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VIRALI
Possono essere usati solo in lab specifici, a causa di patogenicità
o Derivano generalmente dall’HIV (lentivirus).
o
Gp41/gp120: interagiscono con la cell ospite per l’ingresso
Problematiche: non sappiamo dove si inserisce il DNA e la freq di integrazione è
o bassa (seppure possa migliorare con espressione di una integrasi)
Il vettore virale è quindi bello e pronto, identico ad un virus, ma con una porzione
o di genoma contenente delle CDS di mio interesse
Entrata in cellula:
o 1. Il vettore virale si avvicina alla cellula e con Gp41/gp120 passa attraverso la
membrana, lasciando l’envelope
2. All’interno del capside ci saranno due seq di RNA e due proteine: trascrittasi
inversa e integrasi. Gli RNA vengono retro trascritti in dsDNA, che
accompagnati dall’integrasi nel nucleo, andranno a far parte del genoma
cellulare. Il DNA virale integrato prende il nome di pro virus.
3. Si determina così RNA che, tradotto, esprime la nostra proteina. Si preferisce
accoppiarla ad una proteina reporter per confermare il successo della tecnica
4. Ci sarebbe anche una
fase di diffusione, con
due RNA virali
incapsidati e inviati in
nuove cellule ospiti
Ottengo così una linea
stabilmente trasfettata!
Struttura genomica ed
espressione genica dei retrovirus
Contiene 3 geni:
o GAG (componenti del core
nucleo proteico)
POL (replicazione e
ricombinazione) ENV
(componente della membrana esterna)
A confronto, il vettore retro virale sarà così: Psi: packaging virus
X: CDS voluta
Neo: resistenza
neomicina
Questo vettore verrà
inserito nelle cell eucariotiche con bassissima efficienza tramite
trasfezione/elettroporazione, oppure con massima efficienza mediante infezione.
Nota: se il vettore non ha Psi, significa che è solo un vettore di espressione. Nasceranno
virus nuoti. Se presenta Psi, significa che vogliamo che infetti anche ulteriori cellule,
perché nasceranno virus ricombinanti.
Linea cell di packaging: non presenta il vettore virale di nostro interesse.
Produzione unica di proteine virali e virioni vuoti, perché sono psi-deleti.
Linea cell produttrice: presenta anche il vettore virale, che porta con sé un sito
psi attivo. Permette al nostro vettore RNA di essere ulteriormente
confezionabile, e quindi utile per infettare nuovi ospiti.
Le particelle virali prodotte sono difettive per la replicazione
o Possiedono un gene marcatore selezionabile
o Infettano facilmente cell in attiva replicazione
o Si integrano stabilmente nel genoma ospite e producono la nostra proteina
o
Nota: i lentivirus possono permettere l’espressione e l’infezione sia di cell in vitro che
in vivo.
Animali Generazione di topi transgenici mediante cellule ES: per scopi commerciali
trasnge o scopi di ricerca.
ni Procedure:
ci A)Cellule staminali di embrione (ES) (motivi commerciali), scelte rispetto
alle esigenze tecniche del laboratorio (alta efficienza di trasfezione)
B)Inserimento del costrutto. Questo contiene un frammento di DNA
contenente un gene modificato, di cui conosciamo tutto, compresa la
posizione nel genoma delle cellule. Presenta una resistenza alla Neo; quindi
quando la ricombinazione sarà possibilmente avvenuta, faremo crescere
ogni singola cellula per formare colonie. Quelle sopravvissute saranno
colonie transgeniche.
C)Tali cellule transgeniche vengono inserite nell’embrione di una femmina
WT di topo pseudogravida. Le ES prendono a dividersi, a differenziarsi nella
massa embrionale.
Nella blastula (lo stadio embrionale) ci saranno varie cellule le la cui
posizione è fondamentale,
poiché rappresenterà l’ordine
dei tessuti del topolino
nascituro. Inserendo le cell
embrionali, queste
giungeranno in livelli
sconosciuti della nostra
blastula, creando embrioni
chimerici (devono essere
molteplici).
D)Ottengo una progenie
chimerica, in cui l’espressione
del mio transgene può essere
ovunque: nella pelle, nella
coda, etc etc. Come faccio a
sapere se la mia progenie è
chimerica o no? Uso una linea
da modificare col pelo bianco,
e le cellule embrionali di topi
col pelo nero: se ottengo
topini F1 con manto
nero/bianco, allora stiamo
procedendo bene.
E)Tra tutta questa progenie, ci
interessa il topo che presenta
il trasngene nella linea
germinale. Incrociando questi
topi F1 con transgene nella
linea germinale, otterrò una
F2 con topi geneticamente
modificati tutte le cellule
che li compongono esprimono il transgene.
La modifica del gene di interesse conta due
metodi principali: uno classico e uno innovativo.
Quello classico è quello che abbiamo visto.
Quello innovativo è più veloce e più
performante!
Un esempio sarebbe quello di
o
lavorare non a livello embrionale, ma sulla
fecondazione dell’ovocita (ancora prima della
fusione dei pronuclei!). in particolare, lavoriamo
sulla trasfezione del sistema del pronucleo
maschile (il gamete maschile, che è aploide la
trasfezione avviene su un corredo aploide).
La microiniezione permetterà quindi
o
di inserire il trasgene nel pronucleo, ma
l’incubazione di tanti targeting vectors avverrà
nell’ovocita. NON lo facciamo sullo zigote,
perché questo parte immediatamente verso le
numerose divisioni cellulari.
Lo zigote, difatti, nasce in vitro, e poi impiantanto nella femmina. La
o fecondazione è quindi in vitro!
Come posso determinare la mancanza di un gene WT e l’espressione di un
gene di mio interesse? Con il metodo di KnockOUT & KnockIN.
1. Conventional KnockOUT: eliminazione di un gene.
Nel nostro caso, l’obiettivo è sostituire l’esone 2, in modo da
compromettere l’espressione dell’intero gene. Il targeting vector è una
molecola di DNA lineare con 2 seq laterali omologhe alle seq fiancheggianti
la porzione che vogliamo disattivare. In questo caso, l’esone 1 e 3. Con un
evento di ricombinazione omolga, ci sarà sostituzione della CDS per la
neomicina (con promotori forti) con l’esone 2. La selezione avverrà per
mezzo della seq DTA.
L’allele che ha subito ricombinazione non avrà l’esone2, quindi abbiamo
compromesso il prodotto di sintesi. La generazione di ES ottenuta avrà
quindi quel gene in knockOUT.
2. Conditional KnockOUT
È una tecnica molto vantaggiosa, perché il gene di nostro interesse viene
eliminato in un organo a nostro piacimento, e non in tutto l’organismo. È
vantaggioso perché questo gene potrebbe essere vitale per l’animale in
altre locazioni.
Il targeting vector è identico all’allele, solo che presenta una CDS tra due
esoni (2 e 3), seq FRT per la flippasi e LOXP. Con la ricombinazione omolga
avremo la sostituzione dell’intera seq, dall’esone 1 al 3, con comparsa della
CDS della neomicina. Questo trasngene sarà passato alla seconda
generazione, che sarà omozigote per tale allele.
A questo punto la ricombinazione è modulata.
Topo 1: la cassetta NEO è in un introne, ma destabilizza la reading frame
o e quindi determina un trascritto errato. Incrociamo questo topo con uno
che esprime una flippasi. NON esprime la proteina il cui allele è stato
preso di mira.
Topo2: in presenza di terminali FRT, la flippasi espressa in questo topo
o permette l’eliminazione della cassetta della Neo. Ho quindi solo la
presenza di seq LOXP nella stessa direzione (topi ‘flippati’). Incrocio
questo esemplare con un topo che esprime la ricombinasi CRE.
ESPRIME la proteina il cui allele è stato preso di mira.
Topo 3: l’espressione (può essere costitutiva o inducibile) della
o ricombinasi CRE agisce sulle LOXP, che elimina tutto cià che si trova nel
mezzo, cioè l’esone2.
NON esprime la proteina il cui allele è stato preso di mira.
Se scegliamo la CRE costitutiva, otterrò un conventional
knockOUT, dato che avremo un topo con seq delete fin dalla
nascita.
Se scegliamo quella inducibile, siamo noi a determinare il
knockOUT del gene. L’induttore in questione è un chemioterapico
chiamato tamoxifen. Se lo introduciamo nell’animale, otterremo il
knockOUT finale.
Nota: la selezione di NEO serve per selezionare le cell embrionali staminali
che presentano il transgene. La sua espressione è indipendente
dall’espressione del gene che stiamo modificando.
Questo procedimento ci permette di determinare anche modificazioni
minute, come la modifica di un solo nucleotide: il knockIN.
1. Conditional KnockIN: (l’immagine è al contrario)
per questo targeting vector, le seq LOXP hanno due orientamenti
o opposti. Affiancano l’esone 2 mutato (anche di un solo nucleotide, uno
SNIP), seq FRT e CDS della neomicina. Al difuori delle seq LOX, gli esoni
1, 2, 3, 4. Solo l’esone mutato codifica in antisenso, cioè al contrario.
Dato che non è riconosciuto come codificante, l’esone II viene
considerato introne e non espresso.
Nota: le cell che assumono questo costrutto sono >1%!
Topo1: presenza della cassetta NEO. La proteina non si esprime. Viene
o incrociato con un topo che porta con sé l’espressione della flippasi.
Topo2: eliminazione della cassetta NEO a causa dell’espressione della
o flippasi. La proteina viene espressa (la controlliamo con RT PCR, se
necessario). Viene incrociato con un topo che eprime la CRE in modo
indotto.
Topo3: l’espressione indotta della ricombinasi CRE termina, per la
o posizione delle seq LOX, il ribaltamento della porzione tra queste.
Otteniamo quindi la ‘disattivazione’ dell’esone2 WT e l’espressione
dell’esone 2 mutato, con lo SNIP: esprimeremo la forma mutata della
proteina.
Nota: la CRE può essere espressa costitutivamente o inducibile in diverse
citotipi (solo nel muscolo, o solo astrociti…).
Nota: metodi del genere possono occupare anche 2, 3 anni. I problemi sono
molti: l’efficienza della ricombinazione omologa (su cui non ho potere).
Problematica: come trovo la posizione del mio filamento nel genoma
ospite? Solo con la ricbominazione omologa posso essere certa che sia in
una posizione conosciuta.
Come confermo che sia in cellula? Selezione con neomicina. Ma non con
l’antibiotico, con la PCR!
Selezione di cellule embrionali per mezzo di PCR.
Estraggo il DNA genomico e ne faccio una PCR con primer F per la
o cassetta della neomicina. Questo sarà specifico per il locus d’interesse!
Se l’amplificato presenta effettivamente questa cassetta, allora il<