Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
VARICI ESOFAGEE
Con il termine varici esofagee si indica la dilatazione e la deformazione anomala delle vene che irrorano l'esofago. Rappresentano una condizione pericolosa in quanto possono rompersi e sanguinare. Le varici esofagee si sviluppano soprattutto nelle persone affette da cirrosi quando il flusso sanguigno attraverso il fegato è ostruito. L'ostruzione causa un aumento di pressione all'interno della vena porta, che trasporta il sangue dall'intestino al fegato. Questa condizione è detta ipertensione portale. Generalmente non causano sintomi, quindi vengono scoperte o casualmente o a seguito della loro rottura e quindi di un sanguinamento in atto. Per prevenire il sanguinamento i pazienti con varici piccole possono essere trattati con beta-bloccanti non selettivi per prevenire la progressione delle varici ed il loro sanguinamento, mentre i pazienti con varici di dimensione medie o grosse devono essere sottoposti a profilassi (terapia per evitare che le radici si sviluppino ulteriormente).
rompano) con i beta-bloccanti non selettivi e/o con la legatura endoscopica. La rottura delle variciesofagee è causa del 60%-70% delle emorragie digestive nella cirrosi. Le altre cause più frequenti sono lagastroscopia ipertensiva (che rappresenta un sanguinamento della mucosa dello stomaco) e le varicigastriche (che sono delle vene dilatate nello stomaco) per il trattamento di emorragia acuta da varici ènecessario: reintegrare il sangue perso con l'emorragia, utilizzare una copertura antibiotica per prevenirela comparsa di infezioni anche gravi, utilizzare farmaci vasoattivi come ad esempio la somatostatina perridurre il sanguinamento, eseguire EGDS in urgente.
MALATTIA DA REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO (MRGE)
La malattia da reflusso gastro-esofageo è una condizione clinica che si sviluppa quando il reflusso dicontenuto gastrico in esofago determina sintomi e/o complicanze fastidiose. È la più frequente patologiadel tratto digestivo superiore.
negli ultimi decenni il numero di persone affette da questa malattia è aumentato anche perché è cambiato il modo di mangiare e di vivere. La patogenesi è multifattoriale ed è da imputarsi ad un'alterazione dei meccanismi di difesa in concomitanza con un' esaltata attività dei fattori aggressivi. I meccanismi di difesa dell'esofago contro il reflusso comprendono: la barriera anti-reflusso, che controlla la frequenza degli episodi e il volume del materiale refluito, la clearance luminale, che agisce riducendo il tempo di permanenza della nota in tale sede, fattori di resistenza epiteliale, che limitano l'insulto durante il contatto degli acidi con la mucosa. Fattori favorenti il reflusso: ernia iatale, malattie sistemiche, interventi chirurgici, fumo, farmaci, cannabis. Manifestazioni cliniche: rigurgito, disfagia esofagea, odinofagia, bolo faringeo. Manifestazioni extra-esofagee: asma bronchiale. GASTRITE La gastrite è unaInfiammazione acuta e cronica della mucosa dello stomaco. Nella maggior parte dei casi tale infiammazione non dà sintomi o disturbi di sorta e dunque non può essere considerata una malattia. Numerose sono le cause di gastrite. La gastrite acuta è in genere dovuta a infezioni o all'assunzione di farmaci. La gastrite in genere guarisce spontaneamente. Clinicamente la gastrite acuta si manifesta con dolore nella parte alta dell'addome, difficoltà alla digestione, bruciore. La gastrite cronica non dà sintomi e nella maggior parte dei casi non è diagnosticata. L'unico modo per fare diagnosi di gastrite cronica è praticare la gastroscopia, prelevare un pezzetto di mucosa e analizzarlo. La maggior parte delle persone avrà una gastrite cronica per tutta la vita senza mai avere dei sintomi. Di solito sono causate dal batterio Helicobacter pylori. In una piccola percentuale di casi la gastrite diventerà più grave.
determinando ulteriori alterazioni della mucosa quali atrofia o displasia, tanto da poter determinare un aumento, seppur minimo, del rischio di sviluppare il cancro allo stomaco.
ULCERA
Ulcera peptica è un'erosione a carico della mucosa interna dello stomaco, del duodeno (il tratto superiore dell'intestino tenue) o dell'esofago provocata da uno squilibrio acido/pepsina. A seconda della sede in cui si presenta, l'ulcera peptica può assumere nomi diversi.
- Ulcera gastrica: è un'ulcera peptica che colpisce lo stomaco
- Ulcera duodenale: è la forma di ulcera peptica che si sviluppa nella parte superiore dell'intestino tenue
- Ulcera esofagea: di solito colpisce la parte inferiore dell'esofago. Spesso è associata al reflusso gastroesofageo cronico.
L'ulcera può essere dovuta a: HP, uso regolare di analgesici, fumo e alcool, stress.
SINTOMI: bruciore di stomaco, vomito con tracce di sangue di colore rosso o nerastro,
Tracce di sangue di colore scuro nelle feci o feci nere o catramose, nausea e vomito, perdita di peso inspiegabile, cambiamenti dell'appetito.
Consigliare al paziente di modificare il suo stile di vita riducendo l'abitudine al fumo, il consumo di alcool e lo stress. Insegnare tecniche di rilassamento, controllare il peso e gli esami di laboratorio, sconsigliare l'ingestione di cibo durante la notte o prima di coricarsi. Controllare il dolore, specialmente in relazione agli orari di assunzione dei pasti.
APPENDICITE
L'appendicite è un'infiammazione dell'appendice, un condotto stretto e lungo circa 10cm attaccato al cieco. Sintomi: dolore addominale, inappetenza, nausea, vomito, stitichezza o diarrea, incapacità di espellere gas, febbre, gonfiore addominale, sensazione che la defecazione allevierà il disagio.
DIVERTICOLOSI
La diverticolite è l'infiammazione di uno o più diverticoli, localizzati generalmente nel sigma.
Si tratta di unacomplicanza della diverticolosi, probabilmente dovuta al ristagno di feci nel diverticolo. La maggior parte delle persone con diverticolosi non presenta alcun disagio o sintomi, tuttavia in altri casi manifestano dolore, crampi, bruciore, gonfiore e costipazione nel basso addome. Il sintomo più comune nella diverticolite è il dolore addominale. Il dolore di norma è più forte e si manifesta all'improvviso, ma può anche essere in principio lieve e poi peggiorare nell'arco di diversi giorni, variando quindi l'intensità. È possibile accusare crampi, nausea, vomito, febbre, brividi, stipsi o dissenteria. Molti casi di diverticolite sono trattati con analgesici, antibiotici, digiuno per far riposare l'intestino e terapia idratante endovenosa. La diverticolite può portare a: emorragie, infezioni, perforazioni intestinali, ostruzioni nel colon. MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI Sono caratterizzatedall'infiammazione cronica della mucosa intestinale che non guarisce definitivamente, ma presenta un decorso con periodi di benessere alternati ad altri in cui i sintomi sono presenti. Il Morbo di Crohn è un'infiammazione cronica che può colpire teoricamente tutto il canale alimentare, dalla bocca all'ano, ma che si localizza prevalentemente nell'ultima parte dell'intestino tenue e/o nel colon destro/cieco oppure solo il colon in una sua qualsiasi parte. I tratti intestinali colpiti si presentano infiammati, erosi e ulcerati con lesioni che interessano a tutto spessore la parete intestinale. Può presentarsi in forma perianale, ossia con fistole e ascessi in corrispondenza dell'ano e scroto o vagina. SINTOMI: predominanti i dolori addominali associati a diarrea e talora a febbre. Possono comparire sangue visibile nelle feci, dolori alle articolazioni, diminuzione dell'appetito o dimagrimento. Gli esami del sangue hanno un ruolo pocospecifico in quanto possono solo indicare uno stato infiammatorio con VES ePCR. Nella fase di acuzie specie alla prima presentazione, si fa spesso uso di cortisone a dosi piuttosto elevate e per periodi di diverse settimane. Successivamente per mantenimento della remissione si elimina il cortisone e si può fare uso di mesalazina. Nelle forme lievi-moderate può essere utilizzato un cortisone topico. Nella maggior parte dei pazienti non vi sono particolari accorgimenti da prendere riguardo l'alimentazione. L'intervento chirurgico fa parte della storia naturale della MC aggressiva che conduce ad una stenosi ed ostruzione intestinale di tipo fibrotico in una considerevole proporzione di pazienti.
La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria intestinale che interessa il retto e il colon. È una malattia cronica caratterizzata da fasi di attività e fasi di remissione completa. Nel corso delle fasi di attività l'infiammazione interessa la mucosa.
senza mai estendersi all'intero spessore della parete intestinale. Le principali coinvolgono l'intestino. La rettorragia è costante, la proctite si manifesta con sanguinamento, emissione di muco e tenesmo, ovvero stimolo frequente di evacuazione. Le forme distali si manifestano con diarrea ed emissione di sangue e muco, nelle forme più severe possono apparire dolore addominale, febbre e dimagrimento. La causa della rettocolite ulcerosa è ignota e non esiste un trattamento medico in grado di ottenere una completa guarigione. La chirurgia viene utilizzata solo nelle forme severe che non rispondono al trattamento entro 7-10gg. ESAMI DIAGNOSTICI - EGDS (Esofagogastroduodenoscopia): è lo studio dell'esofago, dello stomaco e del duodeno prossimale mediante il gastroscopio, uno strumento a fibre ottiche che, mediante l'insufflazione di aria nel viscere, consente la visualizzazione diretta della mucosa mediante una telecamera posta alla sua estremità.Il paziente deve essere digiunare da 8-12 ore. È un esame breve e non doloroso, eseguito con il pz in decubito laterale sinistro e consiste nell'introduzione della sonda dalla bocca o dal naso. Durante l'esame, interagire con il pz per rassicurarlo.PH METRIA è un esame specialistico che grazie ad un registratore portatile, registra per 24 ore la quantità di acido presente nell'esofago, nello stomaco o in entrambi, mentre il paziente svolge le sue normali attività quotidiane. Studia quelle patologie legate al ritorno di acido dallo stomaco che danno sintomi come bruciori. Attraverso le narici si introducono in esofago, in stomaco o in entrambi, piccole sonde che registrano l'acidità: queste vengono poi fissate al naso con un cerotto e collegate a un registratore portatile che viene indossato dal paziente. Per diminuire il fastidio, prima dell'esame, naso e gola vengono spruzzati con uno spray anestetico.
È importante segnalare eventuali allergie a farmaci o ad altre sostanze.
Durante l'esame il paziente deve segnare scrupolosamente su un diario gli orari dei pasti, del riposo e l'eventuale comparsa