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SECONDO MODULO: L’URBANISTICA
L’urbanistica è la disciplina che studia la pianificazione e l'organizzazione dello spazio della città e
del territorio; la distribuzione pianificata regolare degli spazi è tipica dell'ambiente coloniale.
Il fatto di avere un'urbanistica regolare è proprio delle città costruite ex novo su un territorio libero
(ma anche nel caso di un territorio abitato dagli indigeni) e vi erano anche degli urbanisti che
studiavano come meglio organizzare la città.
Atene è un esempio di città che cresce su se stessa a partire dall'acropoli, sede dell’ miceneo;
αναξ
la città ha quindi una crescita progressiva senza una pianificazione urbanistica. Priene in Caria sulla
costa dell'Asia Minore, alla metà del IV secolo, riceve una pianificazione regolare: all'inizio del V
secolo infatti la città sarà distrutta dai persiani, quindi gli abitanti decidono di trasferire la città in un
luogo più salubre e sicuro alle pendici del monte Micale e le danno una pianificazione urbanistica
moderna.
Quindi la città si dispone su terrazze perché sfrutta il pendio con le strade che si incrociano ad
angolo retto che formano isolati regolari all'interno dei quali si dispongono gli edifici sacri e
pubblici.
Nell’isola di Delo il quartiere del teatro ha un'urbanistica irregolare, mentre la zona dell'agorà degli
italici, tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. assume un'impostazione diversa, regolare con
isolati regolari all'interno dei quali si dispongono le strade.
Per la Magna Grecia dobbiamo distinguere tra urbanistica regolare (Kasmenai, Megara Iblea) e
regolare
ortogonale; l’urbanistica è quella che regola lo spazio creando lotti di abitazione regolari
nei quali si inseriscono le case. A Megara Iblea ad esempio le strade non si incrociano ad angolo
retto: fin dall'inizio i coloni sentono la necessità di ritagliare uno spazio centrale per la vita civile,
quindi abbiamo una forma di pianificazione che ottempera alle necessità della vita civile e religiosa.
A Smirne, che dopo la distruzione è stata ricostruita, agli inizi del VII secolo, vi sono una serie di
vie parallele in un senso con poche vie perpendicolari; Monte Casale (Kasmenai), colonia di
Siracusa del VII sec, è un esempio di urbanistica regolare: si tratta di un centro arcaico perché i
materiali vanno dall'inizio del VI secolo fino al IV secolo e ha delle caratteristiche particolari,
infatti è posta su un
altopiano che domina il
territorio circostante e la
pianta ha la caratteristica di
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avere una serie di strade che attraversano la città in direzione nord e sud e lungo queste strade si
dispongono le case. Sono state ricostruite circa 38 strade larghe poco più di 3 m nel
senso della larghezza mentre mancano strade nel senso della
lunghezza, però sono stati riconosciuti piccoli ambiti che permettevano la viabilità nel senso della
lunghezza; nella parte più alta della città a occidente era posta l'area sacra con un tempio intorno al
quale sono stati trovati depositi di armi.
La città era circondata da mura e le case erano inserite in numero di quattro in questi blocchi lunghi
25 m divisi a metà per permettere la circolazione in senso est ovest; gli isolati sono tutti uguali e le
case sono composte da tre vani che si aprono al sud su un cortile. Monte Casale è stato interpretato
quindi con una sorta di grande avamposto militare di Siracusa in territorio indigeno dove viveva una
componente fortemente militarizzata con le proprie famiglie.
ortogonale
Invece Poseidonia e Metaponto hanno un'urbanistica perché l'impianto urbano è
platheiai
composto da grandi strade, le larghe 1213m che si incrociano ad angolo retto con altre
stenoboi,
strade minori, gli larghe 6 m e in questa griglia di strade si dispongono le aree sacre civili.
urbanistica ippodamea:
Per Sibari si parla di Ippodamo da Mileto è un personaggio storico di cui
abbiamo molte notizie nelle fonti; Aristotele nella “Politica” dice “Ippodamo, figlio di Eufrone,
cittadino di Mileto, colui che inventò la spartizione della città e divise il Pireo”. Da qui si pensò che
egli fosse l'inventore (egli vive nel V secolo a.C.) dell'urbanistica regolare, ma essa nasce prima;
quindi oggi si considera Ippodamo non come l'inventore dell'urbanistica regolare che nasce nelle
colonie per l'esigenza di pianificare lo spazio e forse per proporre delle condizioni di uguaglianza,
ma come il codificatore, cioè gli codificò questa prassi urbanistica di creare una suddivisione
funzionale della città.
Secondo altre fonti, ad esempio uno scolio ai “Cavalieri” di Aristofane (gli scoliasti sono i copisti
che pongono delle note a fianco del testo) ricorda che Ippodamo visse al Pireo e che vi lavorò
all'epoca delle guerre persiane e che ad Atene era molto onorato.
Secondo alcuni era nativo di Atene, secondo altri di Thuri (questo è importante perché si tratta della
città costruita nel 444 a.C. nel sito dell'antica Sibari e infatti a lui sono attribuite tante cose tra cui
l'urbanistica di Sibari), secondo altri da Mileto (Senofonte chiama la piazza del Pireo ippodamea).
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I lessicografi parlano di una ippodamea nemesis cioè una divisione ippodamea; quindi a Ippodamo
è attribuita la sistemazione urbanistica di Mileto, del Pireo, di Thuri e di Rodi che venne rifondata
alla fine del V secolo; quindi il problema è questo: quanto tempo visse? Sappiamo che non ha
lavorato al Pireo al tempo di Temistocle, ma di Pericle, quindi ha lavorato nella seconda metà del V
sec e si è occupato di Thuri e del Pireo che venne collegato ad Atene da grandi mura nel periodo di
Temistocle.
La sistemazione ippodamea del Pireo è più funzionale per lo spazio del porto, infatti al porto di
Munichia vengono affiancati il porto militare, Zea e quello commerciale, Kantaros; quindi non si
limita all'impianto ortogonale, ma ogni zona della città deve essere funzionale, infatti una delle
caratteristiche dell'urbanistica ippodamea è quella di essere non solo regolare, ma anche funzionale;
Ippodamo quindi attua una suddivisione funzionale delle aree e attorno al Kantaros dispone gli
empori; in più a lui è attribuita la ricostruzione dell'urbanistica di Rodi.
Mileto è un esempio di urbanistica ippodamea con due ampi bacini portuali, con nelle vicinanze
aree commerciali e in prossimità dei porti vi erano le aree religiose perché le transazioni
commerciali avvenivano con il benestare della divinità; in mezzo vi era un'area dedicata gli edifici
civili mentre il resto della città era occupato da un reticolo regolare di strade che si incrociano ad
angolo retto (gli isolati quadrati sono tipici della città); quindi tutte le aree di pubblica utilità erano
al centro della città e collegate fra loro. Un’altra caratteristica dell'urbanistica ippodamea è che
l’agorà non è più uno spazio ritagliato al centro delle strade come in epoca arcaica, ma occupa lo
spazio degli isolati e si pone regolarmente all'interno della griglia urbana della città costruita
secondo un modulo preciso, quindi l'agorà e gli spazi civili si dispongono in questa maglia di strade
regolari.
Sibari
Sibari è una colonia achea fondata in questa piana fertilissima tra due fiumi (quindi era un posto
particolarmente salubre e fertile), il Cratis e il Sibaris da cui prende il nome la città (si tratta di nomi
di fiumi che si trovano anche della madrepatria); essa fu fondata tra 730 e il 720 a.C. e il fossile
guida è di nuovo la ceramica e le fonti riportano il nome del fondatore, Is.
La moneta di Sibari rappresenta il toro, simbolo del fiume e della potenza fecondante delle acque;
invece la moneta di Thuri ha come emblema la testa di Atena coronata d'ulivo perché si tratta di una
colonia panellenica voluta da Atene nel periodo del suo maggiore splendore.
Sibari era nota nell'antichità per la sua ricchezza, infatti era a capo di un vasto impero, infatti la
colonia raggiunse una potenza che contava su un territorio fertilissimo e promosse rapporti di
scambio con il mondo greco ed etrusco; essa estese il suo dominio nella retrostante fondando
χωρα
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altre sottocolonie e, coalizzatasi con Crotone e Metaponto, distrusse la colonia di Siris nel 570 a.C.
inglobandole il territorio; il dominio di Sibari consisteva soprattutto in un avanzato sistema di
relazioni politiche e produttive istituite con le popolazioni indigene dell'entroterra.
Sibari faceva capo al commercio di Mileto, quindi i prodotti di Mileto arrivavano a Sibari e qui
arrivavano anche le merci dalla Ionia per l'Italia; anche Sibari, come altre colonie della Magna
Grecia, costruì un thesauros ad Olimpia (i thesauroi sono piccoli edifici a forma di tempio che
rappresentano una città straniera ad Olimpia in cui venivano custodite le offerte della città straniera
al santuario).
Secondo le fonti Sibari controllava circa 25 città e si dice che contasse 300mila abitanti ma
probabilmente venivano contati anche gli abitanti di questo impero; Sibari ebbe una vita breve,
infatti fiorisce nel VIIVI secolo e viene distrutta alla fine del VI (510 a.C.) da Crotone e Metaponto
coalizzate; gli abitanti trovarono rifugio a Lao dove fondarono una città a cui venne attribuito il
nome di Sibari; per cancellarla completamente venne deviato il corso del fiume Cratis e venne
portato su Sibari le cui rovine vennero così cancellate da questa alluvione.
La fine di Sibari è forse dovuta a un tiranno di fine VI secolo che portò alla fuoriuscita di un gruppo
di aristocratici sibariti che cercarono appoggio nelle altre colonie achee che si coalizzarono per
distruggere il tiranno e Sibari e prenderne il posto; nonostante questi fuorusciti volessero rifondare
la città, i loro tentativi furono frustrati dall'opposizione di Crotone e solo per volontà di Atene nel
444 venne fondata Thuri alla cui fondazione parteciparono molti personaggi tra cui Erodoto e
Ippodamo, quindi venne fondata secondo criteri ippodamei; in epoca romana nel 194 a.C. si
sovrappone a Thuri la colonia romana di Copiae. La città arcaica di Sibari occupa un
perimetro più grande, la Thuri di V secolo
occupa un perimetro più ristretto (infatti la
pianura costiera e i pendii collinari a
ridosso di essa vengono popolati da
fattorie tra il IV e il III secolo) e Copiae
occupa un territorio ancora più ristretto.
Di Sibari rimane molto poco perché la
città fu distrutta, rasa al s