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MOTI DELLA TERRA – RIVOLUZIONE
La RIVOLUZIONE TERRESTRE è il movimento che la Terra compie attorno al Sole, ha
una durata di circa 365 giorni e determina il fenomeno dell’alternarsi delle stagioni. La
Terra ruota attorno al Sole in senso antiorario (osservando il fenomeno dalla regione posta
a nord) secondo un’orbita ellittica che tuttavia presenta una ECCENTRICITÀ (rapporto tra
la distanza del Sole dal centro dell’ellisse e il semiasse maggiore dell’ellisse).
Si definisce ANNO SOLARE il tempo intercorso tra due passaggi successivi del Sole
all’equinozio di primavera (365 giorni, 5h, 48’).
Il MOTO APPARENTE DEL SOLE è quel fenomeno per cui un osservatore solidale con la
superficie terrestre vedrà il Sole, così come tutti i corpi celesti osservabili da Terra,
muoversi da est verso ovest. Anche il moto di rivoluzione provoca un moto apparente del
Sole , poiché osservando la posizione di quest’ultimo in un determinato momento della
giornata nel corso dell’anno, si noterà uno spostamento della posizione. Questo fenomeno
è dato dal cambiamento di inclinazione della direzione dell’asse di rotazione terrestre
rispetto al Sole.
L’ANNO SIDEREO, o anno siderale, è il tempo intercorso tra due passaggi consecutivi del
Sole nello stesso punto dell’eclittica con riferimento a un sistema di stelle che si
considerano fisse; questo tempo corrisponde a 365 giorni, 6h, 10’. Lo scarto tra anno
solare e anno Siderno determina il fenomeno della precessione degli equinozi che
rappresenta uno dei moti secondari della Terra assieme alla nutazione.
Il moto di rivoluzione e l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’ellittica
provocano l’alternanza delle stagioni e la diversa durata del giorno e della notte nel corso
dell’anno. A causa dell’inclinazione dell’asse terrestre di 23,4° esistono due fasce
geografiche dove il sole a mezzogiorno, nei solstizi d’estate e d’inverno si trova
esattamente allo zenit (tropico del Cancro e del Capricorno). Questi due paralleli
delimitano un’area esterna nella quale il Sole non raggiunge mai allo zenit.
MOTI SECONDARI – PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI
Si tratta di uno spostamento della direzione dell’asse di rotazione in senso inverso al moto
di rivoluzione; a determinare questo mutamento è la perturbazione generata
dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’eclittica di 23° 27’. Ciò è
accentuato dalla non perfetta sfericità della Terra e dalle conseguenti diverse interazioni
gravitazionali nelle varie aree della Terra. La conseguenza è una regressione costante e
continua della LINEA DEGLI EQUINOZI, cioè di quell’asse immaginario che unisce i punti
degli equinozi di primavera e autunno. Il ciclo di precessione ha una durata di 25800 anni.
MOTI SECONDARI – NUTAZIONE
Consiste in un’oscillazione dell’asse di rotazione attorno al cono di precessione. Questo
fenomeno è dovuto agli effetti gravitazionali del Sole e della Luna che agiscono su un
corpo non perfettamente sferico ed omogeneo.
SISTEMI DI RIFERIMENTO CELESTI
Se si vuole determinare con precisione la posizione di una stella proiettata sulla volta
celeste, sarebbe necessario indicarla con valori spaziali e coordinate temporali. Così come
per individuare la posizione di un punto sulla superficie terrestre si utilizza un sistema di
coordinate riferite a due dimensioni (latitudine e longitudine), così per individuare un corpo
celeste si può fissare un sistema di riferimento che può essere di diverso tipo a seconda
dell’esigenza:
SISTEMA ALTAZIMUTALE: si ottiene definendo l’orizzonte astronomico come il
- cerchio ricavato dall’intersezione del piano tangente alla superficie con la semisfera
celeste. Lo zenit è invece definito come il punto sulla volta celeste generato
dall’intersezione della volta stessa con l’asse normale al piano tangente e passante
per l’osservatore. Il nadir è il punto diametralmente opposto allo zenit. La posizione
dell’oggetto è determinata da due coordinate sferiche: ALTEZZA rispetto
all’orizzonte misurata in gradi a partire dall’orizzonte astronomico verso l’oggetto
stesso; l’AZIMUT cioè la distanza angolare tra un meridiano di riferimento e il
meridiano passante per l’oggetto. Il sistema altazimutale non ha valore universale
dato che è influenzato dalla posizione che l’osservatore ha sulla superficie terrestre
e quindi varia da punto a punto;
SISTEMA EQUATORIALE: è il sistema più stabile e universale poiché è connesso
- all’equatore terrestre. Una volta stabilito il reticolo, la posizione è definita tramite:
DECLINAZIONE cioè l’altezza rispetto all’equatore misurata in gradi; ASCENSIONE
RETTA cioè la distanza angolare dal meridiano di riferimento misurato in senso
antiorario, il cui punto è dato dalla posizione del Sole sull’equatore all’equinozio di
primavera; si misura in ore, minuti e secondi (360°/24h = 15°). Le due coordinate
sono indipendenti dalla posizione dell’osservatore poiché fanno parte di un sistema
solidali alla superficie terrestre.
COSTELLAZIONI
L’uomo ha cercato fin dall’antichità un metodo per riconoscere le stelle più brillanti e
orientarsi sulla Terra. Il sistema più semplice consisteva nel raggrupparle in porzioni di
cielo a cui era attribuito un nome. Questi insiemi di stelle presero il nome di costellazioni.
Nel 1933 l’International Astronomica Unione ha deciso di suddividere l’intera volta celeste
in 88 porzioni contigue che sono andate a costituire le costellazioni attualmente in uso (18
boreali, 34 equatoriali, 36 australi). Per la denominazione degli astri si utilizza una
nomenclatura binomio che prevede una lettera greca (attribuita in ordine alfabetico in
funzione della luminosità) seguita dal nome della costellazione in latino.
Per quanto riguarda le costellazioni nonostante la posizione delle stelle che le
compongono sembri apparire in vicinanza l’una con l’altra, nello spazio tridimensionale ciò
non è così. Stessa cosa per la luminosità.
GRAVITAZIONE CLASSICA
Nella fisica classica per gravità si intende una proprietà intrinseca della materia, definita
come una quantità misurabile attraverso una massa di prova posta ad una certa distanza
dalla massa che genera il campo gravitazionale. È la più debole tra le forze ed è difficile
misurarla per quanto riguarda le piccole masse.
La legge di gravitazione universale è stata enunciata da Newton nel 1687: due corpi di
m m
masse ed esercitano l’un l’altro una forza, diretta lungo la congiungente, che è
1 2
direttamente proporzionale al prodotto delle masse ed inversamente proporzione al
quadrato della distanza fra i loro centri (distanza tra i centri di gravità)
m m
⋅
1 2
F=G⋅ 2
r 3 2
−11
6,67 10 m ∕ k s
⋅ ⋅
Dove G è la costante di gravitazione universale che vale g
Questa legge vale per tutti i corpi dotati di gravità.
LEGGI DI KEPLERO
Keplero formulò delle leggi che descrivevano empiricamente i moti dei pianeti:
Prima legge: i pianeti nel loro moto di rivoluzione intorno al Sole descrivono orbite
ellittiche, di cui la stella occupa uno dei due fuochi; la distanza di un pianeta dal Sole non è
costante. Lo stesso Keplero chiamò perielio il punto di minima distanza e afelio quello di
massima distanza
Seconda legge: il raggio vettore che unisce il Sole con un pianeta descrive aree uguali in
tempi uguali; ciò perché si era notato che in certi periodi dell’anno vi era una accelerazione
nel moto di rivoluzione, mentre in altri periodo un rallentamento. La velocità con cui
impianti orbitano intorno al Sole non è uniforme, ma inversamente proporzionale alla
radice quadrata della loro distanza dal Sole
Terza legge: il quadrato del periodo di rivoluzione è proporzionale al cubo del semiasse
maggiore dell’orbita.
2 2
K=T /d
Dove K è la costante, T il periodo orbitale e d il semiasse maggiore; con ciò è possibile
stabilire la distanza di uno qualunque dei pianeti dal Sole del nostro sistema solare
conoscendo il loro periodo di rivoluzione e viceversa.
Il limite principale di queste leggi è che considerano il sistema Sole - pianeta come un
sistema chiuso e non esposto all’influenza e interferenza disastri corpi.
ENERGIA DELLE ORBITE
Energia delle orbite come somma di energia cinetica ed energia potenziale:
1 GMm
2
m v −
2 R m M
L’energia totale è sempre negativa se parliamo di che non sfugge mai a (con
M m
orbita chiusa e STATO LEGATO). Per sfuggire alla forza di , deve avere
un’energia totale almeno uguale a 0, come condizione minima.
SATELLITI GEOSTAZIONARI
Il SATELLITE GEOSTAZIONARIO è un satellite che ruota nello stesso senso della Terra
(da ovest a est) e la cui orbita giace sul piano dell’equatore. Ruotando con lo stesso
P
periodo della Terra, resta costantemente sulla verticale di un punto dell’equatore
terrestre apparendo immobile ad un osservatore dalla Terra.
Il movimento dei satelliti intorno alla Terra è regolato dalle leggi di Keplero. Per
m h
determinare la velocità di un satellite: un satellite di massa gira ad altezza dalla
Terra, quindi o, raggio dell’orbita è
r=R+ h
R r
Dove è il raggio della Terra e è il raggio dell’orbita del satellite. v
⃗
Per far si che il satellite giri su un’orbita circolare, la direzione della velocità deve
essere modificata continuamente verso il centro da una forza centripeta
2
m+ v
F =
c R+h
La forza centripeta esercitata dalla Terra non è altro che la forza di attrazione
gravitazionale
m⋅ M
F=G 2
R+h
( ) F
Visto che la è uguale alla forza di attrazione gravitazionale, la velocità di un satellite
c
è √ G m
⋅
v = R+h
Il periodo di rivoluzione di un satellite è il tempo che un satellite impiega per compiere un
R+h
giro completo intorno alla Terra (percorrenza di circonferenza di raggio . La velocità
2πr
si calcola facendo e quindi il periodo vale
T
2π R
( )
+h
√ G+M
R+ h
Il periodo non dipende dalla massa del satellite, quindi due satelliti con massa diversa
girano con lo stesso periodo.
SFERA CELESTE
La sfera celeste è una sfera immaginaria che si incontra con la proiezione della