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ESEMPI ACCORDI SU PARTICOLARI ATTIVITÀ O MINACCE: convenzione sul commercio internazionale di specie di flora e fauna in via d'estinzione (CITES)

La CITES stabilisce delle norme che hanno un impatto diretto anche sulle nostre azioni. Tale trattato non si occupa minimamente della conservazione di queste specie ma si occupa solo del loro commercio disciplinando molto nel dettaglio il commercio di specie, senza mai parlare della loro conservazione.

Regola il commercio di specie minacciate di estinzione ma anche di elementi che derivano da queste specie, ad esempio regola il commercio di elefanti ma anche dell'avorio. Regola anche il commercio di prodotti realizzati utilizzando materie derivanti dalla specie, sempre nell'esempio dell'elefante, regola anche il commercio di avorio e di prodotti realizzati in avorio.

La CITES prevede 3 allegati in cui le misure restrittive del commercio sono progressivamente meno restrittive, permettendo il commercio delle specie contenute.

nell'allegato 1 prevede misure più severe rispetto aquelle dell'allegato 2 e 3→ la regolamentazione è più stretta dove la specie è più a rischio di estinzione. Allegato 1 → 18Allegato 2 → circa specie non… commercio possibile anche solo dello stato di esportazione. Allegato 3 → specie per le quali i singoli stati parte hanno chiesto l'aiuto di tutti quanti cioè senza la cooperazione di tutti gli altri ci potrebbe essere un rischio per le specie incluse in questo allegato.

ESEMPI specie contenute nella CITES:

  • Gorilla di montagna.

Dal 1975 in poi tale specie è stata nell'allegato 1. Una specie può spostarsi da un allegato all'altro, su decisione delle parti (alla conferenza delle parti). Il gorilla di montagna è tutelato sia dalla convenzione sulle specie migratorie, sia dalla CITES. Elefante africano → la specie è stata trasferita più volte da un allegato all'altro.

In certi casi in uno stesso periodo è sia nell'allegato 1 sia nell'allegato 2 e ciò perché per ogni specie è possibile suddividere la specie nelle varie popolazioni che sono presenti nei territori dei singoli stati ed attribuire una protezione diversa a seconda della zona o del branco, in ragione del rischio. Sono scelte molto delicate perché collocare una specie in un determinato allegato ha delle conseguenze economiche. Anche le stesse tipologie di limitazioni possono essere estremamente dettagliate. TRATTATI CIRCA AREE SPECIFICHE Possono essere aree specifiche vere e proprie oppure categorie di aree o ecosistemi. Convenzione di Ramsar sulle zone umide, 1971 → si basa sull'obbligo per gli stati di garantire l'uso saggio, sostenibile di tali aree. La convenzione funziona in modo che prevede una lista di zone umide di importanza internazionale, e ogni stato propone di includere le proprie zone nella lista. Convenzione UNESCO sul

patrimonio naturale mondiale, 1972 → - strutturalmente simile alla convenzione di Ramsar.

CONVENZIONE UNESCO SUL PATRIMONIO NATURALE DEL MONDO, 1972

Questa convenzione è strutturalmente simile a quella di Ramsar ma questa è assai più famosa. Si può presumere che la convenzione UNESCO abbia tratto ispirazione da quella di Ramsar.

Gli stati propongono di includere in una lista internazionale, gestita dall’UNESCO, dei beni di importanza straordinaria. È poi la commissione UNESCO che decide se ammettere tali beni alla lista oppure no.

La convenzione, anche se usa il termine heritage, sembra essere riferita più ad un interesse comune dell’umanità → infatti, i beni (territori, ecosistemi, etc) non vengono sottratti alla sovranità dello stato.

Gli stati quindi mantengono giurisdizione e sovranità sui beni ma, una volta inseriti nella lista, si assumono l’obbligo di proteggerli nell’interesse di tutti gli.

altri stati → obblighi erga omnes partes. Quale può essere l'incentivo per gli Stati a includere beni del genere nella lista? Incentivo economico, prevalentemente dal punto di vista turistico. Un difetto del sistema della convenzione UNESCO, ma in generale nell'ambito della tutela della biodiversità, è la mancanza di un sistema di controllo. Mentre, per esempio, nel quadro normativo sui cambiamenti climatici c'è un meccanismo di compliance. Anche perché sono trattati più risalenti nel tempo, i trattati in tema di biodiversità sono privi di un meccanismo di controllo, non solo nel senso di meccanismi sanzionatori ma anche nel senso di meccanismi di monitoraggio del rispetto del trattato, a prescindere dall'impatto che questa procedura avrebbe. Mentre nel diritto internazionale dell'ambiente in generale col tempo si sono affermati meccanismi di controllo del genere, in particolare i meccanismi di

compliance (meccanismi con funzione assistenziale), manca in questo trattato un meccanismo del genere. Cosa succede quindi se uno stato non rispetta l'obbligo assunto in confronto delle altre parti? Esiste una lista del patrimonio in pericolo ("world heritage in danger") => quando uno stato pone in essere delle misure che riducono la protezione del bene, allora il sito in questione viene inserito nella lista dei siti in pericolo → ciò ha una funzione di pressione politica, speculare al valore del valore dell'attribuzione del bollino del patrimonio comune dell'umanità che uno Stato riceve in funzione positiva quando protegge il bene; se non lo protegge, in funzione negativa, gli attribuiscono un bollino negativo. In casi estremi, si può escludere il sito dalla lista dei beni protetti. In questo senso, quindi, il monitoraggio è fatto dall'UNESCO insieme alle ONG importanti in campo ambientale che con i loro esperti valutano i

vari siti e poi propongono eventualmente di escludere il sito dalla lista o di inserirlo nella lista dei siti in pericolo. Direttamente mancano sistemi di controllo, indirettamente però l'attribuzione del valore UNESCO ad un sito ha avuto valenza, in certi casi, a livello giudiziale → in controversie internazionali, il fatto che il sito sia un sito UNESCO, è stato più volte considerato un valore aggiunto che richiede maggior tutela da parte dello stato → ES: Serengeti → dal punto di vista giuridico è un caso molto interessante: - L'attivazione della procedura → il caso si basa sul trattato della Easto African Community che contiene alcune norme ambientali. Il tratto in questione prevede la possibilità per qualunque persona fisica/giuridica di attivare la corte internazionale che salvaguardia il rispetto del trattato stesso. Anche se è una corte regionale (della East African Community), è pur sempre una corte.

internazionale intrinsecamente ed è raroche vi sia la possibilità per persone fisiche/giuridiche di ricorrere dinnanzi ad una corteinternazionale per delle questioni ambientali. Questo è dunque un meccanismo giuridicomolto interessante e importante.

In più, le persone fisiche/giuridiche agiscono, hanno un qualcosa in più rispetto a quelleche agiscono nel settore dei diritti umani perché nel caso dei diritti umani si dà allapossibilità di ricorrere in giudizio perché queste vanno a tutelare propri diritti, quindi hauna sua logica attribuire alle persone fisiche/giuridiche la possibilità dia gire in giudizio,contro quella che invece è la regola del diritto internazionale; in ambito ambientaleinvece, le persone giuridiche/fisiche che hanno sede/domicilio in uno degli stati contraentidel tratto dell’East Asian Community in realtà agiscono a tutela di un interessecollettivo.

La corte dell’ East

Asian Community ad un certo punto, in questo caso del Serengeti, sottolinea che persone fisiche e giuridiche, ai sensi del trattato sull' East Asian Community, agiscono a tutela del trattato→ diventano i paladini della tutela dell'ambiente contenuta nel trattato stesso → ciò è manifestazione dell'ambiente come interesse collettivo in senso proprio. Non solo agiscono persone e non stati, ma anche che siano persone che hanno sede in uno stato diverso da quello in cui viene proposto il progetto dannoso. L'ONG di cui si parla nel caso ha sede a Nairobi, Kenya, teoricamente non avrebbe nessun ruolo nella faccenda perché non subisce una lesione diretta dal progetto di creare un'autostrada nel Serengeti. Si sottolinea quindi ancora di più che si agisca non di interessi propri ma collettivi. A parere del prof, il progetto dell'autostrada è molto significativo per molte cose: La Tanzania vuole trasformare un sentiero mal

L'impatto sarebbe ovviamente devastante.

Le ragioni del progetto da parte della Tanzania sono date, secondo la Tanzania, dalla necessità di collegare le comunità dei villaggi che si trovano alle estremità del parco, a est e a ovest.

Effettivamente, da Arousha ci vogliono 2gg con una Jeep per raggiungere il primo villaggio → si devono attraversare fiumi, è una strada non facilmente agibile.

La strada così migliorata dovrebbe arrivare a tale villaggio subito fuori dal parco.

Dopodiché la strada entra nel parco per poi sbucare a Ovest in un altro villaggio. La strada poi verrebbe ulteriormente migliorata e giungerebbe al lago Vittoria.

Questi villaggi sono presentanti dalla Tanzania come centri importanti che necessiterebbero di tal migliorie per potere raggiungere una crescita economica, ma

to per creare una strada alternativa che bypassi il parco e che permetta comunque ai villaggi di essere collegati ad Arousha. Questa soluzione sarebbe meno impattante sull'ambiente e consentirebbe alle popolazioni locali di avere accesso alle strutture necessarie senza dover distruggere l'ecosistema del parco. Inoltre, sarebbe possibile implementare progetti di sviluppo locale per migliorare le condizioni di vita dei villaggi, come ad esempio la costruzione di infrastrutture, l'accesso all'acqua potabile e l'istruzione. Queste misure potrebbero contribuire a soddisfare le esigenze delle popolazioni locali senza la necessità di un'autostrada. È importante considerare l'impatto ambientale e sociale di qualsiasi progetto di sviluppo e cercare soluzioni sostenibili che rispettino l'ecosistema e le comunità locali.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
151 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CriUniTn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di diritto internazionale dell'ambiente e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Fodella Alessandro.