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APPUNTI DI ESTETICA
Libri:
1. F. Ritchin, Dopo la fotografia, Einaudi, Torino 2012. BIBLIOTECA
2. P. Spinicci, Simile alle ombre e al sogno. Filosofia dell'immagine, Bollati Boringhieri, Torino 2008.
3. C. Marra, L'immagine infedele. La falsa rivoluzione della fotografia digitale, Bruno Mondadori, Milano
2006. BIBLIOTECA
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(oggi le immagini non più intese come copie, riproduzioni più o meno fedeli, calchi, raddoppiamenti delle
cose)
Argomenti:
- Cenni di ontologia dell’immagine (Platone VS Gadamer, Boehm)
- Fenomenologia dell’immagine (Spinicci, Wollheim, Goodman)
Platone
Capostipite di tutte le teorie filosofiche riguardanti le immagini
IMMAGINI = COPIE (= riflesso delle cose provocato dalla luce; es: ombre, riflessi su vetro o altro) delle
cose sensibili, 3 volte lontane dal vero, su gradino più basso di ciò che degno di conoscenza
- Quesito: riflessi o immagini che si formano da sole “in natura” sono cose apparenti o fanno parte della
realtà?
Platone vive in periodo (V secolo a.C.) di fioritura dell’arte greca pittori ottenevano immagini fedeli alla
realtà al punto di ingannare l’occhio = pittura mimetica e illusionistica, schiagrafia= “disegno delle ombre” =
pittori hanno capito come rendere plasticità e tridimesionalità tramite chiaroscuro e morbido passaggio tonale
(livello raggiunto in seguito solo con pittura pompeiana e rinascimentale)
es: grande pittore Apelle
- Quesito: quale sarà l’impatto dell’arte sulla società (= poleis), nello Stato? I giovani andranno in guerra per
difendere coraggiosamente la città o l’arte li renderà troppo sensibili?
- Problema: pittura e teatro creano REAZIONI per Platone pericolosità arte mimetica per suo effetto sui
giovani e quindi sulla res publica (= “cosa pubblica” = Stato)
es: spettacolo con scene lacrimose (come la morte di un guerriero in battaglia) crea:
o identificazione assuefazione
o o
ovvero a furia di aver paura divento sempre più pauroso, oppure a furia di dover aver
coraggio divento sempre più coraggioso
≠ Aristotele (= provando emozioni ce ne possiamo liberare)
- Conclusioni: CONDANNA IMMAGINI CHE POSSONO INGANNARE (arte mimetica)
J CONDANNA RAPPRESENTAZIONE DEL DOLORE NELLE TRAGEDIE (dialoghi
mimetici)
e invece bisogna forgiare gioventù con ideali positivi, ai quali diventano simili
Possono ingannare anche statue grandi (statue con esatte proporzioni del corpo se guardate dall’alto
deformate così gli scultori ne modificavano le proporzioni) e grandi colonne (aggiustamenti prospettici per
fenomeno ottico e percettivo per cui se colonne perfettamente dritte da lontano appaiono concave architetti
fanno più grossa la parte centrale)
Per Platone umani hanno componente forte e debole, assecondando gli occhi con l’aggiustamento e
l’inganno ottico si favorisce la parte debole
LE ARTI non devono produrre copie che hanno la capacità di simulare la realtà (es: statue con aggiustamenti
proporzionali in scultura, illusione di profondità in pittura)
1. le immagini sono fantasmi che hanno la capacità di simulare la realtà (e quindi meno reali dalle cose, più
lontane dal vero)
2. alcuni fantasmi sono capaci di farsi scambiare per cose reale
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io non potrò mai avere coscienza del corpo umano perchè cambia nel tempo e non è illuminato dalla verità
come ad es. lo è un concetto di numero (che, essendo un’idea, rimane immutato nel tempo)
oggetti materiali esposti al cambiamento, meno illuminati delle idee (virtù, numeri, etc...)
PER PLATONE L’IMMAGINE NON E’ STRUMENTO DI CONOSCENZA
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Quando la rappresentazione della realtà è mimetica il contagio, coinvolgimento del pubblico è maggiore
rappresentazione scambiata per qualcosa di più della rappresentazione (non per la realtà, ma partecipazione
del pubblico allo spettacolo come se fosse la vita vera, temporary suspension of disbelief pubblico crede
alla rappresentazione)
specchio: costruisce unità del mio corpo (che io altrimenti vedrei a pezzi) restituendola fedelmente
gli artisti di arte mimetica fanno una cosa finta, falsa, virtuale
artigiano “artista”, pittore = imitatore, ignorante, imita (come
= creatore, demiurgo, crea qualcosa che prima non fa uno specchio che rimanda le immagini) cosa reale
c’era (dall’idea che ha di quella cosa; es: idea di prodotta da qualcun’altro, non ha bisogno di sapere
sedia) crea esattamente come una volta un dio, com’è fatta o come fare le cose (= avere idea delle
demiurgo ha creato le idee delle cose; es: idea sedia cose), basta che copi, fa senza sapere, fa cose
vale per tutte le sedie) apparenti che non assurgono alla loro funzione come
quelle reali (es: sedia per sedersi) falsa conoscenza
del pittore, artista, bravo a fare tutto, ma per finta
Per Platone:
1. forme matematiche e IDEE (= forme
pure in quanto tali) = copie impure (perchè mescolatesi con la materia) delle idee,
2. COSE SENSIBILI (materiali) forma + materia (es: sedia = forma sedia + plastica)
3. APPARENZE (ombre), IMMAGINI
Ogni singolo livello rimanda all’altro come sua immagine, duplicazione degradata dall’introduzione del lato
sensibile, materiale tutto è riflesso
Idee duplicazione cose sensibili duplicazione immagini, apparenze, ombre
Modo reale (visibile coi sensi) = copia del mondo delle idee (IPERURANIO) (raggiungibile con l’intelletto)
La luce è portatrice di verità e preocondizione al fatto che il mondo è aperto per essere riconosciuto,
condizione che ci permette di conoscere le cose (matematica e geometria sempre illuminate ed aperte ad
essere conosciute; es: il cerchio può sempre essere conosciuto)
Luce = emanazione di un astro (il Sole) = un dio = idea del bene = alezeia = senza nascondimento (il non
essere nascosto delle cose) = verità
Riflessi:
- naturali (es: su vetro)
- arte mimetica (es: dipinti realistici), NO bene perchè può portare a promuovere azioni ed ideali buoni ma
anche cattivi (può essere usata indiscriminatamente dagli artisti)
catturano solo una parte, mai la totalità dell’oggetto (es: pittura mostra un lato alla volta dell’oggetto, un po’
più lati i quadri cubisti, ma comunque ciò che è rappresentato è sempre puramente fittizio)
“il pittore imita le cose non in quanto sono ma in quanto appaiono”
immagine = riduzione di una cosa, impoverimento dei suoi aspetti + passaggio da realtà ad apparenza
Specchio ci dice che le immagini sono somiglianti alle cose da cui si generano, ma apparenti perchè
conservano solo il lato visivo della cosa che le genera
specchio non trattiene immagine
Barthes, La camera chiara: fotografie = particolari tipi di immagini trasparenti che spingono ad andare verso
soggetto rappresentato, in fotografia analogica macchina cattura luce riflessa da dato corpo
Per Platone: immagini referenziali delle cose che rappresentano
PROBLEMI DI ONTOLOGIA DELL’IMMAGINE:
1. capire quanti tipi di immagine ci sono e il divero uso che ne deriva da parte nostra
2. capire cosa sono le immagini (riflessi delle cose, segni, ...?)
+possono le immagini parlarci esclusivamente di se stesse e non delle cose?
Hans-Georg Gadamer
Riproducibilità tecnica dell’immagine è la sua espressione più bassa
Immagini dovrebbero dirci qualcosa di più (o più intenso, potente, interessante) della cosa reale
Verità e metodo
Gadamer conserva l’idea di “copia” di Platone MA per lui non tutte le immagini sono copie e c’è una
categoria di immagini, quelle vere, che sono qualcosa più delle cose, che dicono qualcosa di interno,
invisibile, che altrimenti non si potrebbe vedere (es: foto artistiche, ritratti) le immagini non sono qualcosa
di altro rispetto alle cose, bensì un’affermazione della presenza, della funzione magica dell’immagine (es: riti
tribali, immaginette vodoo, immagini sacre o dei dittatori che non possono venir attaccate perchè colpiscono
direttamente la divinità o l’autorià del dittatore calate nella realtà oggi le star, gli idoli = immagine che
coincide con il personaggio)
Due tipi di immagine (in base all’uso che ne facciamo):
1. immagini-copie
strumentali
ci si concentra più su soggetto immagine che su immagine stessa, copie dei soggetti funzione di
segnale, orientativa, direzionale, di riconoscimento del soggetto rappresentato, etc...
es: immagini pubblicitarie, fototessera nei documenti, segnali stradali, etc...
specchio: quando ci guardiamo allo specchio vediamo noi stessi, non un’immagine distinta da noi (es:
nell’uso della lingua diciamo che “nello specchio vedo un mobile”, non “nello specchio vedo
l’immagine, la rappresentazione di un mobile”)
diverso uso uso immagine riflessa in specchio (momentanea e mutevole) e fototessera (immutabile)
2. immagini artistiche
non strumentali
magia dell’immagine, rendono presente (mentalmente) ciò che è
rappresentato, il quale si impone alla mia attenzione più della
realtà (es: davanti ad un quadro osservo più quello che chi mi
siede accanto)
immagine parla più del soggetto riguardo al soggetto stesso
es: Antonello da Messina, Ritratto di anonimo, probabilmente
marinaio volto più autentico di quello dell’individuo stesso
Far vedere qualcosa che non vediamo nelle cose quotidiane (se vedessimo la persona ritratta dal vivo ci
sembrerebbe diversa dal suo ritratto)
Dal punto di vista pubblico l’”immagine” è il meglio, il potere di una persona (es: espressione
linguistica “distruggere la sua immagine”) immagini fanno parte di ciò che rappresentano (es:
immagine personaggio pubblico fa parte del personaggio pubblico, di quella persona)
Grande arte (arti figurative, fotografia, cinema, etc...) = farci vedere quello che normalmente non
riusciamo a vedere IMMAGINE PIU’ VERA DEL VERO, sotto luce di verità (senza oer forza essere
iperrealistica)
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ICONA = immagine in cui è presente ciò che viene rappresentato
QUADRO (volto reale più vero) VS SPECCHIO (la persona, non l’immagine della persona)
Rapporto di realtà tra originale e copia
- per Platone: copia ha minor valore
- per Gadamer: copia reale quanto l’oggetto reale, loro somiglianza relegata al scopo identificativo +
immagine artistiche, rappresentano qualcosa di più del reale, ma conservano identità con soggetto (immagine
come cosa nella sua versione più autentica, conoscere