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OBV: ridurre il plusvalore
• La griglia disegna uno spazio omogeneo che produce un territorio senza “centralità” e senza
gerarchie
• La griglia ortogonale è volta a offrire a tutti i proprietari grosso modo le stesse opportunità di
sfruttamento del suolo, riducendo le speculazioni
• Rappresenta simbolicamente e funzionalmente una società equa sia nei confronti dei gruppi sociali più
sfavoriti, sia nei confronti dei proprietari
• L’intenzione è che la griglia omogenea riduca i plusvalori immobiliari dei proprietari in modo egualitario e
ridistribuisca la ricchezza
La maglia infrastrutturale
Ampia e omogenea maglia ortogonale, Orientamento nord-sud sull’asse Barcellona-Gracia
+ orientamento derivante da indagini statistiche (assi NE – SO).
- 5 assi stradali di rango superiore (60-80 metri di diametro)
- 2 diagonali (Avinguda Diagonal e Avinguda Meridiana) tagliano la maglia confluendo nella Plaza de
las glorias catalanas
→ a cui se ne aggiungono altri 3 e un sistema di ferrovie innervano il sistema di maglie regolari.
- Gli assi stradali – ampi 20-30 metri – sono elementi organizzatori delle grandi funzioni urbane e
costituiscono il legame della città con il territorio.
L’infrastrutturazione della città nuova comprende sopra-suolo- e sotto-suolo
La costruzione di una teoria
Cerdà comprende che ogni scelta è arbitraria a meno che non sia giustificata di fronte ai cittadini:
«Quando è chiesto un sacrificio a un proprietario, affittuario, passante o alla comunità, la persona che lo
compie ha il diritto di conoscere perché il sacrificio viene richiesto»
L’esigenza di una teoria nasce dalla volontà di arginare l’arbitrarietà delle scelte che possano servire a
costruire una città industriale più giusta.
Il piano si basa su una maglia ortogonale indifferenziata, igienista e egualitaria, con prevalenza della linea
retta. →
Allegato al piano il trattato chiamato Teoria general de la costruccion de las ciudades aplicada al
proyecto de reforma y ensanche de Barcelona.
Dal 1849 Cerdà si dedica completamente allo studio della urbanizacion, che lo porta alla scrittura del
trattato che viene pubblicato nel 1867.
Si tratta di una teoria universale dell’urbanizzazione pubblicata sotto forma di trattato il cui esempio
pratico è costituito il piano di ampliamento di Barcellona.
«[…] Urbanizzazione. Tale termine indica l’insieme degli atti che tendono a creare
un raggruppamento di costruzioni e a regolarizzare il loro funzionamento, così
come designa l’insieme dei principi, dottrine e regole che si devono applicare perché le loro
costruzioni e il loro raggruppamento, invece di reprimere, indebolire e corrompere le facoltà
fisiche, morali e intellettuali dell’uomo che vive in società,
contribuiscano a favorire il suo sviluppo e ad accrescere il benessere sia individuale che
pubblico»
Opera divisa in 4 parti:
1. L’urbanizzazione come fatto concreto (origini, sviluppo, analisi dello stato di fatto: individuazione dei
problemi)
2. L’urbanizzazione come scienza: principi teorici dell’urbanizzazione perfetta
3. L’arte di applicare i principi teorici: la tecnica dell’urbanizzazione
4. Studio e riforma e della trasformazione di Barcellona, che illustrerà exempli gratia l’applicazione dei
“precetti e delle regole”
Le cinque basi della teoria
Cerdá negli anni si è continuamente e duramente confrontato con le pratiche di costruzione della città.
→
La teoria ha senso se è un aiuto per l’azione e la pratica professionale vi ricorda qualcosa?
• La teoria, in breve, deve riferirsi alle cinque dimensioni cruciali delle pratiche di trasformazione urbana:
tecnica, legale, economica, amministrativa, politica.
1. La base tecnica della urbanización è costituita dagli elementi tecnici utili alla costruzione della città:
• le vie o strade urbane, le tipologie di griglia stradale
• i nodi della griglia
• gli isolati, cioè gli spazi ritagliati dalla griglia stradale (intervias)
2. La base legale è necessaria affinché i piani non rimangano sulla carta:
• La pianificazione deve avere un assetto istituzionale affinché siano definiti per legge i diritti e i doveri dei
proprietari e della pubblica amministrazione
3. La base economica, a cui la base legale contribuisce, è necessaria per stabilire anzitutto:
• i criteri e i meccanismi per finanziare le opere di urbanizzazione
• la divisione di costi e benefici tra gli attori coinvolti
4. La base amministrativa è costituita dalle regole urbanistiche ed edilizie e dalle norme di attuazione del
piano, derivate dalle basi legale ed economica:
• Questa dev’essere molto rigida per questioni come la sicurezza e le norme igieniche, soprattutto nei
rapporti tra proprietari e tra proprietari e affittuari
• Ma occorre sia flessibile per le questioni di gusto, che devono rispettare la libertà dei proprietari, senza
ulteriori sacrifici oltre quelli richiesti dall’interesse generale
• Le norme amministrative riassumono il sapere tecnico che Cerdá ha sviluppato per la progettazione della
città moderna
5. La base politica enuncia la necessità di armonizzare il desiderabile con il
possibile:
• Il successo di un progetto scaturisce da una molteplicità di scambi e compromessi tra
attori che perseguono obiettivi differenti
• Occorre la capacità di mediare tra gli interessi dei decisori politici, dell’alta
burocrazia, dei funzionari, dei proprietari, degli imprenditori locali
• La mediazione è anche il mezzo per trovare le risorse finanziarie necessarie lavorando
nelle pieghe della legislazione e dei bilanci pubblici, e sollecitando e coinvolgendo gli
investitori privati.
L’espansione di Barcellona:
La residenza →
• Per Cerdá l’abitare determina la qualità della vita il problema della casa è il punto di partenza per il
progetto della città
• Legato al problema della casa è quello della densità, per questioni di igiene urbana ma anche di
contenimento dei prezzi
• L’ideale sarebbe l’abitazione unifamiliare, ma è un ideale irraggiungibile nella città che, per definizione, è
un insediamento compatto
• Cerdá prevede allora appartamenti che garantiscano il perseguimento di due finalità: la privacy
individuale e l’igiene (aria pulita, sole, acqua potabile)
• Va superato «il divorzio immorale tra igiene, arte ed economia edilizia»
Gli isolati
L’isolato tipo «manzana» è un quadrato di 113 m di lato (12.370 mq) con angoli smussati di 20 metri di
lunghezza (a 45%), e circondato da strade di larghezza variabile da 20 a 60-80 metri.
All’interno deve esserci uno spazio libero da destinare a verde e due lati aperti, ovvero privi di
edificazione. Ampie possibilità di combinazione degli edifici (varietà degli isolati).
Il 65% del lotto è destinato a verde ottenendo una densità insediativa di circa 250 ab/ha
L’isolato come «unità elementare della costruzione»
Grande importanza allo spazio libero all’interno dell’isolato:
«affinché l’entità isolato abbia tutte le condizioni necessarie per sussistere di
per sé, in modo da darle una certa indipendenza e autonomia, deve avere... una grande corte, o meglio un
giardino, che la attraversi nel mezzo»
• Funzione igienica: areazione e illuminazione
• Funzione sociale: luogo di gioco passeggio, sosta
• Strettamente connesso alla strada e complementare ad essa nella definizione dello spazio pubblico della
città (intervias)
Le strade
Per Cerdà occorre consentire la continuità di ogni tipo di movimento – pedoni, carri, treni – e la
compatibilità tra i diversi tipi di movimento.
Lo smusso degli angoli degli isolati serve ad aumentare la visibilità agli incroci e agevolare gli
attraversamenti. Ogni incrocio occupa il doppio di spazio del normale per rendere più fluido il traffico che lo
impegna.
La strada è definita come «un’unità combinata formata di spazio per il movimento e di edifici». Tale
concezione serve anche a giustificare la richiesta di finanziarne la costruzione rivolta ai proprietari degli
edifici che si affacciano su di essa.
Cerdá prevede che lo spazio complessivo occupato da strade e piazze sia il 34% del totale, il doppio rispetto
alla città vecchia.
Residenza e strade = Riposo e Movimento
«Tutto considerato la vita urbana si compone di due elementi essenziali che comprendono tutte le funzioni
e gli atti della vita. L’uomo riposa, l’uomo si muove: è tutto. Non c’è altro quindi che riposo e movimento
[...]. Tutti gli atti del riposo hanno luogo nei volumi definiti occupati dalla costruzione; tutti gli atti che
riguardano il movimento hanno luogo negli spazi indefiniti chiamate vie».
Spazio del movimento (via) e spazio del riposo/sosta (intervia): dall’abitazione alla città.
La riproducibilità della griglia
Raggruppamento inferiore: 5x5 isolati (quartiere, barrios)
Raggruppamento base: 10x10 isolati (distretto)
20 isolati x 20 isolati (settore)
I servizi
• I barrios si raccolgono attorno alla scuola e alla chiesa (i nuclei corrispondevano alle parrocchie)
• distretto: mercato, 4 centri sociali (chiesa, scuola, asilo, ...)
• Ogni 100 isolati era previsto un mercato di quartiere
• settore: funzioni amministrative, industriali, parchi urbani, grandi ospedali
• intera di città: mattatoio, cimitero
Per riassumere:
Il piano come regola e strategia
Cerdá persegue un programma con precise finalità politiche e sociali che traduce in un modello spaziale –
la griglia ortogonale – capace di rispondere alle esigenze funzionali della città moderna.
Eppure l’impianto di Barcellona fu criticato dai contemporanei come un impianto monotono.
Nell’espansione successiva la griglia sarà abbandonata, prediligendo altre forme urbane.
Per Cerdà griglia-scacchiera non è semplice dispositivo per lottizzare facilmente. Essa giustificata da idea
che città debba essere più possibile omogenea ed egualitaria:
«la sola capace di equiparare uniformemente le distanze e le capacità. Questa configurazione è l’espressione
…
netta e genuina dell’uguaglianza matematica, che è l’uguaglianza dei diritti e degli interessi, la giustizia
stessa»