Anteprima
Vedrai una selezione di 16 pagine su 71
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 1 Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 2
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 6
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 11
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 16
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 21
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 26
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 31
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 36
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 41
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 46
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 51
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 56
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 61
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 66
Anteprima di 16 pagg. su 71.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Diritto delle migrazioni Pag. 71
1 su 71
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Emigrazione italiana

Bisogna considerare che l'Italia è stata fino al 1973 Paesi di emigrazione, più che di immigrazione. Tra il 1880 e il 1918 sono stati 14 milioni gli italiani migrati all'estero (nel 1880 gli abitanti italiani erano 29 milioni), perlopiù verso USA e Sud America. Nei primi 20 anni gli espatri si sono concentrati nel nord-ovest (dal Piemonte principalmente), ma ancora peggio è stato nel nord-est, da cui sono partiti 1.860.000 persone. Nei 15 anni antecedenti la Prima Guerra Mondiale i numeri sono raddoppiati.

Il passaggio successivo di emigrazioni è stato quello racchiuso tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il 1973, in cui complessivamente sono partiti 6.700.000 italiani. La migrazione del secondo dopoguerra si è concentrata verso l'Europa. Nel '73 il saldo è positivo: uscite e ingressi si bilanciano (ci sono infatti stati rientri significativi ma ciò non ha consentito di chiudere prima del '73).

Questa emorragia in uscita di cittadini in uscita). Dai dati ricostruiti da ISTAT lo scenario inizia a cambiare in modo significativo nel 1981: in quest'anno gli stranieri residenti nel nostro Paese sono ca., di cui i gruppi più numerosi sono i francesi e gli statunitensi. Il primo salto di ridotta dimensione si misura nel 1991, in cui il censimento della popolazione rivela un numero di cittadini stranieri che tocca le 356.000 unità ma cambia la composizione del gruppo di cittadini stranieri: il gruppo più numeroso è quello dei cittadini provenienti dal Marocco, mentre il secondo gruppo più numeroso è quello dei cittadini tedeschi e il terzo gruppo è composto da individui provenienti dalla Tunisia.

Oggi le ragioni di uscita dei cittadini italiani sono dettate da motivi di studio o perché le conoscenze maturate sono più facilmente spendibili in altri luoghi di lavoro e di ricerca tema della perdita del capitale.

Sociale (). Questo cambio di scenario tra Paese di migrazione a Paese di immigrazione coglie però l'Italia impreparata: fino al 1974 il soggiorno del cittadino straniero nel nostro ordinamento trovava una disciplina nel t.u. delle leggi di pubblica sicurezza: l'ingrasso dello straniero era più legato ad una tutela delle norme volte a garantire l'ordine pubblico e una corretta vita sociale, piuttosto che ad una preoccupazione di inserire efficacemente lo straniero nell'ordinamento. La cosa interessante è che nell'arco temporale che va dal '73 all'adozione della prima legge disciplinante la materia dell'immigrazione trascorrono 13 anni, nei quali gli interventi adottati in modo puntuale e a macchia di leopardo sono affidati a circolari ministeriali. È anche curioso ricordare che la prima regolarizzazione di lavoratori stranieri sul territorio italiano risale ad una circolare del 1963, che si rifaceva ad un principio secondo

cui si poteva ricorrere a manodopera straniera solo nel momento in cui gli uffici provinciali del lavoro accertavano che non c'erano lavoratori italiani disponibili a svolgere le attività per le quali i datori di lavoro cercano manodopera (successivamente si richiede che non ci siano lavoratori italiani e comunitari disponibili). Il primo approccio amministrativo nei confronti dell'immigrazione è quello di lavorosi organizza e si articola in modo più dettagliato grazie ad un intervento esterno all'ordinamento italiano, che è l'intervento dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro contenuto nella Convenzione OIL del 24 giugno 1975 n.143. L'OIL è una realtà che affianca l'ONU nell'approccio e nella gestione della molteplicità di temi che interessano e interpellano gli Stati; l'OIL nasce quasi contestualmente all'ONU al fine di difendere gli interessi propri per

Governare le politiche del lavoro e questodei lavoratori occupati all'estero. Sono interessanti due passaggi del preambolo:

La Convenzione considera che la migrazione di lavoratori è richiesta da molti Stati accanto al trasferimento di conoscenze tecnologiche e professionali per combattere alla radice le cause del sottosviluppo. L'OIL ricorda che ogni persona ha il diritto di migrare (si aggancia alla Dichiarazione Universale) e osserva che la libera circolazione dei lavoratori rappresenta un elemento di progresso e di distribuzione di opportunità e di benessere tra le persone. L'OIL chiede agli Stati di adottare norme che garantiscano tutela ai lavoratori migranti, garantiscano sicurezza sociale, promuovano parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti rispetto ai lavoratori nazionali. Osserva anche che il corretto ricorso a manodopera straniera deve essere accompagnato da norme che combattano l'occupazione illegale di

lavoratori migranti e che quindi combattano anche le immigrazioni clandestine. La Convenzione riconosce e pone per la prima volta il diritto al ricongiungimento familiare: i lavoratori sono persone e in quanto tali vivono in relazione, e quindi se si accoglie un lavoratore si deve accogliere anche la sua famiglia. Questo diritto si affianca anche ad un'altra considerazione rivoluzionaria, contenuta all'art.12: la richiesta agli Stati membri nel loro sforzo di regolamentazione di trovare delle modalità adatte alle circostanze e usi nazionali per aiutare e incoraggiare gli sforzi dei lavoratori migranti e dei loro familiari tendenti a preservare la loro identità nazionale e culturale, nonché i legami culturali che li uniscono ai Paesi di origine, nonché il diritto dei loro figli di ricevere un'educazione nella loro lingua madre. La Convenzione poi all'art.14 prevede che gli Stati interpretino il loro ruolo sovrano anche in questa materia.

Infatti viene riconosciuto agli Stati firmatari la possibilità di subordinare la libera scelta dell'occupazione alla condizione di una residenza legale nel Paese da parte del migrante per un periodo che non sia superiore ai 2 anni è una possibilità di subordinare la libera scelta dell'occupazione ad una precedente presenza sul territorio nazionale non inferiore a 2 anni. C'è poi la possibilità di riconoscere le qualifiche professionali e i titoli di studio acquisiti all'estero. Il terzo passaggio è che lo Stato può restringere l'accesso a determinate categorie di occupazione e di funzioni quando tale restrizione sia necessaria all'interesse dello Stato.

La Convenzione OIL introduce il principio di regolarizzazione di persone che illegalmente risiedono o lavorano già sul territorio dello Stato, le quali possono vedersi riconoscere dallo Stato il diritto rimanervi e di essere regolarmente impiegate.

Per definire la titolarità dei diritti e delle possibilità di accedere al mercato del lavoro da parte dello straniero, la presenza illegale sul territorio non rappresenta ostacolo insormontabile per la permanenza dello straniero sul territorio tema della regolarizzazione successiva. Questa Convenzione è uno stimolo per il legislatore italiano ad intervenire legislativamente e ciò avviene con la l. 30 dicembre 1986 n.943 in materia di status giuridico dello straniero. Non è una legge esaustiva perché si occupa solo di alcuni profili e bisognerà attendere 12 anni prima di avere una legge che definisca compiutamente ciò che l'art.10 Cost affidava al legislatore ordinario. La legge dell'86 si aggancia ai principi contenuti nella Convenzione OIL perché ruota sul tema sostanziale della parità dei diritti e dei doveri del lavoratore Norme in materia di extracomunitario con quello italiano (il titolo della legge).

recacollocamento e di trattamento dei lavoratori extracomunitari immigrati e contro leimmigrazioni clandestine), e sul piano dell'organizzazione dei poteri pubblici questa legge fa riferimento al ruolo centrale del Ministero del Lavoro e della Previdenza. È affidato in quegli anni il governo del fenomeno migratorio è il ministro del lavoro, affiancato da una consulta per i problemi dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie, presieduta dal ministro e dotata di una composizione mista (rappresentanti dei lavorati extracomunitari, rappresentanti designati dalle associazioni sindacali del lavoro e rappresentanti designati dalle associazioni dei datori di lavoro, e 4 esperti indicati dal Ministero dell'istruzione, dell'interno e delle finanze, infine 4 rappresentanti delle autonomie locali più 3 rappresentanti delle associazioni di volontariato che operano nel campo dell'assistenza alle persone straniere). Il sistema è costruito con questi

riferimenti: la consulta segue la vita, le necessità dei cittadini stranieri presenti sul territorio italiano e rappresenta uno snodo per la modifica e l'integrazione delle politiche italiane dedicate a queste persone. È istituito un servizio che si occupa di integrazione dei migranti, di sostegno che consenta ai lavoratori immigrati di conoscere la realtà in cui sono inseriti. Questa raccolta di informazioni si inserisce in un censimento mensile delle offerte di lavoro verso le quali è accertato che non ci siano domande da parte di lavoratori italiani e comunitari, e da questo servizio parte poi la segnalazione nei confronti dei consolati stranieri in Italia. Il secondo strumento sono le previsioni annuali per i lavori stagionali. L'approccio all'accesso migratorio quindi avviene attraverso una programmazione delle necessità di manodopera espresse dal mercato di lavoro nazionale. La legge dichiara il ricongiungimento familiare essere un.

Il diritto del lavoratore riguarda il coniuge, i figli e i genitori a carico. Due cenni ulteriori: La logica del rimpatrio nel Paese di provenienza è legata, da un lato, all'ingresso non regolare dei lavoratori dopo l'entrata in vigore della legge, dall'altro, alla mancata regolarizzazione delle situazioni pregresse.

La regolarizzazione ha consentito a 105.000 persone di regolarizzare la propria presenza sul territorio italiano e chi già lavorava poteva proseguire la propria attività in maniera regolare, mentre gli altri vennero inseriti nelle liste di collocamento.

Quando ci si affaccia alla legge 28 febbraio 1990 n.39 (c.d Legge Martelli), le cose cambiano. Si tratta di una legge di conversione del d.l. 30 dicembre 1990 n.416. La legge Martelli si appoggia sulla legge dell'86 per quanto riguarda il meccanismo della programmazione dei flussi di ingresso, che diventa un po' più complesso: prevede che annualmente vengano

adottati i c.d. decreti flussi che programmano
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
71 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MaryUniTn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'immigrazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Borgonovo Donata.