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INDICATORI
Per poter identificare gli impatti dovuti alla fase di costruzione, alla struttura stessa del progetto e alle attività
indotte che possono verificarsi, si ricorre all’uso di indicatori, i quali, se aggregati, portano alla formazione di
indici ambientali che semplificano la presentazione dei dati.
di un’osservazione.
Indicatore: valore misurato Può essere rappresentato da un singolo parametro o
una trasformazione matematica di una serie di parametri aggregati, in modo da fornire una descrizione
semplificata di una variabile ambientale (da cui il nome descrittore), per renderla confrontabile con altre
della stessa natura (es. quantità di popolazione esposta a un livello di inquinamento eccedente una soglia).
Indice: è la funzione di una osservazione (indicatore) rispetto ad uno standard o un altro valore
desiderato (es. il rapporto fra la concentrazione di inquinante e il suo livello standard).
L’uso in un’indagine ambientale è
degli indicatori essenziale per poter giungere a decisioni o previsioni
basate su dati e risultati il più oggettivi possibile.
Si può fare una distinzione fra i diversi tipi di indicatori. In particolare abbiamo:
- indicatori descrittivi (qualitativi); non sono rapportabili a una scala di misura ma possono essere
confrontati fra loro e sono suscettibili di un giudizio qualitativo (positivo-negativo; sufficiente-non sufficiente).
In genere si tratta di parametri relativi a fattori estetici e al tempo libero, come ad esempio panorami o
caratteristiche del paesaggio, campeggi ed escursioni, luoghi di soggiorno. È un tipo di indicatore
largamente utilizzato nella redazione di ceck-list e matrici di impatto;
- indicatori numerici (quantitativi); possono essere espressi tramite un valore quantitativo, ossia un dato
nell’atmosfera),
che può essere il frutto di una precisa rilevazione (concentrazione di SO o di un calcolo
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matematico o statistico (media delle concentrazioni in un dato periodo). Questi sono quindi più oggettivi e più
sintetici, permettono l’aggregazione di più dati in un indice globale rappresentativo del fenomeno. D’altra
parte possono presentare distorsioni dovute a errori di applicazione o di calcolo. Sono gli indicatori più
interessanti per la parte strettamente valutativa e decisionale delle indagini ambientali, perché portano a un
risultato il più possibile obbiettivo, sintetico e di immediata lettura.
In realtà gli indicatori più diffusi nelle indagini ambientali non sottostanno a una divisione così netta, infatti un
indicatore può essere espresso sotto forma sia qualitativa che quantitativa, in relazione alla metodologia di
indagine. Data l’importanza assunta negli ultimi decenni dalle indagini ambientali, diversi organismi
internazionali hanno fornito ai governi e agli enti di ricerca una serie di questionari e liste di indicatori per
fornire una base comune allo sviluppo di metodologie di indagine ambientale; gli orientamenti più seguiti
attualmente sono quelli dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
MATRICI E CECK-LIST
Per individuare, attraverso gli indicatori, i possibili impatti ed escludere le possibili dimenticanze che possono
suscitare problemi in fase decisionale, sono stati sviluppati vari strumenti e metodologie. I più utilizzati sono:
check list, matrici e grafi.
Le check list (liste di controllo) sono il mezzo più
semplice e più usato per un primo riconoscimento
degli impatti. Hanno funzione semplicemente
enumerativa e possono servire per uno screening
iniziale.
Ne esistono diversi tipi. Possono essere elenchi di
domande relative alle caratteristiche fisiche ed
ecologiche dell’area di insediamento o alle attività
umane della zona in esame, comprese
infrastrutture e servizi sociali. Possono essere 9
anche costituite da un primo sommario esame degli
impatti previsti, fornendo spunti necessari per un
successivo approfondimento.
L’aspetto negativo sta nella genericità e
nell’astrattezza che di solito caratterizzano le check
list. Inoltre esse sono statiche, non descrivono qualitativi, non forniscono un’idea del livello quantitativo dei
dinamiche nel tempo e, come gli altri metodi solo
singoli impatti, delle loro interazioni causa-effetto e del risultato globale di essi.
Il metodo Battelle (Ees,
Environmental evaluation system)
è fra i più utilizzati per esaminare
diverse alternative di progetto o
localizzazione. Si basa su ceck
list di 78 elementi ambientali,
sociali ed economici, a ciascuno
dei quali viene associato un
indice di qualità ambientale
compreso tra 0 e 1.
Inoltre, ad ogni elemento
considerato viene associato un
peso in base all’importanza
attribuitagli, la cui somma totale è
pari a 1000 punti.
Dal prodotto dei due suddetti
fattori si ottiene un indice di
qualità totale associato ad ogni
progetto, che permette di disporre
di una classificazione quantitativa
delle alternative considerate.
Tuttavia il metodo non ha
un’efficacia sempre elevata a
causa della soggettività con cui è
attribuita l’importanza di ciascun
fattore ambientale e per la
mancanza di flessibilità del
calcolo quantitativo degli impatti.
che permettono l’incrocio
Le matrici sono delle tabelle di due variabili; possono essere considerate
e l’altro
check list bidimensionali, in cui un asse del sistema (es. colonne) descrive le azioni proposte
asse (es. righe) elenca le componenti ambientali. Sono meno usate delle liste di controllo ma ne
esistono diverse tipologie; la più importante è la matrice di Leopold. Consiste in una griglia con 100
dell’ecosistema suddivise
azioni che possono avere effetti ambientali e 88 componenti in quattro
categorie principali (terra, acqua, atmosfera, processo dinamico). Una volta identificate nella matrice tutte
le possibili azioni che fanno parte del progetto, vengono segnate le corrispondenti intersezioni con le
caratteristiche ambientali che presumibilmente subiranno un impatto significativo. Gli impatti così
individuati vengono a loro volta stimati con una scala di valori che va da 1 a 10: il valore indica
l’importanza
unicamente dell’impatto, che assume valore 10 quando è massimo e 1 quando è minimo,
utilizzando un segno + o - a seconda che sia a favore o contro la situazione ambientale esistente. 10
I grafi, detti anche flow-diagrams (diagrammi di flusso), networks o linear graphs, sono stati sviluppati per
identificare le azioni proposte e i possibili effetti ambientali. Si tratta di passaggi concatenati di cause
e effetti, collegati da frecce o linee che indicano la sequenza degli eventi. Con essi si può identificare la
impatti diretti e indiretti causati da un’azione all’inverso,
catena di e, procedendo si può risalire
all’insieme di azioni che provocano un determinato impatto.
GERARCHIZZAZIONE E PONDERAZIONE DEGLI INDICATORI
Una volta elaborati gli indicatori di ogni comparto ambientale tramite ceck list, matrici o grafi, si deve
assegnare una scala di priorità (gerarchizzazione) e si deve dare un peso ai descrittori (ponderazione). Si
tratta di valutare l’importanza sociale delle risorse utilizzate o degradate, indipendentemente da quanto
queste vengano modificate dal progetto.
La gerarchizzazione consiste nel dare una scala di importanza che consenta di focalizzare l’attenzione
maggiormente su alcuni fenomeni prioritari rispetto ad altri.
La ponderazione consiste nell’attribuire un peso a un dato di particolare interesse nell’ambito dell’indagine.
Si tratta di attribuire un punteggio, un valore, che identifichi l’importanza del dato in questione sia rispetto agli
altri dati sia rispetto all’impatto globale.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nasce nel 2001, nel momento in cui ci si rende conto della
necessità inderogabile di spostare l’analisi ambientale dall’ambito dei progetti a quello più vasto di piani e
programmi. Si tratta, sostanzialmente, dell’estensione della valutazione preventiva dei possibili effetti
“alte”
sull’ambiente applicata elle fasi iniziali e della pianificazione.
La VAS rappresenta la logica conseguenza di un nuovo approccio alle politiche ambientali precauzionarie. Al
di là del cambiamento delle politiche ambientali, nei paesi in cui si poteva contare su una maggior
esperienza di valutazione ambientale, era emerso in maniera ricorrente che c’era da un lato la necessità di
adeguare le prestazioni della valutazione e dall’altro quella di ampliarne il raggio d’azione.
Inoltre andavano ampliati gli spazi della valutazione ambientale ai diversi livelli della programmazione
(politiche, piani, programmi) e alle diverse fasi del ciclo del progetto.
La VAS trova una procedura metodologica nella
direttiva 2001/42/Ce secondo la seguente
articolazione: 11
1) attivazione degli schemi di procedura di
VAS;
2) redazione del rapporto ambientale;
3) consultazione;
4) preparazione e attuazione;
5) informazione alle Autorità e al pubblico;
6) monitoraggio.
L’ipotesi di piano o di programma non è
necessariamente sottoposta a VAS. Si
verificano due casi:
- piano o programma che rientra nell’elenco da
sottoporre obbligatoriamente a VAS;
- piano o programma per cui gli Stati membri
stabiliscono se avviare la procedura di VAS. In
questo caso si applica la fase di screening,
ossia si identifica quali piani e programmi abbiano
effetti significativi sull’ambiente e quindi si decide
se devono essere sottoposti a VAS.
Per i piani e programmi sottoposti a VAS si
avvia la fase di scoping, cioè vengono
determinate le problematiche ambientali su cui
concentrare l’attenzione nella valutazione e quali
vanno escluse.
Il cuore della VAS è il rapporto ambientale. Esso
deve consentire di individuare, descrivere e
valutare gli effetti significativi che l’attuazione
del piano o programma potrebbe avere
sull’ambiente, nonché le ragionevoli
alternative. Il rapporto deve riportare le
informazioni indicate dall’Allegato I della
direttiva, compresa l’individuazione di alternative
progettuali da sottoporre a consultazione (vedi
VIA VAS POLELLI p. 642). Il rapporto sullo stato
dell’ambiente avviene attraverso una griglia di
indicatori che forniscono informazioni
ambientali e socio-economiche e urbanistiche
secondo criteri che mettono in evidenza la
situazione ex ante ed ex post (v. es. olimpiadi di
Torino p. 643 VIA VAS POLELLI).
La fase di consultazione consiste nel mettere il
piano o progra