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FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE: USA
Nasce da un’evoluzione della forma antesignana di quella parlamentare, cioè la monarchia costituzionale
pura.
Gli americani prendono ad esempio proprio questo modello che vigeva nell’Inghilterra proprio in quel
tempo, anche se dopo si sviluppa nella monarchia costituzionale dualista.
Certo gli americani volevano fare una repubblica, però il modello è quello.
Il monarca è limitato dalla Costituzione , ma è lui che guida l’esecutivo.
C’è una separazione rigida dei poteri che hanno sostituito con una forma di governo repubblicana, essi
temevano anche l’eccessiva centralità del Parlamento. La Camera può fare demagogia e schiacciare le
minoranze. liason
La separazione rigida porta che la tra potere legislativo ed esecutivo manchi rispetto a quella
parlamentare.
Sia presidente che camera sono elettiti dal corpo elettorale, quindi hanno una forte e quasi uguale
legittimazione (il presidente è eletto attraverso un sistema indiretto, con i grandi elettori che votano il
presidente indicato dal loro partito).
liasons
Mancano le fondamentali di una forma parlamentare: il potere di sfiduciare il presidente da parte
del parlamento e la possibilità per il presidente di sciogliere le camere.
Il Presidente è sia capo del governo che capo dello stato.
La caratteristica tipica della forma di governo parlamentare è la fiducia e sfiducia. Quella presidenziale
manca di questo rapporto e la possibilità di sciogliere.
Entrambi questi organi hanno una durata fissa per renderli ancora più indipendenti. Il parlamento però ha
la possibilità mutuata dal diritto inglese dell’impeachment, ma è una sfiducia non di natura politica, ma di
natura penale.
Il sistema di pesi e contrappesi è tipica di questa forma di governo: il presidente non è lasciato solo nel
suo esercizio del potere esecutivo e lo stesso potere legislativo non è lasciato solo alle camere.
Le Camere: organizzazione e competenze
Il Connecticut compromise.
La Confederazione non ha un rapporto diretto con i cittadini, è una lega di amicizia perpetua retta del
diritto internazionale. Se gli Stati però non obbedivano questa non aveva la possibilità di imporre sanzioni.
Gli stati piccoli non volevano essere schiacciati dagli stati grandi: a Philadelphia si cercò con grande
lungimiranza di trovare un punto di incontro tra diversi stati altrimenti c’era anche il rischio di una guerra.
Uno dei compromessi più significativi fu quello del Connecticut: mettere insieme il Virginia Plan e il New
Jersey Plan.
Gli Stati grandi volevano che le camere parlamentari si basassero sul numero della popolazione, quelli più
piccoli volevo invece una rappresentanza ugualitaria tra gli stati.
La soluzione proposta fu molto intelligente: la camera bassa, quella dei rappresentanti, è in base al
numero delle persone (circa 400 persone), vengono eletti sulla base di circoscrizioni uninominali (gli stati
più grandi avranno più circoscrizioni).
La seconda camera è stata fatta in modi diversi nel corso della storia, all’inizio 2 persone scelte dal
governo dello Stato e dal 1913 con XIII emendamento cambia la sua conformazione.
Sono senatori eletti dagli elettori dallo stato stesso, non scelto dal governo dello stato.
Si democratizza il Sentato molto giusto perché è molto più forte rispetto alla camera bassa.
All’inizio c’erano pochissimi senatori, si parlava di 13 stati.
Era un piccolo organo, un’atmosfera quasi familiare soprattutto all’inizio.
C’era un’atmosfera molto più informale rispetto alla camera dei rappresentanti, molto più burocratizzata,
regolata da uno speaker molto diverso da quello della camera dei comuni, quasi agli antipodi.
La camera bassa è molto politicizzata e lo speaker rappresenta la maggioranza con molta forza, era
considerato un dittatore, faceva il bene del suo patito non della camera in generale.
Generalmente le seconde camere sono le più deboli, è un bicameralismo imperfetto in favore della camera
alta.
Non si dice comunque che è un bicameralismo imperfetto perché sul piano legislativo entrambe hanno gli
stessi poteri (su alcune leggi es.tributarie la camera dei rappresentanti deve iniziare lei la proposta, ma se
il Senato non approva la legge non passa).
All’inizio il Senato aveva il compito di tenera a bada la strapotere degli stati più grandi.
Si elencano le prerogative della federazione proprio per sottolineare i suoi limiti, il resto va agli Stati
centrali. All’inizio quelli più importanti erano loro.
Il Senato fa da contrappeso al presidente (all’inizio era molto meno politicizzato di adesso).
advice consent
Il Senato deve dare il proprio e sugli atti fondamentali del presidente: le nomine
presidenziali e la politica estera.
La politica estera la definisce prima di tutto il presidente: qui non c’è ratifica, ma negoziazione di ratifica. Il
presidente direttamente guida l’attività politica, ma questa deve essere controllata attivamente al Senato,
infatti per approvare i trattati ci vuole la maggioranza dei 2/3 (es. il blocco fatto a Wilson sulla società delle
nazioni).
Il Senato è molto forte anche nella scelta delle nomine: sono circa 1000 le cariche presidenziali che
devono essere fatte ad ogni nuovo amministrazione. Molti di questi ora non richiedono più il controllo del
Senato, ma per i più importanti questo controllo rimane.
I punti focali di confermation e nomination power sono per i segretari (secretaries, molto diversi da quelli
inglesi, noi li chiamiamo segretari perché possono essere mossi liberamente dal presidente anche se il
Senato li deve approvare, e tendenzialmente non si oppone. Non sono veri e propri ministri, anche se
hanno importanti poteri), alcune parti di certe commissioni amministrative e i giudici della Corte Suprema.
Questa Corte non ha un durata limitata, ma rimane in carica a vita o fino che il giudice ha commesso
qualcosa di incompatibile con la sua carica, l’unico modo per essere rimossi è l’impeachment.
In teoria dovrebbero dare le dimissioni a 70 anni, ma in generale non lo fanno. Non vanno in pensione,
aspettano fino alla morte.
Il potere è delicato quando si nomina un nuovo giudice, anche se capita molte volte che un presidente non
abbia la possibilità di nominare alcun giudice.
SI cerca anche di introdurre questo organo soggetti appartenenti a minoranze.
La Corte Suprema ha una grandissima discrezionalità e “detta legge” quindi è importante che sia più
inclusiva possibile.
Quando il presidente ha un Senato di colore diverso dal suo per lui è difficile nominare un giudice, i
repubblicani solitamente scelgono un conservatore, mentre i democratici un “liberal” cioè un progressista.
Questi giudici sono sentiti per ore (si parla anche di 86 ore) dal Senato, solitamente sono giudici delle corti
superiori federali o statali, c’è bisogno di una esperienza giurisprudenziale. Si indaga anche sulla posizione
politica, anche se dovrebbe essere già chiara in base alla politica del presidente. Si chiamano anche la sua
famiglia e i colleghi.
I componenti della Corte suprema si chiamano i 9 fratelli.
Ci sono organi amministrativi che aiutano il presidente a decidere i candidati per la Corte suprema.
Bisogna trovare un soggetto vicino al suo indirizzo politico e che possa piacere al Senato.
Una volta nominati però i giudici sono liberi di seguire la politica che vogliono. L’impeachment è molto
difficile da realizzare praticamente.
Anche i giudici federali di distretto e di appello sono nominati dal presidente con il nulla osta del Senato.
Al presidente manca un tassello fondamentale, cioè quello di fare proposte di legge, ma lo chiamano
comunque il Chief Legislator. Egli ha il potere di veto, come il sovrano (The King in Parlament), quindi ha
un potere negativo non positivo (cioè proporre leggi). Il Senato per superare deve approvare con i 2/3.
Questo è un veto molto pesante per le Camere parlamentari, però hanno un escamotage, cioè mettono
cose che piacciono e che non piacciono al presidente nella legge, perché non può esserci un veto
parziale, ma è su tutta la legge.
Solo il 50% delle leggi sono come il presidente vuole, sotto questo punto di vista il Primo ministro inglese
quando ha la maggioranza è molto più forte del presidente USA.
In USA c’è il Parlamento più forte del mondo.
E’ molto diviso e diverse volte non appoggia la politica del presidente.
I candidati che compongono il parlamento sono molto forti individualmente, non fanno soltanto quello che
dice il partito.
Sono tutti collegi uninominali.
I partiti fanno le primarie che permettono di scegliere i candidati agli elettori, generalmente chiuse agli
elettori del partito. Grazie a questo meccanismo il partito è molto più debole perché c’è una forte
competitività tra i candidati e si riduce la centralità del programma politico di governo del partito.
Sono meno legati anche a posizione ideologiche rispetto ai partiti europei, alcuni democratici del sud sono
più conservatori dei repubblicani del nord America.
Proprio grazie a questa ideologia “liquida” il presidente riesce a far passare delle sue leggi approvate
anche dall’opposizione, manca un’opposizione così violenta come la nostra.
Questa liquidità permetta di essere votato dall’opposizione, ma anche perdere l’appoggio del suo stesso
partito. Sono partiti poco disciplinati, ma è fondamentale per far funzionare questo sistema.
Se fossero disciplinati molti atti non si riuscirebbero a fare.
C’è una grande democrazia dal basso che indebolisce il partito nel suo manifesto programmatico (il
platform).
Nell’estate precedente alle elezioni presidenziali si fanno le Convention nazionali con delegati del partito
scelti dagli elettori (5000 democratici e 2000 repubblicani) che nomineranno il candidato presidente e
vicepresidente.
Le Camere parlamentari hanno uno stile molto diverso, soprattutto su come approvano le leggi.
In UK ci sono commissioni che non hanno un ruolo molto significativo, anche se è cresciuto negli ultimi
anni, preferiscono fare il lavoro in camera (che tanto non mai al completo).
Le commissione in America sono importantissime, anche se non molte, circa 20 alla Camera e poco meno
al Senato. In generale le Camere si riuniscono per approvare il lavoro delle commissioni, loro sono molto
specializzate, infatti si frazionano in moltissime sottocommissioni (anche 230 sottocommissioni).
Tra USA e UK nel diritto parlamentare c’è proprio un modo di ragionare diverso. La commissione ha anche
il po