Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
VIRUS TERGET I LATENZA TRASMISSIONE
Nei gangli dei neuroni
HSV1 Epitelio labiale Contatto diretto
sensitivi
Nei gangli dei neuroni Contatto diretto,
HSV2 Epitelio sensitivi trasmissione sessuale
Nei gangli dei neuroni Aerogena, contatto
VZV Epitelio sensitivi diretto
EBV Linfociti B Linfociti B Saliva e sangue
Contatto diretto,
CMV Epitelio, monociti, linfociti Monociti, linfociti trasfusione, trapianto,
saliva, contatto sessuale.
HSV: il genoma è di circa 100000 pb e codifica per 80 geni. Presenta l’envelope con 12 glicoproteine
e ha un tegumento ricco di proteine. Esso possiede anche una propria DNA polimerasi, insieme a
molti altri enzimi. Esso entra nelle cellule per fusione con la membrana della cellula e i trascritti
vengono trascritti a diverse ondate nel nucleo. I virus per uscire dalla membrana nucleare gemmano,
ritrovandosi già completi di envelope. Escono dalla cellula per lisi, poi il virione passa nella
terminazione nervosa, dove si libera dall’envelope. Lo stato di quiescenza può durare anche tutta la
vita ed è provocato dal blocco dei trascritti α.
HSV e VZV: i virus si spostano dall’epitelio ai neuroni e viceversa perché infettando le mucose poi
possono passare nelle terminazioni nervose. Essi rimangono latenti nei gangli (spinali o cranici) e
hanno una migrazione centripeta, ovvero verso i gangli sensitivi. Tali virus causano esantema quando
sono attivi. La riattivazione è dovuta a stress, raggi UV o calo delle difese immunitarie
(immunosoppressione). In seguito alla riattivazione si riformano i capsidi e si ha la migrazione
contraria, ovvero verso le cellule epiteliali, dove rendono visibile l’esantema.
HERPES SIMPLEX (HSV1, HSV2): l’infezione primaria avviene tramite il contatto diretto e il virus
infetta le cellule epiteliali, corneali, mucose genitali e orofaringee. La malattia si manifesta con lesioni
vescicolari sulla cute contenenti i virioni replicanti attive o lesioni ulcerose nelle mucose. L’herpes
labiale se si riattiva lo fa nella stessa posizione perché percorre sempre la stessa strada sul ramo
trigemino fino al nucleo del neurone.
EBV: è l’unico virus oncogeno tra quelli erpetici, infatti può sviluppare molto raramente dei tumori dei
linfociti B in alcuni soggetti, ma non si sa il perché. In ogni caso da sempre origine alla mononucleosi
infettiva. Tale virus infetta principalmente i soggetti tra i 17 e i 30 anni e nel 90% dei casi guarisce.
HHV8: è stato scoperto insieme ad HIV perché compare solo in soggetti malati di AIDS, quindi solo in
casi di immunosoppressione. Esso causa una malattia cutanea nelle cellule dei capillari.
CMV: spesso è presente in organi usati per il trapianto quindi per rilevarlo si fanno dei test su tali
organi e se risultano positivi al virus non si trapiantano. Se si fa un trapianto bisogna indurre
immunosoppressione farmacologica per non far rigettare l’organo per circa 2-3 mesi quindi se è
presente CMV esso si attiva causando un’infezione grave.
HHV6, HHV7: attaccano i linfociti CD4+ come HIV.
VARICELLA
Eziologia:
Virus della varicella-zoster (VZV). È un herpesvirus e appartiene alla famiglia Herpesviridae. È un virus a DNA
a doppia elica con 120 kbp, esso è molto grosso, con forma sferica e capside icosaedrico e con envelope e di
dimensione di 200 nm. Dopo la replicazione, le particelle virali sono tutte uguali e in alcuni casi il core è
elletron-denso, mentre in altri casi è vuoto, ovvero senza DNA in seguito a degli errori, in questo caso non
sono infettivi. Il virus dà policariocitosi, ovvero molte cellule si fondono insieme. Il virus prima va nel nucleo per
replicarsi e poi uscendo viene ricoperto dalla membrana nucleare che formerà il suo envelope e va nel
citoplasma da cui esce per lisi cellulare. Viene detto virus della “varicella” quando si ha l’infezione primaria e
“zoster” quando si ha la riattivazione. Era anche chiamata chickenpox in quanto venne scambiato per il virus
del vaiolo, ma non è un poxvirus. Non è virale per gli animali in laboratorio.
Patogenesi e cenni clinici:
La varicella è una malattia dell’infanzia caratterizzata da un esantema asincrono, ovvero compaiono micelle a
ondate diverse e dato che esse avanzano nei vari stadi fino al distacco, si possono notare micelle in diversi
stadi di maturazione su tutto il corpo. Gli stadi sono nell’ordine: macule, papule, vescicole e croste. Tale
esantema è generalizzato, quindi è presente in tutto il corpo, ma le vesciche sono prevalentemente sul tronco
e successivamente compaiono sul viso (anche sul cuoio capelluto) e meno presenti sugli arti (nel caso del
vaiolo invece le pustole sono molto presenti anche sugli arti). Le vescicole contengono il virus replicante e
causano un forte prurito.
L’incubazione dura 7-21 giorni, dopo di che si ha una fase pre-eruttiva caratterizzata da febbre a 28°C per due
giorni, dopo di che si ha la fase esantematica che dura tre giorni, durante i quali compaiono le papule e si ha
la febbre. Infine si ha la fase involutiva, al settimo giorno della quale si seccano le pustole diventando croste.
Dopo la guarigione dalla malattia si è immuni, ma il virus può riattivarsi. In alcuni casi può causare encefaliti
che non sono da sottovalutare perché nel 20% dei casi possono portare a morte, e nei bambini con leucemia
è letale al 100%. Altre complicanze sono atassia cerebellare acuta, che di solito guarisce da sola e la
polmonite da varicella, che è piuttosto frequente negli adulti e nei soggetti immunodepressi.
La varicella è più pericolosa nel caso in cui colpisca gli adulti perché presenta sintomi più gravi e acuti e più
complicazioni. Anche la letalità aumenta.
In seguito di riattivazione del virus in casi di pazienti adulti immunodepressi si riscontra nevralgia, iperestesia e
esantema localizzato nel dermatomero innervato dai neuroni con i virioni riattivati, accompagnato da intenso
bruciore. Questo può avvenire perché il virus viaggia dai gangli alla cute, reinfettando le sue cellule e
generando quindi le pustole. La riattivazione può essere a livello cranico o del torace e può prendere parti
diverse del corpo contemporaneamente. In tal caso la malattia è detta “Fuoco di Sant’ Antonio”.
Epidemiologia:
La trasmissione è aerogena e per contatto diretto dell’ammalato, che è la sorgente principale dell’infezione. La
varicella è molto contagiosa e acuta, infatti il soggetto è contagioso da 1-2 giorni prima della comparsa
dell’esantema fino alla comparsa delle croste. Il virus può essere inalato e in tale caso esso infetta la mucosa
respiratoria e dell’orofaringe ingrossando i linfonodi e dando problemi anche alla milza e al fegato. Il virus
quindi è in grado di entrare nel circolo sanguigno andando incontro a viremia. Da qui infetta le cellule della
cute causando l’esantema vescicolare che è la causa della trasmissione da contatto. Una volta infettata la
cute, può viaggiare sui nervi infettando i gangli spinali e cranici, dove rimane in uno stato di latenza.
L’eliminazione del virus avviene tramite la cute e termina con la guarigione. La letalità negli adulti è di 30
individui su 100.000.
La malattia è endemo-epidemica, generalmente con una letalità molto bassa (0.01%), ma nel caso di encefaliti
la letalità aumenta al 20%. Nel caso di leucemia, la letalità è del 100%. Ci sono circa 30-40.000 casi/anno.
Prevenzione:
Nel caso in cui sia necessario un ricovero in ospedale, il paziente viene tenuto isolato fino alla comparsa delle
croste per evitare che infetti altri pazienti. Il reinserimento dei bambini malati a scuola o negli ambienti pubblici
può avvenire dopo che tutte le vescicole si sono trasformate in croste.
Vaccini:
Non esistono vaccini efficaci perché non è una malattia molto patogenica, non esiste neanche una cura
perché tanto passa da sola, ma in alcuni casi si possono usare dei farmaci utili a far regredire la malattia. I più
comuni sono il Aciclovir (ACV) e i suoi analoghi come Famciclovir e Gamciclovir. L’aciclovir ha una struttura
molto simile a quella della guanosina, ma lo zucchero pentoso è assente, è presente solo il C1, l’ossigeno e
C4 legato a OH. Tali farmaci sono degli antivirali che bloccano la replicazione del virus, poi il sistema
immunitario lo elimina. Esso viene somministrato in forma inattiva, poi viene fosforilato la prima volta nelle
cellula infette da timidina chinasi erpetica, e poi da un enzima cellulare ottenendo infine 3 gruppi fosfato. La
DNA pol si sbaglia e lo incorpora al posto del GTP blocco della sintesi del DNA e della replicazione virale.
È comunque possibile vaccinare i bambini con il vaccino costituito da virus della varicella-zoster vivo e
attenuato (OKA giapponese, ma poco afficace 25-30%) che protegge il bambino per l’80-90% da tutte le forme
di varicella e per il 100% dalle forme più gravi, ma il bambino può comunque ammalarsi in forma lieve e
guarire velocemente. Viene somministrato in un’unica dose ed è consigliato ai bambini immunocompromessi
(leucemici), al personale di assistenza medico-sanitaria, agli infermieri e ai medici dei reparti di ematologia,
oncologia, pediatria e unità di trapianto.
Profilassi:
Denuncia obbligatoria e isolamento fiduciario (domestico).
Lez 20: Vaiolo VAIOLO
Eziologia:
- POXVIRUS (fam. Poxviridae):
Il virus è anche detto virus del vaiolo o Variola virus e appartiene al genere ortopoxvirus con un genoma a
DNA a doppio filamento con circa 190.000 paia di basi che codificano per 150-200 geni ed è grande 230-300
nm, ha un capside complesso ed è fornito di envelope. Il virione contiene molti enzimi virali. La sua morfologia
è allungata e quindi la sua forma è detta “a mattonella” o “a saponetta”. Presenta anche delle estroflessioni
digitiformi sull’envelope. È termoresistente. Nel citoplasma della cellula infetta avviene la sintesi del DNA (non
nel nucleo!!) e l’assemblaggio del virione, che vengono chiamati “corpi di Guarnieri”, dal nome dello scienziato
che lo scoprì nel 1890. Il genoma del virus è molto grande, quindi codifica per moltissime proteine e i
nucleotidi presenti nel citoplasma della cellula ospite non sono sufficienti a formare l’mRNA utile alla
traduzione quindi il virus disaggrega il DNA cellulare per prendere i suoi nucleotidi. Questo processo è
possibile in quanto il virus presenta già nucleasi che tagliano il DNA. Esse sono principalmente due, la prima
funziona a pH=7 quindi viene usata per rompere il DNA, tale trattamento acidifica la cellula quindi la seconda
nucleasi funziona a pH=4-5 e cont