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FERDINAND DE SAUSSURE
Per Ferdinand de Saussure “il segno linguistico è un’ entità psichica a due facce”, è costituito
dall’unione di un significato (un concetto, cioè la nozione mentale che abbiamo di un determinato
oggetto) con un significante (cioè una forma sonora, o un’immagine uditiva).
E’ L’ASSOCIAZIONE DI UN CONCETTO CON UN’IMMAGINE ACUSTICA
Il segno linguistico è arbitrario.
ARBITRARIETA’ -> il legame tra il piano del contenuto e quello dell’espressione è
immotivato. I rapporti che ci sono sono posti per convenzione. (ad esempio “stella” è stella
in italiano, star in inglese, hoshi in giapponese ecc.)
Ci sono segni totalmente arbitrari, in quanto totalmente immotivati nel legame tra espressione e
contenuto (arbitrarietà assoluta). Accanto a questi ci sono segni parzialmente motivati
(arbitrarietà relativa)
LIMITI DELL’ARBITRARIETA’:
ONOMATOPEE -> sono quelle parole che riproducono, attraverso i suoni linguistici di una
1. lingua, il rumore o il suono associato ad un oggetto (es. “tintinnare” fa riferimento a “tintin”,
rumore delle monete quando cade a terra).
Anche le onomatopee hanno però degli aspetti arbitrari (es. “tintinnio” unisce ad una parte
chiaramente onomatopeica, motivata, tintin, il suffisso nominale del tutto “arbitrario” –io.
Inoltre possono essere diverse da lingua a lingua, ad esempio al “chicchirichi” italiano
corrisponde in francese “cocorico” ecc.)
IDEOFONI (ESCLAMAZIONI) -> sequenza fonica, quindi costruita da suoni, che cerca di
2. riprodurre sensazioni relative alle varie sfere sensoriali. Usate soprattutto nei fumetti (es.
“zac” = taglio netto, “gluglu” = trangugiare acqua)
RAPPORTI SINTAGMATICI E PARADIGMATICI
In un atto linguistico i suoni vengono disposti in una sequenza lineare cioè uno dopo l’altro; in questa
operazione succede che i suoni si influenzino l’un l’altro. Esistono rapporti sintagmatici che si stabiliscono
tra elementi in presentia, ovvero co-presenti: ad esempio amico/amici: la prima parola ha un suono velare
mentre la seconda un suono palatale. Esistono poi dei rapporti paradigmatici che si stabiliscono tra suoni
che possono comparire in un certo contesto, sono rapporti in absentia, cioè la presenza di un determinato
suono esclude tutti gli altri: ad esempio si consideri la parola “stolto”: tra la “s” e la “o” compare la lettera “t”,
la sua posizione è il suo contesto; tra la “s” e la “o” possono comparire altri elementi “c”, “g”, “p”, “b”, “d”;
scegliendo una combinazione si escludono le altre.
stolto “sto”
sdoganare “sdo”
scorta “sco”
sgombro “sgo”
sporta “spo”
sbobinare “sbo”
Rapporti sintagmatici e paradigmatici non esistono solo tra suoni ma anche tra espressioni.
Nell’espressione <Questo mio amico.>, esiste una relazione sintagmatica tra la “o” di “questo”, di
“mio” e di “amico”; nelle espressioni <Questo amico.> e <Quel amico.> esiste una relazione
paradigmatica tra “questo”e “quel”.
ASSE PARADIGMATICO (asse delle scelte, verticale)
Riferimento ai rapporti tra ciascun segno linguistico della frase e i segni che potrebbero prendere il
loro posto, fermo restando la necessità che l’insieme risulti grammaticale (contempla tutte le unità
che potrebbero stare al posto di quell’ unità che ho scelto. Il parlante attinge al magazzino virtuale
dove stanno tutte le nostre conoscenze e sceglie l’entità che gli serve)
ASSE SINTAGMATICO (asse delle combinazioni, orizzontale)
Ogni segno linguistico di una frase è in rapporto con i segni che gli sono vicini, lungo lo sviluppo
lineare del messaggio. Tra gli elementi intercorrono determinati rapporti (ogni elemento tiene
conto di ciò che lo precede e lo segue). Pare opportuno dividere la frase in:
mangio – una mela matura e NON mangio una – mela matura.
LOUIS HJELMSLEV
Saussure afferma che è arbitraria la relazione tra espressione e contenuto.
Hjelmslev propone invece di considerare i parametri di sostanza e di forma in rapporto sia alla
dimensione dell’espressione, sia alla dimensione del contenuto. Con riferimento all’espressione, la
sostanza è tutto il repertorio dei suoni (foni) che l’apparato fonatorio umano è in grado di produrre
e l’apparato uditivo in grado di percepire. Tale sostanza dell’espressione riceve “forma” diversa
nelle diverse lingue storico-naturali. La forma dell’espressione è infatti l’inventario dei suoni
distintivi (fonemi) che ogni lingua stabilisce come adatti, arbitrariamente e secondo regole proprie.
Con riferimento al contenuto, la sostanza del contenuto è tutta la serie dei fatti concettualizzabili,
rispetto alla quale, arbitrariamente, le lingue operano una selezione che dà luogo ad una
particolare forma del contenuto. Le lingue articolano diversamente i significati, così che raramente
vi è corrispondenza nelle “suddivisioni” semantiche. (es. it. dita rispetto all’inglese fingers (dita
della mano) e toes (del piede).
SOSTANZA DELL’ESPRESSIONE -> FONETICA
La fonetica è lo studio della sostanza dell’espressione., in quanto studia i suoni. E’ lo studio
generale dei suoni che produciamo e percepiamo (umanamente).
FORMA DELL’ESPRESSIONE -> FONOLOGIA
La fonologia è lo studio di come ciascuna lingua selezione e organizza i suoni che ritiene
pertinenti tra un inventario umanamente possibile dei suoni.
SOSTANZA DEL CONTENUTO -> tutto ciò che la nostra mente ci permette di pensare e ciò che
ci permette di concettualizzare i fatti.
PROPRIETA’ DELLE LINGUE VERBALI
DOPPIA ARTICOLAZIONE
Il principio della doppia articolazione (o dualità di strutturazione) del linguaggio è stato formulato
dal linguista francese André Martinet. La doppia articolazione è la proprietà che riconosce le
lingue verbali organizzate su due livelli distinti:
LIVELLO SEGNICO – LIVELLO DELLA PRIMA ARTICOLAZIONE
1. Il significante di un segno linguistico è scomponibile in unità minime, dette MORFEMI, le
quali non sono ulteriormente scomponibili, ma che sono ancora portatrici di significato e
vengono riutilizzate per formare altri segni.
Per esempio la parola gatto è scomponibile in due “pezzi” più piccoli: gatt- e –o, i quali
hanno ciascuno un proprio significato -> “felino domestico” e “uno solo” singolare.
Queste parole possono apparire con lo stesso significato in altre parole -> es. gatt-i,
gatt-ino, gatt-e.
LIVELLO SUBSEGNICO – LIVELLO DELLA SECONDA ARTICOLAZIONE
2. I morfemi sono a loro volta scomponibili in unità più piccole, dette FONEMI, non dotate
di un significato autonomo. Dal combinarsi dei fonemi hanno origine i morfemi.
“gatto” /g/ /a/ /t/ /t/, /o/.
Non esistono altri codici di comunicazione naturali che possiedano una doppia articolazione piena
e totale come la lingua. Essa consente alla lingua una grande ECONOMICITA’ di funzionamento:
con un numero limitato (poche decine), di fonemi, mattoni elementari privi di significato, si può
costruire un numero grandissimo di morfemi. Quindi è molto importante nella strutturazione della
lingua il principio della COMBINATORIETA’: la lingua funziona combinando unità minori per
formare un numero indefinito di unità maggiori (segni).
TRASPONIBILITA’ DI MEZZO il significante dei segni linguistici possiede un’altra proprietà molto
:
importante: può essere trasmesso sia attraverso il mezzo aria, il canale fonico-acustico, sia
attraverso il mezzo luce, il canale visivo o grafico. Anche se i segni linguistici possono essere
trasmessi o oralmente o graficamente, il carattere orale è tuttavia prioritario rispetto a quello
visivo: il canale fonico-acustico è il canale primario.
FONOACUSTICITA’
Le lingue verbali sono fono acustiche, in quanto si compongono di suoni (foni) prodotti dallo
apparato articolatorio umano e percepiti dall’apparato uditivo.
PRIORITA’ ANTROPOLOGICA
-
Tutte le lingue che hanno una forma e un uso scritti sono (o sono state) anche parlate, mentre non
tutte le lingue parlate hanno anche una forma o un uso scritto.
PRIORITA’ ONTOGENETICA (relativa al singolo individuo)
-
Un bambino impara prima a parlare (e lo fa in modo naturale, spontaneo) e poi a scrivere
(seguendo un insegnamento specifico).
PRIORITA’ FILOGENETICA (relativa alla specie umana)
-
Nella storia dell’umanità il parlato si è sviluppato prima dello scritto.
LINEARITA’ E DISCRETEZZA
Per linearità del segno si intende che il significante viene prodotto, si realizza e si sviluppa in
successione nel tempo e/o nello spazio.
Con discretezza dei segni si intende che le unità della lingua non costituiscono una materia
continua, ma c’è un confine preciso tra un elemento un altro -> sono ben separate le une dalle
altre le classi di suoni: non esiste un limite a differenziare [p] da [b] e non esistono unità intermedie
collocabili tra esse.
ONNIPOTENZA SEMANTICA, PLURIFUNZIONALITA’ E RIFLESSIVITA’
Ogni contenuto (codice) è esprimibile con le lingue, ma non viceversa.
PLURIFUNZIONALITA’
La lingua permette di adempiere a numerose funzioni diverse. Le più rilevanti sono:
esprimere il pensiero
- trasmettere informazioni
- instaurare e mantenere i rapporti sociali
- risolvere i problemi
- creare mondi possibili
-
RIFLESSIVITA’
La riflessività riconosce alle lingue verbali la proprietà di usare se stesse per descrivere il proprio
funzionamento. Ogni lingua verbale è una metalingua.
PRODUTTIVITA’
Con produttività si intende che con la lingua è possibile creare nuovi messaggi e parlare di cose
ed esperienze nuove.
RICORSIVITA’
Ricorsività significa che uno stesso procedimento è riapplicabile un numero teoricamente illimitato
di volte.
DISTANZIAMENTO
Possibilità di parlare di fatti lontani nel tempo e nello spazio indipendentemente dalla
localizzazione spazio-temporale dell’evento comunicativo.
LIBERTA’ DA STIMOLI ESTERNI
Indipendenza da condizionamenti esterni alla situazione comunicativa.
TRASMISSIBILITA’ CULTURALE
La lingua si trasmette, all’interno di