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CONTO ECONOMICO A FATTURATO E COSTO DEL VENDUTO
Secondo questo tipo di riclassificazione i componenti di reddito vengono
allocati in base alle aree gestionali dalle quali derivano
All’interno della gestione caratteristica è possibile individuare tre aree che concorrono
alla formazione del risultato operativo:
1) area produzione
2) area commerciale
3) area amministrativa
Sono richieste informazioni più dettagliate rispetto a quelle necessarie per la
riclassificazione a valore della produzione e valore aggiunto
Il COSTO DEL PRODOTTO VENDUTO, che rappresenta il totale dei costi relativi alla
fase di produzione, può essere scomposto per evidenziare anche i consumi di materie
prime e il costo dei prodotti finiti
I lavori interni vengono sottratti al CPV per contrapporre al fatturato solo i costi
sostenuti per produrre beni destinati alla vendita
Il margine operativo lordo misura l’efficienza del processo di trasformazione
Per giungere al risultato operativo bisogna sottrarre i costi di struttura e le spese
legate alla commercializzazione dei prodotti
Il margine operativo netto esprime:
- l’entità della ricchezza residua dell’impresa dopo la remunerazione dei fattori
produttivi impiegati nella gestione caratteristica
- il risultato economico della gestione caratteristica
- il risultato delle operazioni di acquisto, produzione, amministrazione e vendita della
gestione caratteristica
GLI INDICI DI BILANCIO (CAPITOLO 2)
Gli indici sono rapporti tra valori di bilancio presi dallo stato patrimoniale e
del conto economico
Hanno l’obiettivo di evidenziare aspetti rilevanti della gestione sotto il profilo
economico e finanziario ed individuare parametri guida a cui fare riferimento
nell’attività di programmazione
Si suddividono in quattro categorie:
1) INDICI DI REDDITIVITA’
Rapportano un flusso economico ad un aggregato del quale si intende valutare
l’attitudine a produrre un risultato reddituale
A) ROE = (Rn/Pn) x 100
E’ l’indice di estrema sintesi della performance aziendale in quanto misura il
rendimento globale dell’azienda per i portatori di capitale di rischio
Al fine del suo corretto calcolo bisogna ricordare che:
- il patrimonio netto posto al denominatore comprende l’utile dell’esercizio
- il denominatore può essere sostituito con il patrimonio netto medio del periodo ossia
la media aritmetica del patrimonio netto iniziale e finale
Il termine di riferimento per valutare se la performance dell’impresa misurata dal ROE
è soddisfacente è costituito dagli investimenti alternativi caratterizzati da un analogo
livello di rischio e liquidabilità
B) ROA = (Ro/Ta) x 100
Misura il rendimento derivante dall’attività caratteristica dell’impresa rispetto al totale
delle attività ossia il complesso degli investimenti in essere alla fine del periodo
osservato
Fornisce indicazioni circa la capacità di ottenere un flusso di reddito dall’attività tipica,
prescindendo dalla natura delle fonti che hanno finanziato gli investimenti posti al
denominatore
Occorre essere molto cauti nell’interpretazione del ROA, in particolare quando lo si
confronta con quello di altre imprese, perché c’è l’eventualità che una quota
significativa degli investimenti non sia al servizio dell’attività caratteristica
dell’impresa il suo valore può dunque rivelarsi poco affidabile
C) ROI = (Ro/Cin) x 100 (Ro/V) x (V/Cin) x 100
E’ una variante del ROA a cui si fa riferimento per valutare la redditività degli
investimenti
Il capitale investito netto operativo (Cin) è dato dalla somma del capitale circolante
operativo netto (CCON) e le immobilizzazioni operative nette
Il Cin diverge sensibilmente dal totale dell’attivo perché da un alto non comprende le
attività monetarie e accessorie e dall’altro valuta gli investimenti a supporto
dell’attività di produzione e di vendita al netto dei debiti correnti
D) ROS = (Ro/V) x 100
Fornisce una misura del margine percentuale di risultato operativo sulle vendite,
evidenziando quindi la relazione tra prezzi di vendita e costi della gestione
caratteristica
La dinamica del ROS non spiega le cause che l’hanno determinata infatti un suo
peggioramento può essere dovuto ad esempio ad un aumento dei costi più che
proporzionale rispetto all’aumento dei ricavi
L’analisi della struttura del conto economico consente però di individuare le grandezze
responsabili della variazione del ROS o della sua diversità rispetto ad un parametro di
confronto
E) ROD = (Of/Df) x 100
Dal punto di vista dei creditori sociali misura il rendimento del capitale che essi hanno
investito nell’impresa mentre dal punto di vista dell’azienda fornisce una stima del
costo del capitale di credito
Si tratta di un rendimento per i creditori/costo del capitale di credito per l’impresa
valutati al lordo delle imposte
In realtà il rendimento effettivo dei creditori sarà tanto più basso quanto più elevata è
l’aliquota fiscale che grava sul loro reddito mentre il costo effettivo per l’impresa sarà
inferiore al ROD dato che gli oneri finanziari sono deducibili ai fini dell’IRES
2) INDICI DI ROTAZIONE E DI DURATA
Gli indici di rotazione esprimono l’efficienza con la quale l’azienda impiega il capitale o
alcune sue parti ovvero la capacità di tradurre in fatturato le risorse investite,
rapportando le vendite agli impieghi
I quozienti di durata non solo altro che i reciproci dei quozienti di rotazione
A) ROTAZIONE DELLE ATTIVITA’ OPERATIVE = V/Ao
Un aumento del quoziente indica un incremento dell’efficienza di impiego delle attività
operative e viceversa
Il reciproco del quoziente di rotazione delle attività operative misura l’intensità di
capitale, ossia gli investimenti operativi necessari a realizzare un’unità di fatturato
Le aziende a bassa rotazione degli investimenti sono imprese (cd. capitale intensive)
nelle quali servono forti investimenti per realizzare un’unità di fatturato
B) ROTAZIONE DELLE ATTIVITA’ CORRENTI = V/Ac
Lo scopo è accertare l’efficienza degli investimenti più direttamente collegati al
processo di acquisto-trasformazione-vendita
Se aumentano gli investimenti correnti per ogni unità di fatturato il valore dell’indice
diminuisce e viceversa
Ovviamente supera la rotazione delle attività operative perché il denominatore
esclude le immobilizzazioni
Se confrontando la dinamica temporale dei due emerge un andamento differente
allora il peso del capitale fisso all’interno degli impieghi si è modificato
Ad esempio la rotazione delle attività correnti può essere stabile anche in presenza di
un calo della rotazione delle attività operative questo perché l’impresa ha realizzato
alla fine del periodo investimenti fissi che hanno contribuito alle vendite ed entrano
nel computo della rotazione complessiva riducendone il valore
C) ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO NETTO OPERATIVO = V/Cin
L’efficienza d’impiego del capitale misurata attraverso questo indice dipende non solo
dalle politiche di gestione delle attività operative ma anche dalla capacità di traslare
sui debitori correnti parte del fabbisogno finanziario originato dalla gestione
caratteristica
Permette quindi di cogliere l’efficienza delle politiche di gestione del passivo corrente
oltre che dell’attivo
Cin = (crediti correnti + magazzino + immobilizzazioni operative nette) - debiti
correnti
D) ROTAZIONE DEL CAPITALE CIRCOLANTE OPERATIVO NETTO = V/CCON
Rapportando le vendite al capitale circolante commerciale si ottengono informazioni
riguardo all’efficienza con la quale l’impresa gestisce il capitale circolante commerciale
Consente dunque di valutare le conseguenze finanziarie delle politiche di gestione sia
dell’attivo che del passivo corrente
Se il valore dell’indice è pari a 4 significa che il fatturato ha riprodotto 4 volte gli
investimenti
CCON = Crediti correnti - Debiti correnti
E) DURATA MEDIA DEI CREDITI = Crediti commerciali/(Vendite/360)
E’ il reciproco della rotazione dei crediti ed indica il tempo che mediamente intercorre
tra la vendita e la riscossione del relativo credito
All’accorciarsi della durata media dei crediti si collegano diversi vantaggi di ordine
finanziario a parità di fatturato si riduce il fabbisogno degli investimenti in crediti e
di conseguenza diminuisce l’onere di copertura
Bisogna tenere presente che:
- i crediti commerciali possono essere espressi al lordo o al netto del fondo
svalutazione crediti
- i crediti comprendono l’iva che andrebbe scorporata per rendere omogenee le
grandezze poste a confronto
- ai crediti iscritti in bilancio occorre eventualmente sommare l’importo dei crediti per i
quali è in corso un’operazione di smobilizzo
F) DURATA MEDIA DEL MAGAZZINO = Magazzino/(Vendite/360)
E’ il reciproco della rotazione del magazzino ed indica i giorni che mediamente
passano dall’inizio del ciclo operativo e la sua conclusione
La breve permanenza di materie prime, semilavorati e prodotti finiti in magazzino va
valutata positivamente
G) DURATA MEDIA DEI DEBITI = Debiti commerciali/(Acquisti/360)
Misura il tempo che intercorre tra l’acquisto e il relativo pagamento
Fornisce indicazioni circa la capacità media dell’impresa di trasferire sui fornitori parte
del fabbisogno finanziario originato dalle operazioni correnti
Maggiori sono i tempi di regolamento degli acquisti, minore è il fabbisogno residuo che
deve essere coperto dai debiti finanziari
Sfruttare tempi di pagamento troppo lunghi però può generare però problemi nei
rapporti coni fornitori
3) INDICI DI INDEBITAMENTO
Analizzano la struttura finanziaria e producono informazioni circa:
* il livello di indebitamento (leverage)
* la composizione dei debiti per natura (finanziari e correnti) e per durata (breve e
medio-lungo termine)
I primi due (equity multiplier) rapportano il totale dell’attivo oppure il
capitale investito netto operativo (Cin) al patrimonio netto mostrando
quante volte gli impieghi superano il patrimonio netto:
A) TOTALE ATTIVO/PATRIMONIO NETTO
B) CAPITALE INVESTITO NETTO OPERATIVO/PATRIMONIO NETTO
Il valore minimo del primo indice è 1 e ciò accade quando tutte le attività sono
finanziate mediante mezzi propri ossia quando l’impresa non ha debiti
Il secondo indice può assumere un valore inferiore ad 1 se il Cin è infer