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La rappresentazione è un manifesto ideale di una città ideale. Sulla sua
interpretazione sono stati posti alcuni dubbi, ad esempio si obietta che non è presente
la nave. Altri hanno notato che sui due lati nord e sud le figure sono raggruppate per
entità numeriche diverse, ad esempio a gruppi di 4 e di 10, e in questa lettura il lato
nord alluderebbe alla suddivisone arcaica in 4 tribù della compagine civica di Atene,
mentre il lato sud alle 10 tribù di età periclea e democratica. Allusione al passaggio di
Atene dalla fase arcaica oligarchica alla fase democratica.
Certamente il programma è stato elaborato da un unico personaggio e benchè
nessuna fonte glielo attribuisca esplicitamente è molto verosimile che Fidia possa
avere elaborato anche la tematica del fregio.
I due frontoni, realizzati tra il 438 e il 432. Ultima cosa ad essere completata
sull’edificio. Si tratta dei più grandi frontoni greci mai realizzati, alti al massimo 3 metri
e 4 e lunghi 28. Punto massimo dell’evoluzione stilistica partenonica, che in alcuni casi
supera anche i limiti del classicismo maturo, di sicuro supera i limiti del fregio e va
verso un’interpretazione stilistica ancora più avanzata. Con degli effetti
espressionistici che nell’intero corso dell’arte greca non verranno più espressi con una
simile drammaticità, si può parlare di una fase michelangiolesca dell’opera di Fidia.
Soggetti dei due frontoni:
- Il frontone est rappresentava la nascita di Atena, che era già andato distrutto
nella sua parte centrale nei disegni del 1674, la sua costruzione è derivata da
echi iconografici su basi e altri monumenti. La nascita di Atena era una nascita
miracolosa, allo stesso modo della nascita di Pandora, perché nasce già adulta e
armata dalla testa di Zeus. La nascita di Atena è un portento, un miracolo, un
evento straordinario, e anche in questo caso la sua nascita viene inserita in una
dimensione cosmica, a sinistra sale la quadriga del Sole e a destra sparisce
quella di Selene. Nascita di Atena come alba di una nuova era, con interessante
parallelismo rispetto alla base della Parthenios certamente di Fidia.
- Il soggetto del lato opposto è la contesa fra Atena e Poseidone per il possesso
dell’Attica. Devono offrire qualcosa di utile per vincere la gara, Poseidone
scaglia il suo tridente sul terreno e fa sgorgare dell’acqua marina salmastra,
mentre Atena offre il più utile albero dell’ulivo, vincendo la contesa. La scena al
centro rappresentava dunque i due dei e sull’asse l’albero di ulivo donato da
Atena. Anche loro sono sorpresi dall’evento miracoloso che è l’apparizione
improvvisa dell’albero.
Cosa si conserva oggi dei due frontoni -> la maggior parte delle figure sono
conservate presso il British Museum. Uno dei due frammenti del frontone est presenta
a destra i cavalli della quadriga di Elios che salgono verso l’altro mentre Dioniso li
osserva in una posa semisdraiata, seguito dalle figure di dee che assistono anche qui a
un evento portentoso. La nascita di Pandora, la consegna del peplo e la nascita di
Atena sono scene che avvengono sempre alla presenza visibile degli dei e sempre in
un contesto di rinnovamento cosmico. Dettaglio della figura di Dioniso, nel panneggio
e il modo in cui il chiaroscuro all’interno delle falde è insistito, la drammaticità della
posa, la concezione straordinaria del nudo e una grande intensità espressiva che in
qualche caso consegue degli accenti quasi drammatici, per questo parliamo di
espressionismo. Non c’è più quell’equilibrio che si era conseguito con il fregio tra i
corpi e il panneggio, qui il panneggio è tutto, è straripante, drammatico, è molto
insistito e rivela i corpi delle figure femminili accennando a delle trasparenze che poi
nel periodo post-fidiaco diventeranno molto presenti nell’arte di Atene. Dettaglio dei
cavalli.
Una delle tante ricostruzioni plausibili del centro del frontone occidentale ha Poseidone
sulla destra e Atena sulla sinistra che divergono e al centro l’albero di ulivo, con le loro
quadrighe che si sollevano ai loro lati. Della dea Atena si conserva il torso al British
Museum e notiamo anche qui la drammaticità del movimento e la presenza dell’egida
trasversale molto sintetica e abbreviata che abbiamo già visto sull’Atena di Fidia.
Un altro esempio di come movimento e panneggio siano qui esasperati è il volo di
Anfitrite sempre dal frontone occidentale.
Al Louvre c’è una testa proveniente sicuramente dal Partenone, la
testa Laborde, uno studioso osservando le venature del marmo sul
collo fu in grado di riconnetterla con certezza al torso di Iris che sta al
British Museum, messaggera degli dei rappresentata in volo con
questo vento che spinge il panneggio contro il corpo rivelandone le
forme. Falde in cui non ce n’è due uguali, grande intensità di
movimento e estrema abilità nel rivelare le forme al di sotto di questo
panneggio. Personificazione del fiume di Atene Ilisso, che
inaugura la grande serie molto fortunata anche in
età romana delle grandi divinità fluviali che sono
rappresentate come figure semisdraiate e nude.
Anche qui il nudo è ormai estremamente
compendiario e sintetico, assoluta naturalezza
del risultato finale.
Il frontone ovest ha al centro anch’esso una innovazione stilografica, ci sono due figure
divergenti, e nulla se non un esile stelo che occupa il centro del frontone, è la prima
volta che troviamo una soluzione iconografica di questo tipo nei templi greci che di
solito avevano la figura centrale della divinità stante. Anche per quanto riguarda i
frontoni è possibile riconoscere diverse mani all’opera, che presumibilmente
appartengono alla scuola di Fidia. Alcune fonti letterarie dicono che Fidia nel 438 non
era più ad Atene ma era in Elide essendo scappato in conseguenza del suo primo
processo, e impegnato a realizzare la statua di Zeus a Olimpia. I frontoni possono
essere opera della sua scuola, della sua bottega, conosciamo i nomi di molti dei suoi
seguaci. Ciò che ci consente di immaginare che Fidia sia stato quanto meno l’ideatore
del programma iconografico, sono quelle coincidenze di temi che ricorrono nel
programma fidiaco:
- dell’amazzonomachia, centauromachia e gigantomachia
- della nascita di divinità
- tema cosmico delle quadrighe di Elios e Selene.
L’amazzonomachia la troviamo sulle metope del Partenone, sullo scudo dell’Atena
Parthenos; la centauromachia di nuovo sulle metope e sullo scudo all’interno; la
gigantomachia sulle metope e sui sandali della statua, che è esplicitamente attribuita
a Fidia dalle fonti; per il tema della nascita della divinità, Pandora nasce sulla base
della statua, Atena nasce sul frontone est, e sulla base dello Zeus che realizzerà in
quegli anni ad Olimpia è rappresentata la nascita di Afrodite. Tema delle quadrighe
cosmiche sono invece sulla base dello Zeus, sul frontone est e sulla base dell’Atena.
Tematica comune che inneggia alla nascita di una nuova era, una nuova età dell’oro di
cui Atene si fa protagonista, ed è questa l’ideologia periclea di cui Fidia, attraverso
questo programma che ideò, doveva essere stato responsabile. Anche il motivo del
portento è molto caratteristico.
Il Partenone, caso unico nella storia dell’architettura greca, non ha un altare davanti
alla fronte est, l’altare c’è sull’acropoli ma è quello del tempio di Atena Poliade, quindi
secondo alcuni il Partenone non sarebbe un tempio perché il culto e la stessa festa
paratenaica non erano offerti ad Atena Parthenos ma ad Atena Polias, la antica
abitatrice dell’acropoli, la vera divinità ciclica. La Parthenos che ha una connotazione
guerriera molto pronunciata è l’espressione della città che ha trionfato sui persiani, e
la statua è concepita come una gigantesca offerta alla dea. Quindi il Partenone più che
un tempio è una sorta di colossale thesauros, una struttura destinata a ospitare
un’offerta votiva preziosa che Atene e gli alleati della Lega offrono alla divinità. Non è
il tempio civico, il Partenone è privo di culti.
La guerra del Peloponneso si conclude con la vittoria di sparta nel 404. Nel 421 c’era
stata la cosiddetta pace di Nicia, dal nome del generale ateniese, con Sparta, in un
momento in cui le sorti sembravano arridere ad Atene, e a ridosso di questa vittoria si
erigerà un tempio di Atena Nike, che avrà il tema della vittoria militare auspicata
contro Sparta. Il fregio è in relazione con questi avvenimenti perché ad esclusione del
lato sud gli altri tre lati rappresentano greci che combattono contro greci, per la prima
volta troviamo la rappresentazione di un evento contemporaneo, fregio storico nel
senso più evidente, non rappresenta più un fatto mitologico ma quasi contemporaneo,
di attualità. Il lato sud invece rappresenta la battaglia tra greci e persiani
probabilmente a Maratona, sempre un soggetto di tema storico ma non così recente. I
greci combattono in nudità eroica contro i persiani che invece indossano le loro lunghe
tuniche e le braghe. Le conquiste formali dello stile partenonico sono qui attuali, il
modellato del nudo è estremamente fluido e delicato, le pose sono originali, il tutto si
staglia su uno sfondo neutro che dobbiamo immaginare colorato. Creazione del mito di
Atene, come potenza vincitrice sui persiani. I frontoni sono molto poco conservati.
Intorno al tempio sui 4 lati del bastione correva un parapetto, una balaustra di marmo
alta circa 1 metro e anche questa balaustra era riccamente decorata a rilievo. La
balaustra è più tarda dell’edificio, forse del 415-420 e mostra
ormai uno stile post partenonico, che si definisce con l’epiteto di
stile ricco, della fine del V secolo. Le lastre sono in tutto 27,
occupano un’ampia superficie di circa 42 metri, su ciascuno dei 4
lati c’erano figure di nikai che convergevano verso una figura di
Atena seduta, riconoscibile per la presenza dello scudo. Nikai che
in altri pannelli compiono dei sacrifici. L’iconografia classica della
nike è quella della figura alata. Corpo di un toro che esse si
apprestano a sacrificare. Quello che colpisce è la straordinaria resa
del panneggio che ha questa tipica strutturazione che si definisce
“a nastro”, come se le falde fossero dei nastri che fluttuano nello
spazio, avendo ormai perso il rapporto consequenziale con il corpo e le sue forme, e
essendo divenuto un elemento decorativo quasi autonomo che vive di vita propria e
che si arti