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LEGGE SALICA

Le leggi dei franchi salici (popolazione che invase il nord della Francia nel V secolo)

vengono raccolte sotto il regno di Clodoveo (481-511 d.C.) e tradotte in latino sotto i

carolingi (VIII-IX secolo).

LEX SALICA (VIII-IX SECOLO) VII. DE FVRTIS

AVIVM

3. Si quis acceptrem de intro clauem furauerit et ei fuerit adprobatum ... MDCCC[C]

dinarios, qui faciunt solidos XLV, culpabilis iudicetur excepto capitale et dilatura.

Traduzione: Se qualcuno avrà rubato un falcone da dentro la sua gabbia e lo si sarà

provato ... che lo si giudichi colpevole di 1900 denari, che fanno 45 soldi, eccetto il

capitale e la compensazione.

Possiamo osservare che da un lato si tratta di:

→ Latino (giuridico) il verbo tende ad essere dopo dinarios (soldi), quindi abbiamo

il verbo alla fine della frase

→ Dall'altro si tratta di elementi volgari e infine abbiamo l’uso delle preposizioni

con

Capitale= valore del bene intrinseco rubato

Acceptrem= status symbol nel Medioevo, i nobili avevano questi falchi con i quali

andavano a caccia

Excepto= al di fuori di, come si direbbe in una lingua romanza

PARODIA DELLA LEX SALICA (II METÀ VIII

SECOLO)

1) Narratio

(invocatio) In nomine Dei, Patris omnipotentis. Sit placuit uoluntas Laidobranno et

Adono, ut pactum Salicum, de quod titulum non abit, (comincia la petitio, con cui

l'agente chiede o supplica la concessione) gratenter suplicibus aput gracia Fredono una

cum uxore sua et obtimatis eorum, in ipsum pactum titulum unum, cum Deo adiutorio,

pertractare debirent:

2) Dispositio= quello che dice la legge, la lingua è molto più ibrida, c’è molto

volgare, segue la sanctio (chi non rispetta la legge)

ut, si quis homo aut in casa aut foris casa plena botilia abere potuerint, tam de eorum,

quam de aliorum, in cuppa non mittant ne gutta. (comincia la sanctio, la penale prevista

per l'inadempienza degli obblichi contratti) Se ullus hoc facire presumserit, malobergo

leodardi, sol(idos) XV con(ponat) et ipsa cuppa frangant la tota, ad illo botiliario frangant

lo cabo, at illo scanciono tollant lis potionis. Sic conuinit obseruare: aput staubo bibant

et intus suppas faciant. Cum senior bibit duas uicis, sui uassalli la tercia, bonum est.

(completio: sottoscrizione notarile) Ego scripsi mei nomen non scripsi. Culpabilis

iudicetur.

Traduzione: In nome di Dio, Padre onnipotente. Si è deciso che sia fatta la volontà di

Laidobranno e Adono, che la legge Salica, per quanto riguarda una materia non

contemplata, su domanda fatta di buon cuore con la grazia di Fredono assieme a sua

moglie e al loro seguito, in questo stesso patto debbano, con l’aiuto di Dio, ammettere

un (nuovo) titolo: che, se qualcuno o in casa o fuori casa potrà avere una bottiglia piena,

che non ne versi neanche una goccia nella coppa né loro né di altri. Se qualcuno oserà

fare questo, malobergo leodardi [colpa d’omicidio], paghi XV soldi e gli si infranga la

coppa interamente, che si spacchi la testa al bottigliere e si tolgano le bevande ai capo

dei coppieri [cfr. fr. échansons]. Così si proceda: bevano con uno stoppello e ci facciano

la zuppetta. Quando il signore beve due volte, il suo vassallo la terza, e così va bene. Io

che ho scritto il mio nome non ho scritto. Sia giudicato colpevole.

Nella biblioteca di Weißenburg (è conservata la parodia della LEX SALICA con l’uso di

locuzioni idiomatiche del linguaggio giuridico e notarile). Questa parodia interessa

molto agli studiosi perché è molto antica; infatti, viene datata cinquant'anni prima del

giuramento di Strasburgo.

In questo testo troviamo:

Botilia= riconosciamo subito la parola bottiglia. “Botilia” da buticula, dove la “u” si

- apre in “o” e il nesso cu scompare (sincope della postonica).

ALTERAZIONE DELLA FLESSIONE NOMINALE LATINA

Cuppa

- Staup

- Caput= la p è tra due vocali e quindi si indebolisce nel passaggio dal volgare e

- lei che è una sorda, diventa una sonora, una b, poi cade la u e diventa o.

ITINERARIUM EGERIAE (O ETERIAE) (SCRITTO

INTORNO ALL’ANNO 400)

1. (It. Eg. 5 4)

Nos [S] etiam, quemadmodum ibamus, de contra videbamus [V] summitatem [O]

montis, que inspiciebat [SV] super ipsa valle tota, de quo loco sanctus Moyses [S] vidit

[V] filios [O] Israhel habentes choros his diebus, qua fecerant [V] vitulum [O].

[«Noi pure, mentre andavamo, vedevamo di fronte a noi la sommità del monte, che

guardava tutta la valle, dal luogo in cui santo Mosè vide i figli di Israele che danzavano in

quei giorni, in cui avevano fatto il vitello (d’oro)».

2. (It. Eg. 1 1)

[...] Interea ambulantes pervenimus ad quendam locum, ubi se tamen montes illi [S],

inter

quos ibamus, aperiebant et faciebant [V] vallem infinitam, ingens, planissima.

[«...giungemmo in un luogo, dove però i monti verso i quali ci recavamo, si aprivano e

formavano una valle estesissima».]

A) Hi sancti monachi dignati sunt nos suscipere valde humane.

[Questi santi monaci si impegnarono ad accoglierci molto gentilmente.]

B) Facta oratione cum ipsis, eulogiam nobis dare dignati sunt. [Fatta con loro una

preghiera, decisero di darci cibo benedetto.]

C) Facta est ergo iuxta consuetudinem ibi oratio et lectio ipsa de libris Moysi lecta,

dictus etiam psalmus unus.

[Si fece allora secondo la consuetudine lì una preghiera e fu letta la (stessa) lettura dai

libri di Mose, e fu anche detto un salmo.]

D) Multi autem et ex ipsis monachis sanctis, qui ibi commanebant iuxta aqua ipsa [...],

dignati sunt ascendere montem Naban.

[Allora anche molti di quei santi monaci che li abitavano vicino alla detta (stessa) acqua,

accettarono di salire sul monte Naban.]

Itinerarium Egeriae= una nobildonna, intorno al 400 durante il suo pellegrinaggio in

Terrasanta, racconta il suo viaggio, lei proviene forse dalla regione dei Pirenei e si

chiama Egeria.

È originale ed è stato scritto tra il 381 e il 384 d.C.

È l’unico testo che risale all'XI secolo trovato ad Arezzo, ma proviene dall’abbazia di

Montecassino.

È un testo in cui ci sono:

Molte preposizioni (con)

- Pronomi usati in modo ridondante

- Le costruzioni del latino con le frasi infinitive introdotte da quod, quia ecc...

- Nuovo ordine sintattico, infatti, il latino nell’ordinare i diversi elementi della frase

- era libero, perché c’erano le desinenze, ma il verbo tendenzialmente era posto

alla fine della frase, soprattutto nelle subordinate. Nelle lingue romanze l'ordine

diventa fisso e si comincia SOV (Maria la mela mangia)⇒ SVO (Maria mangia la

mela)

1) Troviamo la tendenza dei sintagmi nominali ad essere preceduti da un

determinante (HI), il quale sembra un articolo.

2) Abbiamo un uso anomalo del determinativo latino ipse (usato anche in contesti in

cui non sarebbe usato, si afferra, si sta espandendo)

3) Infine, è presente unus con funzione di articolo indeterminativo. 16/10/2023

IL FRANCESE D’ITALIA E IL ROMAN D’ATILE EN

PROSE

Tre studiosi francesi di Filologia romanza per consultare il fondo di manoscritti francesi

trovarono un linguaggio italianizzato e corrotto (francese più italiano)⇒ fu uno

scandalo per quei tempi.

La diffusione dei testi francesi in Italia dipende dall’espansione della cultura e tradizione

francese del 1200 in Italia attraverso il Veneto e poi le altre località marinare (Pisa e

Genova).

Le prime testimonianze di un interesse per la letteratura francese sono ricavabili da

testimonianze indirette già nel XII secolo (ESEMPI DI CROMASTICA).

Prima della diffusione della letteratura arrivano le storie, per l’epica si tratta di giullari

itineranti, oppure ci sono dei manoscritti che ad oggi non sono conservati.

Altre testimonianze indirette:

Iconografia, a Verona abbiamo la basilica di San Zeno con bassorilievi di Orlando

- e Ferraguto (1138) e Duomo con Orlando e Olivieri (1139).

In tradizione diretta nel XII-XV secolo troviamo una classificazione invalsa delle

testimonianze letterarie con valore diacronico.

1. I testi che sono copie, più o meno inquinate di italianismi, di originali francesi,

nelle quali si sono introdotte, talvolta, alcune modificazioni o ai quali si sono fatte

delle aggiunte (ad esempio l'Aspremont e il Roland di V4)

2. Poemi che sono rimaneggiamenti spesso assai liberi di testi francesi, in cui si

introducono anche invenzioni nuove e originali (ad esempio la Geste Francor,

contenuta in un manoscritto della Biblioteca Marciana, anch’esso databile al 300),

è una collezione de Chanson de geste, sulla famiglia di Carlo Magno e Orlando,

successione di serie di poemetti che riguardano la dinastia dei carolingi e si

introduce un abbassamento dei toni per la presenza in Italia dei primi comuni e

delle famiglie signorili, invece in Francia c’erano i feudi

3. Opere che sono creazioni originali di autori italiani che scrivono in francese e si

ispirano alla tradizione dell'epopea francese, ad esempio:

L'Entrée d’Espagne, la quale narra i primi anni dell’invasione della Spagna da

- parte di Carlo Magno e lo scontro con i pagani e mussulmani

O l’Attila Flagellum Dei, l’invasione dell'Italia da parte di Attila, è un testo che ha

- cercato di valorizzare questo tipo di tradizione epica e autoctona senza però

avere dopo fortuna, di Nicolo de Càsola= testi anche questi ascrivibili al XIV

secolo

4. Da integrare con l’aggiunta proposta da Bertoni di una quarta classe di “poemi

perduti”, i quali danno luogo ad esempi letterari romanzeschi e cantari in area

italiana.

PRIMA LE COPIE E POI I RIMANEGGIAMENTI E

LE CREAZIONI ORIGINALI?

Ma le prime opere a noi pervenute risultano essere composte originalmente da scriventi

italoromanzi:

Enanchet (1226-1252) = colophon riportato in Z datato al 1252, come per il

- poemetto Antèchrist

Martin da Canal, Les Estories de Venise (1267-1275) = troviamo un utilizzo del

- francese come lingua veicolare nazionale per narrare la storia di Venezia, infatti, si

pensa che da Canal abbia avuto o nella letteratura o nella sua personale

esperienza dei rapporti con l’organismo statale di Venezia

Marco Polo e Rustichello da Pisa, Devisement dou monde (1298) = Marco

- Polo si fa aiutare da Rustichello nella scrittura in francese, per narrare i suoi viaggi

presso il Gran Khan.

INTEGRAZIONI AL CORPUS TRADIZIONALE

PROPOSTE DAL RIALFrI

Testi in francese d'Oltremare (ad esempio l'opera di Filippo da Novara)

- Testi in francese di Napoli (ms. fr. 688 della BNF, con l’Ystoire de li Normant,

- traduzione→ dell'originale perduto di Armato di Montecassino)

Opere che gravitano intorno al corpus di testi franco- italiani (iscrizioni con il

-

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
201 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fede10003 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Albertini Francesca.