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Tema dell’horror vacui

Pagina 22. L’orrore del vuoto analizza il tema di un’endemica malattia americana, vediamo un vuoto

culturale che provoca la solitudine. Il fenomeno della lotta per l’identità porta Parise a riferirsi

spesso a Darwin. L’uomo è portato a mettere radici e ad acquisire delle abitudini: il breakfast, il

barbiere italiano, il caffè. Lentamente il ricordo del proprio paese si affievolisce. Questo viaggio nella

solitudine porta Parise alla tentazione di naufragare e perdersi nel vuoto. Abbiamo una pulsione a

perdersi, si può superare attraverso la letteratura, proprio come un vecchio umanista europeo.

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Emerge il tema della mondezza, esso viene citato. È interessante il bestiario che viene ricordato:

abbiamo un’evocazione di figure animali, prima i topi, ora i cani randagi e i gatti, queste figure hanno

molti significati. Nel Sillabario numero 1 la voce Anima è dedicata ad un cane. Inoltre, vediamo

nuove figure, questa volta umane, molto distanti dalla realtà italiana; ritorna il tema dell’esotismo.

Questa è una malattia che si infiltra nell’animo umano grazie alla civiltà industriale. All’uomo degli

anni Settanta è preclusa l’alternativa esotica, che poteva essere una via di fuga per i letterati e gli

artisti, diventa reclusa. Il tema del viaggio viene analizzato come un prodotto ormai non più

percorribile in tutta la sua autenticità: basta andare in un’agenzia di viaggi e si può girare il mondo.

Abbiamo un’immagine cinematografica e folle di una moschea, ad Harlem, degna di Hollywood:

nota un grande lusso in moschea – frequentano la moschea soggetti in pelliccia – che sembra un

luogo di cartone, sembra lo scenario di un film. La scena è molto felliniana: da questo reportage noi

abbiamo alcune foto dove è raffigurato questo ambiente. Siamo davanti ad un set cinematografico

grottesco. Il sogno si svuota e si materializza quando passa un giovane in frac con un vassoio

d’argento a raccogliere dollari.

Calvino, Lettere (1940-1985): siamo nel ’64. Parise aveva scritto a Calvino perché venissero

pubblicati insieme Il ragazzo morto e le comete e La grande vacanza. Questa operazione editoriale

non va a buon fine, ma questa lettera è importante perché ci dice che, a questa altezza, entrambi

gli autori stiano vivendo un momento problematico. Essi aspirano al silenzio poiché hanno difficoltà

nella scrittura.

Torino, 14 gennaio 1965: Calvino accomuna se stesso a Parise. Il verismo romano piccoloborghese

è un riferimento a Moravia; in questo periodo i romanzi di Moravia hanno un grande successo.

Calvino si sta trasferendo a Parigi perché non riesce più a stare in Italia. Vediamo una comunanza di

intenti: secondo Calvino, Moravia e gli scrittori “sono stati fregati da questo clima”. Mette in luce le

sue perplessità verso i due romanzi giovanili di Parise; critica La grande vacanza rispetto al primo

romanzo. Calvino non può permettersi di pubblicare un romanzo in cui ci siano lo sgradevole e il

ripugnante, che si ritrova anche in New York. Pensiamo al ballerino che deve smettere di ballare,

forse sarebbe meglio facesse l’imbalsamatore. Segue una frase molto interessante che riporta ad

una lettera di Parise in cui si parlava del silenzio: anche Calvino sente un’atmosfera pubblicitaria,

percepisce che l’industria editoriale italiana sia un fattore che pesa molto nella creatività degli

scrittori.

Gli scrittori si sentono condizionati dal mercato editoriale. La risposta di Parise a questa situazione

di stallo, mentre domina il “trionfo del verismo romano piccoloborghese” è la fuga attraverso il

viaggio. Per Calvino, questa fuga significa andare a Parigi isolandosi, come vediamo nel racconto Un

eremita a Parigi.

Il tema del mercato

Parise ne parla come stile: il termine è usato in vari modi, assume un significato che va al di là del

suo senso letterale, ma diventa allegoria e metafora di altro. La pornografia è diventata un prodotto,

un consumo della società occidentale. Vediamo il riferimento al protestantesimo: la riforma ha

prodotto questo esito. Parise adotta uno stile che si rifà ad un determinato atteggiamento

americano: mercato, successo, etc. Questo aspetto viene messo in primo piano da Parise come un

fattore che rivela la civiltà del puritanesimo americano. L’autore è colpito dall’enorme riproduzione

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di carta stampata. Ciò che colpisce questo fatto è il particolare messo in evidenza e legato ad una

certa sessualità che rimanda ad oggetti artificiali. Il mercato viene ricondotto alla solitudine

americana e alla presenza di questi oggetti, che hanno qualcosa di inquietante, e che rimandano

allo squallore della realtà. Parise vuole capire come le leggi del mercato abbiano elaborato il settore

pornografico. L’autore coglie una significativa differenza rispetto all’aspetto della religione e in

relazione a scelte ideologiche culturali rispetto a Lutero e Calvino: essi avrebbero preteso troppo

dagli uomini con i loro scismi. Infine, la morale puritana è rigida tanto quanto quella permissiva, il

loro catalizzatore è il consumo, che le rende coincidenti.

La legge prima della civiltà americana è la selezione: il pensiero di Darwin viene citato a pagina 38

ed indicato come uno dei punti di riferimento emblematici per capire l’America e attraverso

l’America tutto il resto del mondo. Il riferimento a Marx e Darwin sono un altro modo per leggere

l’America. Marx avrebbe voluto dedicare Das Kapital a Darwin.

Pagina 42. Vediamo il tema della miseria americana; la miseria non è soltanto economia, ma ha

un’accezione anche di mancanza di coscienza della propria condizione ideologica e politica. Non

avere coscienza di classe. Ritorna l’immagine dei cattolici portoricani: è molto presente l’odio di

classe, essi sono politicizzati e questa è una novità per lo scenario americano. Pagina 43: una città

in cui si scontrano strati sociali diversi e culture diverse che vengono colte attraverso particolari

(cagnoli dei signori della Fifth Avenue e i portoricani).

Il tema del consumo

In America viene colta la feroce corsa al consumo, essa è un fattore che degenera. “Consumare

consuma”. Questo capitolo è uno dei capitoli più vicino alle posizioni espresse da Pasolini, che si

soffermò a lungo sull’aspetto del consumo e del significato degenerante che ha. Ciò che colpisce

Parise, è che il mercato di massa fa perdere la qualità, essa diventa scadente perché ciò che conta è

la quantità.

Vediamo un confronto con l’Italia: il boom economico ha già rivelato alcune cose, ma non in modo

eclatante come in America. Parise è feroce con l’America, tuttavia anche verso l’Italia è spietato.

L’altrove americano gli serve per comprendere meglio gli italiani. Pagina 48: si parla del carattere

nazionale dell’Italia e degli italiani. Importante è il ruolo della chiesa, essa ha rinunciato ai suoi

presupposti di fondo, cioè l’umiltà e la povertà. La chiesa cattolica ha perso il suo francescanesimo.

Si parla di un contagio, esso è uno dei motivi per cui Parise si allontana dall’Italia, cioè per la lebbra

degenerativa dei caratteri nazionali, che dovrebbero corrispondere alla modestia, all’umiltà e alla

povertà, che tuttavia sono stati superati da altri principi. Parise è colpito, a New York, dalla presenza

del cibo: questo modo di mangiare distratto e disperato viene colto come un carattere che gli italiani

non hanno ancora acquisito. Gli americani, addirittura, mangiano mentre leggono e dunque non

assaporano il cibo questo è un tratto che troviamo in Antipatia, dove c’è la descrizione di un

personaggio che mangia delle patate senza sentirne il sapore. L’atteggiamento per il cibo è come

una specie di consumo di qualsiasi merce. Vediamo una visita alla quantità sconfinata di merce che

viene esposta nei grandi magazzini, che dà a Parise un effetto di vertigine. Il magazzino, negli anni

Settanta, ancora non esisteva in Italia. Abbiamo un riferimento a Gucci e al rapporto esistente tra il

lusso e i negozi in serie. I negozi di lusso incutono soggezione. L’ultima immagine è drammatica:

parla del risultato finale che produce tutto ciò rifiuti e uomini insieme. Essa rimanda ad alcune

immagini delle possibili Città invisibili. 18

Parise descrive le gallerie d’arte americane, è interessato agli iperrealisti, tuttavia rifiuta il ruolo di

critico d’arte. Parise parla di un artista dove trova il monosillabico delle cose, il ridurre all’essenza,

al significato profondo e autentico gli oggetti. Si citano le bottiglie di Morandi, senso degli oggetti

avulsi dal mercato. Abbiamo una attenta carrellata degli artisti americani.

Nell’ultimo paragrafo, Parise rilegge i graffitisti in accezione più critica, ben diversa da quella

precedente. 06/03/2017

Da Lettere americane viaggio del 1961, il sottotitolo è L’odore dell’America. È un palinsesto, una

sinopia (un affresco è il disegno sotto un affresco che viene staccato). Lo leggiamo come una

sinopia di New York. Date del viaggio dalle lettere: 20 – 27 marzo New York, 31 marzo Miami, anche

nuove città, 2 aprile New Orleans, 6 aprile Texas (Dallas), 12 aprile Nevada, 19 aprile a Chicago.

Vediamo l’ultima lettera su un gangster decaduto. Ogni lettera rimanda al colore. Chicago è grigia e

dai toni multicolori pop art. Da motel a motel, luoghi sradicati, casuali. Il motel “The Sands” è in

mezzo alla sabbia, ha una piscina e un casinò sempre attivo. Il luogo è straniato, dai colori acrilici,

vediamo un riferimento con la Rimini di Fellini. Miami, invece, è come Riccione.

Il riferimento è alle cabine del lido di Venezia. Gli alberghi sono di lusso e hanno nomi esotici, emerge

una finzione emblematica. Gli americani sono attratti da un esotismo fasullo sembrano dei

bambinoni. Abbiamo un esempio di kitsch, la caratteristica di un’accozzaglia di oggetti che tra di loro

non hanno una relazione. Lo stile dell’elenco è molto usato da Parise, ma si trova anche in Calvino.

Descrizione dei personaggi che trascorrono le vacanze in questi alberghi: una scuola di ballo, donne

anziane che ballano. Emerge uno scenario felliniano: Parise collaborò con Fellini per i trattamenti

dei film, essi sono la parte di scrittura che precede il copione.

New York, 24 marzo è narrata una visita prima di recarsi ad Harlem. Questa zona è molto

degradata, con un dormitorio. L’umanità che

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
30 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Erichto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Crotti Ilaria.