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Output

L'output finale potrà avere una natura tangibile o intangibile. Facciamo riferimento all'art. 2555 del codice civile, l'elemento base per dare una definizione di azienda. Parla di insieme di risorse coordinate e organizzate dall'imprenditore, per produrre valore e soddisfare dei bisogni umani. La cosa che salta all'occhio è che queste risorse sono limitate (es. petrolio il fatto di andare verso materie alternative ha questa natura di rendersi conto che la risorsa petrolio ha una sua limitatezza) e si devono andare poi a sposare con i bisogni delle persone che sono invece soggettivi e illimitati.

Ora vediamo quali sono i beni trattati nell'art. 810. Oltre a tangibili e intangibili, un'altra distinzione è tra beni materiali (tutti quelli consumati dall'azienda: materie prime, secondarie/sussidiarie e di consumo. La differenza tra le 3 è data dal fatto che la materia prima e sussidiaria entra e si completa.

Nel prodotto, mentre la categoria dei materiali di consumo non entra nel prodotto, ma serve solo alla produzione) e immateriali (tutto quello che sostanzialmente non è tangibile, quindi ricerca e sviluppo, ossia il lavoro di preparazione di prodotti e prototipi con gli altri aspetti collegati di marchi e brevetti. Quando l'azienda riesce a progettare un prodotto, ha l'obiettivo di salvaguardare la ricerca attraverso il brevetto; un altro fattore di successo possono essere i marchi, che identificano immediatamente un'azienda e questo rappresenta un valore aggiunto per l'azienda stessa. Così pure la questione legata al know-how, ossia al fattore conoscenza, che può rappresentare un forte vantaggio competitivo). Un'altra categoria di beni è quella rappresentata dai mezzi di produzione (impianti, macchinari, attrezzature, automezzi), cioè tutto quello che serve all'azienda per produrre o come corollario per la sua attività.

Poi ci sono le risorse umane (beni intangibili); qui si opera una distinzione tra ruoli operativi all'interno dell'azienda (legati al momento produttivo fine a se stesso), ruoli intermedi (funzione di collegamento tra ruoli operativi e direttivi) e ruoli prettamente direttivi (che prendono le decisioni nell'ambito dell'azienda). L'ultima tipologia è quella rappresentata dai mezzi finanziari (capitale), riconducibili a tre tipologie di attori: risparmiatori, banche e azionisti. Una distinzione tra i beni materiali e i mezzi di produzione è data dall'immediatezza o meno del loro utilizzo, per cui distinguiamo tra beni di consumo (possono essere utilizzati solo una volta, per cui hanno un ciclo di vita che si esaurisce dalla fase di input a quella di output e partecipano alla vita aziendale una sola volta), mentre i mezzi di produzione hanno una vita e un'utilità pluriennale per l'azienda, quindi una modalità di.

partecipazione all'azienda prolungata nel tempo. Si introduce qui il concetto di ammortamento: l'azienda, nel momento in cui sostiene un investimento per acquistare un macchinario o un'attrezzatura con vita pluriennale, deve considerare una quota per questo costo (quota di ammortamento), che prende in considerazione la durata attesa di questo bene. Ipotizziamo che ho comprato un impianto da un milione di euro che durerà 10 anni; dal punto di vista finanziario l'azienda avrà un esborso di un milione di euro dal momento in cui acquista il bene, ma dal punto di vista economico interviene il concetto di ammortamento, per cui questa cifra di un milione viene suddivisa negli anni di presunta vita del bene. Perché viene scelta questa strada? Perché viene considerato il fatto che l'azienda andrà ad utilizzare questo bene non solo nell'anno corrente, ma magari per 10 anni l'azienda ha come costo dell'esercizio questa

quota di ammortamento che si svincola dal movimento finanziario; dal punto di vista finanziario, nel momento in cui considero il fenomeno acquisto del macchinario come investimento, ho l'esborso al momento dell'acquisto, ma per quanto riguarda l'aspetto economico devo prendere in considerazione la quota di ammortamento, che è pari al costo iniziale/durata attesa del bene stesso. Per fare questi calcoli la discriminante è il settore merceologico e la tipologia del bene. Ci sono tabelle stabilite dal ministero delle finanze che l'azienda, nel momento in cui applica i concetti di tipo economico, deve utilizzare e soprattutto deve mantenere i criteri di ammortamento in modo continuativo.

Classificazione delle aziende

Vediamo dal punto di vista dell'affinità economica espressa dalle aziende qual è la ripartizione. Abbiamo tre tipologie di aziende:

  • Aziende di consumo (famiglia): l'obiettivo è quello di soddisfare i

bisogni della famiglia

  • Aziende di erogazione (associazioni, fondazioni settore no profit): l'obiettivo è quello di erogare dei servizi
  • Aziende di produzione (imprese): hanno come obiettivo quello di remunerare i fattori della produzione, fare profitto. Possono essere ulteriormente suddivise in due tipologie:
    • di produzione diretta (l'azienda produce materialmente un bene o un servizio al proprio interno aziende legate al settore agrario, estrattivo, industriale, edile, aziende di trasporto, consulenze, spettacoli)
    • di produzione indiretta (non vanno a produrre altri beni, ma trasformano un bene già esistente, andandone ad aumentare l'utilità le aziende mercantili con funzione di stoccaggio delle merci/beni e vendita su tutto il territorio, costruendo reti di vendita attraverso magazzini zonali; le azienda bancarie, che fanno solamente una raccolta di risparmio e si pongono a metà tra risparmiatore e azienda)
Le aziende assicurative sono entità che si occupano di gestire i rischi che un'azienda potrebbe incontrare lungo il suo percorso e cercano di limitare gli effetti di un potenziale evento dannoso che potrebbe danneggiare l'attività. Le aziende possono essere classificate in base alla loro struttura giuridica in due grandi categorie: 1. Aziende di persone: sono composte principalmente da persone. La loro caratteristica distintiva è la responsabilità illimitata e solidale, il che significa che se l'azienda individuale, l'impresa familiare o la società di persone dovesse andare male, il capitale personale dei soci deve essere messo a disposizione. Le aziende di persone si suddividono in tre tipologie: - Ditta individuale: ha un solo socio. - Impresa familiare: è formata dal titolare e dai membri della sua famiglia. - Società di persone: le due tipologie più comuni sono la SNC (società in nome collettivo) e la SAS (società in accomandita).definirla: € 50000definirla: è stato portato da € 120 000 a € 50000. Questa riduzione del capitale minimo si traduce in una minor garanzia nei confronti dei terzi e quindi non è un segnale di stabilità per il sistema economico. Parliamo dell'utilizzo dei termini impresa, azienda e società, che a volte vengono usati come sinonimi. Azienda: in base all'art. 2555 del codice civile, mette in risalto l'insieme dei beni dell'azienda (come se si facesse una fotografia ai beni dell'azienda). Impresa: si riferisce a quella che è la fase dell'attività economica dell'azienda. Società: è definito dall'art. 2247, nel quale si parla di due o più persone che si uniscono per gestire un'azienda, quindi c'è una funzione di unione tra due o più persone che hanno l'obiettivo di gestire un'azienda o un'impresa. Questo termine permette uno spunto.critico sull'introduzione delle società a responsabilità limitata con socio unico contraddizione, perché col termine "società" ci si riferisce all'unione di due o più persone, mentre in questo caso si parla di azionista unico; non si configurano quindi più come società, ma è forse un modo per bypassare la questione della responsabilità limitata e quindi considerarle tra le aziende che non hanno responsabilità piena. È una consuetudine portata avanti dalle aziende di grandi dimensioni (di telefonia, del settore energetico). Zappa, in una sua definizione di azienda successiva a questo momento, supera elegantemente questa dicotomia tra i due termini impresa e azienda, parlando di azienda come di coordinazione economica in atto. Se da una parte la visione del 2555 parla di qualcosa di statico, l'interpretazione di azienda di Zappa rievoca il dinamismo e supera la contraddizione tra.<h2>Classificazione delle imprese (sulla base del settore di attività)</h2> <ol> <li>Settore primario: legato all'agricoltura e alla pesca. Viene preso in considerazione dall'art. 2135 del codice civile</li> <li>Settore secondario: riferito a industria e artigianato</li> <li>Settore terziario: legato ai commerci, ai servizi (banche e assicurazioni), ai trasporti</li> <li>Settore terziario avanzato: include il settore alta tecnologia e biotecnologia</li> </ol> <h2>Classificazione delle imprese (in base alle dimensioni)</h2> <p>Un'altra classificazione di imprese viene data dall'UE, che le classifica in 4 tipologie diverse:</p> <ul> <li>Micro impresa: fino a 9 Addetti, Fatturato < 2 Ml di Euro</li> <li>Piccola Impresa: fino a 49 Addetti, Fatturato < 10 Ml di Euro</li> <li>Media Impresa: da 50 a 249 Addetti, Fatturato < 50 Ml di Euro</li> <li>Grande Impresa: oltre 249 Addetti, Fatturato < 50 Ml di Euro</li> </ul>enti o meno) che generano un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro. Tuttavia, le grandi imprese (con più di 250 dipendenti) rappresentano il 2% del totale delle imprese italiane, ma generano oltre il 50% del fatturato complessivo. Le imprese di medie dimensioni (con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 249) rappresentano circa il 18% del totale delle imprese italiane e generano circa il 30% del fatturato complessivo. In generale, il tessuto imprenditoriale italiano è caratterizzato da una grande presenza di piccole e micro imprese, che svolgono un ruolo fondamentale nell'economia del paese. Tuttavia, le grandi imprese hanno un impatto significativo sul fatturato complessivo e svolgono un ruolo chiave nel settore manifatturiero e nelle esportazioni. È importante sottolineare che le dimensioni delle imprese non sono l'unico fattore determinante per il successo e la competitività. Esistono molte piccole imprese che sono altamente innovative e competitive, mentre alcune grandi imprese possono essere meno efficienti e meno competitive. In conclusione, il tessuto imprenditoriale italiano è caratterizzato da una grande diversità di dimensioni e contributi al fatturato complessivo. La presenza di piccole, medie e grandi imprese è fondamentale per l'economia del paese e per la sua crescita.
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Publisher
A.A. 2017-2018
74 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alil11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Mamoli Massimo.