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Condizioni generali di massimizzazione del profitto

Consideriamo che il profitto è massimo dove è massima la differenza tra ricavo e costo totale RT > CT. Quando RT = CT il profitto è = 0 per quei livelli di quantità minimi per pareggiare (Punto di pareggio). Quando CT > RT il profitto è negativo e quindi siamo in perdita. Il profitto lo visualizziamo come una distanza in questi 2 modi.

Il profitto totale è una funzione della quantità prodotta perché = RT(q) - CT(q) e siccome è continua si può massimizzare, faccio la derivata prima=0. Quindi RMG = CMG è condizione di massimo profitto che vale per tutte le forme di mercato!

2° metodo (usando ricavi e costi medi e marginali)

Prima fase: Usiamo le curve di ricavo marginale e costo marginale per trovare il livello di quantità (q) che massimizza il profitto. Sappiamo che RMG = CMG per il profitto massimo. Quindi q* è una quantità ottimizzante ma...

potrebbe anche essere un punto che solo minimizza la perdita!

Seconda fase

Aggiungiamo, quindi, le curve di costo e ricavo medio

Al livello di q* calcola la distanza tra CME e RME (RME – CME = profitto medio)

Il massimo profitto si ottiene moltiplicando q* per il profitto medio

L'area tratteggiata rappresenta il profittomassimo

Il profitto normale

Il profitto normale è il costo-opportunità di gestire l'impresa rappresenta un costo e come tale è già incluso nei costi di produzione. (Remunerazione dei capitali che l'imprenditore mette nell'attività di impresa). Questo tipo di profitto non è quello che andiamo a massimizzare

Si calcola come:

Tasso di profitto normale (%) = tasso di interesse privo di rischio + premio per il rischio

Il significato di profitto

Il profitto che si vuole massimizzare è l'eccedenza sul profitto normale ed è detto extra-profitto.

FORME DI MERCATO

Le forme di mercato sono distinte in base

ai seguenti parametri:

  • Numero di imprese presenti
  • Grado di libertà con cui le nuove imprese entrano nel settore (barriere all'entrata) le imprese vorrebbero entrare per un extra-profitto
  • Natura del prodotto (omogeneo o differenziato) distinzione tra concorrenza monopolistica e altre forme di mercato
  • Grado di controllo sul prezzo da parte delle imprese se ci sono tante imprese, ogni singola impresa non riesce a influenzare il prezzo di mercato perché la quantità prodotta da ognuna è trascurabile rispetto all'intera offerta di mercato e quindi non sposta l'offerta di mercato

28/05/2021

Concorrenza perfetta

Le principali forme di mercato sono:

  • La concorrenza perfetta elevato numero di imprese, libertà di entrata, prodotto omogeneo e ogni singola impresa individualmente non può influenzare il prezzo di mercato perché perderebbe i consumatori e perché ci sono tante imprese e ciò che produce una singola

impresa è trascurabile.- Monopolio sola impresa definisce il prezzo di mercato eunadetermina il prezzo di mercato. Presenza di barriere all'entrata delmercato e quindi prodotto unico. Il monopolista può decidere solo oil prezzo o la quantità di mercato.- Concorrenza monopolistica e oligopolio libertà di entrata e prodottodifferenziato nella concorrenza monopolistica, invece barriereall'entrata e prodotto o differenziato o omogeneo nell'oligopolio.Ipotesi della concorrenza perfetta:- Esiste un numero molto elevato di imprese- Il prodotto è omogeneo (non ci sono differenze significative tra iprodotti delle imprese esempio acqua e benzina)- C'è perfetta informazione sui prezzi di vendita dei diversi prodotti.Infatti, se una impresa alza il prezzo, perde i clienti.- Esiste completa libertà di entrata e uscita per le imprese (cioè altilivelli di investimenti)Date le prime tre ipotesi, le imprese e i loro

I clienti sono price-takers, cioè subiscono il prezzo senza poterlo influenzare.

Equilibrio di breve periodo

Applichiamo la massimizzazione del profitto per vedere a che livello produce l'impresa in concorrenza perfetta. Analizziamo ciò che succede nel:

  1. mercato
  2. nell'azienda

Nel mercato, il prezzo di equilibrio si determina in corrispondenza dell'intersezione tra la domanda e l'offerta di mercato. Pe è il prezzo che ogni impresa riceve per ogni unità di prodotto venduto. La singola impresa non può modificare il prezzo di equilibrio (deve esserci per forza uno spostamento generale delle curve).

L'impresa, price-taker, fronteggia una curva di domanda che è orizzontale in corrispondenza di Pe = RMG = RME. La condizione di massimo profitto è RMG = CMG = p (alla quantità q*). L'area tratteggiata rappresenta il profitto.

La condizione di massimo profitto è RMG = p = CMG (alla quantità q*). Non so quanto sia q*.

L'ammontare del profitto ma so solo se è massimizzante o minimizzante. q*(RME- CME) Quindi le imprese in concorrenza perfetta di breve periodo realizzano un extra-profitto.

Cosa succede se il prezzo di mercato scende al minimo di costi medi? Che in concorrenza perfetta è (RME = RMG = P) Se il prezzo scende, si deve abbassare la q* per non andare in perdita e andare in pareggio al minimo dei costi medi PREZZO DI PAREGGIO il minimo dei CME Profitto zero non è condizione sufficiente per chiudere l'impresa.

CONCETTI- Ogni impresa ha le sue curve di costo e il prezzo di pareggio cambia da azienda ad azienda- Per un'azienda è meglio avere un prezzo di pareggio basso (sotto la media delle altre aziende)

Ripasso sulle curve di costo Per ogni livello di produzione, la distanza tra CME e CVME è rappresentata dai CFME Fine ripasso Cosa succede se il prezzo di mercato scende al di sotto del minimo dei costi medi variabili? Se P = CME (caso precedente)

π = 0

Il prezzo copre sia i costi variabili medi, sia i costi fissi medi P = (CVME + CFME)

Se l'impresa chiude non copre più i costi fissi, continuerà a produrre per ripagare i costi fissi

Allora quando all'impresa conviene chiudere? Quando con quello che produce e vende non riesce a coprire i costi fissi medi (solo i costi variabili medi) quindi dall'equazione qui sotto lo eliminiamo

P = CVME + CFME P = CVME

Quindi all'impresa conviene chiudere quando il prezzo = CVME (si abbassa al minimo dei CVME).

Dato che CVME dipende dalla quantità, se azzero la quantità, azzero anche il CVME.

PREZZO DI CHIUSURA Minimo dei CVME più basso è, meglio è

Questi due concetti hanno senso in concorrenza perfetta perché l'impresa subisce il prezzo e non può modificarlo.

Curva di offerta di breve periodo

Nel breve periodo la curva di offerta dell'impresa coincide con il tratto crescente della curva di costo

marginale nella parte in cui questo è superiore alla curva di costo variabile medio

L'impresa non produce più a prezzi minori del minimo dei CVME perché le conviene chiudere

L'equilibrio di lungo periodo in concorrenza perfetta

La presenza di extra-profitti incoraggia nuove imprese a entrare nel settore e/o quelle esistenti a produrre di più. Cosa succede se entrano nuove imprese?

Aumenta la funzione di offerta e si sposta verso dx, e quindi scende il prezzo di mercato fino a quando il prezzo di mercato non scende fino al minimo dei costi medi non ci sono extra-profitti e non ci sono incentivi ad entrare nel mercato da parte di nuove imprese.

Un'impresa in concorrenza perfetta di lungo periodo non fa extra-profitti!

Caratteristiche della concorrenza perfetta

  • Il prezzo è uguale al costo marginale
  • Nel lungo periodo le imprese ottengono solo profitti normali il prezzo è al livello minimo possibile (surplus del consumatore maggiore)

imprese inefficienti saranno costrette a lasciare il mercato (prezzodi chiusura > prezzo di mercato) nel lungo periodo

Esercizio1) Calcola il profitto per ciascuna quantità. Quanto deve produrre l’azienda per massimizzare il profitto?

π = 0 - 8 = -8
-88 – 9 = -116
-10 = 102
-11 = 133
-13 = 194
-19 = 214
-27 = 215
-37 = 19

Quantità per massimizzare il profitto tra 5 e le 6 unità

2) Calcolate il costo ed il ricavo marginale per ciascuna quantità

CMG = (9-8)/(1-0)= 1
RMG = 8 = costante
(10-9)/(1-0) = 1 8
(11-10)/1 = 1 8
(13-11)/1 = 2 8
(19-13)/1 = 6 8
(27-19)/1 = 8 8
(37-27)/1 = 10 8

Il massimo profitto quando CMG = RMG con Q = 6

3) L’impresa opera in concorrenza perfetta? Sì, è in concorrenza perfetta perché RMG è costante e, P=RME=RMG

4) L’impresa è in equilibrio di lungo periodo? No, non è in equilibrio di lungo periodo perché realizza un

extra-profitto positivo

5) Qual è il prezzo di pareggio?

9 / 1 = 9

10 / 2 = 5

11 / 3 = 3,6

13 / 4 = 3,25

19 / 5 = 3,82

27 / 6 = 4,53

37 / 7 = 5,28

Il prezzo di pareggio è il minimo dei costi medi cioè 3,25, cioè l'impresa va in pareggio se il prezzo scende a 3,25 ma non chiude, finché il prezzo non si abbassa al di sotto del minimo dei costi medi variabili (Prezzo di chiusura). Al di sotto di tale prezzo i ricavi medi non coprono neppure i costi medi fissi.

6) Qual è il prezzo di chiusura?

Il costo fisso = 8

CV= 0

1 CVME = 1

2 CVME = 1

3 CVME = 1

5 CVME = 1,25

11 CVME = 2,2

19 CVME = 3,16

29 CVME = 4,14

Il prezzo di chiusura è pari 1.31/05/2021

Monopolio

Monopolio opposto rispetto alla concorrenza perfetta

Ripasso utile

Il profitto è dato dalla differenza tra il ricavo totale e il costo totale di produzione (ci riferiamo all'extra profitto)

Per massimizzare il profitto, usiamo le curve di costo e ricavo totale

Oppure possiamo utilizzare le curve di costo e ricavo medio e marginale per arrivare allo stesso risultato.

La massimizzazione del profitto avviene utilizzando i costi e i ricavi totali, tenendo conto dell'influenza dell'impresa sul prezzo. Il profitto è massimo quando la differenza tra ricavi totali e costi totali è massima.

Il punto di pareggio è il punto minimo in cui il ricavo totale si eguaglia al costo totale, ovvero quando il profitto è uguale a zero.

Questa è la condizione generale per massimizzare il profitto.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
106 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/01 Statistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cami_1201 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e statistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Cavicchioli Daniele.