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GLICOLISI
Il glucosio (6C) viene scisso in 2 molecole a 3C: PIRUVATO CH3-CO-COOH (detto anche
acido piruvico o acido ossopropanoico).
La glicolisi è una sequenza di reazioni che avvengono nel citoplasma in anaerobiosi. Tali
reazioni sono 10: le prime 5 endoergoniche (fase preparatoria), le ultime 5 esoergoniche
(fase di recupero)
LE 10 TAPPE DELLA GLICOLISI
Fase preparatoria (-2ATP)
1) FOSFORILAZIONE DEL GLUCOSIO
-reazione di attivazione del glucosio attraverso aggiunta di un gruppo fosfato sul
carbonio C6 per ottenere glucosio-6-fosfato.
-il donatore di P è l’ATP, per questo la reazione è irreversibile.
-La reazione è catalizzata da esochinasi (nei tessuti extraepatici, mentre nel fegato
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abbiamo la glucochinasi) che come altre chinasi necessita di Mg2+ per svolgere la
propria attività catalitica.
2) ISOMERIZZAZIONE: CONVERSIONE G6P->F6P
-L’enzima fosfoesoso-isomerasi (Mg2+) catalizza la reazione di isomerizzazione che
porta alla conversione di glucosio-6-fosfato (chetoso) in fruttosio-6-fosfato (aldoso).
-questa fase non necessita di ATP, il deltaG è prossimo allo 0->reazione reversibile.
3) FOSFORILAZIONE DEL F6P->FRUTTOSIO-1,6-BISFOSFATO (TAPPA A COMANDO)
-è definita tappa a comando perché sancisce il definitivo ingresso del glucosio nel ciclo
-la reazione è catalizzata dall’enzima fosfofruttochinasi-1 porta alla formazione di
fruttosio-1,6-bisfosfato.
-l’attività di tale enzima è soggetta a regolazione: la sua attività aumenta quando
diminuisce la concentrazione di ATP o quando diminuiscono quelle di AMP o ADP.
-reazione irreversibile
4) SCISSIONE DI FRUTTOSIO-1,6-BISFOSFATO
-l’enzima aldolasi scinde il fruttosio 1,6-bisfosfato in:
a. diidrossiacetone fosfato (96%)
b. gliceraldeide-3-fosfato (4%)
-è la tappa litica che da il nome alla glicolisi
-sono due isomeri che possono essere interconvertiti uno nell’altro. L’equilibrio è
spostato verso il primo (a) che però non è quello che prosegue la via gli colitica.
-reazione reversibile
5) INTERCONVERSIONE DEI TRIOSO FOSFATO
-solo la gliceraldeide-3-fosfato può proseguire la glicolisi, pertanto il diidrossi
acetonfosfato viene interconvertito dalla trioso-fosfato-isomerasi.
-reazione di ossidazione favorita (deltaG=-50)
-reversibile
Inizio fase di recupero
6) OSSIDAZIONE E FOSFORILAZIONE GLICERALDEIDE 3-FOSFATO
-questa tappa è la somma di due reazioni:
a. ossidazione dell’aldeide ad acido carbossilico, accompagnata da riduzione di NAD+ a
NADH+H+ (favorita, deltaG=-50)
b.fosforilazione dell’acido carbossilico per ottenere il prodotto finale: 1,3-
bisfosfoglicerato tramite enzima gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi.
-l’ultima reazione è sfavorita e non avverrebbe mai se non fosse combinata alla prima
-reazione reversibile
-poiché la concentrazione di NAD+ è maggiore del glucosio che entra (inoltre siamo in
anaerobiosi e l’ossidazione da NADH a NAD+ accelera) ad un certo punto la glicolisi si
arresta se non viene continuamente ripristinato NADH mediante la fermentazione o
respirazione cellulare.
7) SINTESI DI ATP
-1,3bisfosfoglicerato tende a perdere il gruppo fosfato. L’enzima fosfoglicerato
chinasi trasferisce all’ADP il gruppo fosfato per ottenere ATP e 3-fosfoglicerato.
-la reazione è detta fosforilazione a livello del substrato perché il donatore di P è
substrato della chinasi. 55
-in questa fase si recupera il dispendio di energia poiché questa reazione produce due
ATP per ogni molecola di glucosio.
-reversibile
8) CONVERSIONE DEL 3-PG
-l’enzima fosfoglicerato mutasi catalizza lo spostamento del gruppo fosfato dalla
posizione C3 alla C2 con produzione di 2-fosfoglicerato.
-reversibile
9) DEIDRATAZIONE 2-FOSFOGLICERATO
-reazione catalizzata da enolasi che alla rimozione di una molecola d’H2O e alla
formazione di un doppio legame tra C2 e C3
-prodotto: fosfoenolpiruvato (PEP)
-composto instabile che tende a perdere un gruppo P
-reversibile
10) FORMAZIONE DI PIRUVATO E ATP
-la piruvato chinasi trasferisce il gruppo fosfato sull’ADP attraverso una seconda
reazione a livello del substrato
-i prodotti sono piruvato e ATP
-i due ATP prodotti rappresentano il guadagno energetico della glicolisi
DESTINI DEL PIRUVATO
In AEROBIOSI: Il piruvato viene convertito in acetil-coA carburante del ciclo di Krebs
In ANAEROBIOSI:
-FERMENTAZIONI LATTICA: produzione di lattato che si ionizza e si trasforma in acido
lattico, aumenta il pH, sofferenza muscolare. Il lattato viene poi portato al fegato,
riconvertito in piruvato e poi in glucosio rimesso in circolo. Questo si chiama CICLO DI CORI.
-FERMENTAZIONE ALCOLICA: prevede due step
-piruvato decarbossilato, si genera gliceraldeide poi ridotta a etanolo
-etanolo convertito ad acetaldeide
GLUCONEOGENESI
Nel nostro organismo alcuni tessuti dipendono quasi completamente dal glucosio per il
rifornimento di energia. Nel caso del cervello il fabbisogno giornaliero è di 120g , la maggior
parte dei 160g richiesti dall’intero organismo. Non sempre la quantità di zucchero fornita
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dal cibo è sufficiente a coprire questo fabbisogno.
La glucloneogenesi è un processo che produce glucosio a partire da
lattato/piruvato/ossalacetato o qualunque composto che possa essere convertito in uno di
questi precursori. Si verifica in tutti gli organismi: nei mammiferi si verifica nel citoplasma
delle cellule del fegato, dei reni e dell’intestino tenue e fornisce energia per il cervello, i
muscoli ed eritrociti.
Anche se condividono diverse tappe, glicolisi e gluconeogenesi non sono identiche percorse
in direzioni opposte:
-7 delle 10 reazioni della glicolisi sono reversibili e quindi percorse a ritroso dalla
gluconeogenesi attraverso gli stessi enzimi;
-3 delle 10 sono irreversibili e quindi percorse all’indietro dalla gluconeogenesi attraverso
enzimi diversi.
1° deviazione: conversione del piruvato in fosfoenolpiruvato (PEP). Non può
avvenire per semplice inversione delle reazione della piruvato chinasi. La fosforilazione
del piruvato negli eucarioti necessita di enzimi citosolici e mitocondriali.
Via predominante quando piruvato o alanina sono i precursori gluconeogenici:
a. Il piruvato viene trasferito nel citosol mitocondriale oppure viene generato
direttamente all’interno del mitocondrio dall’alanina per transamminazione;
b. All’interno del mitocondrio il piruvato viene trasformato in ossalacetato dall’enzima
piruvato carbossilasi che richiede il coenzima biotina come trasportatore di
bicarbonato attivo. Richiede inoltre acetil-CoA come accettore allosterico positivo.
c. Poiché la membrana non ha trasportatori per l’ossalacetato, prima di uscire deve
essere trasformato in malato dalla malato deidrogenasi.
d. Il malato viene trasportato all’esterno tramite un trasportatore specifico localizzato
sulla membrana mitocondriale interna e una volta fuori viene riossidato a
ossalacetato con produzione di NADH.
e. L’ossalacetato è infine convertito in PEP da PEP carbossichinasi. Questa reazione
necessita di GTP.
2°deviazione: conversione fruttosio 1,6-bisfosfato in fruttosio 6-fosfato: questa
reazione nella gluconeogenesi è catalizzata da fruttosio 1,6-bisfosfatasi (FBPasi1) che
promuove l’idrolisi irreversibile del gruppo fosfato sul carbonio C1 (e non il trasferimento
del gruppo fosforico allADP).
3° deviazione: conversione del glucosio 6-fosfato in glucosio: reazione catalizzata
dalla glucosio 6-fosfatasi che promuove l’idrolisi di un estere fosforico e non il
trasferimento del gruppo fosfato sull’ADP con formazione di ATP. Questo enzima è presente
nel lume del reticolo endoplasmatico delle cellule del fegato, dei reni e dell’intestino tenue.
La formazione di una molecola di glucosio dal piruvato richiede 4 ATP, 2 GTP 2
NADH, quindi la gluconeogenesi richiede energia.
Glicolisi e gluconeogenesi sono due processi regolati: se procedessero simultaneamente
con la stessa velocità si avrebbe solo produzione di calore.
REGOLAZIONE COORDINATA GLICOLISI E GLUCONEOGENESI
Meccanismo ormonale:
-INSULINA: abbassa la glicemia aumentando l’utilizzo di glucosio;
-GLUCAGONE: alza la glicemia. Quando la glicemia si abbassa agisce
sull’epatocita bonilitando il glucosio dal glicogeno.
A livello del fegato. 57
Meccanismo allosterico: fosfofruttochinasi 1 (glicolisi) – fruttosio 1,6-
bisfosfatasi (gluconeogenesi). Fanno parte di un enzima allosterico bi
funzionale avente due domini. Tali domini vengono attivati/inibiti dalla
fruttosio2,6bisfosfato. La fosfofruttochinasi2 fa produrre
fruttosio2,6bisfosfato ->promuove la funzione chinasica della proteina
allosterica (PFchinasi1)->attiva la glicolisi->inibisce la gluconeogenesi.
Inoltre ad alti livelli di ATP la fosfofruttochinasi 1 ha Km bassissima->funziona
poco->inibisco glicolisi.
GLICEMIA BASSA: rilascio glucagone, attivazione ADENILATIO CICLASI, alza i livelli di
AMP CICLICO che attiva la PKA (proteina chinasi A). L’enzima bi funzionale promuove la
fosforilazione e quindi utilizza fosfatasi->calano i valori di fruttosio2,6bisfosfato =>
inibita la glicolisi e favorita gluconeogenesi. In questo modo nel fegato aumenta il glucosio
e verrà messo in circolo attraverso il GLUT.
GLICEMIA ALTA: rilascio di insulina, recettori tirosin-chinasici, attivazione proteina
fosfatasi1->l’enzima bi funzionale viene defosforilato->cambia conformazione e viene
attivata l’attività chinasica->i livelli di fruttosio 2,6-bisfosfato aumentano->potenziamento
fosfofruttochinasi1->si attiva la glicolisi per immagazzinare il glucosio sottoforma di
glicogeno.
METABOLISMO DEL GLICOGENO NEGLI ANIMALI
GLICOGENOLISI
Il glicogeno è un omopolimero di alfa-D-glucosio ramificato formato da legami alfa-1,4 e
alfa-1,6 che causano le ramificazioni. È la principale riserva di energia degli animali ed è
accumulato nei muscoli scheletrici (1/2%) e nel fegato.
NEL MUSCOLO:il glucosio serve come fonte di energia immediata per la contrazione. Per
questo la reazione non è di idrolisi: infatti questa reazione porterebbe a produrre
direttamente glucosio che in una condizione di ipoglicemia andrebbe subito in circolo. La
reazione è una fosforilazione: un fosfato inorganico reagisce con il carbonio anomerico per
formare glucosio1P che non esce dalla cellula ed entra direttamente nella via glicolitica
come GP6. Questa reazione è catalizzata dalla glicogeno fosforilasi che però non è in
grado di rimuovere le ramificazioni in alfa-1,6. Per questo intervengono gli enzimi
deramificanti. Tale enzima ha una doppia funzione: trasferisce la ramificazione