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CONCORRENZA SLEALE

La concorrenza è sleale quando rappresenta un pericolo per la concorrenza. La concorrenza è leale qualsiasi sia il tipo di strumento che sceglie e che mette in pratica purché non si avolta a ledere/danneggiare la competizione. La competizione non deve andare a distruggere le possibilità di competere.

Gli attori interessati al non verificarsi di eventi di concorrenza sleale sono:

  • Autorità garante del settore
  • Competitor

Principi fondamentali:

  1. Oggetto di tutela non deve mai essere l'impresa ma la competizione, ancorché proteggendo un'impresa l'obiettivo è quello di proteggere la competizione;
  2. L'autorità, in una competizione, deve identificare il fatto oggettivo.

I fattori economici che modificano l'oggettività:

  • Tecnologia (caso Nokia) - STUDIARE CONFLITTO USA-HUAWEI big data

La tecnologia è uno strumento della competizione. Sta all'autorità determinare se

è undifferenziale competitivo oppure altro. a. Efficienza Vendere a sotto costo è dumping, vendere a un prezzo minore del concorrente grazie a una struttura dei costi no. b. Concetto di "dominante" L'impresa marginale non ha nessun diritto di rivolgersi all'autorità contro l'impresa dominante. Se l'impresa dominante compie un abuso di posizione dominante verso la marginale no. Gli strumenti della concorrenza sleale Possono essere: - Occulti - Palesi Le politiche di prezzo sono: - Prezzi parametrati sui costi (principio cost plus price con mark-up) - Prezzi parametrati sulla dinamica della domanda (es. elasticità) - Prezzi parametrati sulla concorrenza: in settori in concorrenza, si guarda ai propri costi in ottica full costinge si applica un margine. È il modo di fissare i prezzi dei mercati moderni oligopolistici: si fissa il prezzo considerando le reazioni nei competitors. Teoria della curva di domanda spezzata Una volta stabilitoun prezzo di equilibrio esso tende a non essere modificato. L'impresa non cambia i prezzi se nel mercato esiste un punto di equilibrio perché se alza il prezzo, gli altri non lo alzano e perde quote di mercato; se lo diminuisce, lo diminuiscono anche gli altri perdendo margini. 12. Prezzo di esclusione Definizione: È il più elevato dei prezzi che posso applicare ottenendo l'esclusione del più efficiente dei potenziali entranti. Il prezzo di esclusione è un prezzo che limita la concorrenza creando una barriera all'entrata. Sono strumenti leciti. Le barriere all'entrata che evitano all'interno di un settore la concorrenza dinamica: è la possibilità di entrare ed uscire da un settore senza particolari costi aggiuntivi. Se la domanda di settore è superiore all'offerta, alcune imprese entrano nel settore. Non esistono settori in cui non ci sono oneri aggiuntivi in entrata e in uscita. Le barriere possono

essere:- Assolute: es. esami di stato per l'abilitazione professionale, autorizzazioni per svolgere l'attività, ...- Relative: Differenze assolute dei costi: presunzione che chi opera da tanto in un settore (conoscenza del contesto, volumi di produzione, ...) ha dei costi medi unitari più bassi rispetto al migliore potenziale entrante.x PesclusionePrezzo di vendita ye costo medio Quantità produzione e di venditaP costo medio del migliore potenziale concorrenteesclusioneDistanze x-y valore della barriere all'entrata Economie di scalePrezzo di venditae costo medio Quantità produzione e di venditaCurva del costo medio unitario: se aumenta la quantità, diminuisce il costo medio unitarioLa dimensione ottima minima può essere replicata 3 volte: ci sono solo 3 posti per i produttori. Se un'impresa produce di più della dimensione ottima minima, i posti diminuiscono.13 Differenziazione del prodotto-Prezzo

di vendita < MCbp In questo caso, l'impresa aggressiva può essere accusata di pratiche di prezzo predatorio. La verifica del requisito soggettivo diventa non necessaria. 4. Prezzo inferiore al costo medio di breve periodo del concorrente Se il prezzo di vendita è inferiore al costo medio di breve periodo del concorrente, si può presumere l'esistenza di pratiche di prezzo predatorio. La verifica del requisito soggettivo diventa non necessaria. 5. Prezzo inferiore al costo medio di lungo periodo del concorrente Se il prezzo di vendita è inferiore al costo medio di lungo periodo del concorrente, si può presumere l'esistenza di pratiche di prezzo predatorio. La verifica del requisito soggettivo diventa non necessaria. 6. Prezzo inferiore al costo medio di breve periodo dell'impresa aggressiva Se il prezzo di vendita è inferiore al costo medio di breve periodo dell'impresa aggressiva stessa, si può presumere l'esistenza di pratiche di prezzo predatorio. La verifica del requisito soggettivo diventa non necessaria. 7. Prezzo inferiore al costo medio di lungo periodo dell'impresa aggressiva Se il prezzo di vendita è inferiore al costo medio di lungo periodo dell'impresa aggressiva stessa, si può presumere l'esistenza di pratiche di prezzo predatorio. La verifica del requisito soggettivo diventa non necessaria. I prezzi predatori sono considerati una pratica anticoncorrenziale e possono essere vietati dalle leggi antitrust.<h2>Costo medio (MClp)</h2> <p>Non è sufficiente: si deve far ricorso necessariamente alla dimostrazione della volontà di eliminare il concorrente dotato di efficienza almeno uguale.</p> <h2>Competere</h2> <p>Non competere</p> <p>Allearsi</p> <h2>Imprese uguali</h2> <p>Differenziale di forza</p> <p>Complementarietà</p> <h2>Quando</h2> <p>Differenziale di forza negativo</p> <p>Condividere il valore aggiunto</p> <h2>Imprese uguali</h2> <p>Dimensione richiesta per l'accesso</p> <h2>Differenziazione prodotto</h2> <p>Comunicazione</p> <p>Accordi</p> <h2>Come</h2> <p>Riduzione prezzo</p> <p>Qualità prodotto</p> <p>Cartelli</p> <p>Prestazione prodotto</p> <p>Join venture</p> <h2>Politica di marchio</h2> <h2>Che cosa</h2> <p>Eliminare il competitor</p> <p>Quote/presidio</p> <p>Obiettivo finale</p> <p>Monopolio/dominio</p> <h2>Implicito</h2> <p>Profitto</p> <h2>Conseguenze</h2> <p>Aumento attrattività delle risorse</p> <h2>Le strategie competitive non di prezzo</h2> <h3>Differenziazione:</h3> <p>Modifica di una o più delle caratteristiche percepite che connotano il prodotto. (Diversa dalla diversificazione: cambiare la categoria produttiva al quale il prodotto si riferisce).</p> <h4>Caratteristiche:</h4>

Estetiche• Prestazionali• Funzionali• Qualità intrinseca• Durata – costo manutenzioneo Teoricao Di garanziao Funzione dell’uso• Conservazione del valoreUna o piùPercepite: per percepirle le devi comunicare (mondo reale/mondo apparente);il prezzo del mondo reale e apparente è diverso (modificare lecaratteristiche estetiche apparenti costa meno).Permette di adottare una politica di prezzo autonoma: il prezzo è deciso inautonomia. È sul differenziale di prezzo che si punta.Politica di marchio:2. il marchio è un fattore distintivo e identificativo. È una scelta strategica aboriginem anche se all’inizio il marchio non è conosciuto. Il marchio viene costruito nel corso del tempo.Raramente un marchio diventa marchio senza essere partito con quell’obiettivo.Per sottrarsi alla politica di prezzo è quindi necessario costruire una propria

attrattività/desiderabilità. L'obiettivo finale di tutte le strategie è il monopolio. Diversificazione: 3. cambiare la categoria produttiva a cui il prodotto si riferisce. Si intende affiancare alle vecchie produzioni una nuova produzione: avere una politica conservativa nel vecchio settore mentre cerco di entrare in un nuovo settore. Consente di portare alcune capacità concorrenziali in un altro settore oppure di acquisirle da quel settore. Per esempio, una brand extension in un settore diverso. Se un'impresa opera solo in un settore, è soggetta alle variazioni del settore. Se opera in due settori non collegati alla stessa ciclicità, riesce ad avere una disponibilità di capacità competitiva grazie alla presenza dell'altra impresa. La diversificazione potrebbe portare alla strategia di prezzo: un'impresa diversificata diventa più aggressiva a livello competitivo in quanto ha un'altra attività che

genera cassa e capacità competitiva. Queste strategie non vanno adottate tutte insieme. La leva principale è quella di adottare la minore quantità di strategia alla massima efficienza possibile minimo efficace.

16ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE INDUSTRIALIParte MagnoLE IMPRESE INDUSTRIALI: ASPETTI DEFINITORIMercati industriali (B2B)Mercati nei quali l'acquirente è un'organizzazione anziché un individuo.

In senso stretto, il mercato industriale comprende le organizzazioni (private o pubbliche) che acquistano beni e servizi per impiegarli nella propria attività di produzione di beni e servizi produzione diretta.

In senso ampio (ma attenzione: meglio evitare questo utilizzo), anche il mercato dei rivenditori (cioè il trade o distribuzione) è talvolta indicato come "mercato industriale" produzione indiretta.

Caratteristiche e specificità dei mercati industriali

  1. Concentrazione: minor numeri di clienti
  2. e fornitori (anche se di maggior dimensione) rispetto al mercato dei beni di consumo2. Continuità3. Interdipendenza: il ruolo della relazione (forma a network)4. Cambiamento continuo5. Domanda derivata: legata all’andamento della domanda finale

    Fattori produttivi processo produttivo prodotti

    L’attività delle imprese industriali

    1. La produzione in senso stretto
    2. Il montaggio o assemblaggio

    I cicli del processo produttivo

    • Ciclo economico
      Inizia con il sostenimento dei costi per l’acquisizione dei fattori produttivi (processo di acquisto) e si estende fino al conseguimento dei ricavi connesso alla vendita dei prodotti.
    • Ciclo monetario
      Inizia con il momento in cui avviene il pagamento ai fornitori e termina con il momento in cui avvengono gli incassi dai clienti.
    • Ciclo tecnico
      Inizia con l’immissione della materia prima nei processi produttivi e termina con l’ottenimento dei prodotti. Tale ciclo corrisponde anche alla durata del

    processo di trasformazione (tempo di

    Esempio:1/1 si acquistano le materie prime con pagamento a 30 giorni (31/1)

    Le materie prime rimangono in magazzino per 40 giorni (10/2)

    Il processo di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti dura 10 giorni

    Dopo la lavorazione i prodotti finiti restano in magazzino per 8 giorni (dal 21/2 al 1/3)

    L'1/3 si vendono i prodotti finiti incassando a 10 giorni (11/3)

    Calcolare ciclo tecnico, ciclo economico e ciclo monetario.

    Ciclo economico: 59gg

    Ciclo monetario: 39gg

    Ciclo tecnico: 10gg I vari cicli non si susseguono in modo consequenziale complessità nella gestione.

    È necessario garantire un equilibrio economico e monetario.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
30 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maddylubrini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di economia e gestione delle imprese industriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Dossena Giovanna.