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INDUCTION
Avete visto quanto è importante, dopo aver attirato le persone in azienda e quindi
aver individuato i talenti, formarli per renderli operativi. Conoscete la figura
dell’account manager quindi un po' avete cominciato a capire che è una figura che
non esiste in natura, non c’è un corso di laurea che prepara a fare l’account manager,
ci sono corsi che magari preparano sull’analisi commerciale e le strategie, corsi che
preparano sulla selezione corsi sulla consulenza legale-amministrativa, ma un corso
che prepara su tutti e 3 gli aspetti non c’è. Quindi è fondamentale formare su tutti gli
aspetti e nel modo giusto i colleghi che arriveranno in filiale.
Abbiamo visto che è fondamentale stabilire delle tempistiche, stabilire degli obiettivi e
come raggiungerli.
A livello di contenuti partiamo da un training on the job: quindi il benvenuto del
proprio manager e la condivisione del proprio piano di induction. Per ogni figura che
viene inserita in azienda è stabilito dai colleghi del training proprio un piano che,
settimana per settimana, prevede dei micro-obiettivi formativi, che sono sotto la
responsabilità sia dell’account, della persona che arriva, sia sotto il suo manager.
Questo è fondamentale anche perché mi dà idea dell’aspettativa che l’azienda ha nei
miei confronti.
A questo viene affiancato il social training, quindi coaching e confronto con il manager,
e l’attività di affiancamento.
Come terzo aspetto vediamo proprio la formazione in aula. La nostra formazione in
aula prevede nel mese di assunzione 2 giornate di benvenuto e di accoglienza in cui
con tutta un’aula di neoassunti in quel mese, che hanno quindi tutti la stessa
conoscenza dell’azienda, andiamo a spiegare quella che è la nostra cultura, i nostri
valori, quello che ci contraddistingue. E iniziamo a dare qualche input su quelli che
sono i nostri principi di business, le nostre linee guida. Tendenzialmente in questi 2
giorni si iniziano a conoscere i manager aziendali, qualche linea di business in modo
da avere una visione più macro dell’azienda. Contemporaneamente abbiamo anche
una formazione online che è più legata alla formazione sulla sicurezza e sulle nostre
procedure interne.
Cominciamo poi ad andare in filiale, vediamo un po' come funziona il lavoro,
cominciamo a sperimentare e sbagliare e ad imparare da quello che abbiamo
sbagliato, e al secondo mese ritorniamo in aula per 4 giorni di formazione in cui
andremo un po' più nel dettaglio.
Arrivati poi al terzo mese, facciamo un approfondimento che dura 5 giornate, sempre
tutti i neoassunti quindi con lo stesso livello di conoscenza dell’azienda ma,
fondamentale, di zone diverse, con magari modelli di sviluppo delle unit un po'
diverse, così da poter confrontare le caratteristiche di un territorio rispetto ad un altro.
Il percorso di formazione, tendenzialmente, si conclude verso il 7/8 mese, in cui c’è
una giornata di formazione su quello che viene definito il core sending, ovvero la
capacità di proporre al cliente non la singola soluzione ma una visione più ampia,
quindi la capacità di progettare per il cliente delle soluzioni ad hoc sulle sue esigenze.
Questo è quello che noi offriamo come formazione iniziale ma le persone non vengono
poi abbandonate all’ottavo mese. Ogni anno è prevista una valutazione delle
prestazioni insieme al manager in base alla quale si va a strutturare il percorso
formativo dell’anno successivo, che non è detto che sia esclusivamente una
formazione in aula, ma molto spesso si ritorna alla formula del coaching,
dell’affiancamento, in modo da andare a riparare quei gap esistenti su alcuni aspetti
del nostro lavoro.
Adesso scendiamo più nel dettaglio su alcuni aspetti che anche voi avete evidenziato
quando avete provato a simulare il nostro induction.
In primis il fatto di coinvolgere i nostri dipartimenti interni, tanti di voi avevano optato
per utilizzare colleghi come docenti, quindi formatori interni. Questo perché
conoscendo l’azienda dall’interno sono in grado di trasmetterne meglio i vari aspetti.
Altra cosa che è emersa dai vostri induction è la possibilità di fare esperienze
multimediali. La storia aziendale è infatti raccontata tramite storytelling, sono previsti
dei game, sono previste delle applicazioni, è stato creato anche un sito specificamente
dedicato all’induction, il cui link viene consegnato il primo giorno di assunzione in
modo che la persona possa cominciare anche in autonomia a cercare i pezzetti per il
proprio lavoro.
Questo è l’induction che è stato strutturato di recente, prima era fatto in un altro
modo, è stato necessario rivederlo perché il mondo si evoluto e nelle nostre aule sono
entrati i millennials.
Ritornando al tema del game, bisogna dire che la pianification nel mondo delle risorse
umane è un tema che si sta sviluppando parecchio e noi partiamo già dalla fase di
formazione a creare dei piccoli game, delle simulazioni. Per esempio il game che viene
fatto dai colleghi è simile al gioco del Monopoly, ma applicato nella realtà della filiale.
Il lavoro dell’account è infatti un lavoro in cui di imprevisti ne accadono ogni 30
secondi (ad esempio la sostituzione di un lavoratore che non si è presentato,
un’azienda che ha un’urgenza perché è arrivato un carico di materiali e non ha
nessuno che può scaricarlo, ...), e sulla base di questi l’account deve riprogettare la
propria giornata.
Ci sono un po' di strumenti che ci accompagnano in questo viaggio di induction:
sito: creato apposta con tutte le informazioni e le linee guida per i nuovi account;
self assessment: questionario che serve per capire cosa i neoassunti hanno visto
e cosa no durante il loro mese e mezzo in filiale, utile per il docente per determinare
l’intervento;
test di apprendimento conclusivo: finalizzato a capire il livello che si è raggiunto
dopo la formazione;
scheda di evaluation: scheda conclusiva del manager tramite cui, al termine del
percorso di induction, si va a vedere quali risultati sono stati ottenuti, e su cosa
magari bisogna andare a strutturare un ulteriore investimento formativo;
raccolta dei feedback: senza raccogliere feedback non si saprà mai se una
lezione è stata interessante o efficace, se si potevano dire cose che agli account
interessavano di più ed erano più funzionale per la loro attività.
RETENTION
Già da qualche anno c’è bisogno per le organizzazioni di trattenere all’interno le
proprie risorse e i propri talenti e di fatto questa è una delle sfide più importanti, non
solo per la direzione risorse umane, ma proprio per l’organizzazione nel suo
complesso. Bisogna saper mettere in atto delle azioni utili a trattenere le proprie
risorse di talento. In Randstad lo si fa tramite 3 strumenti: great people survey,
work counsil e CSR.
(Nei vostri lavori per sviluppare azioni di retention ci sono temi che si ripetono, come
l’ambiente di lavoro, i percorsi di carriera e la formazione continua, così come il
prendersi le responsabilità e l’autonomia nella propria sfera lavorativa, tema legato al
commitment, la voglia di incidere e di fare la differenza dentro l’organizzazione.
Un'altra cosa che è importante è il conoscere le proprie risorse, entrare in contatto con
le proprie persone e ascoltare in modo attivo e costruttivo. Il dialogo tra i dipendenti e
la direzione è molto importante. La parte di conoscenza delle proprie risorse anche a
livello di crescita è una parte fondamentale per una buona organizzazione. La
retribuzione è un aspetto importante, ma in una fase iniziale che è quella che vi
attende non va guardata subito, mi ha fatto piacere che nessuno l’abbia messa al
primo posto.)
Great People Survey
Da una ricerca su un gruppo di 350 direzioni di HR a proposito della retention, emerge
che il datore di lavoro ideale offre: buon equilibrio vita lavorativa-vita privata;
l’atmosfera di lavoro, ovvero tutto ciò che ha a che fare con l’ambiente, con le
relazioni, con lo stare sul posto di lavoro in azienda; la sicurezza del posto del
lavoro, altro tema fondamentale soprattutto negli ultimi anni di incertezza, precarietà
ed incognite; il tema della retribuzione, che non è strettamente legato allo
stipendio ma comprende tutto il pacchetto retributivo; il contenuto dell’attività
lavorativa, che sia stimolante e sfidante.
Emerge anche che le motivazioni che spingono le persone a lasciare l’organizzazione
sono prevalentemente di tipo individuale, cioè legate principalmente al trovare
all’esterno un’offerta migliore; trovare maggiori opportunità di carriera;
scegliere una carriera completamente diversa. I motivi per cui si rimane
nell’organizzazione sono più legati alla sfera aziendale, ossia: la sicurezza
finanziaria dell’organizzazione; l’immagine forte, il brand; la posizione di
lavoro interessante.
Si possono fare tante cose per trattenere le risorse, una delle cose principali è
guardarsi dentro, conoscere le persone, che siano giovani o meno giovani, sapere chi
sono, e poi interpretarle, chiedere loro come stanno e di cosa hanno bisogno a 360
gradi. In Randstad questo si fa in maniera strutturata da circa 10 anni con uno
strumento di indagine interno che è il great people survey. È una survey che si fa in
tutto il mondo Randstad, un’opportunità per le persone di poter dire la propria,
esplicitando come stanno all’interno dell’organizzazione rispetto a 3 aree tematiche
che sono fondamentali per le aziende che vogliono far star bene il personale affinchè
questo possa performare bene e far sì che l’azienda sia high performer.
Queste aree tematiche sono: Empowerment-Engagement -> l’empowerment è
quando il dipendente sente di esserci e di incidere rispetto agli obiettivi aziendali. Il
tema dell’engagement fa riferimento al sentirsi coinvolti con il proprio lavoro;
Leadership -> il rapporto tra il dipendente e il capo e il top management;
Organizational Capabilities -> tutto ciò che è l’azienda, con il suo business, la
cultura aziendale e il pacchetto dell’offerta fornita alle proprie risorse, come i percorsi
di carriera, la retribuzione, la formazione, ecc.
Randstad ogni anno chiede alle risorse come stanno in rapporto alle aree tematiche
sopracitate. (Le risposte vengono fornite in forma anonima e sono valutate in maniera
macro, il che permette ai manager di capire cosa non va e ai dipendenti di essere<