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L’EUROTYP

Evidenzia che non sono i singoli tratti a caratterizzare tale lega, ma la loro correlazione.

Questi tratti sono oggetto di studio del progetto EUROTYP, Typology of languages in

Europe, e la lega è stata ufficializzata negli anni ’90.

I gradi:

Il grado di europeismo presente in questo territorio è diverso. Ci sono lingue che

possono essere considerate pienamente europee, come il tedesco il francese o il

neerlandese, perché possiedono il maggior numero di tratti dello standard average

european. Ci sono anche lingue parzialmente europee, come l’inglese, l’italiano, slavo

albanese. E lingue poco europee come turco, basco o uralico. Questa suddivisione è

stata fatta sui risultati degli 8 volumi pubblicati da Eurotyp, ed è facilmente

interpretabile, non è casuale: funziona molto bene se riconosciamo che dentro ogni lega

linguistica c’è un centro e ci sono delle periferie. Una lega linguistica non è mai un’area

totalmente omogenea, è un po’ disgregata sull’interno. Il centro dell’area di Carlomagno

coincide con l’area germana. Dal centro la forza si propaga verso le aree più esterne,

determinando delle periferie territoriali e anche linguistiche. Piu ci si allontana dal

centro minore sarà il grado di influenza che viene dello stesso centro, questo è chiamato

forza centrifuga. Così, abbiamo diverse aree:

 Area di irradiazione

 Area di transizione (i tratti sono presenti ma in modo più debole e discontinuo,

come la Spagna)

 Zona relitto (i territori posti ai margini, condizionati solo in parte dal fenomeno,

come l’Ungheria o la Turchia)

La tipologia linguistica:

È l’ambito disciplinare che studia le lingue da una particolare perspettiva.

Il concetto di base è proprio la somiglianza tra le lingue, dovuta a diversi aspetti:

 Parentela

 Tipi e universali

 Leghe linguistiche

 Contatti e interferenze.

Lo studio di questi aspetti è riconducibile alla tipologia linguistica, settore della

linguistica che studia le lingue in base alle loro caratteristiche strutturali. Gli studi di

tipologia nascono ad inizio di 1800, tra riflessioni sulla diversità linguistica. È un secolo

in cui si scoprono nuovi popoli e di conseguenza nuove lingue, e questi sono

geograficamente distanti. Tutto questo ha indotto a una riflessione di tipo linguistico,

perché molte delle lingue parlate in questi territori non erano analizzabili alla luce delle

influenze imputabili alla lingua latina o greca. I precursori di questi studi sono Friedrich

e Wilhem Schlegel.

Di cosa si occupa la tipologia linguistica? La tipologia linguistica conduce un’analisi

sincronica che tesa a verificare la variazione interlinguistica di lingue. Questa analisi

prescinde dal concetto di tempo e di parentela genealogica, studia le lingue a

prescindere del momento storico in cui sono state parlate e dal loro rapporto di

parentela. Inoltre, per la finalità che la contraddistingue può studiare allo stesso modo

lingue vive e lingue morte in base alle convergenze o divergenze strutturali. Il gotico,

che è lingua stinta, ha la stessa dignità di studio del cinese.

La tipologia è una scienza predittiva, perché i suoi principi permettono di effettuare

predizioni sul comportamento delle lingue e sulla loro struttura, non è una scienza solo

descrittiva, ma cerca di interpretare configurazioni strutturali. Esempio: la vocale ‘a’ è

un’invariante tipologica, se ci trovassimo nelle condizioni di studiare una lingua fino ad

oggi sconosciuta, possiamo prevedere che sin dall’inizio quella lingua possederà la

vocale ‘a’. possiamo anche predire che in una lingua sconosciuta ci sia la categoria del

nome e del verbo, e quasi di certo non saremmo smentiti. Non è una scienza unicamente

descrittiva, ma cerca di interpretare configurazioni strutturali. Una delle caratteristiche

che muove lo studio è perché sono alcune caratteristiche strutturali più frequenti di altre.

Probabilmente per le cause di ordine funzionale, risolvere difficoltà legate alla

comunicazione. Alcuni tratti linguistici sono più frequenti nelle lingue perché svolgono

funzioni molto rilevanti ai fini comunicativi.

Un tipo linguistico:

È un insieme di proprietà strutturali reciprocamente indipendenti ma in correlazione.

Sono delle entità astratte (perché sono semplificazioni della realtà), modelli di

descrizione caratterizzate da una diversa stabilita e frequenza. Esempio: le lingue

presentano delle categorie morfologiche del genere e del numero. Gli studi condotti su

queste categorie morfologiche ci dicono che ci sono lingue nel mondo che hanno sia il

genere sia il numero, come l’italiano. Poi, ci sono lingue nel mondo che non hanno il

genere, ma hanno solo il numero, come l’inglese. E ci sono lingue che non hanno né

genere né numero, come il vietnamita o il cinese. Incrociando questi due parametri

dovrebbero essere tutte le combinazioni; tuttavia, si scopre che non ci sono lingue che

abbiano la categoria del genere e non quella del numero. Questi citati sono dei tipi

linguistici. Se dico che l’italiano ha sia genere che numero, significa che l’italiano

presenta questo tipo linguistico, che è un’entità astratta e strutturale. Ogni risultato

linguistico va sempre interpretato.

E perché non esistono lingue che abbiano il genere ma non il numero? Perché queste

due categorie non sono universali linguistici, e ci sono lingue che non li possiedono.

Quando sono presenti come entità astratte e strutturali sono correlati tra loro. Sono

proprietà strutturali indipendenti in correlazione perché tra le due esiste una sorta di

gerarchia. Se esiste una sola si va in una sola direzione, avere il numero. Il numero dal

punto di vista cognitivo è più saliente, e più importante cogliere la differenza tra uno

rispetto a molti, piuttosto che una differenza di genere. Tra l’altro, a livello

grammaticale, il genere è convenzionale, un’arbitrarietà. La specificazione di genere e

molto più debole. Invece, il numero è cognitivamente più rilevante, e quindi, le lingue

sembrano orientarsi verso ciò che è più rilevante ai fini comunicativi.

L’appartenenza tipologica si decide un base alle caratteristiche che sono dominanti. I

tipi possono essere classificati per:

 Frequenza: frequenti e poco frequenti. Nessuna lingua è tipologicamente pura,

nel senso che sono sistemi in movimento e possono cambiare anche la loro

appartenenza tipologica, creando anche delle fasce intermedie confuse da

interpretare. Frequenti sono quelle che hanno maggiori possibilità di

realizzazione tra le lingue del mondo. Esempio: nei sistemi fonologici delle

lingue del mondo, la presenza della ‘i’ e la ‘u’ costituisce un tipo molto

frequente. Tutti i tipi frequenti sono la manifestazione di processi più naturali o

più salienti in tutti sensi, semantico, auditivo, etc. Al contrario, se il tipo è

infrequente o rado vuol dire che su vede in poche lingue del mondo e costituisce

qualcosa che non è naturale o qualcosa di complesso. Esempio: ci sono delle

lingue che hanno dei suoni faringali come l’arabo, questo è un tipo fonologico

infrequente, perché complesso, articolato in un luogo di articolazione che è

impegnativo da pronunciare.

 Stabilità: stabili sono quelli che tendono a non cambiare nel tempo, sono più

resistenti e duraturi. Sono meno soggetti a trasformazioni e modifiche, mentre i

tipi instabili sono invece più vulnerabili.

Questi tipi si incrociano:

I tipi stabili e frequenti, che sarebbe lo ottimo, sono diffusi geograficamente e

geneticamente, sono duraturi e resistenti perché sono configurazioni forti. Esempio: la

categoria del nome o del verbo, molto diffuse tra le lingue del mondo, ma anche

all’interno di famiglie linguistiche molto diverse.

Poi ci sono sempre tipi stabili ma infrequenti, diffusi solo in determinate famiglie

linguistiche come il fenomeno della armonia vocalica del turco.

I tipi instabili e frequenti sono diffusi geograficamente ma in modo asistematico, come

la nasalizzazione vocalica.

E i tipi instabili e infrequenti rari geograficamente che geneticamente, come la ‘c’

faringali dell’arabo.

La tipologia:

L’individuazione dei tipi può essere effettuata a livello fonologico, morfologico,

sintattico e lessicale. In realtà, le cose non sono proprio così, tanto che nel corso della

storia la morfologia e la sintassi, sono stati gli ambiti più esplorati, e la fonologia,

invece, è stata per molto tempo considerata un ambito difficilmente indagabile in

prospettiva tipologica. Allo stesso modo il lessico è stato trascurato perché fornisce

risultati vani. A questo proposito, Nicola Grandi usa una metafora in cui paragona la

struttura di una lingua ad un uovo, associando ad ogni parte dell’uovo una componente

linguistica. A livello tipologico, il lessico coincide col guscio che, essendo più esterno, è

soggetto ad un’eccessiva pressione dall’esterno, cambia velocemente, e non si presta

bene ad un’analisi tipologica. La fonologia sarebbe lo stato meno penetrabile, il tuorlo, e

si presta ad un’analisi tipologica molto produttiva, ed è rappresentato dal piano

morfologico e sintattico.

L’analisi tipologica non è sufficiente, perché ogni lingua realizza più tipi e le lingue non

sono tipologicamente pure. Piè di recente un altro settore della linguistica lavora in

sinergia con i tipologi per individuare comportamenti che potrebbero andare persi.

Questa seconda ramificazione della linguistica è la linguistica degli universali, anch’essi

proprietà strutturali.

Gli universali:

La linguistica degli universali studia tutto ciò che è comune alle lingue, e alcuni tipi

linguistici sono così frequenti da essere postulati come universali. Le lingue presentano

uno stesso modello soggiacente, tanto che la presenza di un universale linguistico

rappresenta il punto 0 della variazione tipologica. Se tutte le lingue presentano quella

struttura, non c’è spazio per la variazione. Gli universali indicano i limiti alla possibile

variazione. In tutte le lingue del mondo è presente la vocale “a”, un universale

linguistico, e ciò vuol dire che non ha spazio di variazione, non può mancare.

Linguistica tipologica e degli universali sono ambedue scienze sincroniche e descrittive.

Svolgono una funzione normativa ed esplicativa. Mentre la tipologia linguistica si

occupa della var

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

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