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Esiste poi un’emesi acuta (compare a breve distanza dalla somministrazione

e un’emesi ritardata (si protrae a distanza di giorni dalla

chemioterapica)

somministrazione). La nausea e il vomito in questi soggetti deve essere sempre

inserita dall’infermiere in uno stato fisiopatologico complesso di cachessia, astenia e

tutta un’altra

debolezza generale, che provocano serie di sintomi.

Le manifestazioni della fase pre-eiettiva che la persona può avere sono: nausea,

malessere generale (epigastrio e faringe), ipotensione, pallore, scialorrea, tachicardia,

riduzione del tono gastrico e perdita della motilità, inversione della peristalsi,

aumento del tono del duodeno. Nella fase eiettiva abbiamo invece: conati e vomito,

respiro a bocca chiusa, espansione toracica, contrazione gastrica (piloro), respiro

prolungato, scialorrea, tachicardia, modificazioni mobilità del colon. Nella fase post-

eiettiva, la persona può andare incontro a altri sintomi, come ad esempio:

spossatezza, squilibrio idroelettrolitico.

Ma come si assiste una persona con vomito? Prima di tutto la informiamo riguardo al

fatto che i farmaci chemioterapici provocano nausea e vomito e come andremo a

Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®

trattare questi sintomi (corticosteroidi, antagonisti della serotonina, anticolinergici,

benzodiazepine), anche dal punto di vista non farmacologico (biofeedback, ipnosi,

rilassamento, musicoterapia). Inoltre, potremo eseguire una scala VAS (Scala

Analogico Visiva, dove al paziente presentiamo un righello privo di numeri, dove

agli estremi c’è “dolore assente” e “il massimo dolore percepito o immaginabile” e la

persona deve indicare un punto della retta a seconda del dolore che percepisce; nelle

persone con basso QI o anziani, è preferibile invece utilizzare la scala numerica al

posto della VAS) o una scala Likert. La VAS noi la utilizziamo generalmente per il

dolore, ma può essere usata anche per un altro qualsiasi sintomo (nausea, dispnea,

stanchezza, ecc.), al fine di visualizzare i cambiamenti di stato della persona rispetto

a più momenti nella giornata.

Altra possibile sintomi è la diarrea, che può essere causata da terapia farmacologica,

ma anche da alterazioni nella dieta, da ansia, infezioni o ostruzioni da tumore. Va,

quindi, sempre indagata (insorgenza, frequenza, caratteristica delle feci).

Come gestire la persona con diarrea? Sicuramente consiglieremo una dieta povera di

fibre, ma ricca di proteine e di potassio, andremo ad eliminare cibi e bevande irritanti

o stimolanti (fritti, frutta secca, ma anche caffè); dovremo, poi, reintegrare i liquidi

persi e tenere sotto controllo gli elettroliti.

In caso di stipsi, le persone che ne sono affette si presenteranno con eccessiva

distensione addominale, sensazione di evacuazione incompleta, crampi addominali,

malessere, senso di pienezza e pressione rettale. Molte volte la stipsi può essere

causata dal grande utilizzo di oppioidi (antidolorifici) utilizzati da queste persone.

Importante ricordarsi che, prima di diagnosticare stipsi, bisogna sempre riferirci al

modello di eliminazione tipica della persona: l’alterazione di questo modello potrà

aiutarci a capire se il paziente presenta realmente stipsi.

Il trattamento delle complicanze gastrointestinali è spesso causa di abusi, che

possono avere come principale conseguenza un aggravarsi del problema stesso. È

importante, dunque, istruire sull’importanza delle tempistiche di azione delle varie

sostanza utilizzate e sui rischi del sovradosaggio.

 L’interessamento delle gonadi è una delle prime informazioni da riferire alla persona

in età fertile; in questo caso spesso si propone di donare o rimuovere, per poi

conservare, i propri gameti, per poi reimpiantarli successivamente

 Possibili reazioni anafilattiche e/o allergiche, in particolare in caso di farmaci

biologici: possono, quindi, comparire rush cutanei (più o meno maculo-papulosi,

pruriginosi, ecc.) generalizzati o localizzati; inoltre, può comparire ipotensione o

ipertensione.

 e danni cardiaci, dovuti all’utilizzo

Aritmie di farmaci cardiotossici

 Tossicità dermatologica: la tossicità può essere sia locale che sistemica e possiamo

avere stravasi, orticaria, prurito, eritemi diffusi, alterazioni ungueali e

iperpigmentazione cutanea (in questo caso, è consigliato spiegare al paziente di

evitare di non esporsi ai raggi UV).

Inoltre, è importante sottolineare come, nonostante l’igiene personale sia

fondamentale, nelle zone cutanee irritate queste persone dovranno stare

a non abusarne, poiché aumentano l’irritazione

estremamente attente stessa, a causa

della loro aggressività (utilizzare, in caso, saponi neutri, evitare profumi e sostanze

per trucco, ecc.). Per le desquamazioni secche, è bene utilizzare creme emollienti ed

idratanti, magari associate a pomate antistaminiche per il possibile prurito (mai

utilizzare le pomate a base di steroidi).

 Mucosite (con possibile conseguente stomatite): colpisce circa il 40% dei pazienti

neoplastici trattati con chemioterapia standard; ovviamente, la comparsa di mucosite

L’infiammazione

è maggiormente legata a tumori del cavo orale. del cavo orale è

Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®

estremamente diffusa e a rapida insorgenza (a volte, può essere anche ritardata, a

seconda dell’aggressività dei farmaci usati e dal tipo di tumore), in quanto

rappresenta un’alterazione derivante dal fatto che le cellule della mucosa orale sono

in fase attiva di crescita e sono molto suscettibili all’effetto tossico dei farmaci

chemioterapici.

Esistono diverse fasi della mucosite: una prima fase vascolare (giorno 0), dove si ha

una iniziale di sensazione di dolore e bruciore spesso insopportabile. Affiancata a

questa fase (e, dunque, all’iperemia del tessuto), si viene a creare sempre una

scialorrea (iperproduzione di saliva).

Successivamente si ha una fase epiteliale (4-5 giorni), dove si nota una prima

compromissione epiteliale, con un accenno di ulcerazioni che interesseranno tutto il

cavo orale, in particolare a livello delle labbra e dell’esofago. Ancora dopo si ha una

fase ulcerativa (giorni 6-12), che si manifesta con ulcere vere e proprie. Questa fase

è caratterizzata dalla presenza di sanguinamenti e talvolta necrosi.

Infine abbiamo la fase della guarigione, che consiste nella riepitelizzazione della

mucosa orale, una normalizzazione dei leucociti nel sangue periferico e la

ricostituzione della flora batterica.

Il trattamento della mucosite spesso si basa su sciacqui a base di Allopurinolo,

generalmente da 4 a 6 volte il giorno; questo viene utilizzato come collutorio sia in

ambito di prevenzione (prima della comparsa di stomatite) che in termini di

riduzione della durata dell’infezione (durante il processo infiammatorio). È molto

importante tuttavia prevenire la mucosite e la stomatite, grazie all’applicazione

rigida di alcune norme igieniche del cavo orale. I protocolli devono prevedere un

lavaggio del cavo orale più volte al giorno unendo l’utilizzo del collutorio (al

mattino, dopo i pasti, prima di andare a dormire); l’obiettivo è la riduzione della flora

microbica presente nel cavo orale.

Durante il trattamento radio-chemioterapico, i denti devono essere puliti dopo ogni

pasto e prima di dormire, con uno spazzolino morbido di setole artificiali e non

animali. È importante sottolineare, però, che il normale spazzolino, nelle persone con

gravi deficit di coagulazione (piastrine inferiori a 50mila), deve essere abbandonato e

sostituito da spazzolini di spugna morbida. tramite l’utilizzo del ghiaccio

Altra possibile terapia per la stomatite è la crioterapia:

(anche gelati o ghiaccioli) viene creata una situazione di vasocostrizione locale e, di

conseguenza, riduce il flusso sanguigno alla mucosa orale. Tuttavia, bisogna stare

molto attenti a non abusare del ghiaccio, poiché il minor afflusso di sangue può

incrementare il rischio di ischemia del tessuto orale.

L’azione di vasocostrizione è importante e utile in caso di utilizzo di farmaci cito-

che hanno un’emivita breve e talvolta vengono

neoplastici come il 5-flourouracile,

somministrati in bolo; applicando quindi la crioterapia, si può ridurre attraverso la

vasocostrizione la quantità di farmaco che arriva al punto trattato.

Questo vale sia per l’effetto tossico verso la mucosa orale (utilizzo di ghiaccioli o

gelati) sia nel caso di alopecia (l’utilizzo di cuffie refrigerate durante la

somministrazione di questi farmaci riduce la caduta, in quanto riduce la dose di

farmaco che arriva ai bulbi). Se da un lato questo trattamento ha dei benefici, è stato

dimostrato che, in particolare nel caso delle cuffie, gli effetti collaterali sono

maggiori, vedono infatti l’insorgenza di forti cefalee non riducendo comunque a zero

la caduta di capelli.

A volte viene utilizzata la benzidamina idrocloridrato, un agente analgesico,

antinfiammatorio ed antimicrobico.

Abbiamo, poi, la camomilla, nota per i suoi effetti antinfiammatori e per la sua

capacità di cicatrizzare la mucosa orale (tutto ciò non è mai stato dimostrato).

Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®

gravi possiamo ricorrere anche all’utilizzo di

In casi estremamente fattori stimolanti

le colonie (ossia le citochine che stimolano il midollo osseo ad aumentare

l’emopoiesi, cosi da incrementare la produzione di leucociti); oltre a queste viene

usata anche la somministrazione sottocutanea (1 volta al giorno) di GM-CSF, ossia

un fattore stimolante la crescita di granulociti e macrofagi, al fine di diminuire e

trattare l’infezione del cavo orale.

Molto spesso, nei soggetti immunocompromessi aventi mucosite, può comparire una

candidosi orale. Il trattamento gold standard è il Mycostatin (farmaco costituito da

una sospensione di sostanze, che necessitano dunque di essere agitate prima

dell’utilizzo); questo farmaco viene applicato sulle zone interessate.

Ma come si valuta la mucosite e/o la stomatite? Esistono diverse scale di

valutazione, distinguibili a seconda dei segni e sintomi. Solitamente gli oggetti di

studio sono: qualità della mucosa orale (colore e secchezza), presenza di eritema o di

ulcerazioni, dolore, capacità di deglutizione, funzionalità del cavo orale (parlare e

inghiottire). Alcuni di questi indicatori non forniscono una valutazione realistica e

visiva del cavo orale; altri invece, molto più precisi, forniscono effettivamente un

quadro realistico di ciò che ci troveremo davanti nell’osservare il cavo orale.

“University 1985”, che

Una di queste scale è quella di

Dettagli
A.A. 2015-2016
14 pagine
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SSD Scienze mediche MED/48 Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Riassuntiinfermieristica di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica Clinica applicata alla Cronicità e alla Disabilità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Rasero Laura.