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Rivoluzione Industriale
E’ indubbio che in questo momento Francia e Inghilterra assumano un ruolo guida nel delineare quelle che tendenze innovative di questo periodo. In questo momento ragione e natura, che sono due poli opposti in quanto tali rappresentano la dialettica di questo momento storico che in letteratura è definita dialettica dell’ illuminismo.
Non esiste concatenazione diretta tra rivoluzione industriale e nascita dell’urbanistica moderna. Si assiste ad un fenomeno importante: la riqualificazione dei piani di espansione controllata della crescita urbana attraverso l’individuazione e la quantificazione delle attrezzature collettive ritenute indispensabili per ogni quartiere.
In Francia il disegno del verde come elemento della costruzione della città va fatto risalire a Le Notre, che fu uno dei primi a subordinare la composizione paesaggistica a quella architettonica e urbanistica. Langier vengono elaborate delle tecniche di abbellimento dei parchi.
dei giardini. Queste tecniche non sono state teorizzate ma sono diventate una geometria generatrice di nuovi trattati morfologici delle città. Dalla rivoluzione francese, in qualche modo prodotto della prima rivoluzione industriale, assistiamo ad un incessante accrescimento della struttura urbana data da una nuova classe, quella borghese, dove le attrezzature collettive portano nuovi modelli e cercano di collegarsi con il passato. Con le strutture collettive si passa da città monumento a città servizio (dotazione collettiva). Con la rivoluzione industriale si assiste ad un fenomeno importante: la riqualificazione dei piani di espansione controllata della crescita urbana attraverso l'individuazione e la quantificazione delle attrezzature collettive ritenute indispensabili per ogni quartiere. Si passa quindi dalla città monumento alla città servizio. Si procede così nel definire il funzionamento e l'ingegneria della città. La strada e laferrovia diventa un elemento ordinatore della città nel territorio restituito alla natura, l'elemento che stabilisce le relazioni tra le parti ed assicura le loro connessioni. A questa armatura si riferisce ogni atto di costruzione della città policentrica: la costruzione dei luoghi centrali, i luoghi delle attività collettive, la costruzione delle unità residenziali, di cui andranno definiti misure ed assetto funzionale. La città viene vista anche come opera d'arte e può essere intesa in senso ampio come rappresentazione di una cultura dell'abitare, non solo delle funzioni dell'abitare ma del loro valore. Il passaggio dalla funzione al valore consente di andare oltre la città vista come utensile e di intenderla come luogo della conoscenza di sé e del rispecchiamento. Questa idea di città non si fonda solo su una scelta ambientalista, dunque, ma più intensamente nel desiderio di rendere evidente il.Confronto tra natura e storia, i due poli dell'esistenza. Ciò spingerà la ricerca sulla forma dei luoghi e dei manufatti. Essa dovrà essere rappresentativa della loro identità. Si avrà un riconoscimento di una cultura dell'abitare dato anche dall'orgoglio civico e dal corpo collettivo in cui il ruolo dell'architettura diventa fondamentale: senza architettura la città non è riconoscibile.
La formazione della città industriale Il processo di innovazione tecnologica che porta alla nascita della rivoluzione industriale alla metà del XVIII sec. in Inghilterra.
La rivoluzione industriale La storia dell'urbanistica moderna è legata ai mutamenti prodotti sulla società e sul territorio dalla rivoluzione industriale, ossia dal repentino processo di sviluppo della tecnologia applicata alla produzione industriale che ha inizio in Inghilterra a partire dalla metà del XVIII.
Da un sistema agricolo
metà del XX secolo. Il passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale ha portato a numerosi cambiamenti nella società e nell'economia. La produzione di massa ha permesso di aumentare la quantità di beni prodotti e di ridurre i costi, rendendo i prodotti accessibili a un numero sempre maggiore di persone. Tuttavia, la rivoluzione industriale ha anche avuto effetti negativi sull'ambiente e sulla qualità della vita delle persone. L'utilizzo delle fonti energetiche inanimate ha portato all'emissione di grandi quantità di gas serra e all'inquinamento dell'aria e dell'acqua. Inoltre, il lavoro nelle fabbriche era spesso duro e pericoloso, con condizioni di lavoro precarie e bassi salari. Nonostante questi problemi, la rivoluzione industriale ha segnato un punto di svolta nella storia dell'umanità, aprendo la strada a nuove scoperte scientifiche e tecnologiche e all'innovazione in molti settori. Oggi, viviamo nell'era dell'industria 4.0, caratterizzata dall'utilizzo di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale e l'Internet delle cose.comunità locali non sono più sufficienti per sostenere il commercio su larga scala. Si rende necessario quindi costruire strade, canali e ferrovie per collegare le diverse regioni e facilitare lo spostamento delle merci. - investire in nuove tecnologie e macchinari per aumentare la produttività e ridurre i costi di produzione. L'introduzione di macchine a vapore, motori a combustione interna e altre innovazioni meccaniche permette di automatizzare molti processi produttivi, rendendo possibile la produzione su larga scala. - sfruttare le risorse naturali in modo più efficiente. L'industrializzazione porta ad un aumento della domanda di materie prime come il carbone, il ferro e il petrolio. Questo spinge all'estrazione e allo sfruttamento intensivo di queste risorse, con conseguenze positive in termini di sviluppo economico ma anche negative per l'ambiente. - creare un sistema di lavoro salariato. Con l'industrializzazione, il lavoro si sposta dalle piccole comunità rurali alle grandi fabbriche. I lavoratori vengono assunti come dipendenti e pagati con uno stipendio fisso, anziché lavorare per conto proprio o per la propria famiglia. Questo porta ad un cambiamento radicale nelle dinamiche sociali ed economiche, con la nascita di una classe operaia e di una borghesia industriale. - promuovere l'urbanizzazione. L'industrializzazione porta ad un rapido aumento della popolazione nelle città, dove si concentrano le fabbriche e le opportunità di lavoro. Questo comporta la costruzione di nuovi quartieri e infrastrutture, ma anche problemi come l'inquinamento, la sovrappopolazione e la povertà. In conclusione, la rivoluzione industriale ha portato a profondi cambiamenti nella società, nell'economia e nell'ambiente. Ha permesso un notevole sviluppo economico, ma ha anche generato nuove disuguaglianze sociali e ha avuto un impatto negativo sull'ambiente.corvées dei cittadini, vengono sostituite da nuove strade a pedaggio costruite da compagnie private. Si creano reticoli di canali resi navigabili e vengono organizzati servizi privati per il trasporto di passeggeri e merci. In seguito all'invenzione della locomotiva a vapore di Stephenson comincia lo sviluppo della rete ferroviaria (1825), dapprima privata e poi di gestione statale (1844). - aprire nuovi mercati interni migliorando le condizioni di vita e le retribuzioni dei lavoratori per renderli "consumatori" dei beni che loro stessi producono. Espansione delle città e condizioni igieniche L'aumento significativo della popolazione sarà dovuto alla diminuzione del coefficiente di mortalità e all'aumento della natalità. Cambia la distribuzione degli abitanti sul territorio, le campagne si popolano e ci si concentra intorno ai nuclei urbani che diventano sempre più grandi. Londra ha già all'inizio dell'800.un milione di abitanti. Nel 1841 ne conta più di 2 milioni, superando ogni altra città presente e passata. Mentre la ricca borghesia londinese si raccoglie nei ricercati ambienti di Bedford Place e di Russell Square, i miserabili quartieri dell'est crescono come cancri e presto i loro inconvenienti igienici metteranno in crisi l'intera città. Mentre in campagna i rifiuti liquidi e solidi possono essere eliminati con relativa facilità e le diverse funzioni possono svolgersi senza eccessivi disturbi reciproci, in città l'addensamento e l'estensione disordinata senza precedenti dei nuovi quartieri operai rendono pressoché impossibile lo smaltimento. Traffico industriale e residenziale si incrociano e le officine adiacenti alle case le investono con i loro fumi tossici e inquinano i canali. Il repentino conurbamento nei centri industriali porta alla necessità di costruire nuovi alloggi: saturando gli spazi vuoti degli
isolati;- costruendo nuovi quartieri periferici. La questione dell'espansione urbana si trasforma da processo di riconfigurazione della città, anche simbolica, a semplice edificazione del suolo e costruire liberamente viene riconosciuto come diritto fondamentale del cittadino. Si pone la questione della rendita fondiaria, il suolo diventa merce e passa da un circuito di condivisione a uno di appropriazione. La costruzione dei nuovi edifici è però opera di speculatori, i jenny builders, che non potendo aumentare gli affitti, traggono profitto abbassando la qualità dei nuovi quartieri. La nascita dell'urbanistica moderna Le condizioni sociali pre-industriali erano percepite come un destino immutabile e la povertà era una condizione accettata da secoli senza speranza. La novità della città industriale permette però di riconoscere la povertà come un "male" che può e deve essere affrontato evinto. C'è una rapida presa di coscienza della condizione sociale, e un convincimento che le capacità dell'uomo e la forza delle macchine, come hanno generato questa realtà, possono cambiarne il corso, generando così il mito del "progresso". Nascono di pari passo le prime associazioni di lavoratori. Le radici dell'urbanistica moderna sono proprio qui, nel momento in cui le gravi situazioni della città industriale provocano non solo il disagio, ma anche la protesta delle persone che vi sono coinvolte. L'impegno dell'urbanistica non sarà relegato ai soli aspetti tecnico-distributivi, ma si carica di un significato sociale che non l'abbandonerà più: tentare di distribuire i benefici del progresso a tutte le fasce sociali della popolazione. Fin dalle sue origini l'urbanistica moderna mette in luce il suo doppio carattere, scientifico ed etico: - c'è chi persegue un modelloideologico globale in alternativa alla città esistente (matrice utopica);- chi restringe il proprio discorso al campo estetico (matrice estetica);- e chi invece partendo dalle esigenze tecniche connesse allo sviluppo industriale, tenta di correggerne i difetti (matrice tecnologico-amministrativa).
Principi e caratteri del piano urbanistico ottocentesco (passaggio città monumento a città servizio). Viene nell'ottocento inventato un nuovo ruolo di Tecnico e Progettista istituito da l' Ecole de Pont et Chaussées (scuola dei ponti e delle costruzioni) che da 1747 inizia a creare nuove professionalità. Questo introduce novità nella cartografia e in campo di igene. Tutto questo influenza la progettazione urbana che è alimentata da pratiche diffuse che arrivano oltre l'età napoleonica che le diffonderà in tutta Europa. Le strutture collettive vengono implementate dagli Ingegneri della scuola dei Ponti e delle costruzioni.
con interventi pubblici che esaltano in simboli del potere