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Il mito di Medusa e del Minotauro
Ancora una volta, nonostante siamo in epoca arcaica, i miti più rappresentati sono quelli che richiamano un uomo contro un mostro, come nel periodo orientalizzante. Anche un'altra forma greca in origine, il cratere che in questo caso ha 4 anse, serviva nelle cerimonie rituali del simposio ma è realizzato nella ceramica locale del bucchero e decorato a stampo. I vasi sono realizzati sempre a tornio, è la decorazione ad essere a stampo. L'arcaismo Esistono delle specificità che sono presenti già in epoca villanoviana e che continuano e si intensificano anche in epoca orientalizzante. L'Etruria si presenta un po' divisa in due dal punto di vista di terreno, c'è una parte caratterizzata dagli altopiani tufacei e un'altra parte caratterizzata da colline, formate da calcari e terra sedimentaria. Quindi cambiano i modi di costruire. Durante l'orientalizzante si avverte anche, tra Etruria.meridionale e settentrionale, un leggero ritardo dell'Etruria settentrionale per quanto riguarda le architetture sia funerarie che abitative, rispetto all'Etruria meridionale. A Quinto Fiorentino troviamo due grandi tombe orientalizzanti che si datano intorno alla metà del VII secolo a.C. In Etruria settentrionale i grandi tumuli principeschi, che a Cerveteri si trovano già all'inizio del VII secolo, si trovano invece intorno alla metà del VII secolo, con un ritardo notevole rispetto agli esempi dell'Etruria meridionale. Cambia anche la tecnica costruttiva, in Etruria meridionale si hanno tombe realizzate tramite ipogeo, si scava il tufo e si realizza una tomba a camera completamente sotterranea. In Etruria settentrionale questo non è possibile quindi si costruisce in elevato la tomba, coperta successivamente dal terreno che rende l'altezza e il profilo del tumulo.
Sezione e pianta della tomba della Montagnola a Quinto Fiorentino, uno
degli esempi meglio conservati di tholos ->camera funeraria a pianta circolare e pilastro centrale;termine ripreso dall’architettura greca che in epoca miceneapresenta questo tipo di grandi tombe regali. Sono realizzatetutte in bozze di pietra calcarea messe a stecco, cioè senza l‘utilizzo di malta. Tutta la struttura è realizzatasenza l’utilizzo di leganti. Si ha un dromos, il corridoio di ingresso, e l’ingresso costituito da un architrave. Sientra all’interno di un corridoio da cui si accede, tramite una struttura ad arco che imita il sesto acuto inquanto in realtà non ha un arco non avendo la chiave di volta, si entra nella camera funeraria che presentauna copertura a lastre che tendono a chiudersi sempre di più -> tecnica ad aggetto, le lastre aggettano unpo’ le une sulle altre fino ad arrivare a chiudere la volta.Altro grande tumulo della tomba principesca della Mula, a Quinto Fiorentino, tumulo che è
stato riutilizzato come fondazione di una villa di periodo mediceo, la tholos fu riutilizzata come cantina. La struttura è di epoca orientalizzante. Nella tomba della mula non abbiamo il pilastro centrale, che non ha una funzione statica, non regge la volta, può anche non esserci perché la struttura è autoportante, in quanto le lastre rimangono in equilibrio grazie ai contrappesi che si trovano esterni ai muri. Altri esempi nel territorio fiorentino sono dall'altra parte della valle, nelle alture di Montalbano dove si sviluppa il centro di Artimino, nel tumulo di Montefortini. È un tumulo molto grande, si vede il dromos con ingresso costituito dalla grande lastra che forma l'architrave, un monolite di circa 4 metri di lunghezza, e si hanno due tombe, una più antica con una tholos, questa per eventi naturali o un terremoto crolla e quindi viene realizzata una tomba accanto con una struttura differente, non c'è più una tholos ma.Dei vani rettangolari posti sull'asse del dromos. La tomba più recente è dell'orientalizzante recente, mentre la tholos è della metà del VII secolo. Questo tumulo è stato scavato dall'alto, la copertura non era più presente perché era crollata, quindi si vede il pilastro e l'esterno della camera. Il tumulo di Montefortini, come alcuni tumuli dell'Etruria meridionale, presenta una cosiddetta terrazza altare, una piattaforma con dei gradini che serviva per il rituale della prothesis, l'esposizione del cadavere del defunto. Queste tombe sono state tutte violate in antico già a partire dal periodo romano o etrusco, sono sempre state strutture ben visibili nel paesaggio quindi era facile individuarle e scavarle. Erano ricche di oggetti preziosi quindi molti oggetti li abbiamo persi. Sono tuttavia rimasti dei frammenti che ci consentono di capire l'entità e l'importanza di questi corredi regali.
Alcuni oggetti provenienti dalla tholos di Montefortini, come delle placchette in osso lavorate a intaglio, in cui sono realizzati dei soggetti. Si riconosce un principe del mondo vegetale che tiene in mano dei rami che terminano con volute, e un guerriero fornito di uno scudo ovale. Queste placchette facevano probabilmente parte di un grande contenitore in legno, e ne costituivano il rivestimento, se ne conoscono molte. Sorta di urna, un oggetto molto decorato con delle applique.
Un altro oggetto ritrovato nella tholos è una coppa priva di anse in vetro blu, non si può chiamare patera perché è in vetro. È un oggetto di produzione probabilmente siriaca o egiziana, realizzata con una tecnica particolare che non prevedeva la soffiatura o lo stampo, ma prevedeva di realizzare una sorta di pseudoforma utilizzando uno stampo, la sottigliezza dello spessore del vetro e delle decorazioni erano realizzate tramite una molatura del vetro, il vetro veniva lavorato molandolo.
E tagliandolo come se fossero delle pietre dure. Tecnica della molatura a freddo, esistono pochissimi oggetti realizzati con questa tecnica che non viene acquisita dagli artigiani etruschi, gli oggetti fatti in questo modo sono di produzione orientale.
Nel periodo tardo orientalizzante delle strutture simili ai tumuli compaiono nell'Etruria interna. A Cortona, un centro che si trova lungo la Valdichiana, si trovano tombe che non presentano più la tholos ma una serie di vani che si dispongono lungo un corridoio. Questi tumuli in epoca arcaica sono tombe di famiglia che servono ad accogliere più deposizioni, sono quindi fondate durante l'orientalizzante recente e il loro utilizzo prosegue nel tempo per tutto il VI secolo, ci sono deposizioni che arrivano anche nel corso del V secolo. Nel corso del VI secolo in alcune città dell'Etruria tra cui Cortona questi tumuli subiscono un processo di monumentalizzazione, vengono abbelliti e arricchiti da decorazioni.
Questi tumuli sono realizzati alla fine dell'orientalizzante su tombe di epoca precedente, che sono delle tombe a circolo con tante tombe a cassa litica, a fossa rivestite di lastre di pietra, che appartengono alla fase precedente di questi tumuli, nell'orientalizzante antico e medio. Quindi c'è una progressione, in Etruria settentrionale l'orientalizzante antico e medio è spesso caratterizzato da tipi tombali diversi rispetto ai tumuli, che si affermano invece in epoca successiva. Il tumulo di Cortona, la pianta centrale dell'immagine, viene monumentalizzato e dotato di una terrazza altare che è un basamento realizzato in pietra con scalinata di accesso e decorazioni scultoree che abbelliscono i parapetti, che serviva anche in questo caso per lo svolgimento della prothesis. Le sculture che si trovano ai lati della gradinata di accesso rappresentano un leone che sta azzannando la testa di guerriero, che a sua volta con la sinistra sta affondando un.pugnale nel leone. È una scena di valore apotropaico, il leone rappresenta la morte e il guerriero sta lottando contro il suo destino. Queste sculture appartengono alla fase di monumentalizzazione che avviene nel corso del VI secolo, in particolare dopo la metà del VI secolo, questo lo capiamo dallo stile con cui sono realizzate le sculture e le volute. Queste forme morbide e questo senso di passaggio di piano netti richiamano lo stile cosiddetto ionico. Ricostruzione grafica che ci fa capire la monumentalità di questi tumuli e delle cerimonie che si dovevano svolgere all'interno e all'esterno. Nel periodo orientalizzante si afferma il mito. In Etruria dovevano esistere dei miti locali, questa è un'ipotesi basata sul fatto che i miti più antichi che troviamo rappresentati nelle varie forme di artigianato artistico, sono miti che si riferiscono a uno scontro tra un uomo e un mostro. Questi miti sono appartenenti alla cultura greca ma
riutilizzati dagli etruschi forse anche per rappresentare dei propri miti locali. Si inizia ad avere l'affermazione del mito e dei racconti omerici, dalla metà del VII secolo si iniziano a trovare rappresentazioni di episodi legati all'Iliade e all'Odissea. In particolare l'Odissea sembra rappresentare una fonte di ispirazione importante per le realizzazioni dell'artigianato artistico etrusco. Questo ci dice, vedendo anche i supporti su cui sono realizzati, che questi racconti omerici dovevano circolare e forse erano declamati in versi anche all'interno dei banchetti e simposi che erano cerimonie di gruppo. Oggetto che è un cratere di Aristonothos, un artigiano cicladico venuto a impiantare una bottega ceramica a Cerveteri intorno alla metà del VII secolo, che realizza un cratere nella forma del geometrico greco e dipinto con delle scene, in cui si riconosce l'accecamento di Polifemo. Sempre legato all'Odissea è larappresentazione dello stesso momento, in cui Ulisse sta scappando dall'antro di Polifemo. Pisside della Pania, nell'ultimo quarto del VII secolo a.C., quindi nell'orientalizzante recente. È una pisside, quindi un contenitore cilindrico in avorio realizzato tagliando un pezzo di una zanna di elefante e scavandolo all'interno. La superficie è interamente decorata a bassorilievo, con una tipica sintassi decorativa del periodo orientalizzante con fasce orizzontali intervallate da cornici con motivi fitomorfi. In fondo si riconosce una catena di fiori di loto aperti e alternati. Serie di scene in cui nel registro principale si ha la scena che richiama l'Odissea, poi un corteo di armati e la partenza del guerriero, delle figure femminili che assistono alla scena della partenza del guerriero che era un altro tema molto presente e utilizzato nel periodo orientalizzante e arcaico. Fregio teriomorfo e un altro fregio a tema fantastico nell'ultimo registro, e tutte leLe cornici che separano le varie scene sono realizzate con catene fitomorfe. La partenza del guerriero che sale sul carro, accompagnato da altri armati.