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Il riduzionismo nella spiegazione dei fenomeni
Sociologia, Psicologia, Biologia, Chimica, Fisica. Ogni livello è basato su quello sottostante. Alla fine, tutta la realtà è realtà fisica, le leggi fisiche potrebbero spiegare tutto. Il riduzionismo assume che vi siano più livelli di realtà, alcuni più fondamentali di altri e ve ne sono due declinazioni:
- Riduzionismo ontologico: oggetti/sistemi che caratterizzano un certo livello sono realizzati da oggetti/sistemi che caratterizzano un livello inferiore e più fondamentale (es. società, individui, cellule, molecole, atomi, particelle subatomiche).
- Riduzionismo epistemologico: la spiegazione dei fenomeni/teorie a un certo livello può essere data sulla base di teorie poste a livello inferiore (es. sociologia, psicologia, biologia, chimica, fisica).
Il riduzionismo teorico deriva da E. Nagel, secondo cui la riduzione di una teoria di livello "più alto" a una di livello "più basso" si configura.
come una derivazione logica di una teoria all'altra. Sono le teorie a essere ridotte, derivandole logicamente e per farciò, devono darsi due caratteristiche: Connectability: possono essere formulate delle regole di corrispondenza (bridge laws) che connettono i più importanti termini di T ai più importanti termini di T. Derivability: le leggi fondamentali di T, o meglio le loro traduzioni nel vocabolario di T, possono essere derivate logicamente dalle leggi di T. Si tratta di una traduzione dei termini e di una derivazione logica delle leggi, ma è una riduzione molto onerosa. Ciò non implica, però, un'eliminazione della teoria di più alto livello, ma un gettare luce su di essa per capirla meglio. Ad esempio, la riduzione della termodinamica alla meccanica statistica: sappiamo come e quando è opportuno usare la termodinamica perché comprendiamo come è collegata alla meccanica statistica. In La logica della.scienza“ ”, Carnap spiega l’idea della “bridge laws”, ovvero ditradurre i termini di una teoria in quelli di un’altra. Le leggi di una devono avere lostesso carattere di quelle dell’altra e devono poter essere derivate da esse, maquest’ultima questione rimane aperta. Secondo Carnap, il compito più importantedella logica della scienza è la realizzazione di ciò che il fisicalismo ritiene possibile,ovvero indicare le regole sintattiche che consentono di inserire i diversi concettibiologici, psicologici e sociologici nel linguaggio della fisica Questo porterà allacreazione di un linguaggio unitario, che permetterà di superare la divisione nellascienza. Secondo Neurath, l’unità della scienza non va perseguita in sensoriduzionistico, ma rimane l’idea della scienza come impresa unitaria.L’empirismo logico opera anche una distinzione netta tra contesto della scoperta econtesto della giustificazione,
che sono due momenti della pratica scientifica distinti concettualmente: Contesto della scoperta: analizza il modo in cui gli scienziati pervengono a formulare una nuova ipotesi e/o elaborare una nuova teoria scientifica. Si pone a un livello descrittivo. Contesto della giustificazione: valuta razionalmente se la nuova ipotesi e/o teoria scientifica rispetta i parametri della logica e risulta empiricamente adeguata. Si pone al livello normativo. Tale distinzione è stata introdotta da Hans Reichenbach in "predizione" (1938), anche se lui non distingue tra livello descrittivo e normativo perché considera la filosofia della scienza (contesto della giustificazione) come anche parzialmente descrittiva. Nel contesto della giustificazione rientra la ricostruzione razionale degli effettivi processi di pensiero degli scienziati e su tale ricostruzione deve poi essere eseguita l'analisi logica che ne permette la valutazione e la giustificazione.Il contesto della scoperta, invece, è oggetto di studio empirico (psicologico, storico e sociologico). La scoperta è passibile di studi di tipo psicologico, storico e sociologico, ma non logico ed epistemologico, non necessita di essere razionalizzata, anche se non deve necessariamente configurarsi come atto irrazionale. La giustificazione è passibile di studi logici ed epistemologici. La distinzione tra i due contesti permette agli empiristi logici di non occuparsi dei reali processi cognitivi che hanno effettivamente condotto a una certa scoperta scientifica (compito della psicologia). Essi, così, si limitano ad agire nel contesto della giustificazione, l'unico suscettibile di indagine teorica.
Per riassumere, i principali punti dell'empirismo logico sono:
- Primato assoluto dell'esperienza.
- Centralità dell'analisi logica del linguaggio.
- Distinzione analitico/sintetico.
- Principio di verificazione come principio di significanza.
filosofia della scienza. Durante la rivoluzione scientifica, c'era stato l'intento comune di definire un "metodo della scoperta" in grado di produrre nuove ipotesi e teorie scientifiche e che fosse anche garanzia della loro giustificazione. La deduzione non sembra il tipo di ragionamento più adatto, perché se le conclusioni sono conseguenza logica delle premesse, esse sono già implicite in esse, quindi non dà conoscenza nuova, ma la esplicita, non è conoscenza ampliativa. Per la scoperta si usano perlopiù induzione e abduzione.
L'induzione consta di:
- Generalizzazione: osservo A ... A e noto che hanno tutti la proprietà B, quindi concludo: tutti gli A sono B.
- Proiezione: osservo A ... A e noto che hanno tutti la proprietà B, quindi concludo: anche il prossimo A sarà B.
Es. Lawrence Craven e la scoperta che l'aspirina aiuta a prevenire l'infarto al miocardio tramite
L'osservazione dei pazienti a cui la somministra: nota che essi si ammalano meno di infarto al miocardio tramite un ragionamento induttivo, sulla base di un campione parziale. Un altro esempio è la "regola di Chargraff" (1947): Erwin Chargraff scopre che il numero di basi di citosina e guanina deve essere sempre lo stesso, così come il numero di basi di adenina e timina, osservando otto organismi.
Secondo Charles S. Peirce l'abduzione è il motore della scienza e guarda con sospetto l'induzione. Nell'abduzione si parte dallo studio dei fatti per arrivare ad avanzare un'ipotesi o teoria in grado di spiegarli, ovvero un'ipotesi o teoria dalla quale quei fatti seguirebbero naturalmente. Osservo il fatto F (o un certo numero di fatti F ... 1F), se l'ipotesi I fosse vera, allora F ne seguirebbe naturalmente, quindi l'ipotesi I è incorretta. Es: La mia macchina non parte. Se la mia macchina fosse senza benzina,
allora non partirebbeLa mia macchina è senza benzina
Per esempio: Darwin e la teoria della selezione naturale: nelle Galapagos osserva un gruppo di fringuelli che si distinguono per la forma del becco e ipotizza che ciò sia dovuto al fatto che essi hanno colonizzato posti con diversi tipi di cibo. Se a teoria dell'evoluzione fosse corretta, allora potrebbe spiegare come le diverse specie si siano formate da un antenato comune in virtù della selezione naturale, quindi la teoria dell'evoluzione è corretta.
Induzione e abduzione sono forme di ragionamento ampliativo, perché danno conoscenza nuova. L'abduzione implica una relazione causale tra ipotesi e premessa.
Induttivismo ingenuo: l'induzione è in grado di garantire la verità delle ipotesi e delle teorie generate grazie a essa.
Induttivismo: l'induzione è in grado di giustificare le ipotesi e le teorie generate con essa.
Se l'induzione possa
Costituire un supporto per le teorie scientifiche è un problema che riguarda il contesto della giustificazione.
Problema di Hume
David Hume mette in discussione la legittimità dell'induzione, che secondo lui non può essere giustificata razionalmente, così come le conclusioni che ne seguono.
Perché dovremmo essere garantiti a compiere generalizzazioni su tutti gli oggetti di un certo tipo a partire da un certo numero limitato di esperienze passate a proposito di oggetti dello stesso tipo? Per far questo occorrerebbero due principi:
- Essenza comune (EC): tutti gli oggetti dello stesso tipo condividono una comune essenza, qualcosa di inosservabile e intangibile che garantisce, in termini causali, la presenza di certe caratteristiche comuni. In virtù di esso saremmo garantiti che gli oggetti non ancora esaminati avranno le stesse caratteristiche di quelli già osservati (stessa essenza o codice genetico in termini contemporanei). Ma sussiste un problema,
Perché per Hume non esiste una reale connessione tra due oggetti nella relazione di causa-effetto. Essi sono percepibili in tale relazione solo a causa di un' impressione della mente, che tende a passare da un oggetto a un altro in virtù della vicinanza spazio-temporale. Resta possibile che un oggetto non ancora osservato differisca da quelli dello stesso tipo.
Uniformità della natura (UN): la natura è uniforme, si comporta in modo regolare, senza sorprese. Saremmo garantiti che gli oggetti non ancora esaminati saranno simili negli aspetti rilevanti a quelli dello stesso tipo già esaminati. Ma anche qui si pone un problema, ovvero cosa garantisce che la natura sia uniforme? Il principio va giustificato. Potrebbe essere una verità a priori, allora la non uniformità della natura dovrebbe essere