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CINGITO NEVE DEURITO NEVE QUEM CINGERE CAEDERE URERE SINITO

‘Nella clausola del contratto di locazione così era stato scritto: 'IL CONDUTTORE– NON DEVE NÉ TAGLIARE NÉ DARE FUOCO NÉ CINGERE IL BOSCO CHE HA PRESO IN LOCAZIONE, NÉ DEVE PERMETTERE-TOLLERARE CHE QUALCUNO CINGA, TAGLI, O DIA FUOCO'. Si domandava se forse il conduttore, nel caso in cui avesse visto qualcuno commettere una delle attività vietate, glielo dovesse proibire oppure anche dovesse custodire-proteggere il bosco in modo tale che nessuno potesse commettere una di tali azioni. Il giurista ha risposto che

Il verbo "sinere" ha entrambi i significati, ma il locatore sembra che abbia voluto maggiormente che il conduttore non solo se per caso avesse visto qualcuno ad es. tagliare il bosco glielo proibisse, ma avesse ex locat ionis• la clausola coincide con la (legge del contratto di locazione): significa nella cura e pre tasse tutta l'attenzione necessaria affinché nessuno potesse taglare."

clausola contrattuale nella locazione lex”– con “ si intendevano anche le clausola inserite in un negozio giur.il contratto ha forza di legge tra le parti: vincolatività dell'accordo• che obbliga alla lex stregua di una sinere– ambiguità legata al verbo “ ”: il problema non è microscopico bisogna capire quale estensione abbia la seconda parte del divieto:

  • l'impegno come conduttore a non consentire/tollerare che altri vengano a tagliare, bruciare o cingere il bosco
  • problema di responsabilità del
conduttore: a seconda della interpretazione si allarga o restringe la responsabilità contrattuale del conduttore. - Interpretazione lata: il conduttore deve custodire il bosco. Può esserci una spesa molto maggiore per il conduttore: custodire in modo tale che neanche in ipotesi possano essere commessi questi fatti vietati comporta delle spese elevate. Problema di parziale inadempimento in caso di mancata precauzione. - Interpretazione vivos: non si preferisce la volontà della parte, ma nei negozi bisogna trovare l'interpretazione media. Questo testo è stato criticato sotto questo profilo: Alfeno dice che il verbo "essere" ha molti significati e quindi il divieto in concreto sia fare tutto il possibile che non possano essere commessi gli atti vietati. In questo caso, data anche la formulazione (imperativi futuri), si tratta di una clausola predisposta dal locatore, e quindi il conduttore sarà tenuto all'interpretazione.

volutadalprimoprincipio ancora vigente: laddove nei contratti di adesione una parte• abbiasemplicemente aderito al contratto e non abbia collaborato allastesura delleclausole contrattuali, essendo stato di fronte alla possibilità solo diaccettare orespingere le clausole, nel caso di dubbio si interpreta contro coluiche ha steso leclausole ed in senso favorevole all'aderente• critica mossa dagli studiosi moderni: avrebbe dovuto risolvere il casoin sensoopposto– se però si fosse preso la briga di vedere cosa pensava Otto Lenel, ci siaccorge che hasistemato questo frammento sotto la rubrica delle locazioni pubbliche:le concessionidello Stato (lex c nsoria):è una clausola imposta dai censori si parla diredemptor• il redentore è normalmente colui che libera dal vincolo– pubblicistico un bene, vectigal,lo utilizza (pagando periodicamente il cioè una tassa) epoi lorestituisce allo Stato alla scadenza del termine•

Trattandosi di un bene demaniale e non di un bene privato, è chiaro che non si applica il principio interpretativo del "sacrificio del bene pubblico all'interesse privato". Prevale l'interesse pubblico, poiché nel momento in cui si tutela l'interesse pubblico, si tutela indirettamente anche l'interesse privato.

È contitolare di questo bosco e ha il diritto, come tutti gli altri cittadini, che il bosco rimanga integro. Date le premesse poste, la soluzione di Alfeno è indiscutibile.

Alcuni studiosi moderni si sono creati un'altra ambiguità che non c'era, traducendo la parola "cingere" con "recintare". Il problema di logica giuridica è che bisogna fare tutto il possibile affinché nessuno possa venire a tagliare e bruciare. Il modo più naturale per evitare ciò è proprio recintare la foresta. Tuttavia, questa traduzione crea una contraddizione ancora maggiore.

Perché un terzo dovrebbe recintare tutto il bosco?

Bisogna anche portare via la legna morta e secca per evitare che il bosco perisca.

Cingere: significato agrario del verbo scortecciare, cioè rimuovere la corteccia del tronco, è confermato anche dal fatto che gli animali che vengono portati in un bosco come pascolo hanno l'abitudine di mangiare tutto quello che trovano, e quindi anche la corteccia degli alberi.

Il divieto impone anche di evitare che gli animali provochino la morte degli alberi.

29 - Idem In lege censoria portus Siciliaec.s. - Alf. 7 dig., D. 50.16.203 [= Pal. 29]: ita scriptum erat: "SERVOS, QUOS DOMUM QUIS DUCERET SUO USU, PRO ISPORTORIUM NE DATO". Quaerebatur, si quis a Sicilia servos Romam mitteretfundi instruendi causa, utrum pro his hominibus portorium dare deberet nec ne. Respondit duas esse in hac scriptura questiones, primam, quid esset 'domunducere', alteram, quid esset

‘suo usu ducere’: igitur quaeri soleret, utrum, ubiquisque habitaret sive in provincia sive in Italia, an dumtaxat in sua cuiusque patria domum esse recte dicetur. Sed de ea re consitutum esse eam domum unicuique nostrum debere existimari, ubi quisque sedes et tabulas haberet suarumque rerum constitutionem fecisset. Quid autem esse ‘usu suo’, magnam dubitationem habuisse Cum in testamento alicui argentum, quod[D.34. 2.28]:usus sui causa paratum esset, legaretur, itemque vestis aut suppelex, quaesitum est, quid cuiusque usus causa videretur paratum esse, utrum ne id argentum, quod victus sui causa paratum pater familias ad cotidianum usum parasset an et si eas mensas argenteas et eius generis argentum haberet, quo ipse non temere uteretur, sed commodare ad ludos et ad ceteras apparationes soleret. Et magis placet, quod victus sui causa paratum est, tantum contineri. Itemque de servis eadem ratione quaeri, qui eorum usus sui causa parati essent? Utrum dispensatores, insularii,

vilici, atrienses, textores, operariiquoque rustici, qui agrorum colendorum causa haberentur, ex quibus agrispater familias fructus caperet, quibus se toleraret, omnes denique servos, quosquisque emisset, ut ipse haberet atque eis ad aliquam rem uterentur, nequeideo emisset, ut venderet? Et sibi videri eos demum usus sui causa patremfamilias habere, qui ad eius corpustuendum atque ipsius cultum praepositi destinatique essent, quo in genereiunctores, cubicularii, coci,ministratores atque alii, qui d eiusmodi u um parati essent, um rarentur.

è stato ricomposto da Otto Lenel: sono due i frammenti del Digesto di– Giustiniano, all'internodel quale questo responso è stato smembratoai compilatori giustinianei è parso opportuno scindere i due casi: il secondo• responso èstato utilizzato come esempio per risolvere il problema giuridico del testodi partenzal'uno riguarda un appalto, mentre l'altro tratta di una successionemortis c

utilizzando tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:

usa–– presenta un esempio di analogia: per individuare la soluzione della fattispecie, fa ricorso ad una decisione che si ha avuto in altro ambito giuridico, ma che serve per dare risposta al caso oggetto dell'analisi. Il principio dell'analogia è antico: non avendo un sistema né codificato né tassativo, l'analogia aiuta a vedere come era la realtà senza chiudere la possibilità che altri giuristi "giudicavano casi simili creando regole anche diverse.

Nella legge censoria che regolava l'utilizzo del porto della Sicilia, così era stato stabilito: 'PER QUEGLI SCHIAVI CHE QUALCUNO CONDUCE ALLA PROPRIA DOMUS PER UN PROPRIO USO NON DOVRÀ ESSERE CORRISPOSTO LA TASSA PORTUALE'. Un tale che intendeva inviare schiavi dalla Sicilia a Roma allo scopo di coltivare i suoi campi, chiedeva se dovesse pagare o no il portorium per quegli schiavi. Il giurista ha risposto: in questa questione sono due i

problemi interpretativi: la prima, che cosa significhi inviare alla domus, la seconda, che cosa significhi inviare per un uso proprio. Ed infatti, siamo soliti chiederci, quando si parla di domus, se questo sia il luogo dove ciascuno abiti, sia che ciò si verifichi in una provincia, sia che ciò avvenga nel territorio italico. Oppure, su astirpe, sede deve essere sempre considerata il luogo dove taluno abbia la sua patria. Ma in relazione a questa cosa, la communis opinio ha stabilito che deve essere considerato tale soltanto quel luogo in cui ciascuno di noi ha fissato stabilmente in maniera obiettiva ed accertabile la propria sede ufficiale, il luogo in cui conserva i suoi documenti e dove ha fissato il centro dei suoi interessi. Invece, v'è grande dubbio su come interpretare l'uso proprio. Avendo un tale attribuito a titolo di legato nel proprio testamento l'argento che era stato destinato dal testatore in vita per

il proprio uso e anche i vestiti e lesuppellettili, si era chiesto cosa significasse questo uso proprio e quindi se fosse quell'argento che il paterfamilias utilizzava tutti i giorni per l'uso comune, ovvero fossero ricomprese anche quei piatti d'argento e tutti gli oggetti dello stesso genere che non usava normalmente, ma era solito prestare per lo svolgimento dei giochi e di altre cerimonie simili. Ancora adesso sembra (solo preferibile gli oggetti che con del questa espressione si debba ritenere più valida l'interpretazione restrittiva vitto). Possiamo utilizzare questa regola anche pe
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Publisher
A.A. 2020-2021
94 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CriUniTn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto romano e fondamenti del diritto europeo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Miglietta Massimo.