Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
P R E M E S S A
Per motivi di copyright, non mi è possibile vendere in allegato agli appunti le immagini delle opere.
Per questo motivo, ho creato un pdf condivisibile con tutte le immagini delle opere, divise per
lezioni. Lo trovate a questo link: https://goo.gl/G2htG8
Buono studio! Lucrezia Cusato
Lezione 1
(09-11-2016)
Introduzione
Quando comincia l’arte contemporanea? Non esiste una risposta univoca a questa domanda. Alcuni
dicono che essa ha inizio alla fine dell’impressionismo, ma difficilmente l’arte di quel periodo può
essere considerata contemporanea, poiché non ha grosse ripercussioni sul presente; ormai tutti
conoscono l’impressionismo, e dunque ha perso la sua carica innovativa. Altri la farebbero
cominciare con le avanguardie storiche, in particolare con il Futurismo, nato nel 1909 con la
pubblicazione del suo manifesto su “Le Figaro” a Parigi (la ville lumiere dove nasce anche il
cinema, che si pensava che sarebbe stato niente più che una forma di intrattenimento destinata a
scomparire in breve tempo); oppure nel 1917 con il primo ready-made di Duchamp, che sconvolge
le tecniche della tradizione spostando un oggetto della vita quotidiana in un contesto artistico (non
è più quindi il valore artistico dell’oggetto in sé, ma è il contesto a dare il valore ad un oggetto).
Duchamp, può certamente essere considerato un artista contemporaneo, poiché quella che lui apre
è una questione tutt’oggi dibattuta.
Le case d’asta hanno fatto un’ulteriore discrimine per quel che concerne la periodizzazione
dell’arte, secondo il quale l’arte moderna (modern art) arriverebbe fino alla seconda guerra
mondiale, seguita dall’arte post guerra (post-war art) e, successivamente, dall’arte contemporanea
(contemporary art) negli anni ‘60.
Non può tuttavia essere dimenticato lo sconvolgimento del 1989, anno in cui, oltre al muro di
Berlino e ai fatti di Piazza Tienanmen, un uomo a Losanna brevetta il “www.”. Internet rivoluziona
e sconvolge il mondo, ed è quindi bene considerarlo in relazione alle nuove forme d’arte e quale
trampolino di lancio nell’età contemporanea.
Nonostante le innovazioni tecnologiche, però, oggi siamo in qualche modo privi di contenuti. L’arte
italiana è ferma alla tradizione che va da Giotto a Canaletto, quindi circa sei secoli di arte. In realtà,
avremmo la possibilità di vivere un’accelerazione incredibile grazie alla tecnologia, ma non è così.
Molta arte oggi non può fare a meno di capire che i mezzi tecnologici sono fondamentali, e che
dovrebbe sfruttarne i meccanismi.
Dato che il corso tratta di “fenomenologia” si parlerà anche di cinema, di concerti come Woodstock
(1962) e di politica… Non solo di arte in senso stretto. Al centro del discorso, però, resteranno
sempre l’oggetto ed il corpo. 3
Lezione
Cominciamo dagli anni che vanno dal 1955 al 1956, quali ingresso simbolico nell’arte
contemporanea. Perché questa data? Arriva la televisione in Italia, ad esempio. La prima
trasmissione in Italia fu “Lascia o Raddoppia” con Mike Bongiorno; l’idea di diventare milionari in
lire (quindi circa 500€, che all’epoca erano una fortuna) rispondendo a dei quiz faceva impazzire
gli italiani. In qualche modo, era un programma culturale. Una volta un uomo si presentò come un
esperto in funghi, parlando a stento l’italiano: era John Cage, un compositore e teorico musicale
statunitense la cui opera è centrale nell’evoluzione della musica contemporanea. All’epoca c’era
solo il Primo Canale, e le trasmissioni cominciavano alle 17, perché prima si andava a lavoro. Solo
successivamente sono nati altri canali.
Altri media importanti erano la radio e il cinema, quest’ultimo con i cinegiornali: negli anni ‘50
parlavano di Miss Italia (nel fascismo erano divulgativi per il regime).
Entrano in casa i piccoli elettrodomestici, che permettono alle donne di avere del tempo libero,
incrementandone il lento processo di emancipazione.
Nasce la società della plastica, coi suoi colori accattivanti e innovativi.
Si diffonde il fotoromanzo, un tipo di racconto per immagini in cui i personaggi sono rappresentati
da attori veri e noti al grande pubblico. Il racconto è costituito da fotografie scattate su un set simile
a quello cinematografico. Per questo, il fotoromanzo è spesso definito un «film statico»; di norma
parla di una tragedia e di una redenzione dei personaggi.
Tutte queste innovazioni vanno considerate come segnali da parte delle persone più giovani che,
nel loro tempo libero, spendono per potersi svagare. Chi non poteva studiare, invece, veniva
immediatamente immesso nel mondo del lavoro.
E l’arte? Nel ‘56 muore Pollock, primo artista americano vero e proprio. In America, infatti, non vi
era mai stata arte non contaminata da tradizioni o linguaggi europei, eccezion fatta per l’800 con
James Audubon e Frederic Remington in pittura, e in letteratura “La lettera scarlatta” e “Moby
Dick”. La rivista Life dedica due pagine a Pollock intitolando l’articolo: “è lui il primo vero artista
americano?”. Lezione 2
(10-11-2016)
Con Pollock potremmo quindi decretare la nascita dell’arte americana. Egli nasce a Cody, nel
Wyoming, nel 1912. Costretto a viaggiare con la famiglia alla ricerca di lavori a causa della grande
depressione del ‘29, cresce a contatto con la cultura dei nativi americani, coi quale scopre dei
disegni rituali che non sono considerabili arte in senso stretto. Ha una formazione irregolare e
soffre di gravi problemi di alcolismo fin da giovanissimo. Più che con gli studi presso la Scuola
d’Arte, si forma guardando ai grandi del ‘900: dal Picasso di Guernica e degli anni ‘20 - ‘30 (da cui
prenderà le grandi dimensioni delle tele) ai muralisti messicani (in particolare Siqueiros e Rivera),
reinterpretandoli e accostandoli al surrealismo europeo. Anche sua moglie era una brava artista
(Lee Krasner, il suo vero nome sarebbe Eleonor ma lo cambia a causa dell’ambiente artistico troppo
maschilista), vissuta all’ombra di un marito alcolista. Sembra inoltre che Pollock abbia avuto anche
qualche storia con la collezionista Peggy Guggenheim.
Lavorò in uno studio a The Springs, alternando momenti di produttività a momenti di forte
depressione. La sua modalità artistica è tutto meno che tradizionale: utilizza il proprio corpo in
4
una sorta di danza sciamanica, spiritica, pre-performantica; non ha un pubblico davanti, ma
l’esecuzione è parte integrante dell’opera finale. Anche il suo modo di vestire era particolare: t-
shirt, solitamente nera, e pantaloni informali (invece di essere elegante come la maggior parte degli
uomini dell’epoca). Pollock opera alle porte della contemporaneità, ma si porta ancora dietro la
concezione romantica dell’artista tormentato, “maledetto”, misantropo (come Van Gogh e
Friedrich), l’artista-genio influenzato dall’umore… Egli è una delle ultime espressioni di questo tipo
di artista. Costituisce una sorta di ponte tra la rivoluzione più assoluta e un passato ottocentesco.
Muore in un incidente automobilistico mentre era insieme a due ragazze, una delle quali muore.
Questa fine, tra l’altro, ricorda la stessa dell’attore James Dean, anche lui morto prematuramente
in un incidente d’auto.
Il fatto che Life, una rivista non di arte ma bensì di cultura generale, gli dedichi un articolo è
significativo. Bisogna poi porsi una domanda, alla quale non è possibile dare una risposta: Pollock
sarebbe stato così famoso se un fotografo, Hans Namuth, non si fosse messo un giorno a
documentare il suo operato?
La cultura americana negli anni ‘50
• Nel 1951 viene pubblicato “Il giovane Holden”, di Jerome Salinger. il protagonista, pur avendo
13 - 14 anni, è un visionario. Anticipa la cultura della Beat generation.
• Beat Generation = movimento giovanile caratterizzato dal rifiuto di norme imposte, le
innovazioni nello stile, la sperimentazione delle droghe, la sessualità alternativa, l’interesse per la
religione orientale, un rifiuto del materialismo, e rappresentazioni esplicite e crude della
condizione umana. Della Beat Generation fanno parte inoltre i movimenti culturali del maggio
1968: l’opposizione alla guerra del Vietnam, gli Hippy di Berkeley e Woodstock.
• Nel 1953 esce “La scimmia sulla schiena” (“Junky” in lingua originale), di William Burroughs,
che anticipa il lavoro di Jack Kerouac. Scrisse anche “Il pasto nudo” (1959).
• Nel 1955 viene pubblicato “Lolita” di Vladimir Nabokov.
• Nel 1957 esce il film “La mosca” di George Langelaan.
• Nel 1957 viene pubblicato “On the road” di Jack Kerouac, altro seguace della Beat generation
nonchè hipster.
• Hipster = ostenta un’eleganza fintamente trasandata, porta la barba… gli hipster sono “cool”,
rifiutano così tanto la moda da diventare alla moda.
• Elvis Presley (anche conosciuto come “Elvis the Pelvis”; pelvis significa “bacino”, e rimanda al
suo tipico ancheggiare durante i concerti) irrompe sulla scena musicale americana con “Heartbreak
Hotel” (1956), uno dei dischi 45 giri più venduti della storia americana, e con “Jailhouse Rock”
(1957). Qui nasce il Rock ‘n Roll, simbolo di una generazione che vuole superare i drammi della
guerra e divertirsi.
• Nasce anche la musica jazz, quella degli intellettuali e dei poeti della Beat Generation, ad
esempio con Charlie Parker.
• Risale a questi anni il film “Gioventù bruciata”, con James Dean. Entrambi interpretano la
figura dei ribelli, l’equivalente cinematografico di Jackson Pollock. La traduzione letterale del titolo
sarebbe “Ribelle senza motivo”. Il protagonista appare nella prima scena come completamente
ubriaco, e il padre lo va prendere mentre viene trattenuto da un poliziotto. Il padre gli fa una breve
ramanzina, senza sgridarlo troppo. 5
• “Videodrome” di David Cronenberg.
• “Happy days”, telefilm di amici che si ritrovano al bar. L’oggetto principale è un jukebox, che
trasmetteva musica contemporanea tramite un disco 45 giri.
Nel 1950 (pubblicata nel 1951), una fotografa di moda e costumi di nome Nina Leen, scatta una foto
a Pollock e agli “Irascibili”. Il Metropolitan Museum of Art organizza una grande mostra sull’arte
americana, ma non invita gli artisti più importanti dell’epoca, quelli che simboleggiavano la cultura
di quel