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THOMAS HOBBES

(1588-1679)

Lui è uno che fa capire le cose con chiarezza cristallina

perché?

Hobbes è uno dei maggiori esponenti del giusnaturalismo moderno anche se

paradossalmente si serva dell'idea di diritto naturale per dire che non ci serve a nulla

e quindi è meglio farne a meno.

Il punto di partenza di Hobbes è chiaramente radicato nel terreno della modernità in

particolar modo hobbes si fa carico fino in fondo di spiegare perché a fronte di un

soggetto che è strutturalmente,costitutivamente individualista,ci troviamo tra i piedi

come i re,le leggi.

La risposta di Hobbes è geniale nella sua struttura logica.

Ogni individuo si pretende, certo, sicuro e capace di tutto, ognuno allora ogni

individuo si trova subito in concorrenza con un altro, se quello che io sono lo devo

solo a me stesso,all'altro non devo nulla, cioè è qualcuno che può mettere a rischio i

miei interessi e allora dobbiamo mettere fine a questa situazione ed è per questo

che ci vuole lo stato.

Il periodo storico in cui vive Hobbes non è indifferente per comprendere le domande

a cui prese l'impegno di dare la risposta, ogni pensatore serio è interrogato dal suo

tempo e deve dare una risposta che adeguata al suo tempo.

Quali erano le cose oggetti al tempo di Hobbes?

C'è lo dice lui stesso nasce nel 1588 quando l'imperatore e sovrano di Spagna sta

costruendo l’armada per invadere l'Inghilterra,Hobbes dice io sono nato con una

sorella gemella:la paura.

Quindi quale è la prima domanda che viene fatta dal tempo che lui vive?

Il bisogno di sicurezza,non solo,ma mentre lui vive succede che una nazione

europea fa una cosa ovvero taglia la testa al suo regno.

Perché?

Perché proprio a metà del 600’ in Inghilterra c'è la rivoluzione di Cronguerl che

comporta la decapitazione del sovrano Stuard.

C'è un periodo di forte instabilità politica, Hobbes stesso è costretto all'esilio, e

questo di torna utile perché in quel periodo riesce ad avere contatti grechi.

Qual è l'altro problema?

La sicurezza e la stabilità e Hobbes deve dare una risposta,si sente impegnato a

dare una risposta,ma una risposta che può essere da solo razionalmente non certo

richiamandosi a fedi. Una risposta che non può riferirsi una tradizione.

Ma quale è la ragione che Hobbes ha in mente?

Ragione di tipo scientifico quella che è ingrato di

formulare,prevedere,calcolare,osservare il modello nuovo attraverso quale risolvere

problemi nuovi,è il modello del sapere nuovo,modello inventato da Galileo Galilei, il

quale dice volete fare scienza della natura? Quindi volete fare scienza?

Beh abbandonate tutte le questioni sulle essenze,attributi che avevano appesantito

la filosofia medievale, limitiamoci a ciò che può essere misurato. 28

Che cosa è fisica? E lo studio del motto,tutto il resto non conta,non è fisica né

scienza allora adottiamo il punto di vista di Galileiano.

Quello che aveva fatto le scoperte più incredibili,quale era questo metodo?

Il metodo di Gallileo Gallilei.

Di qui allora la sua operazione riguardo alla natura del sapere e alla costituzione

delle cose, cos'è filosofia?

È scienza dei corpi, ci sono corpi naturali e corpi artificiali che allo stesso modo è

artificiale anche lo Stato.

Cosa vuol dire fare un discorso?

Costruire una sequenza di termini, in cui aggiungo o tolgo.

Dobbiamo poi liberarci dell’idea classica che i nomi siano essi stessi portatori della

loro realtà, per Hobbes i nomi sono soltanto delle etichette che abbiamo appiccicato

a questa o a quella cosa.

Ragionare poi significa calcolare.

Questo non vale soltanto nelle materie scientifiche, ma anche, per esempio, nel

linguaggio, dove io aggiungo o sottraggo parole ad altre.

Questa definizione deriva dalla visione di Hobbes, che basa la sua conoscenza sulle

teorie di Galileo.

Hobbes parte da un assunto, che potrebbe essere preso a manifesto del modo con il

quale l’età moderna vede l’essere umano: lo scopo principale dell’uomo è

l’autoconservazione.

Dunque l’uomo è essenzialmente egoista, e tutto il resto o no lo interessa o, anzi,

può costituire una minaccia.

L’uomo è un animale che è spinto dal desiderio di tutto ciò può servirgli per

conservarsi, ma, a differenza degli altri animali, è dotato della facoltà della ragione,

un mezzo che gli permette di architettare i mezzi con i quali si possa meglio

garantire l’autoconservazione.

Questa teoria è esposta nell’opera “il leviatano”, del 1651, che come idea di fondo

ha: perché e come nasce lo stato?

Innanzitutto il centro di tutto è il sovrano [simbolizzato dalla corona, dalla spada e dal

bastone pastorale], il leviatano, un qualcosa di artificiale prodotto dall’azione di

molteplici individui.

Sempre nel “leviatano”, Hobbes definisce l’atto del ragionare come “concepire una

somma totale da un’addizione di parti oppure un resto da una sottrazione di una

somma da un’altra”.

Tutto ciò che non è sottoponibile al calcolo - e dunque alla ragione - è per sua natura

irrazionale.

Dunque, se vogliamo razionalmente fondare lo stato dobbiamo procedere attraverso

progressive somme e sottrazioni.

Per esempio, quando parlo di uomini, nel ragionare attorno agli esseri umani,

associo o dissocio proprietà: l'uomo non è animale, l’uomo è fatto di carne etc.

Questo non ci serve soltanto per ragionare, parlare tra noi e noi, ma anche per

comunicare con gli altri - ovviamente ricordiamo che poi le eventuali parole usate

sono tutte convenzioni, non nomi intrinseci agli oggetti. 29

Perchè questo modo di concepire la ragione - come Hobbes la definisce - ci

permetterebbe di uscire dalla tradizione classica della filosofia?

Perché, da un diverso concepimento della ragione deriva una diversa analisi della

realtà: questa è tutta somme o sottrazioni, con io che scompongo un oggetto in

elementi e poi lo ricompongo secondo regole, che potrebbero essere comuni agli

altri o anche personali.

Che cosa sono le azioni allora?

Anche queste sono combinazioni, in particolare sono l’unione di due componenti:

La volontà, ciò che mi spinge a volere

La ragione, ciò che mi permette di capire come meglio raggiungere il mio obiettivo

Dati questi punti di partenza, come spiegare propriamente il come nasce il monstrum

artificiale che è il Leviatano? Come faccio a giustificare le istituzioni del potere

politico?

Facciamo un esperimento mentale, ragioniamo per assurdo: proviamo ad

immaginare che le istituzioni, come noi le conosciamo, non esistessero più?

Sarebbe sostenibile una situazione del genere?

Se la risposta è no, allora abbiamo giustificato l’esistenza delle istituzioni.

Soffermandosi però alla prima domanda in una situazione senza istituzioni ci

troveremmo nello stato di natura, qui vi sono elementi artificiali, ma tutto è prodotto

naturalmente.

L’uomo rimane comunque un essere governato dalla volontà di autoconservazione e

dalla ragione, producendo azioni in base a delle regole, appartenenti a due classi:

Diritto di natura: ciò che gli scrittori chiamano comunemente ius naturale, è la libertà

che ha ogni individuo uomo di utilizzare il proprio potere come vuole per la

preservazione della propria vita, fare tutto ciò che si ritiene necessario per la propria

autoconservazione.

Vi è quindi una totale assenza di limiti alla propria volontà.

Legge di natura: è una regola generale che la ragione “trova” per vietare - quindi

limitare - azioni che potrebbero danneggiare la vita dell’uomo.

Bisogna sottolineare come “diritto” e “legge” siano due concetti molto diversi,

distinzione che tuttavia non è stata ben analizzata dai predecessori di Hobbes: se

infatti in diritto concede la facoltà di fare o non fare, la legge obbliga a fare o non

fare.

Fatto sta, se ognuno è concettualmente totalmente libero.

Da dove derivano i limiti della legge naturale?

Beh, proprio dagli altri, infatti ognuno potrebbe vedere gli altri come dei nemici e

viceversa: homo hominis lupus.

Allora, se gli individui vogliono vivere in comunità, ne deriva che la loro libertà

individuale dovrebbe essere limitata, per evitare che uno aggredisca l’altro.

Proprio questa paura, infatti, di essere danneggiato dagli altri deriva dal diritto

naturale di ognuno, che, paradossalmente, per altri può diventare una causa di

danno per la propria autoconservazione e dunque, per garantire la sicurezza di

ognuno, ragionevolmente bisogna limitare tale causa di insicurezza, rinunciando ad

30

esercitare il diritto di natura: ciò si farà stipulando un contratto, con ciascuno che

rinuncia alla propria libertà illimitata.

Ovviamente però questo contratto senza qualcuno che lo faccia rispettare varrebbe

zero.

Quindi, sempre attraverso un accordo, si crea un’istituzione artificiale che garantisca

la promessa di ognuno.

Questa istituzione è, per l’appunto, il leviatano, il sovrano.

Affinché il sovrano possa far funzionare al meglio il patto egli deve essere

superpartes, ma, per essere tale, deve essere esterno al patto stesso.

Di conseguenza, il sovrano non ha sottoscritto il contratto, forse perché non lo

riteneva nemmeno utile.

Di conseguenza, il sovrano non ha rinunciato ad esercitare il suo diritto di natura,

cosicché egli è quell'individuo, corpo, gruppo o altro la cui volontà si esercita ancora

secondo le volontà proprie del diritto di natura: il leviatano non ha alcun limite, ha

una volontà absoluta.

I sudditi, di conseguenza, saranno totalmente assoggettati al sovrano e al suo potere

senza limiti [se non quelli che derivano dalla legge naturale] e ciò è giusto perché i

sudditi hanno sottoscritto volontariamente tale patto.

Particolarmente importante per capire tutto questo discorso è la terza legge di

natura, che, secondo Hobbes, dà origine alla giustizia.

Bisogna accennare che Hobbes individua ben 19 leggi di natura:

1)Cercare e perseguire la pace

2)Disporsi alla pace rinunciando, a un patto che lo facciano anche gli altri, al proprio

diritto a tutto

3)Bisogna rispettare i patti, pacta servanda sunt

4-19) Tutte le altre leggi sintetizzabili nel principio evangelico del «non fare agli altri

quello che non vorresti fosse fatto a te».

Diritto di natura in che cosa consiste?

Consiste nella l

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Publisher
A.A. 2022-2023
74 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofiatomiello di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Fuselli Stefano.