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ASPETTI ATTUALI DEL CONCETTO DI CULTURA

1) capacità di simbolizzazione propria della specie umana

2) stato dell'inventiva e dell'invenzione (tecnologia)

3) entità sociale relativamente autonoma e complessa (→ non possiamo più avere un approccio

come quello descritto dai boasiani nell'immaginaria autonomia, cioè l'isolamento dei

confini: "relativamente autonoma"; si era posto un problema, continuiamo a definire selvaggi e

primitivi così diversi da noi? C'è il rispetto dell'alterità in queste definizioni? NO. Per evitare il

giudizio di valore implicito, prima si è fatto ricorso a pre-letterate perché non c'era la scrittura, poi

si è deciso di fare un confronto tra società complesse e semplici, superato negli anni 80', e allora si

verifica la necessità di questo io altro per consentire che delle società differenti rientrassero a

prendere ciò che serve loro dagli altri e viceversa, una forma di scelta, inconsapevole, su che cosa si

potesse prendere delle conoscenze delle altre società senza mettere in discussione la propria. In

questo caso il discorso dell'autonomia diventa una forma per dire che la diversità esiste anche grazie

al rapporto con gli altri)

4) sistema collettivo di simboli, di segni e di significati propri a società diverse secondo delle

modalità di integrazione differenti (SIMBOLIZZARE è un processo fondamentale, alla base del

processo di apprendimento di tutti gli esseri umani, la capacità di dare significati, la capacità di dire

che quel significato caratterizza un simboli: i simboli sono creati all'interno della società e noi ne

conosciamo il significato anche se non ce l'hanno spiegato completamente mentre altre volte ne

siamo consapevoli. La struttura culturale decide quali sono i simboli e il loro significato ed è

importante che tutti conoscano il significato in più rispetto al segno, significato scelto perché

funzioni, perché noi tutti ne condividiamo il significato: es. la bandiera è un simbolo che risalta e

quindi quando bruciamo la bandiera di uno stato è un'offesa grandissima perché quel simbolo

rappresenta tutta quella comunità. Il processo di simbolizzazione segue le stesse tappe di quello di

significazione ma importanti sono i contenuti perché nel primo si verifica qualche aggiunta in più

che non può essere appreso da chi non ha il codice adatto e da chi, quindi, non fa parte di quella

cultura e società, per identificarli. Il segno diventa qualcosa di più, diventa simbolo quando la

società decide di dargli qualcosa in più.)

I diversi approcci teorici, raggruppati dagli anni 60'/70' sotto l'etichetta di antropologia

"simbolica" sono delle variazioni sul tema boasiano delle culture come sistemi di

simboli. L'antropologia simbolica è confluita, poi, in quella interpretativa.

24/10/16: Segni e simboli in antropologia.

Se per Geertz la cultura è una ragnatela di significati e simboli che gli esseri umani tessono intorno

a sé, la comunicazione (linguaggio, arte, musica, danza, scrittura) è lo strumento che gli uomini

usano per interpretare, riprodurre, arricchire e trasformare questa ragnatela.

La cultura è un insieme di sistemi simbolici; senza il processo di simbolizzazione non si potrebbe

avere la rete di cui sopra. 10

L’antropologia si è occupata poco del simbolismo, sicuramente molto più sul “simbolico” perché

forma più immediata del simbolismo.

Simbolico, in antropologia, ha un’accezione ristretta e una larga; nella prima serve a qualificare

delle opere di cultura che hanno come caratteristica l’essere provviste di un valore percepito come

immediatamente espressivo (miti, riti, credenze), queste elaborazioni collettive non hanno però il

monopolio della funzione simbolica, come la religione, o l'arte l'economia, o la parentela di

significato. Nella sua accezione più ampia rinvia a quel processo costitutivo dello stato di cultura

che è l'attribuzione di senso al mondo. Ogni società seleziona delle significazioni, ognuna classifica,

riunisce, oppone, gerarchizza oggetti della realtà a suo modo, che è contemporaneamente il quadro

di intelligibilità che essa si dà e la condizione della comunicazione tra i suoi membri.

A questo livello, quindi, si oppone e si classifica; a seconda di un determinato periodo si assimilano

atteggiamenti e credenze differenti: con l'approccio ampio si affrontano le credenze di una società di

un determinato periodo storico.

Simbolico implica quindi anche linguaggio non verbale e significato dei gesti. Per i semiologi le

parole e i segni non acquistano senso che attraverso le relazioni che le associano le une alle altre.

Esse stesse intrattengono tra di loro delle relazioni produttrici di senso.

Il segno è l'unità di base di qualunque significazione: si tratta di una messa in rapporto tra un suo

substrato materiale (significante) e un contenuto rappresentabile o pensabile (significato). Le

relazioni sono quelle che producono senso; un esempio è il concerto di bandiera che viene inculcata

nel bambino come collegamento alla nazione, pur essendo una stoffa colorata.

Comunichiamo con i segni, le parole, le espressioni facciali, immagini sui cartelloni, segni stradali,

suoni e colori. I segni sono entità bifacciali composti da significante e significato; il primo è un

supporto materiale, il secondo è il concetto espresso. Un esempio è il divieto di accesso; con il

significato di non passare, mentre il significante è un cerchio rosso con una banda bianca

orizzontale a metà. Le due cose insieme sono il segno.

I segni assimilati nello stesso posto da più persone saranno uguali.

Il simbolismo è quindi il processo, in antropologia, per cui si costituisce il mondo, stesso processo

anche se i simboli cambiano da cultura a cultura.

I simboli sono segni speciali che acquistano il loro significato attraverso diversi meccanismi,

principalmente l'accordo sociale (una comunicazione) e sono trasmessi mediante l'apprendimento

(processo sociale) non generico; esempi ne sono le parole, che sono i simboli, di cui il significato,

come tutti i simboli, è arbitrario, e si basa su convenzioni senza un rapporto diretto.

Il segno è la base senza cui il simbolo non esiste; trasmesso da chi già lo ha conosciuto. Questo

significa che non c'è nessun motivo per il quale un termine deve significare ciò che significa, se non

il fatto che un gruppo più o meno esteso di persone è d'accordo e sa che proprio quello è il

significato di quella parola perché l'ha imparato pressando in quella determinata comunità. Inoltre, i

simboli sono astratti e possono condensare più significati.

Ciò può rappresentare un problema nel momento in cui l'antropologo lavora sul campo, perché deve

ricordarsi di non attribuire i propri segni/significati a una cultura che ne ha altri (la psicoanalisi ha

prestato molta attenzione a simboli e significati).

Un segno, nella teoria linguistica e semiotica, è quindi definito come una relazione tra un

significante, un significato e un contesto (molto importante negli anni ‘80). Il simbolo si distingue

nettamente dal segno perché tra il segno e ciò che significa vi è un rapporto di reciproca

indifferenza e arbitrarietà, mentre fra simbolo e oggetto simbolizzato si pongono relazione di

somiglianza o analogie.

Problemi sorgono quando differente è la convenzione dei segni e la loro attribuzione di significato.

Mircea Eliade disse che la funzione di un simbolo è proprio quella di rilevare una realtà totale, 11

inaccessibile agli altri mezzi di conoscenza: la coincidenza degli opposti, ad esempio, espressa dai

singoli con tanta abbondanza e con tanta semplicità, non è data in nessun punto del cosmo e non

accessibile all' esperienza immediata dell'uomo, né al pensiero discorsivo. Non si può descrivere un

simbolo perché il senso è inaccessibile.

Dice anche che non si deve credere che il simbolico si riferisca unicamente alla realtà spirituale Per

il pensare arcaico una separazione del genere, tra spirituale e materiale, non ha senso: i due piani

sono complementari, e il fatto di ritenere un'abitazione a centro del mondo non toglie che essa sia

uno strumento che soddisfa precisi bisogni, e che è condizionata dal clima, dalla struttura

economica della società e dalla tradizione architettonica.

Continua dicendo che non bisogna credere che l’implicazione simbolica annulli il valore concreto e

specifico di un oggetto o di un'operazione; quando la zappa viene chiamata “fallo” (come viene

chiamata in certe popolazioni) e la semina viene equiparata all'atto sessuale (come si fa in quasi

tutto il mondo) non ne consegue che l'agricoltore primitivo ignora la funzione specifica del suo

lavoro. Il simbolo aggiunge un valore nuovo ad un oggetto, o a un'azione, senza per questo

intaccare i loro valori propri e immediati. Applicando a un oggetto o a un'azione, il simbolismo li

rende “aperti”. Il pensiero simbolico fa scoppiare la realtà immediata, senza sminuirla. Nella sua

ottica l'universo non è chiuso, nessun oggetto è isolato nella sua essenzialità: tutto è tenuto insieme

da un sistema serrato di corrispondenze e di assimilazioni.

Un esempio è il tatuaggio, simbolo di qualcosa che per chi se lo fa ma il privo di significato per gli

altri; quando si sceglie un’immagine per rappresentarsi è perché contiene qualcosa che ci lega a

questa.

Poiché danno forma a ciò che è assente, i simboli sono intimamente legati ai compiti della

metafisica, dell'arte, della religione e della magia. Sono estremamente flessibili. Il carattere

incompleto e indefinito di un simbolo, che gli è consustanziale, è controbilanciato dalla

“redondance perfectionnante”: i simboli si ripetono senza sosta e, contemporaneamente, essi si

chiarificano reciprocamente così come la ripetizione dei gesti nei riti e delle ripetizioni linguistiche

nei miti.

Alcuni antropologi hanno concentrato il loro interesse su che cosa dicono i sistemi simbolici,

analizzando quelle elaborazioni culturali che sono considerate più strutturate del pensiero, come i

miti. Altri invece hanno studiato che cosa fanno i sistemi simbolici e quindi le loro analisi si sono

soffermate sui riti, sulle pratiche.

27/10/16: Cultura e comunicazione.

Per capire un’altra cultura, bisogna essere in grado di decifrare il significato dei simboli insito nelle

parole, gesti, oggetti, atti

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
44 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Muriko95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Combi Mariella.