Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Elementi della comunicazione
Key (chiave interpretativa) ● 11. Chiave → modo in cui si dicono le cose (tono)
Instrumentalities (strumenti) ● 12. Canale → i modi in cui la comunicazione avviene
Forme di parlata → il modo di usare delle risorse linguistiche; alternanza di lingue
Norms (norme) ● 14. Norme di interazione → regole secondo cui mittente e destinatario interagiscono
Norme di interpretazione → come noi siamo portati a seconda dell'ambiente linguistico a interpretare il comportamento linguistico degli altri
il comportamento linguistico e attivo ↪Determinano Le massime di Grice entrano interamente nella categoria Norme
Genres (generi) ● 16. Generi → categorie stilistiche del tipo di comunicazione (interrogazione, saluti, ecc)
Repertori linguistici ▸Il repertorio linguistico è un insieme delle risorse linguistiche possedute dai membri di una comunità linguistica, cioè il totale delle varietà di una lingua o di più lingue che sono
Impiegate presso una certa comunità e le norme per il loro uso corretto. Si può intendere in due modi:
- Repertorio individuale → somma di tutte le varietà possedute da un parlante
- Repertorio comunitario → minimo comune multiplo delle varietà a disposizione di ogni individuo, sono tutte le varietà che appartengono a ogni singolo parlante membro del gruppo. Il repertorio comunitario è formato da tutte le varietà che sono condivise dai membri.
Una varietà di lingua è ogni tipo di lingua riconoscibile di un repertorio; si caratterizza per il co-occorrere di forme ed elementi (tratti) di un sistema linguistico e di caratteristiche del contesto in cui lo si sta attualizzando.
Monolinguismo → Si ha una situazione di monolinguismo quando una sola lingua è usata nella società sia per la comunicazione orale sia per quella scritta: le variazioni geografiche e sociali sono piuttosto limitate e il parlante tende a
(o ritiene di) esprimersi anche negli ambiti più informali secondo le norme fonetiche, grammaticali e sintattiche della lingua scritta, uniche considerate corrette e utilizzabili in ogni circostanza. È una situazione piuttosto rara nel mondo, ma presente in Europa e nell'America settentrionale
Bilinguismo → È la situazione (largamente teorica) per cui due o più codici si distribuiscono paritariamente all'interno della stessa società, occupando entrambi sia i domini alti sia quelli bassi. Il bilinguismo paritario territoriale è possibile se due popolazioni, con scarsi rapporti reciproci, si dividono lo stesso spazio – ma anche in questo caso si sviluppano presto gerarchie fra le lingue in concorrenza; laddove è molto rara l'eventualità di società compattamente e omogeneamente bilingui, perché è antieconomico il rapporto fra i codici che si verrebbe a creare avere due lingue
non funzionalmente differenziate è antieconomico.Bilinguismo monocomunitario -> La compresenza di due lingue, perlopiù con gradi diversi di competenze di uso, è di uso in tutta la comunità sociale o la caratterizza. Non esiste in realtà, sono situazioni solitamente statali amministrative.
Bilinguismo bicomunitario -> Costituisce il risultato della presenza sul medesimo territorio di due comunità linguistiche, entrambe riconosciute e autorizzate a parlare e scrivere la propria lingua in tutti gli ambiti d'uso. E' una situazione instabile perché si può creare una gerarchia tra le lingue.
Ad Aosta (bilinguismo monocomunitario) lo stato amministra tutto in due lingue: italiano e francese. Si suppone che ci sia una comunità unica che utilizza le due lingue indifferentemente, assolutamente a scelta, ma non succede esattamente questo: le persone sono per lo più italofone e prediligono, quindi,
L'italiano. La popolazione della Valle d'Aosta parla inoltre una terza lingua: i dialetti franco provenzali. A Bolzano (bilinguismo bicomunitario) lo stato amministra tutto in due lingue: tedesco e italiano. Qui, a differenza di Aosta, non si identifica una sola comunità ma due comunità differenti che si sono trovate ad abitare nello stesso territorio e a parlare ciascuno la propria lingua. Non si parla quindi di una comunità italiana ma proprio di due ceppi, due comunità: quella italiana e quella germanofona. Alla nascita è possibile essere iscritto a un registro per la comunità italofona o germanofona.
Diglossia → Due codici, coscientemente diversi per il parlante, si spartiscono gli ambiti comunicativi secondo precise regole sociali; l'acroletto (H) è usato esclusivamente negli ambiti più formali, il basiletto (L) in quelli più informali. Pochi o nessuno sono gli ambiti di uso di entrambi i codici. Il livello
di formalità in cui avviene il passaggio da un codice all'altro può variare da società a società: quando, col passare del tempo, si riscontra una tendenza della H a occupare ambiti più bassi prima esclusivi della L (con possibilità di passaggio dalla diglossia alla dilalia), possiamo dire che la diglossia è di tipo H>L (acroletto più forte del basiletto). Se viceversa è il basiletto a guadagnare ambiti sull'acroletto - come nella Svizzera tedesca - possiamo parlare di diglossia di tipo L>H (con una possibile tendenza verso la diacrolettia). 17 Dilalia → Si riscontra quando in una società coesistono due codici ben definiti dai parlanti con nomi diversi (diversi glottonimi o semplicemente lingua e dialetto) i quali si dividono gli ambiti comunicativi in modo non equilibrato: l'acroletto è l'unico codice scritto e l'unico orale per gli ambiti alti, ma il suo uso anche nelle situazioni.Informali e come lingua di socializzazione primaria appare normale (o addirittura positivo) ai parlanti; il basiletto invece può essere usato esclusivamente per gli ambiti meno formali, spesso con frequenti sovrapposizioni e mescolanze di codice (è la situazione normale di rapporto tra lingua e dialetti in Italia).
Diacrolettia → Realtà linguistica in cui ad una H limitata esclusivamente al polo alto della comunicazione si affianca un codice adatto a tutti gli ambiti, da quelli più informali all'uso scritto. A partire dagli ultimi decenni del XX sec. questa tipologia sembra in espansione, in particolare in quei territori che hanno conosciuto un repentino rivolgimento politico con una conseguente cambiamento nei rapporti di forza tra e lingue in compresenza sul territorio. È per esempio il caso dei catalanofoni della Catalogna, per i quali il Catalano – già L – si è trasformato in H senza però escludere il castigliano.
Dagli ambiti più alti. Spagna e Lettonia
In Catalogna il catalano fino agli anni 70 non era una lingua ufficiale, veniva parlata solo in casa. Tutti i documenti erano in castigliano e tutti dovevano parlare solo castigliano.
Repentinamente il catalano diventa lingua ufficiale e così chi parlava catalano solo a casa, perché era vietato all'esterno, nelle situazioni pubbliche si trova immerso in un mondo nuovo dove anche le situazioni pubbliche amministrative sono nella sua lingua.
Riga aveva come lingua ufficiale il lettone ma l'URSS, esattamente come con la Moldavia, aveva inserito il russo come lingua ufficiale, molto favorizzato dalla fortissima immigrazione dagli anni 40 agli 80/85 di popolazione di parlanti russi. Ora invece tutto è in lettone ed è la lingua ufficiale, perché dopo gli anni 90, con la caduta dell'URSS, il lettone ritorna nell'amministrazione, nelle università, ecc, come lingua ufficiale. Ormai addirittura, a
distanza di anni, non tutti i lettoni conoscono il russo.Dialettia - Bidialettalismo → Il codice scritto e quello parlato vengono riconosciuti dai parlanti sotto lo stesso nome, ma le lievi variazioni geografiche e sociali nell'uso orale sono socialmente necessarie e talora marcate positivamente: il parlante dovrà usare la variante della lingua standard secondo le modalità (non standard) della classe socioculturale di cui fa parte o dell'area geografica in cui vive pena l'(auto)esclusione dalla comunità dei parlanti. Quando le differenze linguistiche sono più marcate socialmente, cioè il parlante riconosce nell'interlocutore prima di tutto la sua collocazione sociale, possiamo parlare di dialettia sociale (si pensi alla situazione inglese); quando invece la variazione diatopica risulta più forte di quella sociale, quando cioè il parlante riconosce nell'interlocutore soprattutto l'origine geografica,
Possiamo definire la dialettia diatopica (si pensi alla Toscana). Toscani e inglesi
I Toscani hanno una sensibilità molto spiccata nel riconoscere la provenienza del parlante a seconda della parlata che usa: livornese, sense, pisano, ecc.
L'inglese si differenzia soprattutto per le sue varietà sociali. Gli inglesi riconoscono non tanto la provenienza del parlante ma da che strato sociale proviene, che scuola ha fatto, che lavoro fa.
Assi di variazione linguistica
- Variazione diacronica → relativa al tempo. Le lingue cambiano nel tempo tanto da diventare altre lingue (es. latino > italiano). Di questo tipo di variazione se ne occupa la linguistica storica.
- Variazione diatopica → relativa allo spazio.
- Variazione diastratica → relativa alla posizione del parlante nella società. A seconda della classe sociale a cui noi apparteniamo dovrebbe corrispondere un tipo di italiano.
più appropriato, che va da un italiano colto e ricercata a un italiano popolare e basso (se prendiamo come riferimento la lingua italiana).
4. Variazione diafasica → relativa alla situazione comunicativa Ciascuno ⇒ di noi, a prescindere dalla classe sociale a cui appartiene, a seconda della situazione comunicativa adatta la sua lingua.
5. Variazione diamesica → relativa al mezzo impiegato per la comunicazione Con l'arrivo degli sms la situazione è cambiata, essi ⇒ sono una via di mezzo tra parlato e scritto; questo evento può essere considerato un cambiamento antropologico.
La concezione del parlato è la sincronia, la spontaneità e la vicinanza fisica.
Non si può conservare nel tempo il messaggio (almeno tradizionalmente). Lo scritto invece è tendenzialmente perenne, ha un