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Nell’età moderna si delinea precisa spazializzazione: produzione di spazio tipica di un’epoca.
Spazializzazione di epoca moderna è diversa da spazializzazione di epoca globale.
Spazializzazione propria del territorio e dei confini dello stato moderno o nazionale. Lo spazio
politico dello stato è il suo territorio, perché lo stato esercita sovranità su territorio delimitato da
confini netti. Come la esercita? Attraverso un apparato burocratico razionale e fatto di istituzioni
che garantisce svolgimento di vita sociale e funzioni fondamentali. La sfera di azione dello stato è il
suo territorio che è spazio continuo delimitato da confini netti. La sovranità dello stato nazionale è
esclusiva, lo stato nazionale è sovrano solo all’interno di quei confini. Fuori dai confini si pone
un’altra sovranità (di un altro stato nazionale). Questo procede per tutto il 900. Sfera di azione di
stato non si esaurisce su istituzioni, altra sfera è il mercato. Le scoperte geografiche avevano avuto
ruolo importante in formazione di mercato globale. Età moderna ha generato rivolgimenti in
modo di produzione, distribuzione e accumulazione del denaro. Scoperte e conquista di globo era
anche destinata ad espansione dei mercati, ricerca del profitto. Il ruolo dello stato nazionale è
stato caratterizzato da importante funzione di mediazione: da un lato tra collettività locali
(contadine e operaie) che riconoscevano in stato fonte di autorità e giurisdizione ma anche di
protezione, perché stato è limite all’espressione di libertà individuali; dall’altra parte nei confronti
dello scenario globale, internazionale che emerge a partire da scoperte geografiche. Lo stato
nazionale si pone a metà strada tra locale e globale, con il compito di integrare individui e
collettività entro reti e processi di tipo economico, sociale, politico, culturale. La funzione dello
stato nazionale era quello di costruire la nazione. Lo stato è l’istituzione che attraverso il suo
dispiegamento, gli apparati, costruisce la comunità nazionale: lingua comune, letteratura, storia,
tradizioni, miti, monumenti sono stati elaborati e diffusi per costruire tessuto di significati comuni
di narrazioni, memorie in grado di generare patrimonio condiviso --> queste cose fanno
patrimonio comune. Le grandi città, capitali da 800 in poi diventano lo spazio espressivo anche
della potenza dello stato, retorica del potere (monumenti in grandi piazze, archi di trionfo, grandi
spazi pubblici per celebrare memorie ma anche da monito per il futuro). È un apparato
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immateriale, funzione integratrice interna. Funzione separatrice esterna: accade in un luogo
preciso di stato nazionale, i confini. I confini statali ancora in epoca medievale costituivano ampie
zone di sovrapposizione, di non esclusività. Ora diventano linee di demarcazione molto nette, che
hanno compito esclusivo: separare giurisdizioni e garantire controllo territoriale di stato. Azione di
stato nazionale risponde a un principio territoriale: autorità politica si esercita sul territorio
continuo al suo esterno e separato da confini netti rispetto ad altri stati. Sia territorio sia autorità
politiche sono mutualmente esclusivi, esercitano potere solo all’interno di loro territorio. La
modernità si esprime da punto di vista geografico politico in questo principio territoriale:
modernità stato centrica. Nozione di esclusività modella anche concetto di cittadinanza: cittadino
è chi abita all’interno dei confini e che è parte di nazione che stato ha costruito, in comune lingua,
tradizioni, storia, religione. Essere vicini spazialmente nella modernità significa avere tutto il
patrimonio in comune. Per avere sudditi e cittadini devono condividere patrimonio comune, non
c’è niente di naturale --> natura costruttiva (Libro “Comunità immaginate”). Vita sociale si
organizza attorno istituzioni che si organizzano intorno ad apparato burocratico di stato nazione.
All’interno di stato c’è ricerca di equilibrio tra espressione di libertà individuali e il sistema.
Modello societario moderno è costruito su apparati amministrativi e burocratici pesanti (“la
gabbia di acciaio”). Controllo istituzionale, omogeneità sociale e culturale e il modello fordista di
produzione --> dispositivo per controllare il tempo e lo spazio della produzione al fine di
aumentare il profitto (catena di montaggio, razionalizzazione dello spazio che razionalizza il tempo
e produce profitto). All’inizio del 900 il modello di razionalità spazio temporale di catena di
montaggio investe la società stessa. L’urbanistica delle città viene organizzata in base a questa
nuova presenza umana (fabbriche, stazioni, operai). Modello che guida costruzione di metropoli
moderna risponde a questi canoni: razionalizzazione dello spazio per ottimizzare i tempi di
produzione. La spazializzazione che prevale nella modernità è quella dell’estensione geometrica.
Spazialità rappresentabile su carte, confini netti. Territorio è spazio esclusivo di sovranità. Anche la
percezione del tempo si modifica. In storia abbiamo visto succedersi di tempi diversi, biologico,
liturgico, sacro, personale. In medioevo questi tempi diversi hanno convissuto, ma nella modernità
si impone come prioritario il ritmo della vita sociale, esigenza di un tempo pubblico condiviso
(calendario, orologi) --> esprime ritmo condiviso di attività collettive e assicura la loro regolarità.
Presenza di orologi cambia la percezione del tempo e organizzazione di vita produttiva, sociale -->
ore e minuti favoriscono la misurazione di inizio e fine di lavoro, scansioni interne. Nuovi criteri per
controllare prestazioni lavorative, che sostituiscono riferimento al tempo naturale. La rivoluzione
industriale accelera processi economici e vita sociale. Controllo di tempi di lavoro in fabbrica
garantisce possibilità di produrre di più. Pratiche spaziali e temporali iniziano a esprimere
contenuti sociali, iniziano lotte sociali. Spinta a creare mercato globale, ridurre barriere spaziali
diventa forte quanto razionalizzazione e organizzazione spaziali in organizzazione efficiente per
produzione.
I cambiamenti più profondi avvengono in periodo molto preciso della storia, fra gli ultimi due
decenni di 800 e i primi due del 900: radicali mutamenti in campo tecnologico e culturale
generano nuove percezioni in spazio e tempo. Tra 1980 e 1920 scoperte e invenzioni tecnologiche
trasformano concezione di spazio e tempo: espansione di rete ferroviaria, navigazione a vapore,
uso di bicicletta e automobile, telegrafo, telefono, radio. Cambiano anche i comportamenti
individuali e collettivi relativi a tempo e spazio. Ma l’impatto di queste trasformazioni si legge non
solo nella vita quotidiana ma anche nelle forme dell’immaginario. Impatto che queste forme
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hanno avuto su arte, psicanalisi, pittura, letteratura, fisica, ecc. ha contribuito a sovvertire valori
tradizionali avviando processo di modernizzazione. Modernizzazione su piano sociale, economico,
politico, tecnologico e modernismo è questa trasformazione, effetto su cultura di
modernizzazione. Movimenti modernisti concorrono a elaborare nuova concezione di spazio e
tempo. Il tempo non è più omogeneo, diviso in unità discrete (perfettamente corrispondente a
geometrizzazione di spazio), scandito da orologio, può assumere forma di flusso di coscienza, di
tempio irreversibile di istanti irripetibili (tempo della vita). Ma anche omogeneità di spazio viene
messa in discussione: emerge relatività di spazio che varia in prospettiva di osservatore,
molteplicità di organizzazioni sociali e culturali di riferimento. Senso di passato e presente cambia
a opera del cinema, del treno, del piroscafo. Telefono consente presenza in corrispondenza di
assenza fisica, ridefinisce concezioni di vicino e lontano. Nel 1913 Ford crea la catena di
montaggio: uso di forma di organizzazione dello spazio per accelerare la velocità della riduzione,
quindi il profitto. Stesso anno a Parigi --> viene lanciato il primo segnale radio. Uso di questi
dispositivi accentua divario tra tempo pubblico sociale (catena di montaggio) e tempo privato,
individuale, intimo. Divario trova sua espressione in arte letteratura pittura e psicologia. Romanzo
del flusso di coscienza, cubismo, teoria della relatività dello spazio. Modernità, modernizzazione e
modernismo è impasto di forme sociali, spaziali temporali nuove rispetto a epoca precedente.
“Tempi moderni” con Charlie Chaplin: fabbrica, catena di montaggio. Altro aspetto di modernità è
il controllo, controlla sia tempo collettivo che individuale (scena in bagno). Metafora di stato
controllore.
La globalizzazione da un certo punto di vista segnala che equilibri raggiunti sono infranti, ma segna
una rottura da società integrale dove tutto accade in confini di stato a condizione post societaria
dove i confini iniziano a diventare permeabili, e dove il potere si sgancia da dimensione
territoriale. L’economia, la politica, la cultura non sono più contenute dentro i confini dello stato
nazionale. Dopo la seconda guerra mondiale gli assetti istituzionali caratterizzati da egemonia,
politica, cultura nazionale non reggono più, vanno in crisi e iniziano a trasformarsi. Non sappiamo
ancora esito di trasformazione in cui stiamo vivendo. Mutamento che stiamo attraversando non
presenta un andamento lineare, le trasformazioni riguardano molteplici piani diversi, seguono
tendenze ambivalenti che a tratti sembrano contrapposte, l’esito quindi è difficilmente
prevedibile. La globalizzazione ristruttura spazio e tempo in cui individui e gruppi organizzano la
loro esperienza. Invenzioni tecnologiche, mezzi di comunicazione imprimono accelerazione a
processo di trasformazione che era già in corso. Producono sganciamento di tempo e spazio
(distanza spaziale non comporta distanza temporale), si produce simultaneità despazializzata
(soggetti dislocati in luoghi diversi sperimentano contemporaneamente gli stessi eventi,
simultaneità indipendente da compresenza).
Tempo nella nostra società, epoca che stiamo vivendo: accelerazione della vita individuale e
collettiva. I ritmi si fanno sempre più complessi, le persone tendono a divorare tempo e spazio:
cronofagia. La velocità è il carattere principale del nostro tempo. Accelerazione dei ritmi porta
tensione tra ritmi interni personali e ritmi esterni sociali. Tempo e spazio sono ostacoli da
superare. Geografo David Harvey parla di compressione spazio-temporale. Il tempo e lo spazio
cambiano nella nostra percezione e modificano la nostra esperienza. Harvey individua nel
capitalismo il nuovo motore dell’accelerazione. Il futuro sembra sem