indica che non si realizzano limitazioni singolari su specifici diritti di proprietà ma si tratta della realizzazione di una disciplina comune -che implica inedificabilità- a tutti i beni che presentino le medesime caratteristiche. La ratio desunta sulla disciplina delle bellezze naturali dalla corte costituzionale venne poi ripetuta per tutta un'altra serie di vincoli morfologici come i vincoli idro-geologici (che individuano le).aree soggette a dissesto idrogeologico) le aree a dissesto naturalistico (che rientrano nei vincoli ambientali) e le aree a carattere storico-monumentale. Molto spesso in relazione ai vincoli morfologici (ricognitivi) il PRG si limita a una mera funzione ricognitiva di vincoli fissati in altri piani settoriali e da altre amministrazioni, rispetto ai vincoli morfologici ci si è chiesti se il comune abbia o meno discrezionalità a recepirli e soprattutto se abbia la possibilità di inserirne ulteriori, la giurisprudenza prevalente tende a riconoscere che da un lato l'amministrazione comunale è obbligata a recepire i vincoli ma al tempo stesso ne può apporre di ulteriori. Sempre guardando all'art 7 ulteriore contenuto del PRG è rappresentato dalle norme tecniche di attuazione, prescrizioni a carattere normativo volte a disciplinare l'attività edilizia, le norme tecniche di attuazione hanno quindi la funzione di tradurre innormegiuridiche le tavole grafiche presenti nel PRG. Sempre per la giurisprudenza nel caso di contrasto tra prescrizioni grafiche e prescrizioni letterali contenute nelle tecniche di attuazione prevalgono queste ultime. Aspetti relativi alla natura giuridica della potestà di piano Il PRG si presenta ad un tempo a carattere fortemente tecnico e ad un tempo a carattere spiccatamente politico, le scelte di uso e governo del territorio afferiscono ad un livello elevato di discrezionalità politica e amministrativa. Proprio per mantenere nei limiti del non patologico la disparità di trattamento che il PRG genera viene presa in considerazione la funzione di disciplina sostanziale, gli standard urbanistici, dall'altro lato emergono istituti come la perequazione urbanistica e dall'altro lato ancora dobbiamo guardare ai limiti interni della pianificazione urbanistica, cioè i limiti connaturati all'esercizio dei poteri discrezionali che contengono nel limite dellegittimo e lecito la disparità di trattamento derivante dal potere di conformazione dei suoli, questi limiti interni si possono vedere da un lato sotto il profilo del sindacato che il giudice amministrativo può svolgere sulle scelte di pianificazione, la profondità del sindacato varia a seconda che le norme urbanistiche siano espressione di discrezionalità amministrativa o di discrezionalità tecnica. Il secondo limite deriva dall'introduzione soprattutto a livello legislativo regionale dell'obbligo di motivare le scelte di piano. Profondità del sindacato del giudice amministrativo sulle scelte urbanistiche del comune – tutte quelle prescrizioni urbanistiche contenute nel PRG che altro non sono che il frutto di una scelta politica di sviluppo/governo del territorio, quindi frutto di una pura discrezionalità amministrativa,
Il contenuto (la scelta di conformazione della proprietà) attiene al merito amministrativo che fuoriesce al sindacato del giudice amministrativo. In tal caso il sindacato del giudice amministrativo opera attraverso il sindacato sull'eccesso di potere e al più può lambire il merito attraverso le figure sintomatiche dell'illogicità, arbitrarietà e irrazionalità manifesta oltre che ai vizi di violazione di legge e incompetenza.
Per quanto riguarda il sindacato a prescrizioni urbanistiche che sono espressioni di valutazioni tecniche e cioè di prescrizioni che si avvalgono di conoscenze tecnico-scientifiche va fatta un ulteriore precisazione, in quest'ambito possiamo distinguere tra accertamenti di elementi, condizioni di fatto che vengono compiuti sulla base di criteri estratti dalla scienza, accertamenti che sono prodromici al compimento di scelte amministrative e tenere distinto questo primo fenomeno dalle valutazioni tecniche vere.
e proprie. Per fare un esempio di accertamenti tecnici da cui discendono scelte di discrezionalità amministrativa pensiamo al caso in cui un comune chieda al suo ufficio tecnico di pronunciarsi sul carattere sismico o meno di una determinata area, l'accertamento compiuto dall'ufficio tecnico è un accertamento tecnico, cioè accertamento di una condizione di fatto che avviene attraverso nozioni tecniche di carattere scientifico, questo accertamento sarà prodromico rispetto a scelte di pianificazione urbanistica vera e propria che ad esempio porteranno il consiglio comunale del comune X a vietare tout court l'edificabilità di quella determinata area. Immaginiamo di essere proprietari delle aree qualificate come edificabili, si va davanti al giudice dichiarando l'irragionevolezza della scelta compiuta dal comune e conseguentemente ottenere l'annullamento sotto il profilo del vizio di potere, qual è il tipo di sindacato che eglipotrà fare? Bisogna scomporre la vicenda in due segmenti: da un lato gli accertamenti tecnici sulle condizioni di fatto e dall'altro la scelta discrezionale. Per quanto riguarda gli accertamenti, trattandosi di accertamenti per presupposti di fatto, questi saranno pienamente sindacabili dal giudice. La successiva scelta amministrativa invece soggiace alle consuete regole relative al sindacato sulla discrezionalità amministrativa. Caso della valutazione tecnica: il comune X chiede al proprio ufficio tecnico di suggerire quali criteri tecnici da osservare/adottare per la realizzazione di alcuni manufatti abitativi o produttivi di una certa zona accertata come sismica. Qui passiamo ad una valutazione che attiene all'area del c.d opinabile, cioè è valutabile secondo diverse interpretazioni quale possa essere il criterio tecnico da perseguire. Non vi è univocità di soluzioni della scelta, la scelta mette a disposizione più soluzioni, pertantoLa valutazione tecnica sta nel compiere esattamente una scelta tra una o l'altra soluzione, in questo caso potremmo dire che si passa dall'accertamento sul fatto ad una valutazione sul da farsi, quando siamo in caso di discrezionalità tecnica il sindacato del giudice amministrativo sarà quello intrinseco debole.
La motivazione consente un controllo sull'attività amministrativa sia da parte del giudice che di controllo sociale da parte della collettività nel senso che nel momento in cui il potere pubblico giustifica attraverso motivazione le proprie scelte sta giustificando il potere stesso ai consociati, è interessante questa funzione di controllo diffuso se la mettiamo in prospettiva con l'esercizio del potere di pianificazione. Poteri di pianificazione sono a carattere prevalentemente generali ed astratti per cui la motivazione delle scelte urbanistiche prima ancora di rivolgersi ai singoli destinatari delle prescrizioni urbanistiche.
o per comprendere l'importanza di questa funzione è la consapevolezza che ogni cittadino ha il dovere di rispettare le leggi e le norme della società in cui vive. Il controllo diffuso, quindi, rappresenta un meccanismo fondamentale per garantire il rispetto di tali regole. Attraverso il controllo diffuso, ogni cittadino diventa un attore attivo nella tutela dell'ordine e della legalità. Ogni persona ha il compito di segnalare eventuali comportamenti illeciti o sospetti alle autorità competenti, contribuendo così a mantenere un ambiente sicuro e giusto per tutti. Inoltre, il controllo diffuso permette di prevenire e contrastare fenomeni come la corruzione, l'evasione fiscale, la criminalità organizzata e molte altre forme di illegalità. Grazie alla partecipazione attiva dei cittadini, è possibile individuare e denunciare tali comportamenti, mettendo in atto azioni di contrasto e di prevenzione. In conclusione, il controllo diffuso rappresenta un pilastro fondamentale per la costruzione di una società basata sulla legalità e sulla giustizia. Ogni cittadino ha il dovere di contribuire a questo processo, segnalando eventuali comportamenti illeciti e collaborando con le autorità competenti. Solo attraverso un controllo diffuso e una partecipazione attiva di tutti, è possibile garantire un futuro migliore per la nostra comunità.