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Estratto del documento

Quando si verifica davvero quella situazione richiesta dall'art. 31, c. 3 c.p.a.?

– evoluzione in senso positivo che sembra dire che si può chiedere la tutela piena

– del diritto pretensivo

• la vecchia teoria però, potenzialmente, può garantire di più: ha consentito al

giudice di sostenere questa tesi per cui nella consumazione concreta della

discrezionalità, al termine del giudizio si può eliminare del tutto

• in sede di esecuzione permette di ottenere il bene della vita a cui il ricorrente

sperava

• i giudici hanno continuato ad applicare la teoria dell'effetto conformativo laddove non

sia stata chiesta l'azione di adempimento

sono ancora molto legati all'idea che in fondo il rapporto tra p.a. e cittadino si

– definisca progressivamente, in cui il giudizio fa parte

• è come se la definizione ultima avvenisse grazie all'esecuzione strutturalmente

idea che in molti casi la pronuncia sia un pezzo di attività amministrativa più ampia

– • gli amministrativisti francesi hanno sempre detto che giudicare la p.a. è come

amministrare

• a volte, le innovazioni dell'ord. giur. hanno forza di traino: l'introduzione dell'azione di

adempimento sancisce un momento di non ritorno: la soddisfazione del bene della

vita con l'interesse pretensivo

è più importante per questo aspetto: dal punto di vista pratica, forse la teoria

– dell'effetto conformativo resta ancora particolarmente utile

Il giudizio di ottemperanza

problema fondamentale: Che cosa è veramente esecuzione della sentenza nell'attività

– amministrativa? Fino a che punto la sentenza passata in giudicato del giudice amministrativo

vincola la p.a.?

• il giudizio di ottemperanza verte su un rapporto dialettico tra statuizione del giudice e l'attività

posta in essere dalla p.a. in esecuzione di questa statuizione

• es. il giudice annulla un provvedimento negativo: la p.a., nel rideterminarsi dopo la sent. del

giudice, neghi il bene che ci si aspettava in base all'effetto conformativo

non è detto che sia violazione del giudicato: magari l'ha eseguita correttamente e basa il

– diniego su altri motivi su cui il giudice non si è concentrato o per mutamento delle

situazioni di fatto

• la p.a. ha un potere inesauribile

• ci sono casi in cui il giudicato c'è, ma si è fondato su un presupposto di fatto erroneo

considerato come tale pacificamente da entrambe le parti del giudizio

es. richiesta di condono dell'abuso edilizio: ricovero degli attrezzi agricoli tale da avere

– un'abitazione abusiva, ma nessuno se ne accorge

• si chiede il condono: presupposto è che il volume condonabile non sia superiore ad

una certa entità

il professionista fa il calcolo e risulta che per poco non si soddisfa il requisito

– una norma ammette dimensioni superiori con ulteriori caratteristiche

• la p.a. nega che le caratteristiche ci sono

– 68 –

• appello al Consiglio di Stato che rigetta il ricorso: la sent. passa in giudicato e la p.a.

ordina la demolizione

• succede che il proprietario chiama un altro professionista per ricalcolare il volume e

risulta che il calcolo era stato sbagliato

il proprietario chiede alla p.a. di archiviare il procedimento per la demolizione e di

– annullare in autotutela il diniego del condono

• il Comune rigetta l'istanza di autotutela, che viene impugnata dal privato

il TAR dice che il ricorso è inammissibile: c'è il giudicato

– il privato si rivolge in appello al Consiglio di Stato che gli oppone il principio di

– autoresponsabilità

• l'errore era nella disponibilità di chi ha fatto istanza, anche se la p.a. aveva

l'obbligo di verificare i requisiti per il condono

• il privato fa ricorso in Cassazione contro la sent. del Consiglio di Stato sostenendo la

denegata giustizia

sostiene che il giudice amministrativo non voglia dare giustizia nascondendosi

– dietro il giudicato

• il giudicato copre il dedotto e deducibile, ma c'è un errore che ha viziato la

possibilità di dedurre una certa cosa

l'errore è stato fatto da entrambi le parti

chiede che la sent. sia cassata anche per l'invasione che il giudice fa nel potere

– amministrativo

• manca la giurisdizione

• la p.a. è tenuta ad accertare i requisiti per il potere

è uno dei classici problemi dell'esecuzione

– • se la p.a. effettua qualche attività in violazione della sentenza, è nulla

• se ci sono fatti sopravvenuti, il provvedimento della p.a. è un nuovo atto: bisogna attivare un

nuovo ricorso

• giudicato a formazione progressiva

sviluppo storico:

– • con l'istituzione della quarta sezione del Consiglio di Stato, il giudizio di ottemperanza

riguardava soltanto l'esecuzione delle sentenze passate in giudicate dall'autorità giudiziaria

ordinaria

non c'erano strumenti per l'esecuzione del giudicato del Consiglio di Stato in sede

– giurisdizionale

il giudizio di esecuzione era stato istituito dal legislatore per garantire un risultato

– affermato nella l. n. 2248/1865: di fronte alle sentenze del giudice ordinario, la p.a. deve

conformarsi per quanto riguarda il caso deciso al giudicato del giudice ordinario

• dopodiché, è la giurisprudenza amministrativa che lo estende in via giurisprudenziale anche

alle sentenze passate in giudicato dello stesso giudice amministrativo

non qualunque sentenza: solo le sentt. passate in giudicato

– questo assetto perdura per tanto tempo: soltanto con la l. n. 205/2000 il legislatore

– inserisce un giudizio di esecuzione in senso ampio

• per l'esecuzione anche delle sent. non passate in giudicato il giudice amministrativo

può utilizzare gli stessi poteri che utilizza nel processo di ottemperanza

il codice dà sistemazione: il giudizio di ottemperanze dà esecuzione di un largo numero di

– pronunce elencate all'art. 112, c. 2 c.p.a.

• anche ordinanze cautelari – 69 –

• anche le sent. di altri giudici speciali, laddove la disciplina non preveda un'azione di

esecuzione

il giudice amministrativo ha giurisdizione sull'esecuzione non solo sulle sent. del giudice

– ordinario, ma anche delle pronunce di altri giudici laddove non sia previsto un giudizio di

esecuzione

• Se il giudice civile condanna la p.a. a pagare una somma di denaro e la sentenza passa in

giudicato, il credito di quella somma, per agire in esecuzione, deve rivolgersi solo al giudice

amministrativo o può anche seguire le regole del processo di esecuzione civile?

può scegliere: o l'una o l'altra

– esecuzione forzata: la p.a. molte volte ha nella sua disponibilità dei beni non

– assoggettabili ad esecuzione forzata

• problema superabile nel giudizio di ottemperanza in cui il giudice ha poteri ampi

• novità = c. 5: il ricorso può essere proposto anche al fine di ottenere chiarimenti in ordine alle

modalità dell'ottemperanza

può essere utilizzato non solo dal vincitore per costringere la p.a. ad eseguire, ma anche

– la p.a. stessa

• la p.a. può essa stessa fare ricorso per chiedere chiarimenti

il giudice, di regola, che ha la competenza per l'ottemperanza è lo stesso giudice che ha adottato

– la sentenza

• unica deroga = ipotesi in cui si tratti di una sent. adottata in grado di appello che confermi in

toto la sentenza di primo grado

l'esecuzione del giudicato sarà svolta dal giudice di primo grado, non dal giudice d'appello

• competenza territoriale dell'esecuzione delle pronunce del giudice ordinario o di altro giudice

non amministrativo: si guarda al giudice nella cui circoscrizione ha sede l'organo che deve

eseguire la sentenza

procedura: il codice ha uniformato le forme

– • ricorso notificato alla p.a. e a tutte le parti del giudizio in cui è stata adottata la pronuncia che

si deve portare ad esecuzione

• deposito

• stesse regole rispetto al giudizio di primo grado

precedentemente, non era così: si depositava direttamente e poi si faceva la notifica

ordinaria prescrizione decennale

– è una giurisdizione di merito: il giudice di solito non si sostituisce alla p.a.: generalmente,

– adottare un provvedimento significa conoscere totalmente la faccenda dall'interno

• spesso nomina un commissario ad acta, titolare di solito di un organo della stessa p.a. al

quale affida il competente di provvedere alla sostituzione dell'organo competente

discussione sulla qualifica del commissario:

– a) è organo straordinario della p.a., adotta provvedimenti amministrativi

se non satisfattivi, bisognerebbe impugnarli entro il termine breve

b) per la maggioranza della dottrina e giurisprudenza deve essere qualificato come

ausiliario del giudice

tutto ciò che compie e che non sia satisfattivo, può essere lamentato davanti al

– giudice amministrativo, quindi anche al di fuori dei termini

è opinione sbagliata: è proprio la ratio della nomina del commissario che avvenga

– l'individuazione di qualcuno all'interno della p.a.

• non è ausiliario del giudice

• la stessa previsione che esista un giudizio di esecuzione può apparire complessa

infatti, originariamente non c'era

– – 70 –

se il giudice amministrativo annulla un atto, la p.a. non può ignorarlo

– • l'interesse pubblico non è disponibile: legge ha sempre previsto che deve eseguire la

sentenza

l'ottemperanza era prevista originariamente solo nei confronti delle altre sentenza, quelle

– del giudice ordinario

• stessa previsione del potere di andare nel merito: c'è una patologia

• la p.a. ha dei prevalenti doveri: non è un soggetto privato

problema è capire quando realmente ci si trova di fronte ad un'esigenza di attuazione del

– giudicato: Quando si può agire con questo rimedio?

• di sicuro, se la p.a. è inerte

• diventa complesso quando la p.a. fa qualcosa: bisogna capire se sia fatto in violazione del

giudicato o nell'esercizio del potere che la p.a. esercita ex novo per nuovi fatti o diritti

quindi, due possibili scenari:

– 1) elusione del giudicato che è causa di nullità dei provvedimenti: bisogna esperire il

giudizio di ottemperanza

2) esercizio di un nuovo potere: bisogna introdurre un rito or

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Publisher
A.A. 2018-2019
77 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andyrock666 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto processuale amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Marchetti Barbara.