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L'EPOCA MODERNA
L'età moderna viene generalmente considerata l'epoca posta tra la scoperta del continente
americano (1492) e la definitiva sconfitta di Napoleone Bonaparte (1815). Questo arco di tempo
è caratterizzato da profonde trasformazioni che interessano ogni aspetto della vita umana. Il termine
“moderno” deriva dall'avverbio latino modus= proprio ora. Parole con la stessa radice sono: 1)
modello, cioè la riduzione in scala, ma anche lo standard verso cui tendere; 2) moda, cioè la
tendenza della massa ad uniformarsi... + qualche cosa d'altro. Cosa strana è che quando tutti si sono
uniformati, si inverte la polarità, cioè l'avere la cosa in questione non è più di moda, il non averla lo
è. A tal proposito, Simmel parla di due tensioni: la forza che tende all’uniformità e la forza che
tende all’eccezionalità. Così come la moda, anche l'epoca moderna è guidata da due forze.
Tre sono gli elementi caratterizzanti questo periodo storico: razionalismo, in base al quale la
ragione viene postulata come fondamento della realtà; individualismo; secolarità.
Importanza predominante durante l'epoca moderna ha la postulazione di fondamenti. Secondo
Heideger vi è un'immagine del mondo, chiamata episteme, che è l'unica rappresentazione possibile e
che tiene il posto dell'archè, che però viene così ridotto ad oggetto e viene opposto al molteplice,
alle differenze. Dire che il molteplice è opposto all’episteme significa dire che, posto un modello di
riferimento (che è unico), le differenze o rientrano in questo modello oppure devono essere
eliminate. Ciò che si organizza e che tende verso il modello è accettabile, (socialmente,
culturalmente), ciò che invece si discosta non è accettabile poiché con la sua sola presenza rende
evidente il fatto che vi è la possibilità di scegliere anche un altro modello e questo è impossibile
poiché ve ne è uno solo.
Il nichilismo → La modernità ha un terrore per il nulla e si costruisce per contrastare
quest’elemento del nulla. Modernità è caratterizzata da un nichilismo di fondo che viene contrastato
dalla postulazione del fondamento. Il fatto che dietro al fondamento ci sia il nulla è provato dal
modo con cui la modernità tratta la confutazione, la quale non è considerata poiché essa ricorda
troppo da vicino l’idea di nulla. Solo l’ordine, la gerarchia è garanzia di salvezza dal nulla.
Il concetto di gerarchia → nasce coi neoplatonici, ma non sappiamo esattamente quando.
Troviamo tale concetto quando Carlo Magno fa tradurre dal greco Dionigi Aeropagita (cioè che
proviene dall’Aeropago, la sede del tribunale ateniese); egli scrive “Il sacro principio” e “Le
gerarchie angeliche”, in cui, servendosi di un lessico religioso, fornisce gli elementi per la
costruzione di una gerarchia; tali elementi vengono fatti tradurre da Carlo Magno e vengono
utilizzati per la costruzione del futuro impero. Il concetto di gerachia è quindi frutto di
un’elaborazione di materiali precedenti all’ 800 e questo conferma l’idea per la quale le strutture
precipue dell’epoca moderna vengono costruite attorno ai primi secoli del millennio (1200-1400).
CARTESIO
aTTORNO AL 1500, Cartesio stabilisce le regole per dirigere l’ingegno, cioè gli assiomi
indiscutibili, alla luce dei quali si può pensare in maniera ordinata. Queste regole sono quattro:
1) Auto-evidenza: occorre accettare solo ciò che è auto-evidente, cioè ciò che fa luce da sé,
che non ha bisogno di altro per balzare agli occhi. L’auto-evidenza consente di accettare
quelle realtà che sono semplici;
2) Analisi: analizzare=scomporre, bisogna quindi scindere gli elementi composti in elementi
semplici i quali sono auto-evidenti;
3) Enumerazione: ogni elemento che è stato analizzato deve essere etichettato, deve avere un
rapporto numerico;
4) Ordine gerarchico !
Se vengono tenuti fermi questi assiomi, allora il nostro pensiero è razionale. Secondo Cartesio i
concetti si organizzano per evitare la molteplicità, poiché la molteplicità è un disvalore, è tendente
al nulla. Le differenze di ragionamento devono essere eliminate e questo si può fare tenendo ben
fermi i quattro assiomi del pensiero, cioè non confutando.
Questa proposta di Cartesio è una direzione per l’uniformità del pensiero, che in termini tecnici si
chiama epistemologia. Egli per spiegare i quattro assiomi, non usa i quattro assiomi, ma riprende la
tradizione che lui sconfessa attraverso quei quattro assiomi, cioè usa un modo di pensare
confutatorio. È un discorso dialettico, socratico, è costruito per superare contraddizioni. Tuttavia il
contenuto è postulatorio, sottrae i quattro assiomi alla confutazione. Egli adotta una via analitico-
deduttiva: fissa gli assiomi e dice che il modo per ragionare razionalmente consiste nel partire
dall'astratto e da lì dedurre. Questa è la scansione propria dei teoremi matematici; e infatti Cartesio
vuole trasformare il ragionamento in una struttura matematizzante, cioè che simula il rapporto
matematico-geometrico. La realtà e i suoi fenomeni, secondo Cartesio, sono concatenati in termini
razionali. Se quindi noi utilizziamo quelle regole che Cartesio fissa, sottraendole alla discussione,
possiamo costruire un discorso razionale. E siccome la realtà è razionale, allora il nostro discorso,
rispetto alla realtà, è anche vero, cioè corrispondente alla realtà. Abbiamo quindi un concetto di
verità che è sinonimo di corrispondenza. Il mio dire, il mio ragionare è oggettivo, se rispetto le 4
regole. Il mio Logos è vero, se rispetto le 4 regole.
Ci sono altri assiomi che Cartesio non enuncia ma che usa: 1) la realtà si muove secondo regole
razionali; 2) l'evidenza è oggettiva. Questi però sono postulati.
BACONE
Bacone è un chierico. Nel 1620 egli scrive il Novum organon su modello dell' Organon aristotelico,
in cui veniva formulata un'organizzazione del sapere. Al contrario di Cartesio che fornisce regole
verso cui tendere, Bacone indica invece ciò che è opportuno evitare. Poiché infatti l'esperienza è
libera, essa potrebbe essere fonte d'inganno e il filosofo ci mette in guardia proprio riguardo a tali
inganni.
Nel Novum organon Bacone utilizza gli aforismi, frasi brevi e slegate l'una dall'altra che hanno
anteposta la numerazione. Alcuni importanti aforismi sono:
- Aforisma 1: l’uomo è ministro ed interprete della natura ed opera e comprende solo
per quanto nell’ordine della natura avrà appurato o per opera sperimentale o per
opera teorica, né sa né può niente di più. Il fine della conoscenza, secondo Cartesio,
è l’apprensione diretta della realtà, secondo Bacone, invece, è la trasformazione.
- Aforisma 14: il sillogismo consiste di proposizioni, che sono insiemi di parole, che
sono etichette di fatti. Se le parole sono confuse ciò che vi si costruirà sopra sarà
privo di solidità. Bisogna usare l’induzione: partendo dai fenomeni della realtà
bisogna sollevarsi verso l’astrazione.
- Aforisma 19: due sono e possono essere le vie per ricercare la verità :dagli assiomi si
arriva alle proposizioni medie. Dal senso e dai casi particolari far derivare gli
assiomi.
Gli idola : quattro sono gli idola da evitare:
- Idola tribus (aforisma 41) → sono gli idoli della tribù, cioè della specie umana alla
quale apparteniamo in quanto animali. La percezione umana è limitata, porta a
pensare che anche nella natura vi sia una qualche finalità. → prescindere dalla natura
umana.
- Idola specus (aforisma 42) → la natura è come se emettesse dei raggi di luce e la
mente umana dovrebbe rifletterli. Tuttavia ciascuno di noi è come se avesse dentro
una caverna che assorbe i raggi e li nasconde. Le cose ci colpiscono a seconda
dell’animo che abbiamo. → prescindere dalla natura dell’essere individuo.
- Idola fori (aforisma 43) → problemi legati al nostro essere inserito nella società. →
prescindere dal linguaggio della vita sociale.
- Idola teatri (aforisma 44) → prescindere dalle filosofie precedentemente considerate
dal genere umano.
Dunque, per riuscire a vedere un fenomeno della natura nella sua purezza, per Cartesio dobbiamo
seguire i quattro assiomi, per Bacone invece dobbiamo evitare i quattro idola.
Il metodo baconiano si articola in tre momenti:
1) tabula presentiae: occorre individuare un fenomeno da analizzare e verificare in quali
aspetti della natura esso si manifesta;
2) tabula absentiae: una volta individuati tali aspetti, bisogna individuare dove il fenomeno
non si manifesta;
3) tabula gradi: deia questo punto occorre organizzare per gradi i dati raccolti, i quali sono
puri, distillati.
Razionalità monologica
Sia dal metodo cartesiano che da quello baconiano è esclusa la confutazione. In entrambi i casi,
infatti, ciò che ci troviamo davanti è un logos solo, un monologo. Per Cartesio, l’operazione di
conoscenza mira alla rappresentazione del mondo, fidando sull’idea di corrispondenza, cioè
sull’idea che un discorso coerente sia anche corrispondente perché la realtà è razionale. Per,
Bacone, invece l'operazione di conoscenza permette all'uomo di elevarsi dai fenomeni naturali e
costruire così un discorso coerente e quindi razionale.
Vi sono modi diversi di intendere la razionalità, a seconda che si faccia riferimeno all'epoca
classica, dove essa procede per opposizioni ed è quindi dialogica, oppure all'epoca moderna, dove
essa è monologica ed è fondata su assiomi che sono sottratti alla confutazione al fine di allontanare
il dissenso, la controversi, l'opposizione, la differenza.
GROZIO
Ugo Grozio è un avvocato olandese che lavora per la Compagnia delle Indie. In Olanda, in questo
periodo, ci sono guerre religiose molto sanguinose.; una in particolare riguarda il tema della
predestinazione. Per mettere fine a questa disputa Grozio conia la famosa espressione: “Etiamsi
daremus”. L'opera principale di Grozio è il “De iure belli ac pacis”, nel quale viene elaborato un
sistema che si compone di legge naturale e legge umana. La prima è superiore alla seconda.
Grozio è considerato il padre del giusnaturalismo, è colui che dà i dettami del diritto naturale,
cont