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LA  RAPPRESENTANZA  

La  rappresentanza  è  l’istituto  in  cui  un  soggetto  (il  rappresentante)  è  portatore  di  un  

potere,  attribuitogli  dalla  legge  o  dall’interessato  (art.1387  c.c.),  di  compiere  una  certa  

attività  giuridica  in  nome  e  per  conto  di  un  altro  soggetto  (il  rappresentato)  con  un  

effetto  importante,  per  cui  l’attività  compiuta  dal  primo  produce  i  suoi  effetti  

direttamente  nella  sfera  del  secondo.  

àil  contratto  è  concluso  dal  rappresentante  e  dal  terzo,  MA  i  relativi  effetti  giuridici  si  

producono  non  in  capo  al  rappresentante,  ma  direttamente  in  capo  al  rappresentato.  

La  rappresentanza  va  tenuta  distinta  dalla  figura  del  

nuncius  =  colui  che  trasmette  un’altrui  dichiarazione  di  volontà  (mero  mezzo  di  

• trasmissione,  per  questo  potrebbe  farlo  anche  un  bambino).  Mentre  nella  

rappresentanza  si  ha  un  potere  decisionale,  il  nuncius  non  c’è  l’ha  e  si  limita  

semplicemente  a  trasmettere  la  dichiarazione.  

La  rappresentanza  si  può  distinguere  in:  

_  rappresentanza  legale  =  il  rappresentante  è  individuato  direttamente  dalla  legge  o  

nominato  dal  giudice  (ad  esempio  i  genitori  sono  rappresentanti  legali  dei  minori  d’età,  

art.320  c.c.).  

_   rappresentanza  volontaria  =  il  rappresentante  è  individuato  dalla  volontà  del  

rappresentato,  che  lo  nomina  mediante  una  procura.  La  procura  è  l’atto  unilaterale  e  

recettizio  per  mezzo  del  quale  il  rappresentato  conferisce  il  potere  di  rappresentanza.  

La  procura  ha  una  forma  variabile,  cioè  che  varia  a  seconda  dei  casi,  o  meglio,  a  seconda  della  

forma  richiesta  per  l’atto  (l’atto  e  la  procura  devono  avere  la  stessa  forma,  art.1392  c.c.).  

In  molti  casi,  però,  la  procura  può  non  rivestire  alcuna  forma  vincolata,  potendo  addirittura  

essere  tacita  (ad  esempio,  il  caso  in  cui  un  lavoratore  subordinato  è  assunto  per  essere  adibito  

alle  mansioni  di  commesso  in  un  negozio  o  di  cassiere  in  un  supermercato  e  in  simili  casi  ai  

lavoratori  è  conferita  la  procura  necessariamente  in  quanto  indispensabile  perché  i  lavoratori  

stessi  possano  svolgere  le  mansioni  cui  sono  adibiti).  

MA  cosa  significa  che  il  rappresentante,  una  volta  conferitagli  la  procura,  agisce  in  

nome  e  per  conto  del  rappresentato?  L’agire  in  nome  altrui  significa  dichiarare  

espressamente  ai  terzi,  con  i  quali  si  entra  in  contatto  in  ragione  dell’atto  da  concludere,  che  

non  si  agisce  in  prima  persona,  per  sé,  ma  come  rappresentante  di  un  altro,  determinato  

soggetto:  significa  quindi  spendere  il  nome  del  rappresentato.  È  importante,  quindi,  che  i  terzi  

abbiano  ben  chiaro  che  il  rappresentante  agisce  in  nome  d’altri  (gli  effetti  dell’atto  si  

produrranno  direttamente  in  capo  al  rappresentato).  

ATTENZIONE:   agire  in  nome  ≠  agire  per  conto  

Se  il  rappresentante  agisce  per  conto,  ma  non  in  nome  altrui  e  cioè  non  spende  il  nome  

del  rappresentato,  si  è  in  presenza  del  diverso  istituto  dell’interposizione  gestoria  (o  

rappresentanza  indiretta).  Il  caso  più  frequente  di  interposizione  gestoria  si  ha  nel  mandato  

senza  rappresentanza:  il  soggetto  agisce  per  conto  di  altri,  ma  in  nome  proprio,  compie  atti  i  

cui  effetti  si  producono  nella  sua  sfera  giuridica,  con  la  conseguenza  che  poi,  in  un  secondo  

tempo,  gli  stessi  effetti  dovranno  essere  trasferiti  in  capo  al  soggetto  nel  cui  interesse  gli  atti  

sono  stati  compiuti.  

Quindi  nella  rappresenta  gestoria  vi  è  un  doppio  passaggio:  

A. colui  che  agisce  per  conto  altrui  ma  in  nome  proprio  

B. trasferimento  degli  effetti  in  capo  al  soggetto  per  conto  del  quale  si  è  agito  (talvolta  

questo  secondo  passaggio  viene  evitato  ricorrendo  a  un  contratto  per  persona  da  

nominare).  

Il  mandato  può  comunque  essere  previsto  con  la  rappresentanza,  e  in  questo  caso  si  avrà  una  

rappresentanza  in  senso  proprio  (mentre  nel  caso  di  mandato  senza  rappresentanza  siamo  di  

fronte  all’interposizione  gestoria).  

Chi  può  essere  nominato  rappresentante?  

L’art.1389  c.c.  stabilisce  che  può  essere  nominato  rappresentante  chi  ha  la  capacità  di  

agire,  MA  basta  la  capacità  naturale  (capacità  di  intendere  e  di  volere).   Basta  

semplicemente  che  la  capacità  legale  sia  in  capo  al  rappresentato  (è  su  di  lui  che  valgono  gli  

effetti  dell’atto).  

La  procura,  che  è  l’atto  unilaterale  e  recettizio  per  mezzo  del  quale  il  rappresentato  

conferisce  il  potere  di  rappresentanza,  può  essere:  

-­‐ generale  =  comprende  la  totalità  degli  affari  che  riguardano  il  patrimonio  del  

rappresentato  o  comunque  un  intero  settore  delle  attività  del  rappresentato;  

-­‐ speciale  =  comprende  uno  o  più  specifici  affari.  

La  procura  poi  può  contenere  alcuni  limiti  (gli  effetti  dell’atto  sono  validi  solo  se  il  

rappresentante  ha  agito  entro  i  limiti).  Ad  esempi  la  procura  conferita  per  l’acquisto  di  soli  

beni  mobili  (limiti  riguardanti  la  natura  dei  beni);  la  procura  di  vendere  un  certo  bene  a  un  

prezzo  non  inferiore  a  tot  euro  (limiti  riguardanti  il  valore  dei  beni);  etc..  

ATTENZIONE:  bisogna  distinguere  fra  limiti  veri  e  propri  dalle  semplici  istruzioni  interne.  

Mentre  i  limiti  emergono  dalla  procura  e  sono  tendenzialmente  evidenti;  le  istruzioni  interne  

rimangono  inte

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SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

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