vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Studi retrospettivi (caso-
controllo) persone a
cui è stata diagnostica
una malattia (casi) sono
paragonate con persone
che non hanno la
malattia (controlli) al
fine di determinare se i
due gruppi differiscono
nella proporzione di
persone che erano state
esposte ad uno specifico
fattore di rischio o a più fattori nel
PASSATO. Essendo questo studio basato su
casi di malattia selezionati, non è possibile
derivare l’incidenza della malattia per quel
fattore di rischio. E’ possibile stimare il
rischio relativo ammesso che siano valide due condizioni: la malattia abbia una bassa incidenza nella
popolazione generale, il gruppo di controllo sia rappresentativo della popolazione per quella caratteristica
studiata. In tale condizione è possibile utilizzare l’indice statistico odds ratio (rapporto incrociato)
che fornisce il valore del rischio relativo.
Vantaggi: di breve durata, economici, pochi soggetti richiesti, si può identificare più di un fattore di rischio,
minimi problemi etici, possibilità di studio di malattie rare. Svantaggi: possibilità di errori sistematici nella
scelta del gruppo di controllo, impossibile determinare l’incidenza, rischio relativo approssimato, ricordi
viziati. Problema dell’appaiamento: per ogni malato si seleziona una persona che abbia le stesse
caratteristiche ma che non sia malata; quando una variabile è impiegata per l’appaiamento (es. l’età) non può
il ruolo eziologico, se l’appaiamento è molto stretto sarà difficile trovare controlli
più esserne indagato
adeguati, mentre in assenza di appaiamento un campione più grande deve essere studiato per analizzare le
associazioni diverse tra casi e controlli. Studi prospettivi (di coorte, di
incidenza o longitudinali) un
gruppo di persone (coorte) senza
malattia ma diversi fra loro per
esposizione ad un supposto fattore
nocivo vengono seguite nel tempo
FUTURO per determinare le
in relazione all’esposizione a quel fattore.
differenze nei tassi di comparsa della malattia Consentono di
calcolare l’incidenza (rischio assoluto). Una coorte è un gruppo
che ha in comune una data esperienza in un periodo di tempo
definito. E’ essenziale che gli individui siano correttamente
per quanto riguarda l’esposizione al fattore di rischio
classificati
ipotizzato. La coorte può essere eterogenea o omogenea per quanto
riguarda l’esposizione al fattore di rischio. Se è omogenea
dovremo includere nello studio una seconda coorte diversa per esposizione o confrontare i risultati con tassi
L’analisi è impostata confrontando i tassi di incidenza negli esposti e nei non
ottenuti da statistiche sanitarie.
esposti. Questi tipi di studi sono meno influenzabili dallo sperimentatore rispetto a quelli retrospettivi poiché
non si sa chi svilupperà la malattia e chi no. E’ inoltre possibile rilevare più conseguenze diverse dovute
all’esposizione allo stesso fattore di rischio. Svantaggi: la durata dello studio risulta spesso eccessiva,
arruolare una popolazione troppo estesa o prolungare troppo lo studio per l’analisi di
costosi, necessità di
malattie rare in modo da avere un numero sufficiente di casi, problema della perdita dei soggetti che causa la
sovrastima o sottostima dell’incidenza (utilizzo degli “anni-uomo” come denominatore del tesso di
incidenza), problemi etici, risultati non sempre generalizzabili, numerosi soggetti. Vantaggi: gruppo di
controllo meno viziato dall’errore sistematico, incidenza rilevata con precisione, rischio relativo e attribuibile
accurati, osservazione di molti esiti (malattie).
mezzo più valido per la verifica e la dimostrazione dell’ipotesi eziologica ma sono
Studi sperimentali
difficili da applicare per problemi etici. Ogni esperimento inizia con la formulazione delle ipotesi, seguito
dalla definizione delle strategie e dei mezzi volti a misurare l’esposizione al fattore di rischio, evidenziare le
conseguenze dell’esposizione e stabilire le loro relazioni temporali. In questi studi si opera un intervento e si
valutano gli effetti di questo intervento lo sperimentatore manipola le condizioni dello studio. Ci sono 2
terapeutici (si valuta l’efficacia di un intervento su un gruppo di pazienti affetti da
tipi di studi sperimentali: nel momento dell’arruolamento e si valuta l’efficacia
una malattia) e preventivi (la malattia è assente
dell’intervento nel prevenire la malattia). Fasi delle sperimentazioni cliniche: 1) su soggetti sani per studiare
la tollerabilità e la farmacocinetica; 2) su malati per studiare le dosi efficaci; 3) su malati per verificare
l’efficacia; 4) effetti post-commercializzazione. L’assegnazione dei soggetti al gruppo dei trattati o dei non
trattati deve avvenire dopo che essi abbiano dato il loro consenso informato allo studio (devono essere
descritti tutti i dettagli dello studio, i soggetti possono uscire dallo studio in qualsiasi momento, devono
essere informati sui risultati). I prerequisiti di eticità dello studio sono verificati da un comitato etico di
esperti non interessati ai risultati della ricerca. La randomizzazione è la procedura utilizzata per
l’assegnazione di un trattamento ai pazienti in modo che tutte le assegnazioni siano ugualmente probabili per
tutti i partecipanti. E’ utile per: eliminare i bias (campione rappresentativo), creare gruppi paragonabili in
tutti i fattori (omogeneità dei gruppi) e per conferire validità all’elaborazione statistica dei dati
(comparabilità dei dati).
Studi clinici randomizzati controllati per valutazione di interventi terapeutici (soggetti malati) in
cui i soggetti vengono assegnati in maniera casuale nei due gruppi.
Studi randomizzati controllati di popolazione per valutazione di interventi preventivi (soggetti
sani ma a rischio) in cui i soggetti sono assegnati casualmente al gruppo che viene sottoposto
all’intervento o al gruppo che riceve il placebo.
Studi in cieco singolo il paziente non sa se è stato assegnato al gruppo dei trattati o dei non
trattati.
né il paziente né lo sperimentatore conoscono l’assegnazione al gruppo
Studi in doppio cieco
sperimentale o di controllo.
neanche chi analizza i dati conosce l’assegnazione dei soggetti nei due
Studi in triplo cieco
gruppi.
Esperimenti naturali quando 2 gruppi di soggetti sono simili in tutto tranne che per una particolare
esposizione (es. esperimento di J. Snow a Londra sul colera).
EPIDEMIOLOGIA 6
L’epidemiologia analitica indaga la relazione causa-effetto fra fattori di rischio e patologie. Per indagare
bisogna innanzitutto determinare se fra due eventi esiste un’associazione statistica.
questa relazione
L’identificazione di relazioni causali attraverso studi osservazionali è difficile ma fondamentale catena
logica per stabilire il nesso di causalità verificare se le differenze tra i due gruppi sono statisticamente
significative se non lo sono bisogna fare ulteriori studi su un campione più ampio, se invece lo sono esiste
un’associazione statistica. Successivamente bisogna valutare se esistono fattori di confondimento che
L’accertamento dell’associazione è solo il
possono influenzare i tassi riscontrati e cercare di neutralizzarli.
primo passo che richiede poi l’interpretazione del significato dell’associazione associazione non è
sinonimo di causalità 3 tipi di associazioni:
a. spuria falsa associazione, può comparire a causa di errori sistematici (errori nella progettazione
dello studio, nella raccolta dei dati, nella selezione del gruppo di studio) di cui ci si può accorgere
attraverso la ripetizione dello studio.
la malattia causa l’associazione e non viceversa;
a. indiretta avviene poiché sia la malattia che
l’esposizione sono associate a un terzo fattore;
l’esposizione causa la malattia.
a. causale Verificata dalla rispondenza ai seguenti criteri:
(l’associazione è dimostrata da più studi), forza (maggiore è il RR più probabile è la
consistenza
causalità della relazione), specificità (misura fino a che punto quella specifica condizione induce
quella specifica malattia), temporalità (esposizione deve precedere malattia), coerenza (plausibilità
coerenza dell’associazione con le conoscenze correnti),
biologica dose-effetto (all’aumentare
della dose di esposizione aumenta anche la probabilità di malattia).
Fattori di confondimento (o di disturbo) sono indicatori di rischio per la malattia non influenzati né
dall’esposizione né dalla malattia oggetto di studio ma associati ad entrambi. Possono distribuirsi in maniera
sbilanciata tra i gruppi esposti o non esposti e distorcere i risultati dello studio. Età, sesso, occupazione,
scolarità sono variabili confondenti per la maggior parte delle malattie. Prima della pianificazione di uno
studio è buona norma fare una revisione della bibliografia scientifica allo scopo di non dimenticare alcun
fattore potenzialmente coinvolto nel processo causa-effetto.
EPIDEMIOLOGIA 7
Epidemiologia delle malattie infettive causa microbica. Alcuni agenti sono ubiquitari (in tutti i
continenti) altri sono endemici (localizzazione più ristretta, paesi in cui esistono condizioni adatte alla loro
sopravvivenza). Per permettere la replicazione il contatto che si instaura tra l’agente e l’ospite deve essere
efficiente: durata contatto, stabilità dell’agente, vie di escrezione, vie di penetrazione nell’ospite e altri
A contatto con il microrganismo l’ospite oppone una serie di difese: la prima barriera è rappresentata
fattori.
cute e dalle mucose, la seconda dalle cellule del sistema immunitario. Esiste un’immunità attiva
dalla
(acquisita naturalmente quando si supera la malattia o artificialmente attraverso la vaccinazione) e una
passiva (acquisita naturalmente attraverso gli anticorpi materni o artificialmente attraverso inoculazione di
immunoglobuline). Storia naturale di una malattia infettiva: esposizione, periodo di incubazione (tempo che
intercorre tra l’esposizione e la comparsa dei sintomi; per le malattie non trasmissibili è detto periodo di
latenza), periodo prodromico (primi sintomi), malattia clinica (i sintomi della malattia raggiungono la loro
massima evidenza, può comportare la morte), regressione (i sintomi si fanno meno intensi a causa della
è possibile che l’ospite non guarisca completamente e la malattia entra
risposta del si