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La nascita della CEELa nel 1957 a Roma
CEELa nacque nel 1957 a Roma, con il trattato Comunitario. Venne firmato a Roma da sei Paesi fondatori (Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo), già agli inizi degli anni Cinquanta si erano fondate da parte di questi Stati due comunità europee antecedenti rispetto a quella economica: la CECA (Comunità economica del carbone e dell'acciaio) e la EURATOM (comunità europea dell'utilizzo pacifico dell'energia nucleare).
Il Trattato di Roma aveva finalità di cooperazione economica: libero commercio, libera concorrenza, abbattimento delle tariffe doganali, imposte comunitarie... il Trattato Comunitario era molto corposo e aveva come scopo quello della garanzia di cinque libertà fondamentali: la libertà delle persone, dei beni, dei capitali, dei servizi e dei lavoratori di circolazione. Questo trattato nella sua versione originaria istituiva già gli organi e le funzioni della CEE, una forte.
Peculiarità che caratterizza la Comunità Economica Europea sin dall'inizio. Nel 1973 si aggiungono ai 6 paesi originari altri 3 Paesi: Regno Unito, Danimarca e Irlanda, il Trattato di Roma si estese a loro ma rimase comunque invariato. Nel 1981 il Trattato venne esteso al decimo stato membro, cioè la Grecia. Poi accadde che nel 1986, data fondamentale perché gli Stati membri da 10 divennero 12 (Spagna e Portogallo) e il Trattato di Roma venne esteso quanto agli ambiti e alle materie di possibile intervento della comunità europea (il trattato comunitario era di contenuto economico, ma dopo il 1986 tramite Unico Europeo, l'Atto si vanno a estendere le materie di competenza della Comunità: ambiente, cultura, coesione sociale, energia, trasporti... per la prima volta si prevede anche un sistema unico europeo di banche centrali - SEBC, si prevede anche l'attuazione di una moneta unica, inizialmente era lo scudo e poi diventò
L'euro). Venne poi tolta la "E" di economica per sottolineare che la Comunità Europea non era più solo economica ma si estendeva anche ad altri campi. La cooperazione tra Stati e la Comunità riguardava principalmente il settore economico e quelli commessi: nel 1992 venne stipulato un Trattato di Maastricht, nuovo trattato, il sull'Unione Europea. Quindi nasce quest'ultima nella giustizia e gli affari interni, 1992. Questo trattato introduce due ambiti di cooperazione ulteriore: la cooperazione in materia militare e di sicurezza. Sul primo versante si registrano importanti innovazioni: creazione di un corpo di polizia europeo, corpo giudiziale comune (procura europea), definizione di reati europei e vengono anche concepiti i diritti politici del cittadino europeo (democrazia diretta = diritto di presentare progetti di normativa dell'Unione con iniziativa legislativa, di presentare petizioni, di chiedere un referendum sugli atti.
dell'Unione per abrogarli;
democrazia indiretta = diritto di votare i propri rappresentanti in seno al Parlamento europeo,
diritto di rivolgersi al mediatore europeo per segnalare casi di malfunzionamento di organi,
diritto di assistenza consolare - ci possiamo rivolgere a un'ambasciata di uno degli Stati Europei se non c'è quella italiana nel determinato Stato).
L'Unione Europea allora cos'è? Abbiamo due trattati ora: quello costitutivo della CEE e quello sull'Unione Europea. Questi sono complementari l'uno all'altro, l'Unione Europea è l'assetto di poteri che, mediante il trattato di Maastricht, vengono estesi a tutti e tre i settori. (NB: la Comunità Europea non esiste più dal 2009, non si può più parlare di diritto comunitario); per spiegare il rapporto tra questi si usava un tempio greco: tre colonne e un frontone (quest'ultimo serviva per estendere a tutti i pilastri lo
Nel corso degli anni, l'Unione Europea ha subito diverse modifiche e ampliamenti. Nel 1957, con il Trattato di Roma, venne istituita la Comunità Economica Europea (CEE) da sei paesi fondatori: Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. La CEE aveva come obiettivo principale la creazione di un mercato comune.
Nel 1986, con l'Atto Unico Europeo, vennero introdotte importanti riforme istituzionali e venne avviato il processo di creazione del mercato unico europeo. Nel 1992, con il Trattato di Maastricht, venne istituita l'Unione Europea, che comprendeva tre pilastri: il pilastro economico, il pilastro della difesa e il pilastro degli affari interni.
Nel 1995, aderirono alla UE la Svezia, la Finlandia e l'Austria. Nel 1997, i due trattati esistenti vennero modificati con il Trattato di Amsterdam, che estese ulteriormente le competenze dell'Unione Europea. Arriviamo all'anno 1999, quando a Colonia si svolse un vertice dei Capi di Stato e di Governo, durante il quale si decise di istituire una Commissione con l'incarico di redigere una Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea.
Fino a quel momento, l'UE e la CEE non avevano una loro Dichiarazione dei Diritti, ma si avevano le 5 libertà fondamentali enunciate nella versione originale del Trattato di Roma. Il Trattato di Maastricht aveva introdotto i diritti politici, come il diritto di voto e il diritto di referendum, ma mancavano tutti i diritti fondamentali della persona.
Fin dai primordi della UE, si è lavorato per garantire i diritti fondamentali di tutti i cittadini europei e per creare un'Europa più unita e solidale.
comunità economica europea, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella sua giurisprudenza aveva iniziato un'opera di straordinaria importanza, cioè pur alla luce dell'assenza di espressi diritti fondamentali e sociali nel Trattato comunitario e sull'Unione, aveva continuato a produrre e riconoscere tutti i diritti fondamentali e sociali che si ritrovavano a livello costituzionale e nazionale. L'enunciazione di questi diritti era avvenuta solo a livello giurisprudenziale, c'era bisogno di una codificazione, di un'organizzazione in un testo scritto. Viene incaricata questa commissione e già l'anno successivo (nel 2000) viene approvata la Carta di Nizza dei diritti fondamentali dell'Unione Europea: cosiddetta è importante non confondere l'approvazione del Trattato di Nizza (modificativo delle procedure decisionali in seno all'Unione) che non ha nulla a che fare con la Carta di Nizza dei diritti.Nel 2000 ci fu quindi una svolta fondamentale: approvazione della Carta di Nizza e del Trattato di Nizza che va a modificare i due già esistenti. Fino a questo momento era avvenuto un processo di sovrapposizione tra trattati che aveva portato alla creazione di norme obsolete, lacune normative... all'interno di ciò non erano in grado di orientarsi neanche i funzionari stessi dell'Unione. Nel 2001 si prese una decisione fondamentale: la decisione di istituire un organo convenzionale (il cui Presidente era l'allora presidente francese) composto da un centinaio di membri con il compito fondamentale di fondere e riunire in un unico trattato i due già esistenti. Un'opera di semplificazione normativa, di razionalizzazione normativa, bonifica normativa (si dovevano eliminare le norme ripetute, inutili...), fu la redazione di un unico testo che andasse a sostituire i due esistenti. Iniziano le riunioni, sin dall'inizio i
convenzionali si pongono unadomanda fondamentale: "perché ci dobbiamo limitare nei nostri lavori a un'opera puramente tecnica?". È un'opera che possono fare i funzionari stessi dell'Unione che hanno una diretta esperienza in materia...i convenzionali dissero che avrebbero dovuto pensare più in grande. E si dissero di concepire un unico trattato, ma un trattato con un contenuto e un obiettivo preciso, che vada al di là della fusione di due trattati in uno e che persegua un obiettivo molto più nobile: un trattato costituzionale, unico, una costituzione approvata mediante un Trattato. E così fecero, concepirono la Costituzione europea in due anni, il progetto era già pronto nel 2003. Era composta da 446 articoli, divisa in diverse parti: la prima parte era stata ottenuta mediante aggiornamenti vari recependo il testo del Trattato di Maastricht, che quindi trattava principi e valori, la seconda parte fuQuella dove venne assorbita la Carta dei Diritti Fondamentali, la parte dogmatica, la terza parte derivava dall'incorporazione del Trattato Comunitario, che enunciava le competenze e le azioni dell'Unione (tra le quali quelle di carattere normativo). Poi ci furono poche disposizioni transitorie finali. Questa bozza venne sottoposta agli Stati, vennero suggerite modifiche e integrazioni.
Accadde che quella bozza di trattato istitutivo venne firmato a Roma il 29 ottobre del 2004, nella stessa sala in Campidoglio degli Orazi e dei Curiazi dove era stato firmato nel 1957 il Trattato di Roma. Questo venne sottoscritto da 25 Paesi e non più solo 15, perché mentre progredivano i lavori della convezione aveva aderito all'Unione Europea 10 nuovi Stati (la famosa est: Cipro, Malta, Ungheria, Estonia, Lettonia, Slovenia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia). Erano già stati associati come Stati osservatori la Romania e la Bulgaria che
Entreranno a far parte dell'Unione Europea il primo gennaio 2007, poi ad agosto 2013 entrò l'ultimo Stato, la Croazia.
La caratteristica di questo trattato del 2004 era il contenimento di una clausola molto problematica, cioè di difficile adempimento: questo trattato doveva essere ratificato all'unanimità dei 25 Stati membri.
Il punto fu che ogni Stato membro disciplina a livello nazionale il procedimento di ratifica dei trattati: i trattati internazionali in Italia li ratifica il PDR sulla base di una legge di autorizzazione delle Camere, come prevede l'articolo 80, non c'è un coinvolgimento del corpo elettorale, mentre in altri paesi sì, è necessario un assenso da parte del popolo, come in Francia o in Olanda (tra il maggio e il giugno del 2005 in questi due Stati il corpo elettorale respinse la ratifica del trattato). Si trattò di due ostacoli insormontabili perché veniva richiesta l'unanimità.
Il Trattato costituzionale europeo venne firmato da 18 Paesi su 25, compresa l'Italia, questi corrispondevano a più della metà della popolazione dell'Unione, ma comunque era necessaria la ratifica all'unanimità. La via d'uscita fu il Trattato di Lisbona del 2007, entrato in vigore nel 2009: si adottarono alcune innovazioni, andarono a incidere sulla stessa struttura dell'Unione e sulla stessa configurazione dell'unione. Il Trattato di Lisbona lasciò in vita i due Trattati esistenti, quindi da un punto di vista delle basi normative non è cambiato nulla ma sulla base delle forme di governo sì. Fino a questo momento restava in piedi il "tempio greco": tre settori di collaborazione con il sistema dell'unione Europea a fare da governo comune. Di questi 3 settori, quello di più avanzata coesione era quello economico, si erano abbattute le frontiere interne, quindi senza alcun problema le decisioni.Della CE venivano adottate a maggioranza. Gli altri due settori erano governati dal principio del voto all'unanimità. La difesa, i processi, le sentenze... sono materie sulle quali gli Stati sono molto cauti nel cedere sovranità.