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NUCLEASI
Le nucleasi possono essere di due tipi, esonucleasi, tagliano il legame fosfodiestereo alle estremità, mentre
le endonucleasi tagliano i legami fosfodiesterici nel mezzo del DNA, in precise sequenze di riconoscimento.
Endonucleasi: Gli enzimi di restrizione sono endonucleasi, ne sono stati isolati moltissimi da diversi ceppi
batterici, ogni ceppo ha all’incirca il suo, esistono come difesa del batterio dall’infezione fagica, infatti
tagliano il DNA del fago non appena entra, cosicché non possa avvenire la fase precoce; il DNA genomico si
protegge poiché avviene la metilazione in regioni dove taglierebbe l’enzima di restrizione!
Possono essere di II tipo, che sono i più utili perché tagliano un punto preciso della sequenza di
riconoscimento, o di tipo I e III, che invece tagliano un punto casuale della sequenza che riconoscono. A
seconda di quanto lunga è la sequenza di riconoscimento varia la frequenza di taglio, enzimi con una
sequenza di 6-8 nt tagliano molto raramente e sono usati per generare frammenti specifici o più grandi,
quando non sarebbe utile avere troppi piccoli frammenti, invece enzimi che riconoscono una sequenza di 4
nt circa tagliano più spesso, e generano piccoli frammenti utili per trovare un gene o costruire librerie. Alcuni
enzimi tagliano estremità piatte (per esempio Hind I), poco comode perché meno facilmente si legano tra
loro, altri estremità sporgenti, in 5’ o in 3’; tra questi c’è EcoRI, il più utilizzato, ma ne sono usati anche altri.
Isoschizomeri: due enzimi di restrizione diversi, che tuttavia NOMENCLATURA: le prime tre lettere
riconoscono lo stesso sito e tagliano allo stesso modo, indicano il nome del batterio da cui
generano estremità compatibili tra loro l’enzima è stato isolato, una quarta
lettera, eventuale, indica il sierotipo,
Neoschizomeri: due enzimi diversi che riconoscono la stessa lettere maiuscole o numeri indicano il
sequenza ma effettuano un taglio in posizione diversa ceppo e numeri romani indicano
Isocaudameri: due enzimi diversi che riconoscono siti diversi l’ordine di scoperta.
ma danno origine a estremità appiccicose uguali.
Meccanismo di taglio: ogni enzima può interagire con molte sequenze di DNA, tuttavia solo quando incontra
la sequenza specifica vi si lega e provoca un’incurvatura nella regione; le sequenze di riconoscimento sono
sequenze palindrome, cioè il filamento sottostante risulta avere la stessa sequenza del filamento sovrastante
se letti entrambi nel verso 5’3’.
Eco RI: forma un dimero he si lega al DNA e riconosce la REGOLA DELLE NUCLEASI
sequenza GAATTC, ma in realtà interagisce con una decina di DNasi: generalmente idrolizzano il
basi a monte e a valle della sequenza, taglia tra G e A, prima un legame fosfodiesterico con 3’ (OH) e
filamento e poi l’altro, la sequenza di basi ai lati del sito di 5’-fosfato
riconoscimento influenza l’efficienza del taglio e quale
filamento sarà tagliato prima! RNasi: generalmnete idrolizzano il
BamHI: legame fosfodiestrico con 3’-fosfato,
riconosce la sequenza GGATCC, e la taglia a livello di 5’(OH)
G, per idrolisi. Nell’estremità 3’ si genera un gruppo ossidrilico,
mentre in 5’ c’è un gruppo fosforico.
Sono utilizzate anche altre nucleasi, per lo studio di esoni e introni e altro; in generale le nucleasi possono
tagliare o due filamenti insieme, o uno solo alla volta, e questo è un elemento da considerare a seconda dello
scopo dell’esperimento.
Endonucleasi S1: taglia un filamento di DNA alla volta, è utile per riconoscere sequenza introniche, il DNA
interagisce con il suo filamento complementare di mRNA, ci costituisce quindi un ibrido DNA-RNA, che sarà
completamente adeso dove ci sono le sequenze esoniche, mentre si formeranno anse di DNA all’altezza delle
sequenze introniche. Si interviene quindi con l’enzima S1, che taglia solo gli introni. Si procede poi con la
digestione dell’mRNA, quindi si ottengono solamente le sequenze esoniche del DNA, cioè quelle codificanti
proteine.
Esonucleasi: possono tagliare un solo filamento alla volta (esonucleasi II) oppure due alla volta (Bal 31). Sono
usate insieme alle endonucleasi per mutagenesi in vitro. Avendo un ssDNA, lo si fa interagire con un primer
sintetizzato in vitro che porti la delezione, cioè se si deve eliminare la regione B, si mette un primer che abbia
parte della regione A e parte della C, l’ssDNA interagirà con il primer e il segmento B formerà un’ansa che
non sarà copiata. Polimerasi e ligasi, a partire dal primer sintetizzeranno un filamento complementare.
Endonucleasi taglia l’ansa formata dal filamento B, dal taglio procede l’esonucleasi II, che procede all’idrolisi
dell’intero filamento stampo, lasciando intatto quello neosintetizzato.
DNasi pancreatica I: taglia il DNA, a singolo filamento.
Molto usata per creare sonde, tramite nick translation, cioè fa un’incisione su un filamento, in regioni
ricche di AT (ma in realtà non è un enzima particolarmente selettivo).
È anche utilizzata per studiare le interazioni DNA-proteina, poiché non taglia il DNA se questo
interagisce con le proteine.
Si usa per rimuovere DNA in preparazioni di RNA.
RNasi A pancreatica: si usa in mini-prep per digerire RNA. Enzima molto resistente, inoltre non richiede
cofattori e ioni divalenti.
RNasi H: isolato da retrovirus, va a idrolizzare RNA che formano eteroduplex con DNA. Tagliando un
ribonucleotide alla volta, lascia estremità 3’(OH) di RNA libera, che può agire da primer per la DNApol. Agisce
in modo opposto rispetto alle tipiche RNasi, generando estremità 5’-fosfato, 3’OH
LIGASI
In vivo serve a legare le inserzioni di DNA dopo la rimozione dei primer e la sintesi del DNA sostitutivo, mentre
in vitro è usata per legare l’inserto ai plasmidi. Sono stati isolati diversi tipi di ligasi, la più usata è quella del
fago T4, per metodi più complessi si usa una ligasi termofila.
La ligasi in vitro lega con più facilità estremità coesive, meglio se sporgono di molte basi, il processo è meno
efficiente se le basi sporgenti sono poche o 1 (TA cloning), ed è in assoluto inefficiente se bisogna legare
estremità piatte, si può intervenire con la tecnologia DNA linker per renderle appiccicose, o in alternativa
bisogna aumentare di 83 volte la concentrazione del DNA, eventualmente addensandolo con PEG.
La reazione può essere intermolecolare o intramolecolare, cioè al seguito di un taglio con un enzima che
genera le stesse estremità sui due filamenti, questi possono legarsi tra loro (intermolecolare, utile per il
clonaggio), o legare il DNA da cui sono stati tagliati (intramolecolare, si cerca di sfavorirla). La reazione
avverrebbe con maggiore efficienza a 37°, trattandosi di un enzima fagico, ma a quelle temperature la
cinetica molecolare nella soluzione risulta eccessiva, per cui si preferisce svolgere la reazione a 4-16°.
Come si prepara e si svolge il processo in vitro: si pone in una soluzione di tampone adeguato (con ATP)
l’enzima e i suoi cofattori, il DNA plasmidico e l’inserto linearizzati. I due DNA linearizzati tendono a interagire
con legami idrogeno, e le estremità appiccicose si legano in modo provvisorio, la ligasi, attivata da ATP (ATP+
ligasi PPi + AMP-ligasi) interagisce con il gruppo P in 5’ e si forma un legame tra i due fosfati (quello
dell’AMP e quello in 5’). Questo porta alla formazione di un legame tra il gruppo –OH in 3’ e il fosfato in 5’.
La ligazione avviene se e solo se ho 5’-P3’ –OH.
FOSFATASI e CHINASI
Le fosfatasi defosforilano, le chinasi fosforilano. In genere è defosforilato il P in 5’, la reazione è più efficiente
se le estremità sono sporgenti in 5’ perché P è più esposto; se invece le estremità sono sporgenti in 3’ la
reazione è poco efficiente o non avviene, per via dell’ingombro sterico. È un enzima utile perché lo si può
usare per defosforilare l’inserto e impedire quindi che avvengano reazioni intramolecolari, inoltre si dà una
direzionalità al legame con l’inserto.
Fosfatasi alcalina è quella più usata, estratta dal gambero, anche se troppo termolabile, o dal vitello, ce ne
sono altre ma si rischia che l’affinità dell’enzima per il DNA sia eccessiva.
TOPOISOMERASI
Svolge il DNA nelle regioni ricche di TA, si lega a sequenze specifiche e nello specifico a una base, con una
reazione tra il fosfato e la tirosina nel sito attivo dell’enzima. Il legame rimane anche se il nucleotide è scisso
dal DNA, e a quel punto è favorito il legame di quel nucleotide con un altro filamento, che attacca il legame
fosfodiestereo e avviene il rilascio della topoisomerasi (A COSA SERVE ESATTAMENTE?????)
POLIMERASI
Esistono diversi tipi di polimerasi, le più usate in vitro sono la taq polimerasi che resiste al calore e si usa per
la PCR, ma ha scarsa attività di correzione di bozze, per cui introduce molti errori. La polimerasi I, con attività
di polimerizzazione 5’3’, esonucleasi 3’5’ per la correzione di bozze e esonucleasi 5’3’ per l’attività di
nick translation e sostituzione del primer RNasico. Ultimamente si preferisce usare la polimerasi I di Klenow,
che ha una delezione della regione esonucleasica 5’3’, per cui la polimerasi modificata è capace di
polimerizzare nuovi segmenti dove il DNA è presente in singolo filamento, senza tuttavia rimuovere e
sostituire i nucleotidi presenti alla fine del nick.
L’oloenzima di Klenow è usato per sostituire i primer di sonde radioattive, sintetizzate a partire da un nick
creato da DNasi I, una polimerasi integra a partire dal nick produce un filamento stampo rimpiazzando i
nucleotidi già esistenti con nucleotidi marcati, così si produce un filamento stampo del gene completamente
marcato. Klenow completa i nick, sempre con nucleotidi marcati. Poi DNasi specifica elimina DNA non
marcato, se per esempio quello marcato non ha fosfato ma solfato.
La polimerasi III ha solo attività di polimerizzazione, ed è quella usata per la polimerizzazione e la replicazione
del DNA.
Clonaggio del DNA
I) Restrizione: in un piccolo volume di DNA si mette una soluzione tampone che favorisca l’azione
dell’enzima di restrizione, con Sali alla giusta concentrazione, ioni magnesio, cofattori
fondamentali, agenti riducenti e con un pH controllato. Il tampone è molto concentrato. Si mette
infine l’enzima e si fa reagire alla temperatura ottimale, ci sono enzimi termofil