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TEMPI E PERCORSI DELLE TRANSIZIONI AL MODELLO COSTITUZIONALE LIBERA-DEMOCRATICO

La transizione: evento epocale e dinamico.

  • Per il diritto costituzionale, è un passaggio da una forma di stato a un'altra dallo Stato socialista a regime comunista a uno tendenzialmente liberale (come obiettivo iniziale). Come? Adottando i principi costituzionali e gli standard elaborati dalle istituzioni sovranazionali a cui si ambisce aderire.
  • Per l'aspetto politico, mandare via gli esponenti del regime comunista e portare al governo nuove forze politiche attraverso le elezioni pluraliste e il suffragio universale.
  • Per l'aspetto economico, il passaggio da un sistema economico pianificato e statalizzato a un'economia di mercato e in parte privata.

Che tipo di transizioni si ebbero? Differirono l'una dall'altra in base all'area di appartenenza:

  1. I più veloci furono i paesi ex satelliti URSS (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Germania est, Bulgaria,...

Romania, …) tale transizione venne facilitata da un passato, anche se breve, di democrazie, costituzionalismo e statualità. Inoltre, avvenne grazie alle spinte dal basso dei movimenti civici-ambientalisti che vennero ascoltati dai leader comunisti attraverso le “tavole rotonde”.

2. Paesi ex URSS, eccetto i Baltici, il cambiamento fu lento e difficoltoso e venne patrocinato dall’alto lo stesso partito comunista ha avviato il periodo riformista grazie a Gorbaciov.

3. Paesi ex Jugoslavia e l’Albania, il cambiamento fu inizialmente verso una democratizzazione, ma poi dopo con gli scontri etnici e la guerra interna che si concluse nel 2000, si ritardò l’avvio di tale processo. Polonia e Ungheria: paesi che furono all’avanguardia

  • Transizione precoce, già con i primi scioperi in Polonia negli anni ’80 e in Ungheria con lo stesso Partito socialista operaio che si è riformato al suo interno.

Carattere negoziale

Il periodo di transizione post-comunista in Europa dell'Est è stato caratterizzato dalle "tavole rotonde" costituite dalla maggioranza del vecchio regime e le opposizioni.

In Polonia, c'è stato un ruolo ricattatorio degli ex comunisti. In Ungheria, i comunisti avevano assunto atteggiamenti riformisti. In Cecoslovacchia e nella DDR, la transizione è stata veloce e con pochi compromessi.

La velocità è stata dettata dalla rigidità dei regimi precedenti, che vennero addirittura aiutati in passato dall'armata rossa dell'URSS per reprimere i cambiamenti e le manifestazioni. Non c'è stato un riformismo interno, ma il semplice crollo del regime.

In Bulgaria, ci sono state anche delle trattative, ma ha svolto un ruolo importante la corrente riformista del partito comunista. In Romania, il regime è crollato con un colpo di stato e da eventi sanguinosi che hanno portato alla sentenza veloce e all'esecuzione di Ceausescu e di sua moglie, oltre a un colpo di stato interno che ha avviato il processo di democratizzazione.

Prime elezioni libere in Romania si ebbero nel 1996-97. Ex Jugoslavia: (La Slovenia è esentata dalle guerre che susseguirono gli avvenimenti jugoslavi).

Transizione apparente e precaria. Passaggio dal comunismo a un nazionalismo post-comunista.

Albania: ultimo di questi paesi ad avere delle vere elezioni libere.

URSS: scarsa partecipazione civile.

Le fasi della transizione:

  1. Crisi della vecchia leadership
  2. Tavole rotonde
  3. Perdita del ruolo di guida del partito, che porta a una sua trasformazione e scissione
  4. Legalizzazione delle forze di opposizione
  5. Cambia il nome dello stato
  6. Prime elezioni libere
  7. Revisioni costituzionali o Costituzione provvisoria
  8. Adozione della Costituzione

Percorso e fasi che si ritrovano all'interno delle transizioni dei paesi ECOBB (Polonia, Ungheria, DDR, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria), con le dovute eccezioni e singole particolarità-

Novità: descritte come pacifiche e patteggiate, ovviamente con le dovute

  1. eccezioni InPolonia e Ungheria vere trattative, peso preponderante del partito comunista in Romania, Albania e Bulgaria e peso del partito comunista ridotto al minimo in DDR e Cecoslovacchia.
  2. Nei paesi baltici vi fu un abbinamento di rivendicazione della sovranità e una genuina democratizzazione dell'ordinamento.
  3. Caso della Polonia:
    • Primo paese ad aprire le trattative attraverso le "tavole rotonde" tra il febbraio e l'aprile del 1989, ancor prima del crollo del muro di Berlino.
    • Alle trattative, presenza del Partito operaio unificato polacco (POUP) di ideologia comunista come maggioranza e all'opposizione, invece, il sindacato Solidarnosc ed esponenti della Chiesa cattolica.
    • Le prime elezioni competitive avvennero nel giugno del 1989, ma furono semi-libere e non libere. Perché? Il POUP chiese per sé stesso e per i suoi alleati di avere a priori il 65% dei seggi alla camera bassa, lasciando all'opposizione il 35%. In cambio,
Solidarnosc riuscì a strappare la possibilità di riaprire la camera alta, ovvero il Senato, che già esisteva prima dell'avvento comunista, il quale sarebbe stato a disposizione di chi riusciva a contenderselo (nel giugno del 1989, tutti i seggi del Senato andarono all'opposizione). Tutti gli eventi successivi portarono prima allo sgretolamento del POUP e poi al suo crollo definitivo. Caso dell'Ungheria: - Il Partito socialista operario avvia il suo percorso riformista al suo interno già agli inizi degli anni '80 - Avvio delle "tavole rotonde" tra giugno e settembre del 1989 - Si parlerà di una transizione graduale e pacifica, che verrà denominata dagli ungheresi stessi come "cambio di sistema" Caso della DDR e della Cecoslovacchia: - Hanno prevalso le forze antiregime - Non si parla, infatti, di vere e proprie trattative, ma di una decisione unilaterale da parte dell'opposizione senza lasciare.

concessioni alla vecchia élite

In Cecoslovacchia, fu la folla stessa a dare il via al cambiamento

In DDR, la folla ebbe il ruolo di mantenere viva la memoria, impedendo che venissero cancellati tutti i documenti della Stasi e del governo della DDR. La riunificazione delle due Germanie e le "tavole rotonde" (partecipazione dei leader comunisti e dell'opposizione) accaddero dopo la caduta del muro di Berlino

"Movimenti civici": organizzazioni politiche provvisorie su base associativa che tendono a coagulare il consenso popolare e, quindi, ad assumere il potere inviando i propri esponenti a controllare gli organi costituzionali.

Composizione: resti di partiti politici prebellici, movimenti culturali di opposizione, movimenti per i diritti umani, esponenti comunisti riformisti o dissidenti

Limiti: mettono assieme anime diverse dal punto di vista dell'identità politica. All'inizio furono tenute assieme dalla logica distruttiva

movimenti di opposizione riuscirono a formare un'ampia alleanza per abbattere il regime comunista, ma dopo aver raggiunto il loro obiettivo, questa alleanza si disgregò alle successive elezioni. L'origine di questi movimenti risale agli anni '70, durante il periodo di dissidenza. Gli altri partiti di opposizione erano principalmente i vecchi partiti dell'epoca prebellica. Era necessario adottare un sistema elettorale proporzionale per permettere ai nuovi partiti di consolidarsi. Un sistema elettorale maggioritario avrebbe favorito il partito comunista, se ancora avesse avuto presa. Questi movimenti sono stati un ponte decisivo tra il monopartitismo e il pluripartitismo. I partiti comunisti hanno ottenuto la maggioranza nelle prime elezioni libere o semi-libere in Romania, Serbia, Montenegro e nella maggioranza dei paesi ex URSS. Nei paesi baltici, le prime elezioni libere si sono tenute nel 1990, prima della dissoluzione dell'URSS.

Partiti comunisti ebbero ancora la meglio? Vi era un'opposizione debole o i rispettivi partiti comunisti avevano già avviato da tempo un processo di riformazione al loro interno.

Caso dell'URSS: la forma di stato mutò con la revisione costituzionale del 1990 da una forma di stato socialista a quella liberale, attraverso l'eliminazione del partito unico e l'eliminazione del divieto alla proprietà privata.

URSS ed ex Jugoslavia:

  • Entrambe avevano attuato una soluzione di stampo federale.
  • I diritti culturali e linguistici erano attribuiti non tanto alle Repubbliche, ma di più nei confronti dei singoli popoli o alle nazionalità.
  • Si ritiene che quando nacque la Jugoslavia, il diritto di indipendenza e secessione si fosse già esaurito, perché le stesse nazioni avevano deciso di stare assieme per questo motivo, poi, le secessioni della Jugoslavia e dell'URSS furono unilaterali e non concordate. Fu lo Stato a sciogliersi.
e l'effettività della Costituzione. Ci sono altre fasi importanti che devono essere affrontate per garantire una transizione costituzionale completa e stabile. Queste fasi includono: 1. Implementazione delle disposizioni costituzionali: una volta adottata la Costituzione, è necessario assicurarsi che le sue disposizioni vengano effettivamente attuate. Ciò può richiedere l'approvazione di leggi e regolamenti specifici per garantire il rispetto dei principi costituzionali. 2. Creazione di istituzioni democratiche: la transizione costituzionale richiede anche la creazione di istituzioni democratiche solide e funzionanti. Ciò può includere la formazione di un parlamento rappresentativo, un sistema giudiziario indipendente e un esecutivo responsabile. 3. Protezione dei diritti umani: una parte fondamentale della transizione costituzionale è garantire la protezione dei diritti umani. Ciò può richiedere l'adozione di leggi e politiche specifiche per garantire l'uguaglianza, la libertà di espressione, la libertà di religione e altri diritti fondamentali. 4. Educazione e sensibilizzazione: durante la transizione costituzionale, è importante educare e sensibilizzare la popolazione sulle nuove disposizioni costituzionali e sui loro diritti e responsabilità. Ciò può essere fatto attraverso programmi educativi, campagne di informazione e coinvolgimento della società civile. 5. Monitoraggio e revisione: infine, la transizione costituzionale richiede un monitoraggio costante e una revisione periodica della Costituzione per garantire che rimanga adeguata alle esigenze e alle sfide in evoluzione della società. In conclusione, la transizione costituzionale è un processo complesso che richiede tempo, impegno e partecipazione attiva da parte di tutti i membri della società. Solo attraverso un'attenta attuazione e un costante monitoraggio, una transizione costituzionale può portare a una governance stabile e democratica.delle costituzioni.
  • Per il punto di vista politico, necessita di alternanza politica al governo
L'approdo finale della transizione:
  • Regressioni, ibridi e/o scivoloni verso l'autoritarismo
  • Nessun ritorno al comunismo
  • Due grandi differenze:
    1. Non bisogna sopravvalutare le somiglianze tra i paesi, per via delle grandi differenze nell'omogeneità etnica, fratture storiche, politiche e sociali.
    2. Le transizioni post-autoritarismo (Grecia, Portogallo e Spagna) non furono investite da cambiamenti in tutte le variabili (politiche, economiche, sociali, culturali e ideologiche), come invece accadde in quelle post-comunismo.
Lez.10 1-2-21 Considerazioni generali sull'influsso degli attori esterni sulla democratizzazione e sul consolidamento democratico Europeizzazione: processo dettato da una volontà e un interesse.
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A.A. 2020-2021
17 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher boboneeee1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Di Gregorio Angela.