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LA MERCE

Il bello come artificio. Baudelaire pur non delineando una vera e propria estetica dell'oggetto, egli ne traccia le coordinate di base nella misura in cui si fa portatore di un'estetica dell'artificio: - nell'orizzonte della moderna società tecnologica che ha il suo centro nella metropoli, il bello non può che darsi come artificio - questo aspetto investe innanzitutto l'umano, trovando nella prostituta e nel dandy le sue figure più emblematiche il trucco e la cosmesi non sono un semplice correttivo dei difetti, ma è l'intensificazione/rivelazione della bellezza stessa nella prostituta come nel dandy si rivela che il bello in quanto artificio è sempre mediato dagli oggetti. Il dandy, per essere artista di se stesso, si veste in un determinato modo, usa una determinata giacca, una determinata cravatta ecc. è visto come un fiore prodotto artificialmente, e tutto ciò avviene attraverso la mediazione degli oggetti.Addirittura la persona stessa si fa artificio, cioè si riveste di oggetti (es. collana di falso oro). Transitorietà del bello come artificio. Che tipo di bellezza è costitutiva degli oggetti? Non una bellezza eterna e immutabile, ma cangiante e umorale per essere presi gli oggetti nel vortice sempre cangiante della vita moderna Baudelaire, il pittore della vita moderna (1863): (Vedi slide)​ ​Il bello classico è tramontato per sempre e al suo posto è subentrata una bellezza che è cangiante e mutevole come lo è la società tecnologica si tratta della bellezza della moda, i mutamenti repentini del gusto, il vedere non più esteticamente desiderabile ciò che dominava il nostro desiderio un attimo prima sono i tratti dell'umanità dell'epoca industriale Ma se il bello, nella sua contingenza, si indirizza verso la moda quale emblema della mutevolezza del gusto sociale moderne, due sono i tratti che lo caratterizzano:​1.

ESIBIZIONE: la moda è l'esibizione per eccellenza.

MERCIFICAZIONE: Mediare attraverso gli oggetti la bellezza, significa farsi portatrice di un'estetica dell'esibizione che fa​tutt'uno con la sterilità creativa dell'individuo. Esempio del dandy: l'arte, nel dandy, si esprime nell'esibire​gli oggetti e non nel fare opere. Il fenomeno del dandy registra la crisi di un'arte che non si riconosce più​nelle opere creabili dal soggetto, ma negli oggetti che questo soggetto può usare e con i quali media il suo rapporto con la società​. Dal bello come artificio all'arte come merce. Riconoscimento nella moda, cioè nell'esibizione per eccellenza, la categoria del bello, Baudelaire riconosce​ ​nei fatti che l'arte stessa si è fatta merce l'arte è prostituzione. L'estetica di B. come estetica dell'artificio, dell'esibizione e della moda.

è un’estetica che riconosce nel mercato l’orizzonte irrevocabile dell’esteticamoderna. l’arte perde la sua autonomia perché è divenuta un elemento di scambio.

DA BAUDELAIRE A MARX

Baudelaire il problema di fondo è comprendere la trasformazione dell’estetico in merce come sintomodel moderno.

Marx il problema di fondo è indagare la ricaduta sociale che la merce ha anche come dimensioneestetica nel momento in cui l’arte diviene un fenomeno marginale centrale è la nozione di “feticismodelle merci” (vedi slide). “Teorie sul plusvalore (1861-63)”: “La produzione capitalista è nemica di certe branche della produzioneintellettuale, per esempio dell’arte e della poesia” nella stessa riflessione di Marx questo divario si rivelasoltanto apparente. Per comprendere questo ribaltamento è necessario cogliere il rapporto che Marxindividua tra prodotto e

consumo​ della società capitalista​.​ ​- Tra prodotto e consumo c'è un rapporto di inscindibilità se, da un lato, è nel consumo che il prodotto diviene tale (un vestito non diviene vestito se non nell'atto di indossarlo), dall'altro, un consumo senza oggetto è impensabile.​ ​- Ne consegue che se la produzione crea consumo, il consumo stesso crea la produzione​ il consumo è sempre un motore economico e la base di una nuova spinta Dialettica produzione/consumo. È una dialettica tale in cui si danno contemporaneamente: - l'oggetto prodotto e da consumare - il consumatore stimolato da un bisogno sempre più indotto dalle dinamiche produttive - una modalità specifica del consumo e di consumo. L'oggetto di consumo come merce. ​L'oggetto che si consuma nella società capitalistica è l'oggetto come merce:​ ​- la merce determina un rapporto con il consumatore dicarattere feticistico dell'oggetto. L'oggetto acquista un valore che non è semplicemente d'uso ma simbolico, da mezzo per un fine si trasforma in fine per sé (la merce si rende autonoma). Questa trasformazione è determinata dal lavoro alienato della produzione industriale. Lavoro alienato e feticismo. Nel lavoro alienato il soggetto smarrisce la propria identità e la proietta in altro da sé, nel periodo che egli stesso produce l'oggetto prodotto si anima letteralmente di contenuti che non gli appartengono e che sono propri dell'uomo, diventando non solo oggetto di culto ma soggetto di potere. Alienazione quindi come meccanismo occulto alla base del feticismo fa tutt'uno con il processo di fascinazione che esercitano le merci e che viene definito come "arcano". In tale arcano, anche se non detto da Marx, risiede anche l'appeal estetico della merce. Nel tema della fascinazione delle merci rientra la stessafascinazione estetica che esse esercitano: il fattore estetico diventa un elemento decisivo della produzione i processi di mercificazione vengono legittimati attraverso il piacere stesso, inteso non come soddisfazione di un bisogno ma come piacere che l'oggetto suscita per se stesso. ​Marx tematizza implicitamente uno dei ruoli che verranno in seguito attribuiti al design in quanto luogo di elaborazione estetica della forma, esso diventa la forza che regola la produzione e il consumo​. GEORGE SIMMEL Filosofo e sociologo tedesco di origine ebraica. Nel periodo compreso tra il 1885 e il 1900 compone i suoi più importanti trattati sociologici legati al fenomeno della modernità industriale. Rilevante in merito al problema dell'esteticità dell'oggetto industriale un suo resoconto sulla Esposizione industriale berlinese (1896) l'estetico dell'oggetto industriale è strettamente legato al divertimento, cioè in

qualcosa che si dà non tanto nell'oggetto, ma nel soggetto. Esteticità e divertimento. L'esteticità dell'oggetto industriale riposa unicamente nel soggetto, nell'avventore della fiera, cioè nel suo divertimento. Divertendosi l'uomo metropolitano riscatta momentaneamente la sua alienazione quotidiana. All'innesco del divertimento è fondamentale lo spazio che lo accoglie, cioè la fiera: città nella città, la fiera è lo spazio architettonico che sottolinea l'identità più autentica dell'oggetto industriale. Nella sua qualità di vetrina la fiera attiva la produttività estetica dell'oggetto industriale, produttività che risiede nell'esponibilità. Ridefinizione tra il bello e l'utile: in un clima di libera concorrenza e di predominio dell'offerta sulla domanda, gli oggetti industriali mostrano a mostrare un

aspetto seducente a discapito della loro utilità. L'appeal di un oggetto fa parte della strategia di marketing: il fascino dell'apparenza è lo specchio della concorrenza commerciale. GOTTFRIED SEMPER Prende origine dall'Expo di Londra al Crystal Palace, che però non si risolse in un attacco alla moderna produzione tecnico-industriale: gli oggetti di quella esposizione erano caratterizzati da una abbondanza ornamentale che, nel mentre mostrava la crisi dell'opera d'arte tradizionalmente intesa, non sottolineava l'esigenza di un'estetica applicata ancora a venire, adeguata al nuovo oggetto di produzione industriale. Rifacendosi ad Aristotele, tale estetica doveva essere una morfologia pratica, capace di produrre una forma nel rispetto delle componenti funzionali e materiali dell'oggetto estetica. La critica rivolta agli oggetti del Crystal Palace è al loro decorativismo, l'estetica.dell'oggetto si esprime​ ​non nella sua fisionomia ma nei suoi accessori, nella sua struttura ornamentale: l'estetico era erroneamente identificato con un apparato decorativo altro dall'oggetto stesso, con una sorte di cosmetica aggiunta. Rapporto forma-funzione ​La dimensione estetica dell'oggetto si perde quando l'aspetto ornamentale è distinto​ meccanicamente da quello tecnico-formale​, che fa tutt'uno con la struttura funzionale dell'oggetto. Il bello non è una decorazione esterna, aggiunta all'oggetto, ma scaturisce dall'oggetto stesso nella misura in cui c'è la piena concordanza tra idea e sua realizzazione. Questa piena concordanza determina le tre componenti che definiscono la bellezza dal punto di vista della forma: 1. simmetria 2. proporzione 3. direzione. Conclusione: la riflessione di Semper costituisce comunque una tappa importante per la questione del design per il doppio rifiuto che essa.implicava: - le tecniche artigianali non potevano fornire paradigmi neanche estetici alla produzione industriale di massa - i paradigmi estetici che tradizionalmente venivano applicati all'arte non erano adeguati al nuovo oggetto industriale (vedi slide). JOHN RUSKIN & WILLIAM MORRIS Entrambi sdoganano un concetto che sarà fondamentale per la nascita del design. Gropius su Ruskin e Morris "si batterono per riconciliare il mondo dell'arte con quello del lavoro". Al centro della riflessione dei due è il rapporto tra arte e società, tra estetica e nuove modalità produttive. Il loro pensiero manifesta l'inquietudine di un'epoca scissa tra valori estetici ormai inattuati ed esigenze socio-culturali nuove. L'esito di ciò è offrire un'acuta diagnosi della situazione, proponendo però
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GeorgePatru di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Cantelli Chiara.