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2) IL NUMERO DI IMPRESE OPERANTI NEL MERCATO

Il potere monopolistico di ciascuna impresa decresce con l’aumentare del numero di

imprese operanti nel mercato e ciascuna di esse troverà più difficile aumentare i prezzi

ed evitare di perdere quote di mercato a vantaggio delle altre

Quando poche imprese sono responsabili della maggior parte delle vendite in un

mercato diciamo che tale mercato è altamente concentrato

Un aspetto importante della strategia concorrenziale è quello di trovare metodi per

creare barriere all’entrata, ovvero condizioni che scoraggino l’ingresso di nuovi

concorrenti (ad esempio brevetti, copyright ed economie di scala)

3) L’INTERAZIONE TRA LE IMPRESE

Anche se nel mercato sono presenti solo due o tre imprese, ciascuna di esse non è in

grado di incrementare con profitto il prezzo se la concorrenza è aggressiva e ogni

impresa tenta di acquistare la massima quota di mercato possibile

I COSTI SOCIALI DEL POTERE DI MONOPOLIO

Per stabilire se il potere monopolistico è deleterio o vantaggioso per i consumatori e i

produttori possiamo confrontare i surplus che ottengono quando un settore

concorrenziale produce un bene con quelli che ottengono quando un monopolista

serve l’intero mercato

L’inefficienza del monopolio è dovuta a prezzo più alto, quantità inferiore e perdita

secca che si hanno quando i livelli di produzione sono fissati dove il ricavo marginale è

uguale al costo marginale

In un regime di monopolio il prezzo è più elevato ed i consumatori acquistano di meno

La perdita totale di surplus del consumatore è A + B

Il guadagno totale del surplus del produttore è A - C

Sottraendo la perdita di surplus del consumatore al guadagno di surplus del produttore

vediamo una perdita netta di surplus data da B + C (perdita secca derivante dal

regime monopolistico)

La perdita secca è il costo sociale di tale inefficienza

Ricerca della rendita

Comportamento che consiste nell’investire denaro in attività socialmente

improduttive per acquisire, mantenere o esercitare un monopolio

Può comportare:

- pressione per ottenere regolamentazioni pubbliche favorevoli

- pubblicità

- installare capacità produttiva in eccesso

Regolamentazione dei prezzi

La regolamentazione del governo altera la funzione di R’ e il livello di produzione che

massimizza il profitto dell’impresa

Porta alla perdita secca nel mercato concorrenziale ma può ridurre la perdita secca nel

mercato monopolistico

Per massimizzare il profitto l’impresa deve produrre la quantità Q1 perché si tratta del

punto in corrispondenza del quale la curva di R’ interseca la curva di C’

Al prezzo P1 e alla quantità Q1 la perdita secca derivante dal potere monopolistico è

ridotta

Con un ulteriore abbassamento del prezzo la quantità prodotta continua ad aumentare

e la perdita secca si riduce

Monopolio naturale

Situazione in cui l’impresa è in grado di generare l’intera produzione del

mercato ad un costo inferiore a quello che sarebbe praticato in presenza di

diverse imprese

Se un’impresa è un monopolio naturale è più efficiente lasciare che sia questa a

servire l’intero mercato invece di avere diverse imprese in concorrenza

Si instaura solamente in presenza di forti economie di scala (costo medio e costo

marginale in diminuzione sull’intera produzione)

REGOLAMENTAZIONE DEI PREZZI IN UN MONOPOLIO NATURALE:

Se il prezzo fosse regolamentato in modo da essere in Pc l’impresa perderebbe denaro

e fallirebbe invece con un prezzo fissato in Pr l’impresa produce la massima quantità

rimanendo comunque in attività mentre il profitto economico è pari a zero

La regolamentazione nella pratica

La regolamentazione di un monopolio si basa a volte sul tasso di rendimento che il

monopolista ottiene sul proprio capitale

La regolamentazione del tasso di rendimento è una tecnica di pricing

alternativa che consente all’impresa di fissare un prezzo massimo basato sul

tasso di rendimento (atteso) sul capitale che si giudica equo o

concorrenziale

P = CMV + (D + T + sK)/Q

D = deprezzamento T = tasse s = tasso di rendimento consentito K = stock di

capitale dell’impresa

Quando si regolamenta un monopolio naturale, fissare un prezzo uguale al costo

marginale non è possibile perché:

1) un monopolio naturale ha funzioni di costo totale marginale e medio decrescenti

2) il prezzo sarebbe minore del costo totale medio e l’impresa chiuderebbe nel lungo

periodo

3) l’impresa non otterrebbe un tasso di rendimento dell’investimento equo

MONOPSONIO

Un monopsonio è un mercato nel quale è presente un unico acquirente

Un oligopsonio è un mercato nel quale sono presenti un numero limitato di acquirenti

Il potere monopsonistico:

- è la capacità di un acquirente di influire sul prezzo di un bene

- consente all’acquirente di acquistare un bene ad un prezzo inferiore rispetto a quello

che risulterebbe prevalente in un mercato concorrenziale

LE LEGGI ANTITRUST

Sono regole e normative studiate per promuovere un’economia concorrenziale e che

vietano azioni che possono limitare la concorrenza

Strategie:

- proibizione di intese restrittive della concorrenza

- proibizione di concentrazioni che portino alla formazione di posizioni dominanti

- proibizione degli abusi di posizioni dominanti

SHERMAN ACT (1980)

La sezione 1 proibisce contratti, accordi o sodalizi illeciti finalizzati a controllare il

mercato

La collusione implicita sotto forma di condotta parallela (un’impresa segue

coerentemente le azioni di un’altra) può anche essere interpretata come violazione

della legge

La sezione 2 considera illegale la monopolizzazione o il tentativo di monopolizzazione

di un mercato e vieta gli accordi che generano monopolizzazione

CLAYTON ACT (1914)

Considera illegale:

1) che un’impresa con una grande quota di mercato richieda all’acquirente o al

locatore di un bene di non acquistare da un concorrente

2) le pratiche di prezzi predatori studiate per portare fuori dal mercato i concorrenti

e scoraggiare l’ingresso di nuovi soggetti in modo che l’impresa possa godere profitti

futuri più elevati

3) fusioni o acquisizioni che abbiano l’effetto di ridurre in modo sostanziale la

concorrenza o che tendano a creare un monopolio

In italia la legge n.287/90 proibisce le intese restrittive della concorrenza, le

concentrazioni che portano alla formazione di posizioni dominanti e gli abusi di

posizioni dominanti

In europa il trattato istitutivo della CE riguarda le limitazioni degli scambi commerciali

e gli abusi di potere di mercato da parte delle imprese dominanti

FISSAZIONE DEL PREZZO E POTERE DI MERCATO (CAPITOLO

11)

ESTRARRE IL SURPLUS DEL CONSUMATORE

L’impresa vorrebbe applicare un prezzo più alto ai clienti disposti a pagare più di P*

catturando parte del surplus del consumatore che ricade nell’area A della curva di

domanda

Inoltre vorrebbe anche vendere prodotti ai clienti disposti a pagare meno di P* (a patto

che questo non determini una riduzione del prezzo anche per gli altri clienti) in modo

da catturare il surplus del consumatore che ricade nell’area B della curva di domanda

L’impresa potrebbe perseguire la discriminazione di prezzo ovvero una pratica

che consente di applicare prezzi diversi a clienti diversi in base alla

posizione in cui essi si trovano lungo la curva di domanda per beni simili

P1 = alcuni clienti che rientrano nell’estremità superiore del tratto A

P2 = alcuni clienti del tratto B

P* = clienti del tratto intermedio

DISCRIMINAZIONE DI PREZZO

Può assumere tre forme principali:

1) discriminazione di prezzo di primo grado

Applicare ad ogni cliente il prezzo massimo che è disposto a pagare per un bene

ovvero il suo prezzo di riserva

Il profitto variabile è la somma dei profitti su ciascuna unità aggiuntiva prodotta,

ovvero il profitto dell’impresa al netto dei costi fissi

Se un’impresa è in grado di attuare una discriminazione di prezzo perfetta dato che ad

ogni consumatore è applicato esattamente il prezzo che è disposto a pagare la curva

di R’ non è più rilevante per la scelta di produzione dell’impresa

Il R’ ottenuto da ciascuna unità aggiuntiva venduta è semplicemente il prezzo pagato

per tale unità quindi è dato dalla curva di domanda

Dato che la discriminazione di prezzo non influisce sulla struttura dei costi di

un’impresa, il costo di un’unità aggiuntiva è sempre dato dalla curva di C’

Quindi il profitto aggiuntivo ottenuto dalla produzione e della vendita di un’unità

aggiuntiva è la differenza tra la domanda e il C’

Finché la domanda è superiore al C’ l’impresa può incrementare il profitto

incrementando la produzione

Non tutti i produttori applicano la discriminazione perfetta perché ci sono troppi

consumatori, è impraticabile individuare il prezzo di riserva di ognuno di loro e per

l’arbitraggio

Tuttavia le imprese possono attuare una discriminazione imperfetta applicando alcuni

scaglioni di prezzo in base a stime dei prezzi di riserva dei clienti

2) discriminazione di prezzo di secondo grado

Pratica di applicare prezzi unitari diversi per quantità diverse dello stesso bene o

servizio

In alcuni mercati il prezzo di riserva dei clienti diminuisce all’aumentare delle unità

acquistate e in questa situazione l’impresa può attuare una discriminazione in

relazione alla quantità consumata

Questa politica può migliorare il benessere del consumatore e consentire un maggior

profitto per l’impresa

Un altro esempio di discriminazione di prezzo di secondo grado è il prezzo a

scaglioni ovvero la pratica di applicare prezzi diversi per diverse quantità di un bene

3) discriminazione di prezzo di terzo grado

Pratica di dividere i consumatori in due o più gruppi con curve di domanda separate

applicando prezzi diversi ad ogni gruppo

Si tratta della forma di discriminazione più comune

E’ necessario separare tra di loro gruppi di consumatori con diverse elasticità della

domanda

Quali che siano i prezzi, i R’ per i diversi gruppi devono essere uguali

L’impresa dovrebbe aumentare le quantità vendute a ciascun gruppo di consumatori

finché il profitto incrementale ricavato dall’ultima unità venduta non si annulla

Determinazione prezzi relativi: P1/P2 = (1+1/E2)/ (1+1/E1)

Il prezzo pi&ugra

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
92 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca.pecosbil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Forni Mario.