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Effetti dell'LSD sulla creatività artistica e sulla percezione sensoriale
Dopo questa prima caratterizzazione data da Hofmann, l'LSD ha goduto negli anni '60 e '70 di una certa fama, non necessariamente negativa, in quanto il suo impiego fu molto associato alla creatività artistica: due componenti dei Beatles, ad esempio, furono dei grandi consumatori di LSD, e il loro classico "Yellow Submarine" racconta proprio del viaggio di ritorno a casa di Ringo Starr sotto l'effetto dell'LSD, accompagnato da questo sommergibile giallo. Sempre nel campo della musica, i Pink Floyd sono stati sicuramente l'espressione più elevata di un certo tipo di rappresentazione artistica e dell'idea di "vedere la musica" ("vedere" nel vero senso della parola), aiutati dall'impiego dell'LSD. Da un punto di vista psichiatrico, l'effetto dell'LSD è chiamato sinestesia, che è una condizione di mix up dei sensi. Siamo abituati a descrivere i sensi in manieraCategorica esuddivisa, ma in realtà c'è grande intersezione tra di essi, sia a livello fisiologico che psicologico: per esempio il gusto è dato nella stragrande maggioranza dei casi dall'olfatto, (grazie alle nostre papille gustative siamo infatti in grado di riconoscere solo cinque gusti); lo stesso vale per il tatto, ad esempio in alcune condizioni se un oggetto è dipinto di blu e lo tocco lo sento più freddo, se lo stesso oggetto è dipinto di rosso lo sento più caldo. Questi sono semplici esperimenti di psicologia, anche abbastanza noti. Alcune droghe d'abuso, soprattutto quelle che agiscono a livello del sistema serotoninergico, producono un marcatissimo effetto sinestesico. A fronte di questo effetto, l'LSD produce danni molto forti a livello dell'attività sinaptica, è sicuramente una droga molto pericolosa, anche per il fenomeno chiamato "viaggio andatomale".
finisce l'effetto del farmaco ma l'allucinazione non scompare, quindi il soggetto riacquista consapevolezza di sé ma continua a vivere vicino all'oggetto della suaallucinazione, fino ad arrivare talvolta ai cosiddetti suicidi dell'LSD , dovuti al tentativo di scappare dal proprio incubo.
È un farmaco molto pesante e molto impegnativo dal punto di vista dell'effetto centrale, ed dal punto di vista culturale probabilmente non è stato sfruttato come avrebbe meritato. C'è ancora letteratura, anche attuale, di neurologi e psichiatri che continuano a sperimentare l'LSD in modelli animali per una varietà di attività su cui apparentemente funziona anche bene, però scontrandosi poi con questa capacità di indurre allucinazioni molto importanti.
Una grande varietà di studi osservazionali indicano come l'LSD potrebbe essere impiegato in modo abbastanza utile nel trattamento
Dell'emicrania, il problema è che non si riesce a separare l'effetto antiemicranico da quello allucinogeno. Dunque le ammidi dell'ergolina, come l'LSD, hanno veramente un effetto particolare a livello centrale. Oltre alla bromocriptina, sono state provate e utilizzate come agonisti D2 anche altre ammidi, come la lisuride, da impiegare nel trattamento del morbo di Parkinson ma anche in altre condizioni. La lisuride e la pergolide sono strutture che dovete conoscere e saper discutere, anche in termini di rapporti tra strutture.
4. I farmaci antiemetici
Un altro ambito in cui il sistema dopaminergico è molto coinvolto è quello dell'emesi, il sistema che regola il vomito. Il vomito è una forma di difesa incredibilmente importante, una di quelle evolutivamente più conservate in quanto presente in tutti i vertebrati; il riflesso del vomito compare ogni volta che i nostri sistemi di controllo sospettano che abbiamo ingerito.
nausea. Un'altra tipologia di vomito è quella causata da intossicazione alimentare o ingestione di sostanze tossiche. In questi casi, è importante cercare assistenza medica immediata per rimuovere la sostanza dal corpo e alleviare i sintomi. Il vomito può anche essere causato da disturbi gastrointestinali come gastrite, ulcera o reflusso acido. In questi casi, è necessario seguire una dieta appropriata e assumere farmaci prescritti dal medico per trattare la condizione sottostante. Infine, il vomito può essere un sintomo di altre malattie come appendicite, pancreatite o malattie del fegato. In questi casi, è fondamentale consultare un medico per una diagnosi accurata e un trattamento adeguato.nausea attraverso farmaci come antagonisti muscarinici e antagonisti istaminici. Abbiamo poi le gastroenteriti, intossicazioni alimentari/batteriche/virali che possono dare un riflesso faringeo e gastrointestinale che coinvolge principalmente i recettori 5-HT3 della serotonina; anche in questo caso, se la sintomatologia dura più di qualche ora il vomito dovrebbe essere trattato, perché può dar luogo a disidratazione e ad altri tipi di complicanze. Un'altra tipologia è il vomito cerebrale o emesi anticipatoria, che è tipica dei bambini a cui si raccontano storie fastidiose, o che assistono a situazioni sgradevoli, e che reagiscono fisicamente con un senso di nausea e vomito. Nell'adulto questo tipo di emesi dovrebbe scomparire. Quella più importante è sicuramente l'emesi da chemioterapici, dovuta a molti farmaci oncologici ma anche all'uso degli oppioidi.
che interagiscono essenzialmente con recettori dopaminergici, serotoninergici e recettori per gli oppiacei localizzati nella cosiddetta chemoreceptor trigger zone (CTZ), un'area del SNC non coperta dalla barriera ematoencefalica, in quanto deve rapidamente percepire la presenza di sostanze tossiche o potenzialmente dannose. Questo tipo di vomito è un problema molto serio, soprattutto quando il soggetto è in trattamento con chemioterapici oncologici, perché il senso di nausea e il vomito associato sono talvolta talmente forti e violenti che possono addirittura impedire l'aderenza alla terapia. Quando compare questo tipo di emesi, associare al farmaco un idoneo trattamento antiemetico è importante quanto il chemioterapico stesso, in termini di aderenza alla terapia. Gli agonisti dei recettori cannabinoidi, in particolare il dronabinol e il nabilone, possono essere impiegati convenientemente per ridurre l'emesi.da chemioterapici; sapete che ad oggi in Italia è lecita anche la somministrazione di cannabisterapeutica, ad alto livello di THC, che ha più o meno lo stesso effetto e che può quindi essere impiegata per il controllo, oltre che di varie condizioni dolorifiche, anche del vomito. Gli antiemetici che cito adesso non pretendo che li sappiate in maniera completa (con rapporto attività-struttura completo), vi chiedo soltanto di ricordare il prototipo di struttura: è interessante citare gli antagonisti del recettore 5-HT3 della serotonina, recettore ionotropico presente nel SNC a livello del centro del vomito e nella CTZ. In realtà, l'azione antiemetica di questi farmaci è legata soprattutto al vomito causato da stimolazione vagale, su cui agisce l'acetilcolina. I prototipi sono l'ondansetron e il dolasetron, di cui bisogna apprezzare dal punto di vista chimico la presenza del nucleo indolico, con.Unacatena laterale ingombrata su cui è presente sempre un azoto, che ricorda l'azoto dell'aserotonina; questo spiega la caratteristica di antagonisti del recettore serotoninergico, confermata anche dalla mancanza dell'ossidrile sull'anello aromatico.
Altri farmaci molto interessanti e che dovete conoscere un po' meglio, in quanto molto noti e molto impiegati in farmacia, sono gli antagonisti dopaminergici, in particolare quelli che agiscono a livello periferico e quindi sul tratto gastrointestinale: sono il metoclopramide (principio attivo del Plasil) e il domperidone (principio attivo del Peridon), entrambi antagonisti D2 a livello della CTZ. A livello del tratto gastrointestinale la loro azione si basa sul sistema dei recettori 5-HT4 ed è un'azione procinetica. L'effetto finale è più o meno equivalente per i due farmaci: bloccano la nausea agendo sulla CTZ e favoriscono
Il passaggio gastrico tramite l'effetto procinetico. Occorre fare attenzione al fatto che il metoclopramide attraversa la barriera ematoencefalica, quindi oltre a interagire con la CTZ entra nel SNC ed esercita un'azione come antagonista D2, con un possibile effetto extrapiramidale Parkinson-simile. Naturalmente i dosaggi con cui questo accade sono molto rari in terapia, è più che altro una precauzione d'impiego, ma comunque è sempre bene suggerire a un bambino o a un adolescente il domperidone rispetto al metoclopramide, perché il domperidone non passa la barriera ematoencefalica e quindi si annulla completamente il rischio di effetti extrapiramidali di tipo Parkinson.
Abbiamo già trattato i butirrofenoni e le fenotiazine, ad esempio la proclorperazina e la prometazina sono i classici farmaci che possono essere impiegati come antiemetici a livello della CTZ.
5. La farmacologia della disfunzione erettile
La disfunzione erettile maschile è definita come l'incapacità di raggiungere o di mantenere un'erezione sufficiente a concludere un rapporto sessuale. È generalmente descritta come una disfunzione vascolare dovuta alla perdita di reattività e di flessibilità delle arteriole, che causa un ridotto apporto di sangue nei corpi cavernosi (tessuto spugnoso penieno) e quindi un'insufficiente capacità erettiva, in quanto il meccanismo dell'erezione è basato proprio sull'afflusso di sangue al pene. Dunque la disfunzione erettile è una vera e propria malattia, che si presenta abbastanza frequentemente con l'avanzare dell'età e che, quando non è occasionale ma cronica, impatta negativamente in maniera molto seria sulla qualità di vita del soggetto che ne soffre e del suo partner.